pessina acqua

I RENZIANI HANNO SETE ED IL GRUPPO PESSINA, PRINCIPALE AZIONISTA DELL’UNITA’, SI BEVE LE ACQUE DELLE REGIONI ROSSE: DOPO L’UMBRA SANGEMINI, FA I GARGARISMI CON LA SANTA CROCE (ABRUZZESE) – PER ASSEGNARLA, IL GOVERNATORE HA REVOCATO UNA PRECEDENTE CONCESSIONE

 

Maurizio Belpietro per La Verità

 

MASSIMO PESSINAMASSIMO PESSINA

Non contenti di aver messo le mani ovunque, sulle grandi aziende pubbliche come su incarichi di rilievo all' interno degli apparati dello Stato, ora che Matteo Renzi non è più a Palazzo Chigi i renziani dilagano anche in ambiti finora ritenuti esenti dall' influenza del Giglio magico. Abbiamo raccontato nei giorni scorsi gli interessi che gli uomini dell' ex presidente del Consiglio nutrono nei confronti dell' Aifa, ossia dell' Agenzia che fissa i prezzi dei farmaci, dove vorrebbero imporre un loro uomo alla presidenza, respingendo il più titolato direttore dell' istituto di ricerca Mario Negri. Oggi però ci occupiamo della conquista delle fonti di acqua minerale a opera di un gruppo super renziano, tanto renziano da essere divenuto il principale azionista della rediviva Unità.

 

UNITA BERLINGUERUNITA BERLINGUER

La notizia è dei giorni scorsi e ad anticiparla è stata proprio la storica testata fondata da Antonio Gramsci. Mercoledì scorso, a pagina 9, il quotidiano diretto da Sergio Staino infatti dava conto dell' acquisizione da parte del Gruppo Norda delle fonti d' Abruzzo dell' acqua Santa Croce. Ovviamente da nessuna parte è precisato che il Gruppo Norda ha a che fare con L' Unità tramite i suoi soci, ma questo è un dettaglio di poco conto. Di concreto c' è invece che l' azienda presieduta da Massimo Pessina ha ottenuto dalla Regione guidata da Luciano D' Alfonso, governatore pd, la concessione per l' utilizzo della sorgente Sponga di Canistro, in provincia dell' Aquila.

maurizio belpietro maurizio belpietro

 

Fino a qualche tempo fa a spillare l' acqua che sgorga dalla fonte della Valle Roveto era un certo ingegnere Camillo Colella, proprietario del marchio Santa Croce e dello stabilimento di imbottigliamento di Canistro. Tuttavia, a seguito di un contenzioso, la Regione presieduta da D' Alfonso - governatore recentemente indagato per corruzione, turbativa d' asta e abuso d' ufficio - ha deciso di revocare la concessione, predisponendo un bando di gara per l' assegnazione ad altro gruppo del diritto di mettere in bottiglia la celebre acqua.

SORGENTE CANISTROSORGENTE CANISTRO

 

L' asta, indetta alla fine del 2016, è oggetto di contestazioni da parte del precedente assegnatario e ancora pende un giudizio al Consiglio di Stato. Nonostante ciò, aperte le buste dei partecipanti, la Regione ha deciso di dichiarare vincitore il Gruppo Norda. Che così, pur non disponendo di uno stabilimento in loco e neppure di un marchio per la sorgente di Canistro, può ora vantarsi di avere ben 26 fonti.

 

Eh già, perché negli ultimi due anni Norda, nel frattempo trasformatasi in Acque minerali d' Italia Spa, controllata al 60 per cento da una fiduciaria, ha fatto incetta di marchi e bottiglie. Prima ha preso in affitto dal Tribunale di Terni l' acqua Sangemini, rimettendo in circolo un marchio molto noto che però era finito nei guai a causa di debiti e perdite, poi ha acquisito alcune fonti in Basilicata, aggiungendo nuove etichette a quelle storicamente possedute dalla famiglia Pessina.

ACQUA SANTA CROCEACQUA SANTA CROCE

 

In breve, passando dall' Umbria all' Abruzzo con incursioni in un' altra regione rossa come la Basilicata, gli editori dell' Unità si sono trasformati nel quarto gruppo italiano delle acque minerali, con 130 milioni di fatturato e, come ci informa il quotidiano che fu comunista e oggi è solo renziano, ben 5 centri di eccellenza.

 

Insomma, mentre i conti dell' Unità virano verso il rosso, con 400.000 euro di perdite al mese, quelli delle acque andrebbero benone. Là dove non volano i lettori, volerebbero le aquile viene da dire usando uno storico slogan dell' acqua Norda. Tuttavia, lo stesso successo non si registra nel settore tradizionale dei proprietari di Norda e Unità, ovvero le costruzioni.

pessina COSTRUZIONIpessina COSTRUZIONI

 

Dopo un 2014 esplosivo, che ha fatto crescere gli utili prima delle tasse del 142 per cento, il gruppo ha dimezzato o quasi il fatturato, sceso da circa 99 milioni a poco più di 59, con relativo assottigliamento degli utili, passati da 13 milioni a 631.000 euro. Certo, si sa come vanno le cose nel settore delle costruzioni: si è sempre un po' in altalena, perché dipende dalle commesse e dagli appalti.

 

Ma per il futuro c' è da stare tranquilli perché gli editori dell' Unità stanno messi bene. In Liguria a metà 2015 hanno vinto un appalto per la costruzione del nuovo ospedale di La Spezia e a Modena, invece, hanno di recente ottenuto un incarico per i lavori di restauro e miglioramento sismico di una scuola.

SORGENTE SANTA CROCE NORDASORGENTE SANTA CROCE NORDA

 

Ci immaginiamo dunque che nel 2017 anche nel ramo mattoni e affini le cose filino lisce come l' acqua e non come le copie. Con grande soddisfazione di Matteo Renzi che ai successi delle aziende italiane tiene molto.

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....