renato brunetta dipendenti statali smart working

I DIPENDENTI PUBBLICI TORNANO AL GUINZAGLIO - STA PER FINIRE L'ERA DELLO SMART WORKING PER GLI STATALI: IL GOVERNO STUDIA UN EMENDAMENTO AL DL GREEN PASS PER RICONSIDERARE IL LAVORO DA CASA COME "ECCEZIONALE" - SI VA VERSO L'OBBLIGO DI CERTIFICATO VERDE PER GLI UFFICI, BRUNETTA INSISTE SUL FATTO CHE IN PRESENZA AUMENTEREBBERO PRODUTTIVITÀ E CRESCITA DEL PIL, MA CHISSÀ COME MAI LE GRANDI MULTINAZIONALI INTERNAZIONALI TIPO APPLE CONTINUANO A SPINGERE SUL LAVORO DA CASA...

Gianni Trovati per "Il Sole 24 Ore"

 

RENATO BRUNETTA

Il ritorno in ufficio dei dipendenti pubblici potrebbe poggiare su un ribaltamento di prospettiva sancito da un correttivo in via di definizione al decreto Green Pass. In pratica, la presenza fisica sul posto di lavoro tornerebbe a essere la regola e lo Smart Working ridiventerebbe l'eccezione, al contrario di quanto stabilito dalle normative che si sono succedute dal febbraio del 2020 per contrastare le ondate epidemiche.

 

A stabilire spazio e modalità del nuovo lavoro agile sarebbero i dirigenti degli uffici, in base alle esigenze organizzative di ogni realtà. Testo e confini dell'emendamento sono in questi giorni allo studio dei tecnici del governo.

 

statali

Ma il tema è delicato anche per le implicazioni politiche. Che incrociano le polemiche crescenti con la minoranza più accesa dei no vax e con le componenti meno inclini al vaccino anche nella maggioranza, oltre alle incognite sull'andamento dei contagi nelle prossime settimane.

 

RENATO BRUNETTA

L'intenzione del ministro per la Pa Renato Brunetta però è chiara. Il titolare di Palazzo Vidoni aveva annunciato la volontà di un ritorno diffuso in presenza già nell'intervista a questo giornale il 1° agosto, e ha ripetuto il concetto a più riprese in diversi incontri.

 

statali

Anche ieri, commentando i dati Istat sul Pil, ha voluto ribadire che «questa crescita potrebbe essere addirittura superiore se si ripristinerà la modalità ordinaria di lavoro in presenza, tanto nel pubblico quanto nel privato».

 

Il lavoro normativo al momento si sta concentrando sulla Pa, e dovrà ovviamente passare anche da un'interlocuzione con i sindacati. Il superamento della normativa emergenziale costruita durante il Conte-2 era già stato avviato a fine aprile con il decreto proroghe (Dl 56/2021), che aveva cancellato le percentuali minime di Smart Working (50%, salito poi al 60%) da assicurare ai dipendenti impegnati in attività nelle quali la presenza non è imprescindibile.

 

renato brunetta foto di bacco (7)

Ma i primi monitoraggi hanno indicato che l'addio alle soglie minime, e la subordinazione del lavoro agile alla condizione che «l'erogazione dei servizi rivolti a cittadini ed imprese avvenga con regolarità, continuità ed efficienza», non ha modificato in modo significativo l'organizzazione nelle Pa, che è rimasta dominata dal lavoro a distanza anche in alcuni rami centralissimi dell'amministrazione.

 

Il cambio di paradigma, nelle intenzioni del governo, aiuterebbe a superare una serie di resistenze; riducendo a dimensioni più fisiologiche il lavoro a distanza, che rimarrebbe in campo, nella modalità semplificata (senza preventivo accordo individuale) prevista fino al 31 dicembre, in attesa della regolazione contrattuale nei rinnovi in arrivo (domani ripartono le trattative sulle Funzioni centrali, il 7 sulla sanità).

 

statali1

Cruciale è però il corollario legato al Green Pass. Perché l'idea, rilanciata anche dal ministro della Salute Speranza, è di imporre il certificato verde ai dipendenti pubblici in presenza, come accade nella scuola.

 

La mossa ne implica però un'altra, e cioè la definizione di controlli e sanzioni, che deve affrontare anche il rischio di un'ondata di permessi come quella temuta nelle scuole. Un obbligo di Green Pass per i dipendenti pubblici, che sarebbe generalizzato non potendosi individuare in modo rigido le categorie di addetti allo sportello, solleverebbe un tema di armonizzazione con gli uffici privati, dove le condizioni sono identiche sul piano epidemico. Tutti nodi delicatissimi soprattutto nelle componenti della maggioranza che in Lega ed M5S sono decisamente più fredde sui vaccini.

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?