PIÙ MIGRANTI PER TUTTI - IL PIANO JUNCKER OBBLIGA GLI STATI MEMBRI AD ACCOGLIERLI E PERMETTE L’AFFONDAMENTO DEI BARCONI. MA LA LIBIA SI OPPONE: “NIENTE GUERRA AGLI SCAFISTI” (TI CREDO, PORTANO SOLDI)

1. MIGRANTI, LA SVOLTA DELL’UE “TUTTI GLI STATI MEMBRI OBBLIGATI AD ACCOGLIERLI SÌ ALL’ASILO POLITICO EUROPEO”

Alberto D’Argenio per “la Repubblica

 

renzi tsipras rutte juncker all eurogrupporenzi tsipras rutte juncker all eurogruppo

È una rivoluzione nel segno della solidarietà quella in arrivo da Bruxelles sulla politica europea per l’immigrazione: obbligo per tutti paesi ad accogliere chi sbarca sulle coste italiane o degli altri paesi rivieraschi, missioni nei porti libici per sequestrare e distruggere i barconi dei trafficanti di esseri umani, aiuti ai paesi di origine e transito per sgominare le bande criminali che ruotano intorno alla Libia. Sono questi i punti cardine della nuova Agenda sull’immigrazione che, salvo sorprese, sarà approvata mercoledì dalla Commissione europea e le cui bozze iniziano a circolare tra le Cancellerie continentali.

 

jean claude junckerjean claude juncker

Un testo ambizioso oltre ogni aspettativa anche grazie all’impegno personale del presidente dell’esecutivo comunitario, Jean Claude Juncker, dell’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione, Federica Mogherini, del vicepresidente Frans Timmermans e del commissario all’Immigrazione Dimitris Avramopoulos.

 

Sembra dunque che in Europa si sia finalmente sviluppata una nuova sensibilità sulle tragedie che periodicamente si consumano nel Mediterraneo. Un ruolo tristemente centrale lo ha avuto la strage di aprile quando nel Canale di Sicilia sono morti 900 migranti e dopo la quale l’Italia aveva ottenuto un summit straordinario dei capi di Stato e di governo a Bruxelles. Da quel momento la percezione politica è cambiata permettendo alla Commissione di preparare un testo di spessore che sarà discusso, e approvato, dal collegio preceduto da Juncker mercoledì prossimo. Un passaggio non facile: in molti si aspettano un dibattito acceso tra i commissari europei, non tutti ancora convinti della necessità di un salto di qualità di questa portata.

IL  CENTRO IMMIGRATI DI MINEO IN SICILIAIL CENTRO IMMIGRATI DI MINEO IN SICILIA

 

Se passerà l’Agenda dovrà poi essere approvata dal Consiglio (i governi) e dal Parlamento di Strasburgo. Altro percorso non facile. Basta leggere le dichiarazioni rilasciate preventivamente ieri del premier ultranazionalista ungherese Victor Orban: «È un’idea folle quella di dividere gli immigrati fra i paesi dell'Unione, mi opporrò». E ieri l’ambasciatore libico all’Onu, Ibrahim Dabbashi, ha affermato che la Libia non appoggia l’idea di interventi europei nelle sue acque territoriali. Dunque per portare a casa il risultato servirà una vera battaglia politica dentro e fuori all’Unione: in prima linea oltre a Juncker ci saranno Renzi, Merkel e Hollande.

 

Nel dettaglio l’Agenda prevede una serie di azioni immediate per rispondere all’emergenza migranti e alle stragi in mare accompagnate da misure di mediolungo termine per cambiare la politica migratoria europea.

 

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La novità di maggior rilievo, se verrà confermata mercoledì, è la proposta di creare un sistema di quote obbligatorie di ripartizione tra tutti i paesi europei dei migranti già presenti sul territorio dell’Unione. Per fare un esempio, gli stranieri oggi stipati nei centri d’accoglienza italiani o maltesi, ormai al collasso, saranno sparpagliati tra i Ventotto con un criterio di quote obbligatorio al quale nessun governo potrà sottrarsi. Saranno poi i paesi in questione a occuparsi delle pratiche di asilo o dei rimpatri in modo da alleggerire non solo i paesi che fronteggiano gli sbarchi, ma anche quelli dove la maggioranza dei rifugiati poi si stabilisce come Germania, Svezia, Francia, Italia o Belgio.

 

Nel medio termine si propone anche una revisione delle politiche di asilo: l’obiettivo è il mutuo riconoscimento delle decisioni di un singolo paese in modo che se ad uno straniero viene riconosciuto lo status di rifugiato, questo possa poi trasferirsi da una nazione all’altra all’interno dell’Ue. Insomma, sarà un asilante europeo, non italiano, francese o tedesco come avviene oggi.

 

canale sicilia barconecanale sicilia barcone

La Commissione proporrà anche il contrasto alle attività dei trafficanti nel Mediterraneo, come chiesto dal summit straordinario di aprile. Si tratta di un missione chiamata a intercettare i barconi degli scafisti anche in acque territoriali libiche, persino dentro ai porti, sequestrarli prima della partenza ed eventualmente affondarli. Per dare chance di successo alla missione Bruxelles propone anche un lavoro di stretta condivisione di informazioni tra le intelligence europee.

 

Proprio lunedì Mogherini sarà a New York per tessere la tela al Consiglio di Sicurezza, vista la necessità di agire all’interno del diritto internazionale. L’Europa punta ad avere una risoluzione delle Nazioni Unite che dia il via libera alla missione entro il summit europeo del 25 e 26 giugno per permettere ai leader Ue di lanciarla prima di luglio. La Commissione conferma poi che verranno triplicati i soldi per Frontex, ovvero per la missione Triton nel Canale di Sicilia.

 

Ambiziosa anche la parte di politica estera dell’Agenda, curata direttamente dalla Mogherini. Si propone di integrare tutte le politiche europee di settore per ottenere risposte dai paesi di origine e di transito: saranno tutte indirizzate al fine di ottenere la massima collaborazione dei governi locali affinché contrastino i trafficanti, ne sgominino le bande e impediscano loro di far entrare i migranti in Libia, dove poi spariscono dai radar internazionali fino all’attraversata sulle carrette del mare. Un lavoro che nelle intenzioni di Bruxelles sarà finalizzato nel vertice tra Ue e Africa di ottobre a Malta.

NAUFRAGIO NEL CANALE DI SICILIA  NAUFRAGIO NEL CANALE DI SICILIA

 

Per ottenere l’intervento nei paesi di origine si punta anche ad aiuti economici per contrastare la povertà, una delle cause delle partenze oltre alle guerre e alle persecuzioni. Si proporrà poi di aiutare economicamente i paesi di transito - come Sudan, Egitto, Ciad e Niger - per aumentare i controlli alle frontiere in modo da in- tercettare i camion dove i trafficanti stipano i migranti. Sgominare le bande, salvare i migranti e accoglierli in campi Unhcr dove poi verranno rimpatriati o portati in Europa se ne avranno diritto. Già oggi l’Europa tra aiuti umanitari e altre politiche attive spende circa un miliardo all’anno per l’Africa, se tutto il flusso di spesa verrà indirizzato o condizionato alla lotta all’immigrazione clandestina, scommettono a Bruxelles, si potranno ottenere risultati concreti.

 

mogherini renzi ban ki moon 2mogherini renzi ban ki moon 2

Novità arriveranno anche sulla migrazione legale, quella economica, ritenuta necessaria per contrastare il flusso clandestino dei disperati in cerca di lavoro e per rispondere alle necessità del mercato del lavoro. Si pensa ad una Blu Card europea che funzionerà grazie una piattaforma comune che identificherà che genere di specializzazioni, professionalità o mano d’opera sia richiesta in ogni momento in Europa.

 

 

2. LA LIBIA BOCCIA L'IPOTESI UE DI FARE GUERRA AGLI SCAFISTI

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 (ANSA) - La Libia boccia ogni ipotesi di intervento europeo per distruggere sul suo suolo i barconi dei trafficanti di esseri umani: "Non ci hanno mai consultati, non accetteremo mai militari sul terreno" (boots on the ground), avverte l'ambasciatore libico all'Onu, rendendo più complicata la partita che si sta giocando in questi giorni al Consiglio di Sicurezza. L'unica alternativa per fermare il flusso dei migranti, sottolinea, è armare il governo di Tobruk, quello riconosciuto, per fargli riprendere il controllo di tutto il Paese.

 

L'emergenza sbarchi, con il suo tragico carico di morte nel Mediterraneo, arriverà al Palazzo di Vetro lunedì prossimo per la prima volta, con un rapporto del 'ministro degli esteri' europeo, Federica Mogherini. L'Italia, che tra i Paesi europei è quello più esposto, da giorni è in pressing perché il Consiglio di Sicurezza 'certifichi' l'esigenza di combattere gli scafisti, facendo passare una risoluzione che autorizzi un'iniziativa europea di contrasto agli "schiavisti del XXI secolo", come li ha etichettati il premier Matteo Renzi.

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Tecnici e diplomatici europei sono al lavoro per mettere in piedi un piano con le possibili azioni di intervento, che potrebbero prevedere anche operazioni entro le acque interne libiche per l'arresto degli scafisti, il sequestro e la distruzione delle imbarcazioni sulla falsariga di quanto messo in atto con l'operazione Atalanta contro i pirati del Corno d'Africa. Questa opzione, però, oggi è stata respinta con forza dal Paese da cui partono gli scafisti, la Libia: "Non siamo stati nemmeno consultati", ha detto in un'intervista all'Ap l'ambasciatore al Palazzo di Vetro, Ibrahim Dabbashi, aggiungendo che l'idea di schierare più imbarcazioni al largo delle coste libiche per salvare i migranti è "totalmente stupida" perché incoraggerebbe ancora più migranti ad arrivare in Libia, rendendo più difficile il controllo da parte delle autorità locali.

 

Isis - libiaIsis - libia

Netto no anche alla distruzione dei barconi, perché - ha affermato - sarebbe difficile distinguerli da altre imbarcazioni. "L'unica via" per risolvere questa emergenza, ha sottolineato, è di aiutare il governo di Tobruk, l'unico riconosciuto dalla comunità internazionale, a prendere il controllo di tutto il Paese, fornendogli armi, a maggior ragione ora che i negoziati fra le parti promossi dall'Onu languono.

 

"Una volta che riprenderemo Tripoli - ha spiegato Dabbashi - sarà molto semplice fermare il flusso di immigrazione clandestina verso l'Europa perché conosciamo tutti coloro che sono coinvolti in questo business". Dabbashi ha sottolineato che queste attività partono dall'ovest del Paese, in mano agli islamisti e all'Isis. L'altolà di Tobruk, adesso, può costituire un grosso ostacolo al via libera dell'Onu alla guerra ai trafficanti. Il Consiglio di Sicurezza si aspetta infatti una richiesta d'intervento dalle autorità libiche, aveva detto ieri l'ambasciatore della Lituania, presidente di turno dei 15.

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