paolo savona

“SE L’UNIONE EUROPEA CONTINUA A NON MANDARE IL MESSAGGIO CHE OFFRE OPPORTUNITÀ E NON SOLO VINCOLI, TUTTI NE PATIRANNO” - INTERVISTONA DEL NUOVO “PANORAMA” TENDENZA BELPIETRO A PAOLO SAVONA: “NON SONO IO AD AVERE AVUTO RIPENSAMENTI EUROCRITICI, MA LA STAMPA CHE SI DEFINISCE DI INFORMAZIONE - L’ESTABLISHMENT ITALIANO MI CONSIDERA UN TRADITORE? SE COSÌ FOSSE, SAREBBE PARTE DELLA SUA MIOPIA, CHE SI È MOSTRATA INADATTA AD AFFRONTARE I PROBLEMI DEL MONDO”

Luca Telese per “Panorama”

 

GIUSEPPE CONTE PAOLO SAVONA

L’Europa affronta oggi una delle tempeste più drammatiche della sua storia. Nell’Ulisse James Joyce fa dire al suo protagonista, Stephen Dedalus: «La storia è un incubo da cui è difficile, se non impossibile, risvegliarsi». Citazione meravigliosa, professor Savona. Ma anche venata di un terribile pessimismo. Dice? Piuttosto piena di lucidità critica.

 

Cosa intende?

Ulisse per me è il mito più utile che si possa immaginare in un momento complesso come questo.

 

Perché?

In primo luogo perché è l’eroe dell’intelligenza: poi perché resiste al canto delle sirene, e come lei sa, mai come in queste ore il loro coro è stato così intenso e ingannevole.

 

E in secondo luogo?

Perché il viaggio di Ulisse è il viaggio del coraggio e della conoscenza.

paolo savona

 

Sta parlando del «folle volo» immaginato da Dante nell’Inferno.

A me che sono sardo piace pensare che quell’ultima meta di Ulisse, le colonne d’Ercole, ovvero la fine del mondo conosciuto dagli antichi, non sia Gibilterra, ma le bocche di Bonifacio, a nord dell’isola.

 

Un teatro di mare, come sanno i naviganti, burrascoso e impervio?

Non auguro a nessun velista di ritrovarsi da quelle parti sotto una maestralata. Ma proprio per questo io, conoscendo bene quei luoghi, posso dire di essere pronto a tutto.

 

Lei nella sua biografia dedica una bella pagina anche a Stephen Dedalus.

Stefano vuoi dire «portatore della corona», ovvero colui che aspira a fissare un primato.

 

Un indice di curiosità intellettuale e di ambizione.

E pochi ricordano - invece - che secondo il mito, Dedalo fuggi da Creta proprio per rifugiarsi in Sardegna. La leggenda vuole che fu lui il primo costruttore dei nuraghe.

 

Insomma, la Sardegna come centro del mondo, il punto di scaturigine di ogni mito, e - anche - il cuore della sua vita.

paolo savona alberto bagnai

Con la mia storia quale altro mito se non Ulisse potevo scegliere quale riferimento? Mio nonno era un maestro d’ascia, mio padre faceva l’ufficiale di Marina.

 

Ha le sue radici nel mare.

Mio padre era vissuto a lungo, per lavoro, nella base navale della Maddalena.

 

E lei?

Sono nato nel 1936 l’anno di pubblicazione della Teoria generale di Keynes, e anche quello del piano «Funk» nazista del III Reich. Ma nel 1943, da bambino, mi trovavo a Cagliari.

 

Sotto le bombe?

A sette anni, con la valigia in spalla, lasciai, la città dove ero nato. Pochi giorni dopo la casa dove ero vissuto fu bombardata e distrutta. L’avventura della mia vita, nel cuore della storia europea, è iniziata così.

 

PAOLO SAVONA

Incontro Paolo Savona nei suoi uffici di Palazzo Chigi. Sono i giorni che seguono le polemiche sulla manovra, e quelle sul nubifragio apocalittico che ha sconvolto l’Italia. Mai come oggi le sue metafore e i suoi riferimenti culturali sono importanti per capire come vede il futuro e per comprendere come - secondo lui - l’Italia potrà uscire dalla tempesta.

 

Professor Savona, tutti gli italiani si chiedono se questa manovra aiuterà o meno l’Italia. Garantisce sugli effetti?

Che possa essere io a garantire gli effetti mi sembra esagerato.

 

Lei non è tipo da peccare di modestia.

Posso solo garantire che lo schema logico sottostante e le decisioni pratiche aiuteranno l’Italia.

 

Manovra «espansiva», si dice: ma ci sono abbastanza investimenti desinati allo sviluppo?

SERGIO MATTARELLA PAOLO SAVONA GIUSEPPE CONTE

La manovra è espansiva perché se lo Stato spende il 2,4 per cento - circa 40 miliardi di euro - in più dello scorso anno, anche la domanda aggregata crescerà. Coloro i quali sostengono che la manovra non consentirà una crescita dello 0,5 per cento - poco più di 8 miliardi - nel 2019 per riportare il Pil reale ai livelli ancora insoddisfacenti del 2018 a causa dei mutamenti del clima internazionale, devono aver studiato su libri di economia rari, di cui è difficile procurarsi copia.

 

Ma lei avrebbe preferito più investimenti?

Sì. Sono d’accordo che non ci siano abbastanza investimenti e perciò ho sostenuto che questa deve essere la sfida politica che il Governo si è data.

 

Lei pensa già alla prossima manovra?

PAOLO SAVONA

Se riusciamo a portare la crescita degli investimenti del’1 per cento nel prossimo anno e al 2 nel successivo biennio, si potrà crescere ancora di più, riassorbendo il costo delle spese sociali e accelerando la riduzione del rapporto debito pubblico/Pil.

 

Le tre misure più importanti della manovra sono il reddito, la cosiddetta quota cento e la flat tax. Mi può dire per ognuna che effetti prevede?

Per ognuna è difficile stabilirlo, ma nel complesso producono almeno, insisto su almeno, una crescita dello 0,5 per cento, se non proprio dell’1per cento.

 

Lei dunque è ottimista.

Oltre l’effetto crescita, ciò che è importante è l’aver inserito nella funzione di utilità della politica economica la lotta alla povertà, la crescita dell’occupazione giovanile e il sostegno alla piccola impresa, tutti temi molto sentiti dall’elettorato.

paolo savona elisabetta trenta

 

Sono provvedimenti acchiappa -consensi?

La politica economica è politica, governo della città-Paese.

 

La flat tax fino a 65 mila euro avrà effetti virtuosi?

Spero di sì, ma non effetti prevalentemente economici.

 

La preoccupa il Pil a crescita zero delle ultime rilevazioni?

I ministri, soprattutto se tecnici, non devono avere preoccupazioni, ma indicare soluzioni ai problemi.

 

Ovvero?

La legge di bilancio nasce anche dalla coscienza di questo andamento inaccettabile.

 

Questo effetto è da addebitare alle politiche di Paolo Gentiloni oppure lei pensa che sia un prodotto dei primi mesi di incertezza dall’insediamento alla manovra?

PAOLO SAVONA GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI

Come ho già detto, è il risultato del mutamento di clima degli andamenti geopolitici globali. Gli effetti delle politiche economiche, giuste o sbagliate, si presentano con ritardi temporali che in passato venivano stimati dai sei mesi all’anno e mezzo. Anche in questo caso chi sostiene la simultaneità degli effetti ha letto libri rari di economia o, più semplicemente, è mosso da pregiudizi, non da giudizi razionali.

 

È convinto che dopo la manovra il Pil ricomincerà a crescere?

Certo, ma con gli effetti temporali che le ho appena detto.

 

Il rapporto con l’Europa non è mai stato così teso.

Resterà difficile finché non vengono apportate le correzioni all’architettura istituzionale e alle politiche seguite, divenute di stampo conservatore, che ignorano la spinta al cambiamento proveniente dagli elettori. È pur vero che queste spinte sono di natura diversa - la Germania pensa diversamente dell’Italia e così via - ed è perciò che sostengo la necessità di una «europeizzazione» del cambiamento; ossia il bisogno di incanalare l’eterogeneità delle spinte entro una logica europea.

PAOLO SAVONA GIANCARLO GIORGETTI GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI

 

E come si può realizzare un obiettivo tanto ambizioso?

Ho chiesto proprio per questo la costituzione di un Gruppo di lavoro ad alto livello, istituto già presente in Europa, che apra una discussione sui temi che ci dividono. Mi viene detto che è infruttuoso e, secondo alcuni, anche pericoloso. Ma non viene riconosciuto che è necessario.

 

L’Italia sta perdendo o vincendo la sua guerra dello spread?

È il mercato che l’ha vinta, non accettando l’offensiva dei gruppi dirigenti italiani sconfitti o quelli europei contrari. D’altronde il «quantitative easing» di Mario Draghi ancora opera e qualcosa l’avrà pur fatto a fianco del mercato, che non vuole certo un’Italia destabilizzata.

 

Pensa che il risultato delle elezioni europee potrà aiutare l’Italia?

Se l’Unione europea continua a non mandare il messaggio che è un’organizzazione che offre opportunità, e non solo vincoli, tutti ne patiranno. L’Italia saprà comunque aiutarsi da sola, come è sempre avvenuto e sta avvenendo.

paolo savona

 

Secondo lei l’Italia è nel mirino dell’Europa?

L’idea che l’Italia sia nel mirino dell’Europa è un concetto che non esprime la sostanza di quanto sta accadendo da tempo, che è comunque un problema politico.

 

Pongo la domanda in altri termini: il governo di cui lei fa parte è in guerra con l’Europa?

La nostra concezione di un’Europa di pace e di benessere che mosse i Padri fondatori della Comunità, poi l’Unione, e trovò grande consenso presso la pubblica opinione non ha retto alla prova delle vicende che sono seguite alla firma del Trattato di Maastricht.

 

Detto così pare un sì.

Occorrono cambiamenti, non approfondimenti della visione che si è mostrata insufficiente a mantenere quel consenso. Da qui le reazioni, che i gruppi dirigenti europei non vogliono comprendere.

 

Le polemiche sul «piano B» hanno avuto un effetto sulla speculazione contro l’Italia?

Questo possono dirlo solo i già menzionati lettori di libri di economia e finanza di cui non si conosce il contenuto.

 

stefano fassina paolo savona giorgio la malfa (3)

Lei usa il sarcasmo, ma questa risposta è importante.

Mi rattrista accertare che si vuole continuare ad andare in guerra senza scarpe adatte ai territori dove si combatte, o con armi insufficienti per affrontare le condizioni oggettive e le avversità che si incontrano.

 

Metafore belliche.

Guardi, i saggi pensano prima che fare, non dopo. Se un capo famiglia non pensa alle avversità, non fa un suo dovere. Se un imprenditore non prevede la possibilità di avversità per la sua impresa, non è all’altezza del suo compito. Perché un capo di Governo o un

Governatore di banca centrale non dovrebbe farlo per il timore di suscitare scandalo o insinuazioni?

 

La Bce sembra oscillare nella sua linea di uscita dal «quantitative easing».

mario draghi

Cambiare politica monetaria quando la crescita reale decelera non è certamente scelta saggia.

 

L’uscita dal piano secondo lei può, e deve, essere rallentata?

La mia posizione è diversa: la funzione di prestatrice di ultima istanza della Bce deve essere flessibile e attuarsi nella misura necessaria e sui punti del mercato che ne abbisognano. Quella attuale è troppo rigida e condizionante.

 

Il venir meno della garanzia della Bce quanto incide sulla crescita dello spread che abbiamo subito?

Non sono in condizione di valutare questo impatto.

 

mario draghi carlo azeglio ciampi

L’establishment italiano la considera un traditore per le sue posizioni eurocritiche?

Se così fosse, sarebbe parte della sua miopia, che si è mostrata inadatta ad affrontare i problemi geopolitici che il mondo impone di risolvere.

 

Il governo del cambiamento rischia di essere ucciso nella culla dalla procedura di infrazione e dal costo da pagare per gli interessi aggiuntivi?

Se una procedura di infrazione avesse questo potere sarebbe la testimonianza di ciò che il professor Giuseppe Guarino chiama «una creatura biogiuridica malforme», ossia una architettura istituzionale europea che non funziona e perciò va cambiata.

 

Ed è così?

Per il bene della democrazia europea spero che ciò non accada.

 

Come e quando è maturato il suo ripensamento eurocritico?

(Sospira) Non sono io ad avere avuto ripensamenti, ma la stampa che si definisce di informazione. Ho sempre dichiarato che l’Italia ha bisogno del mercato comune e dell’euro, ma sin dalle negoziazioni ho insistito con i miei maestri - Guido Carli e Carlo Azeglio Ciampi - che l’architettura era difettosa, come sette premi Nobel e molti economisti hanno sottolineato e continuano a sostenere.

il palazzo della commissione europea a bruxelles

 

Proviamo a sintetizzare i suoi dubbi.

A difetti sono stati aggiunti altri difetti, invece di rimuoverli. Dopo aver ceduto allo sconforto per l’inattività dei gruppi dirigenti italiani e miopia di quelli europei ed essermi ritirato a vita privata, mi è stata offerta l’occasione di cimentarmi in prima persona sul tema.

Eccomi qui a chiarire per l’ennesima volta la mia posizione. Spero sia l’ultima.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…

silvia toffanin francesca fialdini giorgia cardinaletti tommaso zorzi alessandro giuli pietro tatafiore barbara castorina

A LUME DI CANDELA - TOMMASINO ZORZI NON SARÀ OPINIONISTA AL “GRANDE FRATELLO”: NONOSTANTE LE SPINTE DI CASCHETTO, IL SUO NOME È STATO BOCCIATO – CI MANCAVA IL MINISTRO GIULI-VO IN VERSIONE OFFICIANTE: HA CELEBRATO IL MATRIMONIO DEL SUO CAPO UFFICIO STAMPA, PIERO TATAFIORE, CON BARBARA CASTORINA, TITOLARE DELL'AGENZIA VISVERBI CHE HA ASSISTITO IN PASSATO PROFESSIONALMENTE GIULI (AVRÀ RIFILATO UN ALTRO PIPPOZZO SUL “PENSIERO SOLARE”?) - BIANCA BERLINGUER E ILARIA D'AMICO (CHE LASCIA CASCHETTO) NELL'AGENZIA DI PRESTA - GIORGIA CARDINALETTI AL POSTO DI FRANCESCA FIALDINI - DOPO LA CHIUSURA DI TANGO, COSTAMAGNA OSPITE SU RETE 4 (NEL PROGRAMMA DOVE LAVORA IL SUO COMPAGNO) - LUI È UN POLITICO DI PRIMO PIANO, LEI È UNA BELLA GIORNALISTA. I DUE SONO STATI AMANTI E LUI HA FAVORITO LA SUA ASCESA. DURANTE UNA RECENTE INTERVISTA HANNO FATTO FINTA DI NON CONOSCERSI DANDOSI DEL LEI. DI CHI STIAMO PARLANDO?

luca zaia matteo salvini francesco acquaroli conte bonelli schlein fratoianni matteo ricci

DAGOREPORT - DALLA RIFORMA ELETTORALE AL RIMPASTO DI GOVERNO, IL FUTURO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È APPESO COME UN CACIOCAVALLO AL SUO PRIMO TEST CRUCIALE: LE REGIONALI – SCATENEREBBE UNO SCONQUASSO NELLA LITIGIOSA COALIZIONE DI GOVERNO SE FRATELLI D'ITALIA DOVESSE PERDERE LE MARCHE, DOVE LA RICONFERMA DEL MELONIANO ACQUAROLI E' INCERTA - A QUEL PUNTO, A NOVEMBRE, LA MELONA VORRÀ ASSOLUTAMENTE IMPORRE UN CANDIDATO ALLA FIAMMA NEL VENETO LEGHISTA - LA DUCETTA HA BEN RAGIONE DI PRETENDERLO: MALGRADO IL SUO 28-29%, ATTUALMENTE FDI GOVERNA SOLO IN TRE REGIONI: MARCHE, ABRUZZO E LAZIO - PER FARCELA, LA DUCETTA DOVRA' CONVINCERE LUCA ZAIA AD APPOGGIARE, COL 40% DI CONSENSI DI CUI GODE LA SUA LISTA, IL SUO CANDIDATO ALLA PRESIDENZA - NEL CASO IN CUI IL "DOGE" NON ACCETTI LA PROPOSTA, A QUEL PUNTO, GIÀ TAGLIATO FUORI DA SALVINI, LE AMBIZIONI DI ZAIA DI RICOPRIRE UN DOMANI LA PRESIDENZA DELL'ENI O MAGARI LA CARICA DI MINISTRO DOVRA' RIPORLE NEL CASSETTO DEI SOGNI...

stefano belingardi clusoni belen rodriguez

DAGOREPORT - LA ''FARFALLINA'' DI BELEN È TORNATA A BATTERE. DOPO UN’ESTATE TURBOLENTA DI SCAZZI E POLEMICHE, PER LA "SCIO-GIRL" ARGENTINA È ARRIVATO UN NUOVO E AITANTE  BELLIMBUSTO - LUI È STEFANO BELINGARDI CLUSONI, ARCHITETTO MILANESE CHE, CON IL SUO STUDIO "BE.ST", NEGLI ULTIMI ANNI HA RIDISEGNATO LO SKYLINE DELLA CITTÀ MENEGHINA - GALEOTTO UN LOCALE IN SARDEGNA, DOVE I DUE SONO STATI PIZZICATI A BACIARSI CON PASSIONE, INCURANTI DEGLI SGUARDI INDISCRETI - A CONFERMARE LA LIASON È LA STESSA BELEN CON UN CAROSELLO DI FOTO SU INSTAGRAM SULLE SUE "HERMOSAS VACACIONES” -DALLO SCAZZO CON IL BENZINAIO ALLE PATATINE LANCIATE IN UN LOCALE: L’ESTATE IRREQUIETA DELL'EX DI CORONA E DE MARTINO - VIDEO

stefano de martino striscia la notizia antonio ricci gerry scotti la ruota della fortuna pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - PIER SILVIO, QUESTA VOLTA, HA VINTO. PIAZZARE LA “RUOTA DELLA FORTUNA” NEL VUOTO PNEUMATICO DELLA PROGRAMMAZIONE ESTIVA, È STATA UNA MOSSA SCALTRA ALL’INSEGNA DI UN SOLO IMPERATIVO: FIDELIZZARE IL PUBBLICO DEI TELE-MORENTI - L’OPERAZIONE È RIUSCITA, IL PAZIENTE È ANCORA IN VITA, MA È SOLO IL PRIMO ROUND DI UNA GUERRA ANCORA MOLTO LUNGA: GIÀ IN SOVRAPPOSIZIONE, IERI SERA, “AFFARI TUOI” ERA LEGGERMENTE IN VANTAGGIO SUL PROGRAMMA DI GERRY SCOTTI, E LA SCELTA DI FAR RIPARTIRE LA TRASMISSIONE DI DE MARTINO DI MARTEDÌ, ANZICHE' DI LUNEDI', HA LASCIATO INTERDETTI GLI ADDETTI AI PALINSESTI - COMUNQUE VADA IL DUELLO NEI PROSSIMI DUE MESI, “PIER DUDI”, ALLA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, ERA STATO CATEGORICO: "'STRISCIA LA NOTIZIA' INIZIERÀ A NOVEMBRE. ANCHE SE CIÒ CHE VA IN ONDA, E NON SARÀ COSÌ, DOVESSE FARE UN TRILIONE DI ASCOLTI" - GLI ESORDI CON MARIA DE FILIPPI, IL FLOP ALL'''ISOLA DEI FAMOSI'' CONDOTTA DALLA MARCUZZI, PRESTA CHE LO SBOLOGNA E LA RISCOSSA CON CASCHETTO (E TANTI ''PACCHI'' A MO' DI CULO): L'IRRESISTIBILE ASCESA DI STEFANO DE MARTINO, ALFIERE DI RAI-MELONI, CHE SOGNA IL FESTIVAL DI SANREMO - VIDEO