LA STRATEGIA DELLA PENSIONE - I TEDESCHI INVIDIANO QUEI MORTI DI FAME DEI GRECI (MA PENSIONABILI A 61 ANNI) E NON VOGLIONO IL ”LUSSO” DI LAVORARE FINO A 70

Tonia Mastrobuoni per La Stampa

«Perché dobbiamo pagare le pensioni di lusso ai greci?»: così titolava nel 2010 il principale tabloid tedesco, la Bild , quando esplose la drammatica crisi ellenica che spinse l'eurozona sull'orlo del collasso. La patria di Aristotele, al solito, veniva dipinta come un Paese di arraffoni che si ritiravano dall'età lavorativa prematuramente, facendosi pagare assegni pensionistici da nababbi.

Uno degli innumerevoli articoli con i quali i media tedeschi hanno consapevolmente creato e alimentato il complesso del pagatore che ormai affligge la prima economia europea. Salvo poi dimenticarsi di citare in questi articoli allarmistici sulla presunta Grecia parassitaria, che la pensione media ellenica si aggira attorno ai 600 euro al mese. E che la media dell'età pensionabile è attorno ai 61 anni - esattamente come in Germania.

Certo, che ci fossero abusi, è noto a tutti: famosa la pensione di reversibilità che prima della crisi poteva essere incassata anche da figlie celibi di soldati e poliziotti. O il fatto che ogni tanto emergessero centinaia di finti ciechi, anche su una sola isola, quasi fosse un'epidemia (Zante, tanto per dirne una). Ma le critiche feroci dei tedeschi erano rivolte soprattutto al sistema. E una delle prime cose che è stata imposta dalla trojka ad Atene, è stato proprio un deciso innalzamento dell'età pensionabile per rendere più sostenibile l'esoso sistema sociale ellenico.

Ebbene: ora viene fuori che i tedeschi, che comprano la Bild tre milioni e mezzo di volte al giorno, sotto sotto vorrebbero essere come loro, come gli scandalosi greci. Secondo un sondaggio pubblicato su Welt am Sonntag , neanche uno su quattordici guarda con favore alla legge che li obbligherà ad andare in pensione a 67 anni. Nove su dieci vorrebbero ritirarsi dal lavoro prima dei 65 anni, molti addirittura a 55 anni. Altro che Grecia.

E a poco servono le lamentele della Camera di commercio, che sta tentando di convincere il Governo addirittura della necessità di elevare l'età pensionabile a 70 anni: metà dei tedeschi intervistati dai sondaggisti vorrebbe ricevere il primo assegno a 60 anni.

Un sondaggio che non è rimasto inosservato, nella redazione di uno dei quotidiani più conservatori, il Handelsblatt , che di solito riempie pagine intere di articoli contro la politica monetaria di Mario Draghi ed è, di fatto, il giornale economico più in sintonia con la linea dei falchi rigoristi della Bundesbank. In quest'ultimo periodo ha rintronato i lettori con miriadi di pezzi su come i tassi ai minimi storici si stiano mangiano i risparmi dei tedeschi.

Ieri, mettendo da parte i suoi rigurgiti rigoristi, ha pubblicato invece un articolo lunghissimo dispensando consigli ai tedeschi che vogliano andare in pensione a 60 anni.

Le rivelazioni sulla voglia dei tedeschi di godersi la pensione prima del previsto, arriva negli stessi giorni in cui il settimanale Spiegel racconta di un'altra peculiarità del Paese di Angela Merkel che potrebbe aver procurato qualche mal di pancia nell'area mediterranea.

Negli anni più neri della crisi, dal 2010 ad oggi, la Germania ha risparmiato 40,9 miliardi di euro di interessi sui suoi titoli di Stato. La fuga degli investitori dai Paesi più martoriati dall'ondata di sfiducia che ha colpito l'euro Spagna, Portogallo, Italia, Grecia - ha schiacciato i rendimenti sui Bund e sui bond tedeschi, talmente richiesti che per lunghi periodi il Tesoro tedesco si è potuto permettere anche di emettere titoli con rendimenti negativi. Ma sui "dividendi da crisi", è molto difficile che si scateni un dibattito pubblico, nel Paese della Kanzlerin di ferro. Almeno, fino alle elezioni di settembre che dovrebbero riconfermarla.

 

 

ANGELA MERKEL FA LEZIONE AI RAGAZZI DI UN LICEOMANIFESTO ELETTORALE DELLA SPD CONTRO ANGELA MERKEL angela merkelproteste atene contro la merkel proteste atene contro la merkel proteste atene contro la merkel Un manifesto con la scritta da Hitler a Merkel mostrato da un manifestante ad Atene MARIO DRAGHI FIRMA LA NUOVA BANCONOTA DA 5 EUROLOGO DER SPIEGEL

Ultimi Dagoreport

raoul bova beatrice arnera

DAGOREPORT: RAOUL, UN TRIVELLONE ''SPACCANTE''! - DAGOSPIA PIZZICA IL 54ENNE BOVA ATTOVAGLIATO ALL'ORA DI PRANZO AL RISTORANTE “QUINTO”, A ROMA, IN COMPAGNIA DELLA FASCINOSA TRENTENNE BEATRICE ARNERA, CON CUI RECITA NELLA FICTION “BUONGIORNO, MAMMA”, ATTUALMENTE IN ONDA SU CANALE5 – GLI AVVENTORI DEL RISTORANTE NON HANNO POTUTO FARE A MENO DI NOTARE L'AFFETTUOSA INTIMITÀ TRA I DUE ATTORI: BACI GALEOTTI, ABBRACCI E CAREZZE FURTIVE FINO A UN INASPETTATO E IMPROVVISO PIANTO DI BOVA – DOPO LO SCANDALO DEGLI AUDIO PICCANTI INVIATI A MARTINA CERETTI, DIFFUSI DA FABRIZIO CORONA, CHE HANNO TENUTO BANCO TUTTA L’ESTATE, ORA QUEL MANZO DI BOVA SI RIMETTE AL CENTRO DELLA STALLA…

beatrice venezi

DAGOREPORT: VENEZI, IL "MOSTRO" DELLA LAGUNA – COME USCIRANNO IL MINISTRO "GIULI-VO" E IL SOVRINTENDENTE COLABIANCHI DAL VICOLO CIECO IN CUI SONO FINITI CON L’INSOSTENIBILE NOMINA DELLA “BACCHETTA NERA”? – IL “DO DI STOMACO” DEGLI ORCHESTRALI DEL TEATRO LA FENICE HA RICEVUTO LA SOLIDARIETÀ DEI PIÙ IMPORTANTI TEATRI LIRICI, DA LA SCALA DI MILANO AL SAN CARLO DI NAPOLI: CHE FARE? – CHISSÀ SE BASTERÀ LA MOSSA ALL’ITALIANA DI “COMPRARSI” LE ROTTURE DI COJONI COL VIL DENARO, AUMENTANDO LO STIPENDIO DEGLI ORCHESTRALI? – L’ARMATA BRANCA-MELONI DEVE FARE I CONTI NON SOLO CON IL FRONTE COMPATTO DEL MONDO SINDACALE LIRICO, MA ANCHE CON I 48MILA VENEZIANI RIMASTI A SOPRAVVIVERE NELLA CITTÀ PIÙ FATALE DEL MONDO. ABITUATI AD ALTI LIVELLI DI DIREZIONE D’ORCHESTRA, DA ABBADO A CHUNG, I LAGUNARI SONO SCESI SUL PIEDE DI GUERRA CONTRO LO SBARCO DELL’”ABUSIVA” VENEZI (I LAVORATORI DELLA FENICE HANNO ORGANIZZATO UN VOLANTINAGGIO CONTRO LA BIONDA VIOLINISTA)E GIULI E COLABIANCHI FAREBBERO BENE A RICORDARSI CHE I “VENESIAN” SONO POCHI MA IRRIDUCIBILI: I PRINCIPI NON SI COMPRANO. COME SI È VISTO NELLA LORO VITTORIOSA GUERRA CONTRO IL PASSAGGIO DELLE GRANDI NAVI DA CROCIERA NEL CUORE DELLA CITTÀ…- VIDEO

roberto cerreto

DAGOREPORT – MA GUARDA CHE COINCIDENZA! ROBERTO CERRETO, IL CONSIGLIERE PARLAMENTARE FINITO SOTTO INCHIESTA DISCIPLINARE (ANCORA IN CORSO) CON L’ACCUSA DI ESSERE L’AUTORE DI ANONIME E CALUNNIOSE LETTERE PER BRUCIARE ALTRI PRETENDENTI AL RUOLO DI VICESEGRETARI DELLA CAMERA, DAL 2022 RICOPRE ANCHE IL RUOLO DI CONSIGLIERE DEL CDA DELL’UNIVERSITÀ CATTOLICA – BENE: COME MAI IL VISPO CERRETO NON HA MAI MANIFESTATO, O QUANTO MENO INFORMATO, IL RETTORE DELL’ISTITUTO DEL VATICANO, ELENA BECCALLI, DI ESSERE PORTATORE DI INTERESSE SU UNA VICENDA GIUDIZIARIA CHE RIGUARDAVA LA SUA COMPAGNA, CHE HA CREATO QUALCHE IMBARAZZO ALL’UNIVERSITA’ CATTOLICA? AH, SAPERLO…

corte dei conti sergio mattarella giorgia meloni nicola gratteri matteo salvini elly schlein giuseppe conte guido carlino

DAGOREPORT - CHI SONO I VERI OPPOSITORI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI? L'AMMUCCHIATA SCHLEIN-CONTE? I MISSILI DI RENZI, "BAGNATI" PER LE SPACCONATE DEL PASSATO? QUEL SINDACATO DI PENSIONATI DI LANDINI? L’”ODIO E VIOLENZA” DI IMMAGINARI SINISTRELLI? I QUOTIDIANI DE SINISTRA? LA7? - CERTO, UN FATTO CHE DESTABILIZZA LA STATISTA DI COLLE OPPIO È LA VANNACCIZZAZIONE DI MATTEO SALVINI. MA IL VERO OPPOSITORE ALL'AUTORITARISMO DEL GOVERNO MELONI È IL COSIDDETTO DEEP STATE (QUIRINALE, MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, RAGIONERIA GENERALE, MILITARI, ETC) – LO SCONTRO CON GLI APPARATI ADDETTI AL CONTROLLO E ALLA VIGILANZA DEGLI ATTI DELL'ESECUTIVO VA AVANTI DA TRE ANNI: DAI RILIEVI CONTABILI DELLA CORTE DEI CONTI SULLE SPESE DEL PNRR AL PONTE SULLO STRETTO, ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO CHE E' RIUSCITA A COMPATTARE TUTTE LE CORRENTI DELLA MAGISTRATURA - PURTROPPO LA DUCETTA E' NATA ALLA GARBATELLA E NON IN AMERICA, DOVE LA DEMOCRAZIA PERMETTE DI ELEGGERE UN TIRANNO CHE FA FUORI TUTTI COLORO CHE OSANO CONTRADDIRLO...

rafael - palantir

DAGOREPORT - L’ENNESIMA PROVA CHE LA TECNOLOGIA SIA OGGI UN‘ARMA ASSOLUTA SI CHIAMA ‘’RAFAEL ADVANCED DEFENSE’’ - E’ UNA DELLE TRE MAGGIORI AZIENDE ISRAELIANE NEL SETTORE DELLA DIFESA, CHE HA CONTRIBUITO AL SISTEMA DI DIFESA AEREA IRON DOME - GRAZIE AL SUCCESSO DELL’ULTIMA ARMA LASER, IRON BEAM 450, CAPACE DI INTERCETTARE E ABBATTERE DRONI, RAFAEL HA CONQUISTATO I MERCATI DEGLI STATI UNITI, EUROPA, ASIA, MEDIO ORIENTE, AMERICA LATINA E AFRICA - OTTIMI SONO I RAPPORTI CON LA PALANTIR DI PETER THIEL, “ANIMA NERA” DI TRUMP E DELLA TECNO-DESTRA USA, GRAZIE A UN SISTEMA DI INTERCETTAZIONI RAFAEL CHE FA A MENO DI INOCULARE SPYWARE NEL TELEFONINO, SOSTITUENDOLO CON UN LASER - IN CAMBIO DELLA TECNOLOGIA RAFAEL, THIEL AVREBBE PRESO A CUORE IL TRACOLLO ECONOMICO ISRAELIANO, PER GLI ALTISSIMI COSTI DELLA GUERRA A GAZA, RACCOGLIENDO MILIONI DI DOLLARI NEGLI STATI UNITI PER FINANZIARE IL GOVERNO DI NETANYAHU - CHE COMBINA LA RAFAEL NEL PORTO DI RAVENNA - DRONI RAFAEL: COME LA STRAGE DI GAZA DIVENTA UNO SPOT PROMOZIONALE VIDEO