RENZUSCONI ADDIO – ANCHE IL BERLUSKA HA PAURA DI ANDARE ALLE URNE E INGOIA UN MEZZO ITALICUM SULLA LEGGE ELETTORALE: RIFORMA OK SOLO PER LA CAMERA – RENZI: ‘CE LA FACCIAMO, SARA’ UNA RIVOLUZIONE PER IL PAESE

Da ‘ansa.it'

Arriva l'intesa sull'Italicum. Dopo un vertice con tutto lo stato maggiore di Forza Italia, Silvio Berlusconi dà il suo via libera alla riforma della legge elettorale solo per la Camera. E Matteoli spiega che "l'importante "è che ci sia l'impegno a fare le riforme in brevissimo tempo perché se si tenta di portare a casa la legge elettorale e rinviare le elezioni sine die non siamo d'accordo".

"Prendiamo atto con grave disappunto - ha dichiarato il Cavaliere - della difficoltà del Presidente del Consiglio di garantire il sostegno della sua maggioranza agli accordi pubblicamente realizzati". "Per il resto - aggiunge Berlusconi - confermiamo integralmente l'accordo pubblicamente realizzato, senza alcun "patto segreto" come maliziosamente insinuato da alcuni organi di stampa".

La giornata era cominciata con uno slittamento dell'esame della riforma della legge elettorale alla Camera. Il comitato dei nove, chiamato ad esaminare gli emendamenti prima dell'arrivo del testo in Aula, è stato rinviato alle 16. Il comitato si doveva riunire in mattinata. La richiesta di uno slittamento è arrivata dal capogruppo Pd in commissione, Emanuele Fiano e questa decisione potrebbe far slittare la legge in aula, dove è in calendario dalle 15.

Ma, assicura il relatore Francesco Paolo Sisto (Fi), "l'esame dell'assemblea sarà sicuramente in giornata", precisando che lo slittamento dei lavori dell'Aula dovrà comunque essere stabilito dalla conferenza dei capigruppo. Molti gli emendamenti da ritirare, perché i tempi per la discussione sono contingentati. Ma da sciogliere restavano soprattutto i nodi politici, a partire da quello del rapporto tra questa riforma e quella costituzionale del Senato, che ha come conseguenza la durata della legislatura.

Si tratta su entrata in vigore entro 12 mesi da ok - Ancora aperta la trattativa sui nodi irrisolti. Al centro dei colloqui di queste ore, l'ipotesi di fissare un termine di 12 mesi all'entrata in vigore dell'Italicum, per poter nel frattempo fare la riforma del Senato. All'ipotesi, che sarebbe stata prospettata dal Pd a Fi, è contraria la minoranza Dem. La proposta trova forti perplessità anche in Ndc. Il tentativo è trovare un'intesa per portare in aula la legge stasera.

Vertice di Fi da Berlusconi - Vertice a palazzo Grazioli sulla legge elettorale. Silvio Berlusconi, rientrato a Roma, vede Denis Verdini, Giovanni Toti e i capigruppo di Forza Italia alla Camera e al Senato, Renato Brunetta e Paolo Romani, per fare un punto sulle trattative in corso sull'Italicum.

Renzi, ce la facciamo, sarà rivoluzione - Il premier ha trattato anche in prima persona cercando il punto di caduta che permetta di tenere in piedi l'intesa con Silvio Berlusconi (si è parlato di un incontro con una delegazione di Fi guidata da Denis Verdini), ma allo stesso tempo rispondere alle preoccupazioni del Nuovo centrodestra e della minoranza Pd. E su Twitter, rispondendo alle domande di Vanity Fair, si dice certo che la riforma della legge elettorale è "irreversibile. Ce la facciamo, la portiamo a casa. E sarà una vera rivoluzione".

Grasso, riforme senza tradire cittadini - E sulle riforme arriva anche il monito del presidente del Senato Pietro Grasso. "Se il processo di riforma che ci apprestiamo ad avviare in Parlamento fosse guidato dall'intento di compiacere superficialmente l'opinione pubblica senza affrontare i problemi in chiave organica, si consumerebbe un tradimento del Paese e dei cittadini".

Diversi 'lodi' per far slittare l'entrata in vigore - Il nodo attorno a cui ruota l'intera trattativa è ancora quello dell'entrata in vigore della nuova legge elettorale. Alfaniani e il fronte composito della minoranza dem, ma anche gli altri piccoli partiti della maggioranza di governo, chiedono che si vincoli l'entrata in vigore dell'Italicum alla riforma del Senato. E mettono sul piatto diverse soluzioni: il 'lodo' D'Attorre (cancellare dall'Italicum le norme sul Senato), il 'lodo' Lauricella (la legge è applicabile solo dopo la riforma del bicameralismo), il 'lodo' Pisicchio (entrata in vigore dopo un anno o 18 mesi), il 'lodo' Balduzzi (gennaio 2016). Ma FI non vuole saperne e teme che Renzi "ceda alle pressioni".

Fi respinge tentativi differimento - FI, che vuole tenersi le mani libere per il voto, dice no a qualsiasi termine differito per l'entrata in vigore della legge e minaccia di far saltare l'accordo complessivo sulle riforme (e dunque far mancare la maggioranza dei due terzi in Parlamento), se l'impianto dell'Italicum sarà cambiato. Gli azzurri si dicono pronti a discutere modifiche non sostanziali, ma per sventare un'intesa in extremis Renzi-Alfano, fanno partire un fuoco di fila di dichiarazioni: "No al ricatto dei cespugli", dice Brunetta.
Toti, ci siamo fidati, premier non sgarri - ''Noi ci siamo fidati di lui. Se saltasse l'accordo, allora tutto tornerebbe in discussione e anche la nostra linea muterebbe repentinamente''.

Parola di Giovanni Toti, consigliere politico di Silvio Berlusconi, intervistato da Repubblica. ''Noi stiamo ai fatti e ai patti - spiega: - Renzi aveva detto che la legge elettorale sarebbe stata la sua prima riforma già nel mese di febbraio. Febbraio è finito, siamo al 4 di marzo''. ''A questo punto, la riforma così come è stata sottoscritta deve essere approvata. E subito, senza ulteriori tentennamenti. Piccoli correttivi sono possibili, ma certo non provvedimenti che snaturino il senso dell'accordo siglato da Berlusconi e Renzi''. ''Il riferimento è a tutto ciò che posticiperebbe l'entrata in vigore della legge''.

26 ore di dibattito, circa 300 votazioni - La Camera ha programmato 26 ore di dibattito quindi il voto sugli emendamenti potrebbe davvero concludersi tra la fine di questa settimana e quella successiva. Sono una cinquantina i nuovi depositati che si sommano alle 406 già presentate e ai 136 subemendamenti, arrivando a sfiorare quota 600. Ma, a causa del contingentamento, non tutti saranno esaminati. I gruppi potranno infatti mettere in votazione, viene spiegato, in totale circa 300 emendamenti al testo.

Ma i voti potrebbero essere in concreto all'incirca 250, grazie all'accorpamento delle proposte di modifica identiche. Il problema, però, non sono i tempi, bensì il fatto che alcuni dei contraenti dell'accordo, mettono in discussione ciascuno questo o quel punto del testo. Ncd insiste sull'introduzione delle preferenze, mentre i partiti centristi della coalizione (Udc, Pi, Sc) chiedono un abbassamento delle soglie di sbarramento (il 4,5% per i partiti in coalizione e l'8% per quelli che corrono da soli).

L.elettorale: Sel-Lega-Sc, per europee soglia al 3% - Abbassare la soglia per le elezioni europee al 3% (ora è al 4%). E' quanto si prevede in tre diversi emendamenti presentati da Gianluca Susta (Sc), Loredana De Petris (Sel) e Roberto Calderoli (Lega) al ddl che introduce la parità di genere per le europee. Le proposte di modifica sono state dichiarate ammissibili.

 

 

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