NON FARE LOSTRUNZONISMO! - I GRILLINI SALTANO E FANNO SALTARE (IL WEEK END AL MARE AI “COLLEGHI” DEPUTATI)

Sebastiano Messina per "la Repubblica"

Non batteranno il record del radicale Marco Boato, che parlò per sedici ore nella discussione generale e per diciotto ore (e cinque minuti) al momento del voto finale. E non eguaglieranno l'inventiva della comunista Edda Fagni, che esauriti tutti gli argomenti tirò fuori una poesia di Trilussa: "No no, rispose er gatto senza core/ io nun divido gniente co' nessuno/ fo er socialista quando sto addiggiuno/ ma quanno magno so' conservatore".

Ma da ieri pomeriggio anche i grillini hanno scoperto l'arma dell'ostruzionismo: hanno scovato tutti i cavilli del regolamento e vi si attaccheranno per paralizzare i lavori della Camera. Ogni pretesto è buono.

"Signora presidente - ha chiesto il deputato Andrea Colletti - vorrei sapere perché lei aveva annunciato cinque minuti di sospensione e invece la sospensione è durata più di venti minuti". La Boldrini, serafica, ha provato a minimizzare: "Non credo che sia una novità che dopo il question time la seduta venga sospesa".

Ma loro non si sono arresi: quel quarto d'ora perso doveva essere assolutamente giustificato. E così un altro parlamentare, Giuseppe Brescia, ha subito chiesto la parola: "Il mio collega Colletti le aveva chiesto come mai una sospensione di cinque minuti sia diventata di venti. Vogliamo sapere perché". "Diciamo che abbiamo calcolato male i tempi: va bene così?" ha risposto allora la Boldrini, più seccata che spazientita.

Ormai la sfida è cominciata. I grillini contro la maggioranza. Per frenare il "decreto del fare", ma soprattutto per mettere i bastoni tra le ruote al provvedimento che il Movimento Cinque Stelle teme più di tutti gli altri: la riforma della Costituzione (con un effetto-carambola sul ddl che abolisce il finanziamento pubblico ai partiti, il cui slittamento verso settembre sembra essere il secondo obiettivo dei grillini).

La partita sarà lunga e faticosa: dibattiti notturni, sedute domenicali, discussioni-fiume e vacanze in forse. Perché loro sono decisi a tutto, ma il governo non ha alcuna intenzione di farsi paralizzare dal filibustering dei nuovi arrivati, e dunque prepariamoci a una guerriglia parlamentare fatta di scaramucce, colpi bassi e mosse a sorpresa, con una seduta-fiume decisa a tarda sera che si concluderà solo quando il decreto sarà stato approvato.

L'assedio è cominciato alle cinque della sera, quando ha cominciato a parlare la prima grillina della lista: Mara Mucci. Formalmente per illustrare il suo ordine del giorno, che invoca "la realizzazione di reti infrastrutturali per la ricarica di veicoli alimentati ad energia elettrica". In realtà per allontanare il momento in cui il "decreto sul fare" (su cui il governo aveva incassato all'ora di pranzo la fiducia) potrà essere votato da Montecitorio. Con il suo intervento, la deputata Mucci ha guadagnato esattamente cinque minuti.

Ma siccome sono stati presentati 250 ordini del giorno, e tutti i 105 grillini hanno chiesto di parlare per i cinque minuti regolamentari, il momento della votazione finale si è allontanato di 525 minuti, ovvero di otto ore e tre quarti. Che non è un tempo lunghissimo, ma equivale alla durata media di due sedute parlamentari.

Ecco perché i capigruppo della maggioranza, come prima mossa, hanno deciso ieri pomeriggio una seduta notturna, e così nell'aula sono risuonati solo i discorsi dei grillini - diligenti orazioni senza pathos e senza emozioni - per convincere deputati che non c'erano a votare ordini del giorno che non passeranno mai: sul tele-raffreddamento, sui bioliquidi sostenibili, sui compensi ai giudici ausiliari, sulla posta elettronica certificata... Ed era solo la prima puntata.

Perché subito dopo è scattata la contromossa della maggioranza, e la prima commissione è stata convocata per discutere le modifiche alla Costituzione a un orario davvero inusuale: mezzanotte e mezza. "Ci andremo tutti" hanno minacciato i grillini. E allora il governo ha chiesto, e ottenuto, la seduta- fiume: dibattito a oltranza, senza soste.

Alla fine, quando avrà terminato l'ultimo dei 143 deputati iscritti a parlare, la parola passerà al governo, che solitamente si dichiara favorevole o contrario a un ordine del giorno. Stavolta però non è detto che lo faccia, perché se lo facesse ogni deputato avrebbe diritto a una replica di cinque minuti, e ovviamente i grillini non si lascerebbero sfuggire l'occasione di guadagnare altre nove ore.

In ogni caso, prima del sì definitivo al decreto, il regolamento prevede le dichiarazioni di voto finali, e allora ciascun parlamentare potrà parlare per dieci minuti. Moltiplicato per i 105 grillini, fanno 1050 minuti, ovvero diciassette ore e mezza. Ecco perché, dopo aver fatto i conti con i tempi della maratona oratoria minacciata dal M5S, la maggioranza ha tirato fuori dal cassetto l'arma della sedutafiume, giorno e notte, senza interruzione fino al momento del voto finale. La speranza è di salvare almeno il weekend: altrimenti sabato e domenica si resta tutti a Roma.

 

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