LA CULONA CI FARA’ UN CULONE COSI’ - INUTILE SPERARE NELLA CLEMENZA DELLA MERKEL: NESSUNA PIETA’ PER IL SUD EUROPA

Angelo Allegri per "il Giornale"

Una cosa è sicura: Angela Merkel non è Margaret Thatcher. La cifra caratteristica della Lady di ferro fu il costante e visionario richiamo a principi considerati non negoziabili, fossero quello della responsabilità individuale o il diritto all'autodeterminazione dei pochi abitanti delle isole Falklands.

Lo stile della Cancelliera è lontano anni luce dai grandi proclami ed è piuttosto fatto di capacità tattiche e pragmatismo, di politiche dei piccoli passi, di micro-soluzioni ingegneristiche ai problemi che la realtà pone di volta in volta. A confronto con la carismatica premier britannica la Merkel appare una leader non leader. E se si pensa che in tedesco leader si dice Führer, probabilmente è meglio così.

Il trionfo elettorale di domenica segna la sua consacrazione, a un passo, se non altro in termini quantitativi, dai colossi Adenauer e Kohl, ma non dà motivo di pensare a rivoluzioni o a svolte improvvise. Tanto più pensando all'euro o all'atteggiamento tedesco verso i Paesi in difficoltà, Italia compresa.

Da questo punto di vista la grande novità elettorale non c'è stata: un ingresso in Parlamento di Alternative für Deutschland, il partito anti-euro, avrebbe rappresentato una spina nel fianco per la tradizione europeista classica, rappresentata nell'attuale esecutivo dal ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble, e avrebbe condizionato pesantemente il prossimo governo.

Fedele al costante riflesso difensivo della Cdu, che impone di soffocare la presenza di ogni forza politica alla propria destra, la Merkel non avrebbe potuto fare altro che indurire ulteriormente il proprio atteggiamento verso i grandi debitori.

All'apparenza questa necessità non c'è più. E anzi secondo una interpretazione diffusa, la Merkel, forte del successo elettorale, potrebbe permettersi un atteggiamento più rilassato, senza la paura di perdere troppi consensi. Possibile. Ma la razionale e per lo spirito tedesco machiavellica cancelliera (Merkiavelli è un altro dei suoi soprannomi), è probabilmente consapevole che il pericolo è stato solo rinviato.

Adf ha mancato l'ingresso nel Bundestag per un soffio e nel maggio dell'anno prossimo le elezioni europee, dove non c'è nessuna soglia di sbarramento, potrebbero consentire all'elettorato insoddisfatto di esprimere liberamente tutti i suoi malumori. A questo si aggiunge che nella classe dirigente (basti pensare alla Bundesbank) restano forti le resistenze a ogni mossa men che ortodossa dal punto di vista fiscale e monetario. Una cancelliera laureata in fisica non potrà non cogliere il risultato dell'equazione: prudenza, innanzitutto.

Anche la necessità di venire a patti con i socialdemocratici per formare quella Grosse Koalition che sembra una strada obbligata non dovrebbe cambiare granché. È vero, la Spd ha sempre avuto una posizione più morbida nei confronti del Sud d'Europa; una fetta del partito si è addirittura dichiarata a favore degli eurobond, vero anatema («mettono in comune debiti e cattive abitudini») di gran parte del mondo politico tedesco.

Ma in termini politici il partito di Peer Steinbrück non esce certo rafforzato dal voto. E al termine dell'ultima esperienza di governo con la Merkel, tra il 2005 e il 2009, uscì praticamente a pezzi dalla coabitazione. Probabile che cerchi di recuperare sintonia con un elettorato per cui l'euro e gli aiuti al Sud non sono certo la priorità (secondo una rilevazione di domenica i tedeschi hanno votato pensando all'andamento dell'economia e al loro futuro pensionistico, solo in terza battuta arrivavano i problemi della moneta unica).

Quanto ai socialdemocratici il primo e vero problema della Merkel per il momento è quello di convincerli a formare un governo. Visti i cattivi ricordi del passato sembrano intenzionati ad alzare il prezzo. Alla fine un accordo lo faranno: l'elettorato li punirebbe in maniera più che severa se non si dimostrassero «responsabili». Ma non aiuta il fatto che, Grosse Koalition a parte, in Parlamento una maggioranza teorica c'è: è quella rosso-rosso-verde.

Spd, Grünen (Verdi) e Linke (gli ex comunisti forti nell'Est) hanno tre voti in più della soglia richiesta. I socialdemocratici hanno sempre detto che con gli eredi di Honecker non avrebbero mai governato. Ma nella sinistra del partito c'è già chi si lamenta della decisione presa. Nel 2002 per arrivare al cosiddetto Koalitionsvertrag, il contratto di coalizione con tanto di firma pubblica, ci vollero 65 giorni di trattative. Questa volta potrebbero essere di più. Tempi degni della peggiore instabilità italiana.

 

MERKEL BRINDA merkel EVENTO ELETTORALE MERKEL ANGELA MERKEL CON IL MARITO JOACHIM SAUER

Ultimi Dagoreport

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...

troisi papa leone carocci monda

CIAK! LA MESSA È FINITA: ANDATE IN PACE AL CINEMA "TROISI", COSÌ FATE FELICI IL SUO DOMINUS VALERIO CAROCCI E QUEL DISOCCUPATO A CACCIA DELLA BIENNALE VENEZIANA, ANTONIO MONDA - MENTRE LA SETTIMA ARTE IN ITALIA, SOTTO IL DOMINIO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI, STA VIVENDO UNA DELLE SUE FASI PIÙ COMATOSE, TRA SALE VUOTE E “SINISTRI” TAGLI AL TAX-CREDIT DEL MINISTRO GIULI-VO, PAPA LEONE XIV RUGGISCE IN FAVORE DELLE SALE CINEMATOGRAFICHE (MA DA QUANDO IN QUA IL PONTEFICE SI OCCUPA DI RIEMPIRE LE SALE, ANZICHÉ PREOCCUPARSI DI RIEMPIRE LE CHIESE?) - L'UNICO CINEMA CHE BENEFICIA DELLA GLORIA DI PREVOST È IL "TROISI", GESTITO DA CAROCCI CHE, IN DUPLEX CON ANTONIO MONDA, HA CONVINTO IL CARDINALE JOSE' TOLENTINO DE MENDONÇA NELLA DIVINA MISSIONE DI ORGANIZZARE AL CINEMA "TROISI" NOVE INCONTRI CON REGISTI E ATTORI INTERNAZIONALI, SOTTO IL PATROCINIO DEL SANTA SEDE - GRATIS? MANCO PER NIENTE. PER ACCEDERE ALLA SALA BISOGNERÀ SBORSARE 8 EURO. E COSÌ SIA - CAROCCI E LA NOTA STAMPA DEL "PICCOLO AMERICA" CHE RILANCIA LE PAROLE DEL PAPA...

pier silvio marina berlusconi marta fascina arcore

FLASH! - COL PRETESTO DI DARE UNA RIVERNICIATINA A VILLA SAN MARTINO (CHE HA SPESE DI MANUTENZIONE E SERVITU’ DI 220 MILA EURO ALL’ANNO), MARINA & PIER SILVIO SONO FINALMENTE RIUSCITI A FAR SLOGGIARE MARTA FASCINA E IL SUO PAPA’ ORAZIO, CHE NON L’ABBANDONA MAI, DALLA REGGIA DI ARCORE - ORA LA VEDOVA MORGANATICA E’ CONFINATA IN UNA DÉPENDANCE DEL VILLONE DI 130 METRI QUADRATI, DOVE PROBABILMENTE ALLA FINE RESTERÀ IMPEGNATISSIMA A CONTARE I 100 MILIONI DI EREDITA’ OTTENUTI DALLA BUONANIMA DI PAPI SILVIO…

ignazio la russa sergio mattarella

FLASH! – PER SOSTENERE I FRATELLINI D’ITALIA CIRIELLI E SANGIULIANO ALLE REGIONALI CAMPANE, SI È SCOMODATO PERSINO IL PRESIDENTE DEL SENATO, IGNAZIO LA RUSSA – CHE LA SECONDA CARICA DELLO STATO FACCIA CAMPAGNA ELETTORALE, FOTTENDOSENE DEL SUO RUOLO ISTITUZIONALE,  NON AVRÀ FATTO PIACERE PER NULLA A SERGIO MATTARELLA – D’ALTRONDE, IL PRESIDENTE LEGHISTA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI, LORENZO FONTANA, NON CI PENSA ASSOLUTAMENTE DI SCAPICOLLARSI IN VENETO A SUPPORTO DEL CANDIDATO DEL CARROCCIO, ALBERTO STEFANI…