I BOTTI DI CAPODANNO ANTICIPATI A GIOVEDÌ - L’ASTA DEI BTP AVRÀ SUCCESSO? I TITOLI VERRANNO TUTTI PIAZZATI? SE I RENDIMENTI CALERANNO, VORRÀ DIRE CHE LA “CURA DA CAVALLO” INCOMINCIA A FARE EFFETTO. E DUNQUE POSSIAMO BEN SPERARE IN VISTA DEI SUCCESSIVI COLLOCAMENTI, MOLTO IMPEGNATIVI, DI GENNAIO E DI FEBBRAIO - SE L’ASTA SARÀ INVECE UN FIASCO? SACRIFICI INUTILI?...
1- ANCORA
Jena per La Stampa - Ci stavamo annoiando ma meno male che Silvio ancora c'è.
2- I BOTTI DI CAPODANNO ANTICIPATI A GIOVEDÃ
Ugo Magri per La Stampa
L'evento della settimana è atteso per giovedì ma, se si dà retta ai personaggi che frequentano il Palazzo, non c'entra nulla con la conferenza stampa del presidente del Consiglio convocata quello stesso giorno. Il vero appuntamento cui tutti gli occhi si appuntano con qualche apprensione è l'asta dei Btp.
Avrà successo? I titoli verranno tutti piazzati? Se i rendimenti caleranno, vorrà dire che la «cura da cavallo» (come la considera dall'opposizione Di Pietro) incomincia a fare effetto. E dunque possiamo ben sperare in vista dei successivi collocamenti, molto impegnativi, di gennaio e di febbraio. L'asta sarà invece un fiasco?
In quel caso lunghe ombre torneranno a proiettarsi sul nostro futuro politico, perché già c'è chi paventa un fallimento della manovra, la quarta degli ultimi sei mesi sebbene di gran lunga la più dolorosa. Per dirla nuovamente con il leader Idv, «i mercati nemmeno se ne sono accorti», come se «le tante lacrime e il tanto sangue» fossero stati versati inutilmente.
Io non a caso, segnala il Cavaliere profittando di un collegamento telefonico con la Comunità Incontro del suo amico don Gelmini, «fino all'estate scorsa ho tagliato le spese senza alzare le imposte», sul presupposto che certi sacrifici fossero inutili, forse addirittura dannosi... E qui s'innesta lo strano paradosso di cui ragiona a voce alta il capogruppo Fli Della Vedova: «Ancora a luglio, i mercati continuavano a credere in ciò che credibile non era», vale a dire le promesse di Berlusconi secondo cui tutto era okay; viceversa «adesso, che i mercati potrebbero fidarsi, sono rimasti scottati e tardano a prendere atto di quanto il governo Monti sta facendo».
Quale che sia la causa di sfiducia nel Belpaese, il rischio di cui tutti i politici in vacanza sono coscienti ha un nome: recessione. L'economia che si avvita su se stessa. Il cavallo che non beve più.
«Ci siamo già », insiste Di Pietro, «e dopo la mazzata le cose peggioreranno ancora» perché senza soldi in tasca la gente non può spendere. Identici discorsi li fa Osvaldo Napoli dal versante Pdl: «Siamo in piena recessione adesso, figurarsi quando si avvertirà il peso delle nuove tasse... E' come tornare a Tremonti».
Polemiche in cui Berlusconi si tuffa a pesce, il rischio insito nella manovra «è di comprimere i consumi» sostiene l'ex premier. La via d'uscita? Nuove elezioni, secondo Di Pietro, per dare una maggioranza sicura all'Italia. Una grande riforma delle istituzioni, a giudizio invece del Cavaliere, il quale vorrebbe arrivare al 2013 perché votare adesso non gli conviene di certo sebbene sostenga che «i sondaggi ci danno in fortissima ricrescita», come i capelli, «io sono sempre in pista».
Da un po' di giorni Silvio batte sul chiodo che lui ha fallito per una ragione precisa: con queste leggi il Paese è ingestibile, serve «un grande cambiamento per renderlo governabile». L'ultimo anno di legislatura potrebbe bastare per questa riforma costituzionale, «se ci riuscissimo avremmo fatto veramente qualcosa di grande e di importante».
Monti ha trascorso Santo Stefano chiuso in casa, a Milano. Oggi rientra a Roma in treno, come suo solito, per incontrare il governatore siciliano Lombardo e poi per preparare la «fase due» mirata alla crescita. Questa è la vera sfida, sostiene il leader centrista Casini: «Occuparsi di politiche europee, liberalizzazioni e crescita. Spero che tutti pensino prima all'interesse del Paese e poi ai propri legittimi, ma molto secondari, interessi di partito...».






