JACKIE’S SECRET - RITROVATO UNO SCAMBIO EPISTOLARE TRA JACQUELINE KENNEDY E IL SUO CONFESSORE. LA FIRST LADY SPERAVA DI NON SPOSARE UN UOMO LIBERTINO COME IL PADRE MA ALLA FINE FU FELICE CON QUEL STRAPPAMUTANDE DI JACK

Vittorio Zucconi per "La Repubblica"

SCRISSE Jacqueline Kennedy al proprio confessore lontano: «Se c'è Dio mi dovrà spiegare perché ha permesso che Jack sia stato ucciso». C'era molto buio dietro la luce e il glamour della più famosa First Lady della storia e in quel buio oggi possiamo gettare uno sguardo.

C'erano amarezza, paura, brevi momenti di gioia nell'oscurità di una donna che soltanto ora, vent'anni dopo la sua morte, riusciamo a intravedere nelle lettere che inviava segretamente a un prete irlandese della San Vincenzo.

Di queste lettere confessione trasmesse attraverso l'Atlantico, presto vendute all'asta in Irlanda, scoperte dall' Irish Times di Dublino e riprese dal Washington Post , nulla si sapeva, come ben poco abbiamo sempre saputo dei pensieri privati di una donna che aveva rinchiuso i propri sentimenti personali dentro la corazza di una riservatezza assoluta.

E se c'è qualche cosa di impudico, se non di osceno, nel leggerle ora, e nel sapere che finiranno in mani private per almeno un milione di euro, il risucchio di un mistero umano ancora intatto dopo tanti anni è irresistibile.

Era andata avanti quattordici anni la corrispondenza fra una giovane donna di Boston, Jacqueline Bouvier, poi divenuta Jacqueline Kennedy nel 1953, e padre Joseph Leonard, un sacerdote della San Vincenzo de Paoli che lei aveva conosciuto da studentessa visitando l'Irlanda.

Era stato un epistolario cominciato per caso nel 1949, quasi per scherzo, fra la ragazza ricca, elegante, molto high society del Massachusetts e un anziano sacerdote di 73 anni che la prendeva garbatamente in giro chiamandola in francese la girouette, la banderuola, il segnavento che sui tetti gira secondo le brezze. «E' così bello per me potermi confidare con qualcuno - scriveva Jackie - perché non posso mai farlo con nessuno e togliermi i pesi dal petto».

La solitudine, nel vortice della notorietà sempre più divorante, è il filo che lega questo epistolario che il prete aveva sempre conservato. Ci sono l'ansia di una ragazza, poi giovane donna, poi First Lady e infine Prima Vedova d'America che s'interroga sulla vita, sul matrimonio, su quello che l'attende, su quel Dio che lei venera fin da piccola e che sembra averla abbandonata di schianto un giorno del novembre 1963.

«Ho paura di diventare una piccola, triste casalinga» si sfoga.
«Non voglio sposare un uomo come mio padre, che continuava a flirtare con tutte le donne per sentirsi ancora attraente e quasi uccise mia madre», trema Jackie, senza sapere che quello sarebbe stato esattamente il tipo di uomo che avrebbe sposato.

Ma all'inizio il matrimonio con John, "Jack" nel linguaggio privato, l'aveva resa felice: «Non credevo che sarei potuta essere così felice», scriveva entusiasta al confessore lontano seimila chilometri.

Le lettere arrivavano scritte prima sulla carta intestata al suocero, poi su quella ufficiale della Casa Bianca, mentre il vento della storia e della tragedia faceva girare crudelmente la sua vita. «Tutti credono che questa sia un'esistenza di felicità e di successo, ma la gente non sa quanta fatica e quanto sforzo imponga vivere nella luce continua dei riflettori».

«Ho conosciuto molti politicanti e sono sbigottita: sono proprio una specie a parte ». Anche di se stessa, circondata da «teste coronate e uomini del destino», scrive di essere stata sopraffatta dall'ambizione, «come Lady Macbeth», la tragica, suicida regina shakespeariana.

Jackie e il sacerdote si incontreranno ancora per una seconda volta durante un viaggio ufficiale del Presidente in Irlanda. Poco dopo, era il 1962 e Dallas sembrava ancora impensabile, lei riassunse in una parola che il prete poteva capire benissimo
che cosa significasse essere la Prima Signora» dentro quella meravigliosa gabbia dipinta di bianco: «Un inferno». In quell'inferno lei ammise di sentirsi «sola ».

È un percorso da brividi, quello che le confessioni di Jackie Bouvier poi Kennedy e poi Onassis disegna per la sola persona con la quale si confidi, ormai un ottuagenario prete che non dirà mai a nessuno, pur non essendo quelle lettere coperte dal segreto sacramentale, di essere il confessore a distanza della donna forse più celebre e celebrata del mondo nei primi anni ‘60.

Le ansie e le speranze della studentessa di ottima famiglia diventano le paure di una giovane moglie, poi le inquietudini di una donna intrappolata in un una parte che la obbliga a essere sempre perfetta e infine nell'abisso di una vedovanza fulminante.

«Provo una grande amarezza verso Dio - scriverà nell'ultima lettera al prete Vincenziano - ma voglio ancora credere che un giorno rivedrò il mio Jack. Ma se lo rivedrò e dunque sarò in Paradiso, dovrò a chiedere a Dio perché abbia permesso che fosse ucciso ».

Non conosciamo la risposta del religioso, che morirà poche settimane dopo l'assassinio di Jfk, perché la sua parte nella corrispondenza è andata distrutta, ma risulta, da uno scritto di Jackie che padre Joseph Leonard si pentì di come l'aveva chiamata. «Ora non sei più una girouette », una banderuola spinta dal vento, le scrisse. La corrispondenza tra i due, come la tempesta della storia su di lei, finì in quel 1963.

 

Jackie Kennedy braccata PADRE Joseph Leonard e JACKIE KENNEDY PADRE Joseph Leonard e JACKIE KENNEDY PADRE Joseph Leonard e JACKIE KENNEDY marylin monroe john fitzgerald kennedy theredlist Marilyn Monroe E John Fitzgerald Kennedy

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."