1. IERI BARROSO E VAN ROMPUY NON CE L’AVEVANO CON IL FURBO RENZI: RIDEVANO DI NOI 2. MA DOV’ERAVAMO TUTTI NELL’APRILE 2012, QUANDO SOTTO IL GOVERNO DELLE LARGHE INTESE DEL RIGOR MONTIS FU INTRODOTTO IL PRINCIPIO DEL PAREGGIO DI BILANCIO IN COSTITUZIONE? LEGGE CHE PARLAMENTARI BERLUSCONIANI E BERSANIANI VOTARONO ALLEGRAMENTE CON UNA MAGGIORANZA DI OLTRE I DUE TERZI DEL PARLAMENTO, IN MODO DA EVITARE LO SCOGLIO INSORMONTABILE DI UN REFERENDUM POPOLARE. “FU COSÌ COSTITUZIONALIZZATA LA LIMITAZIONE DELLA SOVRANITÀ NAZIONALE SIA PER IL PRESENTE CHE PER IL FUTURO” (RINO FORMICA). LA GABBIA CE LA SIAMO COSTRUITI DA SOLI

a cura di colinward@autistici.org (Special Guest: Pippo il Patriota)


1 - FUGA PER LA CICORIA
L'uomo che promise un taglio delle tasse da "10 miliardi di euro a 10 milioni di italiani" non è uno che da' i numeri. Non li dà, semplicemente perché non ci sono e finora si è ben guardato dal metterli per iscritto. Il braccio di ferro con Bruxelles sulla "liberazione" di 6 miliardi di euro di deficit aggiuntivo (i famosi quattro decimali che ci porterebbero al 3% nel rapporto deficit-pil) è lontano dall'essere vinto perché le stime sul bilancio 2014 non sono ancora state certificate da quell'Ufficio parlamentare di bilancio imposto dall'Ue e che manco è ancora operativo.

E poi, come spiega bene Guido Gentili sul Sole 24 Ore, "bisogna far approvare una legge che autorizzi questo passo e chiedere l'ok europeo" (p. 3). Non è un caso che si tenti la strada alternativa di far escludere i fondi strutturali dal conteggio dei vincoli del patto di stabilità e che, ogni giorno che passa, le cifre della famosa spending review siano smaccatamente sempre più a fisarmonica.

Non è difficile immaginare che cosa sarebbe successo se il duo Berlusconi-Tremonti si fosse mosso in questa maniera con l'Europa. Altro che editorialesse sulla "finanza creativa". Avremmo letto decine di commenti, da Repubblica in giù, su "venditori di sogni" che "vogliono sfasciare i conti pubblici" e distruggere con i loro azzardi elettorali quel po' di credibilità conquistata con Prodi, Ciampi e Amato.

La verità è che il Rottam'attore va di fretta perché è in campagna elettorale permanente. E quella spettacolare televendita di due mercoledì fa avrebbe dovuto essere organizzata più avanti, con i numeri messi neri su bianco e il via libera di Bruxelles in mano. Invece è bastata una semplice "informativa" del premier approvata dal Consiglio dei ministri, spacciata per un "atto", anzi per un "fatto", per raccontare la lieta novella che Renzie abbassa le tasse.

Poi uno si chiede perché ieri Barroso e Van Rompuy ridacchiavano. Non ce l'avevano con il furbo Matteuccio: ridevano di noi.

2 - L'ITALIETTA CHE CI MERITIAMO
Trattandosi di Renzie, e non del pernicioso Banana, Repubblica sfodera un titolo eroico per la prima pagina: "Renzi, braccio di ferro con l'Europa. Scontro con Barroso: rispettate i vincoli. I rischi della procedura d'infrazione". Dentro, si ricorda onestamente che "è un dialogo tra sordi, ma gli impegni restano e non c'è solo il tetto del 3%. No della Ue alle richieste sugli investimenti. L'Italia ha assicurato il pareggio strutturale e il taglio del debito" (p. 3).

Toni eroici anche sulla Stampa di Mariopio Calabresi: "Renzi-Ue, sfida sul bilancio" (p. 1). Prudente invece il Corriere: "Renzi a Bruxelles, tensione sull'austerity" (p. 5). Che poi ammette: "Il giorno più difficile del premier. Quei sorrisi di Barroso e Van Rompuy" (p 6). Gode naturalmente il Giornale ("Ridono anche di Renzi", p. 1), mentre il Messaggero s'indigna in prima pagina con un commento di Mario Ajello: "Euro-sorrisi inaccettabili, quel rispetto che esigiamo".

3 - NON SONO STATO, IO
Ok, esigiamo rispetto. Ma dov'eravamo tutti nell'aprile 2012, quando sotto il governo delle larghe intese del Rigor Montis fu introdotto il principio del pareggio di bilancio in Costituzione? Rino Formica oggi scrive al Foglio di Giuliano Ferrrara (p. 4) e riporta fedelmente il testo di quella legge che parlamentari berlusconiani e bersaniani votarono allegramente con una maggioranza di oltre i due terzi del Parlamento, in modo da evitare lo scoglio insormontabile di un referendum popolare. "Fu così costituzionalizzata la limitazione della sovranità nazionale sia per il presente che per il futuro", scrive l'ex ministro delle Finanze socialista. La gabbia ce la siamo costruiti da soli.

4 - NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Non ci sono coperture certe per il taglio delle tasse "di sinistra", in compenso si cominciano a vedere bene i contorni di una riforma del lavoro "di destra". Due interventi di peso ben diverso, oltre a tutto.

"Contratti a termine flessibili, ecco il decreto sul Jobs Act, Più soldi alla ‘solidarietà'. Otto proroghe in tre anni senza giustificazioni. Non ci saranno più pause tra un contratto e l'altro", scrive Repubblica (p. 7). Ma basta leggere l'ottimo specchietto con le variazioni su contratti a termine e apprendistato per vedere che sono tutte modifiche peggiorative.
E se ci fossero ancora dei dubbi, ecco che scrive in prima pagina sul Corriere Lorenzo Salvia: "Il primo provvedimento di peso del governo Renzi a entrare in vigore è quello che rende più flessibili i contratti a termine". Tradotto in formule semplici: si comincia dalla precarizzazione del precariato. Amen.

5 - ROTTAM'ATTORE AI RAGGI "X"
Il sogno di molti, poter ricattare anche Renzie (che piaccia o meno è l'unica novità degli ultimi tempi) comincia a prendere forma su vari fronti. "Il leader pd e la casa di Carrai: ero suo ospite di tanto in tanto. L'avvocato dell'amico: la residenza di Renzi lì? Normale" (Corriere, p. 13). Il Giornale invece attacca: "L'alloggio gratis per Matteo: l'amico-sponsor presto dai pm. La procura di Firenze apre un fascicolo sull'affitto pagato da Carrai all'ex sindaco. Anche la Finanza indaga sull'operazione. Renzi si difende: ospite in poche occasioni" (p. 8).

6 - MA FACCE RIDE!
Silenzio, parla Francesca Campana Comparini, futura sposa del super-renziano Carrai e curatrice di una mostra su Pollock e Michelangelo che aprirà fra poco a Firenze. A Repubblica (p. 12), si racconta così: "Da ben prima di conoscere Marco Carrai sono una professionista, filosofa, giornalista, scrittrice. Organizzo dal 2010 gli incontri dello Studio teologico per laici di Santa Croce, con grandi intellettuali italiani, in aprile uscirà un mio libro sulla storia del pensiero occidentale tra ragione e follia della croce con prefazione di Giacomo Marramao, per maggio ho in agenda un Festival delle religioni. E ho 26 anni".
A questo punto non si capiscono solo due cose: perché non si sia definita anche "teologa" e perché al governo ci siano la Madia e la Boschi e non una così.

7 - NANO DECADENCE E FIDANZATE CHE ASPETTANO (CIANCIANDO)
In attesa della decisione del 10 aprile sull'affidamento in prova ai servizi sociali, l'ex Cavaliere sfoglia nervosamente l'album di famiglia a caccia di qualcuno che gli somigli davvero. Per il Corriere, "Un Berlusconi a Strasburgo? Il rifiuto di Pier Silvio. L'ipotesi in campo è Barbara. Alle Europee Brunetta non sarà candidato, nuovi dubbi su Fitto. Il disagio di Verdini" (p. 10).

Lo stato più comico che comatoso di Farsa Italia è ben rappresentato da Francesca Pascale che si fa intervistare da Conchita Sannino di Repubblica (p. 10) : "Senza Silvio il partito vacilla. Marina faccia il gran sacrificio". Parole pesanti per Alfano, "allevato da Berlusconi come un figlio", per poi "tradire nel momento più difficile". E gran finale sul matrimonio che non arriva: "A Napoli mi hanno regalato anche le scarpe da sposa, incredibile...Però: il matrimonio da sogno, vero, è in chiesa e io non posso più averlo. A questo punto, diciamo che se lui ci dovesse cascare per la terza volta, quel giorno mi farò trovare libera". Nell'attesa, si diverte a concedere interviste ai suoi nemici e a lanciare messaggi.

8 - EXPO 2015: SEMPRE MARCI ALLA META
Inizia ad alzarsi il velo sulla spartizione della torta miliardaria dell'Expo, una delle ragioni sociali della permanenza di Ncd e dell'ingresso delle cooperative nel governo. Il Corriere di fon Flebuccio de Bortoli giustamente ci apre il giornale: "Arrestato il regista degli appalti lombardi. Ombre su Expo 2015. Otto fermati. E' l'inchiesta di cui parlò Robledo". "La holding Infrastrutture Lombarde, una macchina da 11 miliardi di lavori. Era il cuore del potere di Formigoni". "Gli indagati al telefono dicevano: ‘Sono tutte turbative, tutti abusi" (pp. 2-3). Il Giornale se la cava con un taglio a pagina 15: strano, sembrava una buona occasione per attaccare il "traditore" Formigoni.

Forse per qualche mese ci risparmiamo le pippe contro le intercettazioni telefoniche.O forse no. Rimarranno giusto per le inchieste sulla prostituzione.

9 - SOTTO-MARINO E CALTARICCONE IN GUERRA PER L'ACEA
Scontro ormai senza esclusione di colpi tra il chirurgo del Campidoglio e il finanziere-editore. Dopo aver preso botte da orbi su tutto dal Messaggero, Sotto-Marino è passato al contrattacco su Acea, dove Caltariccone conta ben più del suo 16%. Repubblica racconta: "Ultimatum di Marino all'Acea: ‘Subito assemblea su taglio cda'. Cremonesi convoca il board per lunedì, ma al sindaco non basta". In realtà vuole anche la testa dell'ad Gallo, che considera troppo vicino al costruttore (p. 32).

Il Messaggero risponde con tono notarile: "I sindaci Acea al Comune: cda il 24, regole rispettate". E poi si aiuta con gli immancabili analisti "indipendenti": "Il report di Intermonte: l'ad Gallo essenziale per la riuscita del piano" (p. 18).

10 - UN VIETNAM CHIAMATO SOLFERINO
"Salta la cessione delle radio di Rcs", racconta il Sole 24 Ore (p. 31). Secondo indiscrezioni raccolte dal quotidiano della Confindustria sarebbero terminate con un nulla di fatto le trattativa tra il fondo Clessidra e il gruppo guidato da Scott(ex) Jovane. Si dimostra sempre più felice la scelta di investimento, già assai deprezzato, fatta da Kaki Elkann nell'azienda che tanta gioia regalò a Nonno Gianni.

 

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