
JOBS SCAZZ NEL PD! I DEM IN CAMPO PER IL REFERENDUM, LA SCHLEIN CHIEDE DI VOTARE 5 SI’ MA LA MINORANZA SI SMARCA SUI QUESITI SULLA ABROGAZIONE DEL JOBS ACT, RIFORMA BANDIERA DEL PD RENZIANO – MATTEONZO RENZI CHIAMA A RACCOLTA I RIFORMISTI: “VI ASPETTO IN ITALIA VIVA”- RESTA SUL TAVOLO ANCHE LA POSSIBILITÀ CHE QUALCHE DEM DECIDA DI NON RITIRARE LA SCHEDA. IL QUORUM RESTA UNA CHIMERA TANTO PIU’ CHE IL GOVERNO HA INVITATO ALL’ASTENSIONE…
Gabriella Cerami per la Repubblica - Estratti
La linea del Pd resta quella decisa dalla direzione del partito: votare cinque sì ai quesiti referendari, su lavoro e cittadinanza, dell’8 e 9 giugno.
I dirigenti dem fanno scudo quando dall’area riformista arrivano i primi distinguo con conseguente invito di Matteo Renzi, “padre” del Jobs act, ad avvicinarsi a Italia viva: «Le nostre porte sono aperte. Noi vogliamo costruire una coalizione in cui il peso delle nostre idee conti. Senza di noi si perde, lo abbiamo visto».
Lunedì sera la minoranza interna si è riunita per fare il punto in vista della prossima battaglia e ha deciso di smarcarsi votando sì solo a due quesiti su cinque. A dividere i dem sono i referendum che chiedono l’abrogazione delle norme che impediscono il reintegro al lavoro in caso di licenziamenti illegittimi, della legge che facilita i licenziamenti nelle piccole imprese e la cancellazione delle regole che hanno allargato l’utilizzo dei contratti a termine.
La minoranza invece voterà sì solo al quesito sulla cittadinanza così gli stranieri stabilmente residenti in Italia vedrebbero dimezzato il tempo, da 10 a 5 anni, per diventare italiani, se ne fanno richiesta. E a quello sul lavoro sicuro che abroga le norme che impediscono in caso di infortunio sul lavoro negli appalti di estendere la responsabilità all’impresa appaltante.
Sul resto del pacchetto Jobs act l’orientamento è votare no o scheda bianca. Ma resta sul tavolo anche la possibilità che qualcuno decida di non ritirare la scheda, facendo indirettamente il gioco della maggioranza di governo, che invita a non presentarsi alle urne così da non raggiungere il 50% più uno degli elettorali.
MATTEO RENZI E STEFANO BONACCINI
La partita ruota infatti attorno al quorum. «Io credo che invitare al non voto sia un grave errore politico e un elemento pericoloso sul piano della tenuta democratica», dice il segretario della Cgil, Maurizio Landini, promotore dei quesiti sul lavoro ricordando lo slogan “Il voto è la nostra rivolta”: «Vogliamo dare diritti a chi non li ha».
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