1- “IL GIORNALE” LO FULMINA DI NUOVO: “UNO CHE SALE SU UN TRALICCIO NON È UN EROE, È UNO CHE METTE IN PRATICA COSE CRETINE ED ILLEGALI. SE L'È CERCATA E L'HA TROVATA. ABBÀ NON È L'UNICO RESPONSABILE DELLA SUA AUTODISTRUZIONE. C'È IL LUNGO ELENCO DI CATTIVI MAESTRI CHE SOFFIA SUL FUOCO DELLA PROTESTA, INTELLETTUALI, EX COMICI, POLITICI CON E SENZA ORECCHINO CHE GIOCANO CON LE PAROLE SENZA NULLA RISCHIARE” 2- IL “CORRIERE DELLA SERA” SCARICA LA CORRENTE SUI PARTITI: “LUCA ABBÀ RISCHIA DI MORIRE PER UNA CAUSA PERSA. GIUSTA O SBAGLIATA CHE SIA, LA LINEA AD ALTA VELOCITÀ TORINO-LIONE È ORMAI IRREVERSIBILE. MA LA POLITICA CHE HA MANEGGIATO LA TAV SI È BEN GUARDATA DAL DIRE CHE INDIETRO NON SI TORNA, NON È POSSIBILE FARLO”

1 - SOLO UN CRETINETTI
Alessandro Sallusti per "il Giornale"

I no Tav hanno un nuovo eroe, Lucca Abbà. Adesso si trova in coma, dopo essere caduto da un traliccio dell'alta tensione in val Susa. Si era arrampicato per protesta ed è rimasto folgorato. Morale: fratture e ustioni in tutto il corpo più un coro di solidarietà dei novelli rivoluzionari al quale onestamente non ci sentiamo di aderire. Uno che sale su un traliccio non è un eroe, è uno che mette in pratica cose cretine ed illegali. Se l'è cercata e l'ha trovata, nel caso c'è pure l'aggravante dell'età, 37 anni, che rende il tutto oltre che tragico pure patetico.

Abbà è vittima di se stesso ma non l'unico responsabile della sua autodistruzione. C'è il lungo elenco di cattivi maestri che soffia sul fuoco della protesta, intellettuali, ex comici, politici con e senza orecchino che giocano con le parole e, senza nulla rischiare, ora pure con la vita degli altri. E poi ci sono i suoi compagni scellerati, che non gli hanno impedito di salire e che ora da vigliacchi accusano la polizia di avercelo issato.

Già, perché come noto, i poliziotti di solito obbligano i manifestanti a scalare i tralicci e a mettere poi le mani sui fili dell'alta tensione. Ma non contenti di aver prodotto un piccolo Feltrinelli (l'editore filo terrorista che voleva mettere una bomba su un traliccio ma che saltò in aria con esso), il popolo dei no Tav, infiltrato da no global e forse terroristi (lo sostiene una relazione del ministero degli Interni) sta cercando di esportare la rivolta fuori dalla val di Susa.

Da Bologna a Roma, via Milano, ieri è stato tutto un bloccare stazioni, autostrade, lanciare fumogeni e petardoni. Spaventare, intimidire, questa è la loro tattica. Cercano l'incidente, e se non arriva per la capacità e la pazienza dei nostri poliziotti sono pure disposti ad autoprodurlo pur di innescare la scintilla della rivolta. Pochi giorni fa i nostri eroi della val di Susa hanno preso a sassate l'ambulanza arrivata per soccorrere un poliziotto ferito.

Ieri, gli stessi, hanno invocato soccorsi rapidi per il loro amico sofferente a terra. Ma di che razza di uomini stiamo parlando? Possibile che un consistente schieramento della sinistra dia loro ancora copertura e comprensione? Auguriamo a Luca Abbà di riprendersi, ma sul resto non bisogna mollare di un centimetro.

2 - LE PAROLE MANCATE
Marco Imarisio per il "Corriere della Sera"

Alla fine è successo quel che tutti hanno visto arrivare senza riuscire a impedirlo, o almeno provarci. Ma oltre al dispiacere e all'apprensione per la sorte di un uomo, la vicenda del militante No Tav gravemente ferito suscita anche amarezza. Luca Abbà, il militante caduto ieri da un traliccio dell'alta tensione, rischia di morire per una causa persa.

Giusta o sbagliata che sia, la linea ad alta velocità Torino-Lione è ormai irreversibile. Accordi tra Stati, due trattati internazionali, l'ultimo dei quali ribadito dal governo Monti, senza tenere conto del fatto che dall'altra parte, in Francia hanno già cominciato a scavare. Ma la politica che a vario titolo ha maneggiato la questione Tav si è ben guardata dal dire che indietro non si torna, non è possibile farlo.

L'invocazione continua al dialogo con i contestatori dell'opera non può prescindere dalla sincerità. Dialogare significa dirsi le cose come stanno, senza continuare a giocare con l'equivoco, parlando d'altro, e offrendo così una sponda alle speranze di una parte della comunità. È legittimo invocare altri modelli di sviluppo sostenibile, questione di stretta attualità, teorizzare sull'eventuale inutilità dell'opera, mettere in guardia sul rischio di infiltrazioni mafiose negli appalti. Ci sono molti liberi opinionisti che assolvono a questo compito.

La politica doveva fare anche altro, senza sottomettere il dovere della sincerità agli interessi di bottega, agli equilibri da preservare o ai bacini elettorali da dragare.
Doveva coltivare il realismo, far capire l'inutilità di questo continuo innalzamento della tensione, evitare di chiudere un occhio davanti alla gravità di certi episodi, solo perché contrari alla propria rappresentazione della realtà.

Invece ha lasciato il campo al confronto muscolare tra militanti e forze dell'ordine, con risultati che sono sotto agli occhi di tutti. La Val di Susa è così diventata una specie di pentola a pressione sociale, per altro senza mai essere stata una riserva di consenso da accarezzare pensando di portare a casa un proprio tornaconto. Luca Abbà incarna il risultato di questa opera di finto dialogo basata su un presupposto falso, che negava o celava l'ineluttabilità della Tav.

Negli anni, da contestatore di un tunnel ferroviario è diventato un militante anti-sistema, sempre più radicale, sempre più lontano anche da quella politica che lo blandiva con incoraggiamenti e pacche sulle spalle. Per questo il dramma che sta vivendo lascia un profondo senso di amarezza. Perché la sua generosità rischia di rivelarsi inutile. Anche se nessuno ha mai avuto il coraggio, o l'onestà, di andarglielo a dire.

 

LUCA ABBA DEI NO TAVLUCA ABBA' MENTRE SI ARRAMPICA SUL TRALICCIO DA CUI E' PRECIPITATONO TAVPROTESTE VAL DI SUSATAV CANTIERE DI CHIOMONTECANTIERE TORINO LIONE TAV VAL DI SUSABEPPE GRILLO - Copyright PizziSALLUSTI Senza titolo SCONTRI NO TAV IN VAL SUSA VENDOLASCONTRI NO TAV IN VAL SUSA BEPPE GRILLO CON I LIMONI IN VAL DI SUSA PER CALMARE GLI EFFETTI DEI LACRIMOGENISCONTRI NO TAV IN VAL SUSA SCONTRI NO TAV IN VAL SUSA PROTESTE NO TAV IN VAL SUSA GRILLO PARLA IN VAL SUSA susa big susa big

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO