“DEAR PRESIDENT RENZI” - INDEBOLITO DALLO SCANDALO “LUXLEAKS”, JUNCKER TENDE LA MANO A PITTIBIMBO CON UNA LETTERA DISTENSIVA E PIENA DI PROMESSE - MA L’EUROPA FATICA A TROVARE 6 MILIARDI PER COPRIRE IL BUCO 2014

Marco Conti per “il Messaggero

 

MATTEO RENZI A BALLAROMATTEO RENZI A BALLARO

L'«adesso lavoriamo insieme», chiesto per lettera da Jean Claude Juncker a Matteo Renzi, ha prodotto come primo effetto l'incontro tra i due avvenuto nella prima mattina di ieri a Brisbane a margine del G20 australiano. Sul piatto i trecento miliardi di investimenti che il presidente della Commissione ha promesso all'inizio del mandato.

 

Nella lettera, pubblicata ieri su queste colonne, Juncker chiede al presidente di turno dell'Unione di collaborare per definire non solo le opere sulle quali investire e che ogni paese ha indicato, quanto i criteri di ripartizione e, soprattutto, le modalità di finanziamento.

 

A Jyrki Katainen, vicepresidente della Commissione, il compito di coordinare e raccogliere i progetti d'investimento, ma toccherà al consiglio europeo di metà dicembre fissare priorità e il mix tra quote di partecipazione pubbliche (Ue e stati) e capitali privati. Mentre sull'elencazione delle opere da finanziare l'Italia si è già espressa indicando, attraverso il ministero dell'Economia, l'elenco di oltre duemila progetti dal valore di 40 miliardi, dalla presidenza di turno dell'Unione non è ancora arrivata sui tavoli di Bruxelles nessuna proposta concreta ma solo l'auspicio, espresso dallo stesso ministro Padoan, di «diversificare gli strumenti di finanziamento».

jean claude junckerjean claude juncker

 

Viste le complesse dinamiche del bilancio comunitario sembra difficile si possa attingere dalle risorse esistenti. La situazione finanziaria dell'Unione è infatti oltremodo delicata, come dimostra la difficoltà che sta incontrando il sottosegretario Enrico Zanetti a mettere d'accordo gli altri ventisette colleghi su come recuperare i sei miliardi di buco dell'anno in corso.

 

LE ALTERNATIVE

E' quindi facile ipotizzare che si proceda usando le risorse disponibili cercando di sfruttare la leva che può dare la Bei nel reperire nuove risorse. Nella riunione Ecofin dello scorso settembre che si è tenuta a Milano, i ventotto ministri hanno molto spinto sui project bond. Ovvero obbligazioni di scopo emesse da società che realizzano progetti infrastrutturali. La Bei dovrebbe quindi fornire la leva e gli stati dovrebbero attrezzarsi nel reperire capitali privati per realizzare l'opera.

 

JIRKY 
KATAINEN 
JIRKY KATAINEN

Un meccanismo non nuovo, ma che rischia di incontrare le difficoltà di sempre se, oltre, o in alternativa, ai privati, è previsto un intervento di capitale pubblico. La battaglia che Renzi intende condurre sta tutta qui. Ovvero sulla possibilità di scomputo degli investimenti dal debito, almeno per un periodo congruo e che permetta all'opera di entrare in funzione.

 

Archiviate le polemiche sull'Europa dei burocrati, è molto probabile che ieri mattina Renzi e il presidente della Commissione abbiano cominciato a discutere proprio di questo. Indebolito dalla polemica sugli sgravi fiscali concessi dal Lussemburgo a molte multinazionali, Juncker adesso ha bisogno della sponda del leader che di fatto controlla - grazie al numero di eurodeputati - il secondo gruppo del Parlamento europeo, e guida il secondo paese contributore netto della Ue dopo la Germania.

 

il palazzo della commissione europea a bruxelles il palazzo della commissione europea a bruxelles

Spostare la rotta dell'Europa verso la crescita è per Renzi l'obiettivo principale senza il quale nel 2015 rischia di ritrovarsi ancora con il segno meno davanti alla crescita.

E' per questo che il governo punta molto sullo scomputo degli investimenti dal debito. Se così non fosse l'effetto sulla crescita del piano da 300 miliardi sarebbe di fatto nullo e il nostro Paese, con la sua mole di debito pubblico, incontrerebbe difficoltà analoghe a quelle che registra nell'utilizzo dei fondi di coesione. Renzi è convinto di riuscire a vincere le resistenze dei falchi del rigore e ad utilizzare la leva pubblica necessaria non tanto per ridurre i costi quanto per garantire i rischi.

 

La mancanza di fiducia, e non la liquidità, è infatti il problema principale del nostro Paese che fatica a convincere i privati ad investire. E' anche per questo che la Cassa depositi e prestiti ha lavorato con il ministero dell'Economia nella definizione dell'elenco degli oltre duemila progetti inviati a Bruxelles.

UNIONE EUROPEA UNIONE EUROPEA

 

Il G20 australiano ha confortato Renzi sollecitando l'Europa a riprendere la strada della crescita anche se le tensioni con Putin (che ieri ha disertato il pranzo finale) rischiano di complicare il già fragile tessuto economico italiano. In ogni caso, la conclusione del vertice apre la via a misure «che faranno crescere di oltre 2.000 miliardi di dollari il Pil mondiale, l'obiettivo è una crescita del 2,1% entro il 2018, e creeranno milioni di posti di lavoro».

Ultimi Dagoreport

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA