veltroni renzi quirinale

MA NON DOVEVA ANDARE IN AFRICA? - TRA I RENZIANI C’E’ NON VEDE L’ORA DI RICICLARE VELTRONI: CHI LO VEDE BENE ALLA PRESIDENZA DELLA CAMERA, CHI AL QUIRINALE DOPO MATTARELLA - TUTTI HANNO GODUTO PER LA SUA STILETTATA A D’ALEMA E BERSANI SULL’“IMMARCESCIBILE PULSIONE ALLA DIVISIONE”

Mario Ajello per “il Messaggero”

gentiloni veltroni renzi

 

Una festa rapida, sbrigativa, senza troppe cerimonie. Priva di testimonial da società civile. E in questo format c'è l'essenza di ciò che il Pd renziano vuole dimostrare compiendo 10 anni: un partito pragmatico. E soprattutto, un partito - come dice Renzi ai suoi, tornando in treno a Firenze euforico per questa festa «bellissima» - che «oggi ha aperto la sua campagna elettorale. Abbiamo già lanciato le prime proposte, come quella sul servizio civile, vedrete presto le altre...».

 

veltroni e gentiloni alla festa per i dieci anni del pd

LE CITAZIONI DI PRODI

Soprattutto, è il ritorno di Veltroni in prima fila, tra applausi e ovazioni anche quando cita per due volte e con ammirazione Prodi, che rende Renzi (che mai ha citato Prodi) assai contento. «Non dobbiamo aver paura della parola sinistra - dice l'ex sindaco di Roma - che significa libertà, giustizia, uguaglianza». Il segretario non fa che ripetere a tutti: «Walter è bravissimo, lo stimo da una vita. E quella frase, quando ha detto quella frase...». È andato in visibilio Matteo sentendo Veltroni che assicura: «La mia vita non potrà essere e non sarà altrove».

 

Walter Veltroni

Cioè parla del Pd come la sua casa e il suo destino. «È una frase stupenda», ripete ai suoi compagni di viaggio Renzi, «di quelle che ti convincono, anche per la persona che l'ha pronunciata, ad andare avanti sempre con maggiore convinzione».

 

Il ritorno di Veltroni diventa così la vera novità politica. Quella che Renzi crede gli faccia molto gioco. «In questi giorni - ha spiegato ai suoi - abbiamo piazzato due paletti importantissimi sul terreno: Fassino, che con il suo nuovo libro spiega perfettamente che partito siamo e che cosa vogliamo, e ora Veltroni con il suo discorso. A chi mi dice la sinistra siamo noi, io posso dimostrare di avere gente come Piero, come Walter. Sul fronte della sinistra mi pare che siamo coperti bene».

 

VELTRONI TOTTI NESTA

Stoccata rivolta naturalmente a Bersani, D'Alema e compagni. Gli stessi cui ha alluso Veltroni quando ha stigmatizzato la «immarcescibile pulsione alla divisione». Dunque Walter santo subito? No, anche se in platea c'è chi lo candida a tutto. Si va dal «lo vedrei bene al Quirinale» (ma per ora ci sta ottimamente Mattarella e poi, fa notare qualche renziano doc, nel caso ci sarebbe anche Gentiloni) all'«intanto sarebbe perfetto come presidente della Camera». In questo caso Veltroni dovrebbe candidarsi alle elezioni: il corteggiamento dem effettivamente è già partito, ma lui non sembra affatto averne l'intenzione.

VELTRONI

 

Comunque sono ipotesi come minimo premature. Renzi è il primo a saperlo. «Poi si vedrà», frena gli ardori dei suoi: «L'importante è che Walter sia tornato in pista». Anche se Veltroni ha detto cose (contro i «rigurgiti proporzionalistici», sulle alleanze che si devono fare prima, sul pericolo di «incontri tra opposti che rischiano di generare situazioni di stagnazione») che avrebbe potuto pronunciare Prodi se fosse stato qui.

 

LA CANZONE POPOLARE

DALEMA VELTRONI

Invece non c'è il Prof e neppure il capo della minoranza interna, Andrea Orlando, e neppure gli ulivisti (a parte La canzone popolare di Ivano Fossati che fu inno di quella stagione politica e viene di nuovo diffusa dal palco). Ma la festa (i ministri più applauditi, Minniti e Franceschini) «è stata bellissima», conferma Renzi. Nonostante la vicenda «un po' strana» di Prodi. Ossia il pasticcio del mancato invito.

 

Con il segretario in prima fila, e in mezzo ai ministri, siedono due petali del Giglio Magico: il tesoriere Bonifazi e la Boschi vestita come la bandiera tricolore. Più in là c'è il Rosato superstar a cui una signora, la compagna Dolores, grida: «Sei magnifico, sei diventato il mio mito». E ancora Renzi, guardando con soddisfazione all'artefice del Rosatellum: «Siamo una squadra ben assortita. Ci presenteremo nei collegi con una coalizione che va oltre il Pd. E l'obiettivo realizzabile è quello di arrivare al 30 o al 40%».

OCCHETTO VELTRONI

 

Ma prima di andare via, il segretario è stato bloccato da un signore di 99 anni, Mario Fiorentini, ex partigiano. Gli dice: «Caro Matteo, hai sbagliato tutto. Non si fanno leggi elettorali contro gli avversari». Renzi crede invece che il Rosatellum abbia svariati pregi. Soprattutto uno: «E' una legge che fa chiarezza. Fa vedere che da una parte ci stiamo noi del centrosinistra e dall'altra c'è il centrodestra. Lo schema di gioco è limpido. E poi? Poi si vedrà». 

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO