1. OBAMA’S SECRET! “GIOCO SUL CAMPO PIÙ SCIENZE COMPORTAMENTALI UGUALE VITTORIA” 2. L’ARMA USATA PER VINCERE LE PRESIDENZIALI AMERICANE SI CHIAMA “BIG DATA”, LA PIÙ COLOSSALE BANCA DATI DELLA POLITICA MONDIALE: ALGORITMI, HYPERTARGETING, MONITORAGGIO DEI SOCIAL NETWORK, ANALISI DELLE PREFERENZE: ECCO GLI STRUMENTI CHE HANNO SURCLASSATO I VECCHI SONDAGGI E I CALCOLI A SPANNE DI KARL ROVE 3. NELLA “CAVERNA”, IL QUARTIER GENERALE HI-TECH DEGLI OBAMIANI, DECINE DI SMANETTONI HANNO TRASFORMATO UNA MONTAGNA DI DATI IN SOFISTICATISSIMI STRUMENTI ELETTORALI 4. PIÙ CHE CASALEGGIO, SEMBRA DI STARE ALLA NASA. CON OBIETTIVO NON PIÙ LA LUNA, MA L’ELETTORE CHE SE NE STA TRANQUILLO A CASA SUA, IGNARO, FINORA ALMENO

Filippo Sensi per "Europa Quotidiano"

Nella notte elettorale, tra i venti e passa milioni di tweet che hanno fatto della vittoria di Barack Obama l'evento politico più seguito nella storia del social network, non poteva passare inosservato il commento di Richard Thaler, l'inventore del "nudge", la spintarella gentile che determina i comportamenti, come insegna all'università di Chicago (già, la città del Presidente).

«Ground game + behavioral science = win!», twittava il professore, «gioco sul campo più scienze comportamentali uguale vittoria ». Che non sarà una strategia elettorale in 140 caratteri, ma poco ci manca, visto che il collega con cui Thaler ha scritto il suo fortunato libro, Cass Sunstein, è stato uno dei collaboratori più stretti del Presidente.

Forse il segreto meglio custodito della campagna che ha riportato Obama alla Casa Bianca sta proprio in questo mix, nel circuito virtuoso tra il tradizionale porta a porta e le nuove tecnologie, tra mobilitazione, informazione e persuasione, la formula magica elaborata dai tre moschettieri democratici, i due David, Axelrod e Plouffe, e Jim Messina.
Sarà che, tradizionalmente, i giornalisti sono ghiotti di laboratori e arti oscure, meglio se hi-tech: capitò così nel '92 con la "war room" di Bill Clinton e i "focus group" di Stan Greenberg o nel '97 con Excalibur, il poderoso database nelle mani del New Labour di Tony Blair.

E risuccede, puntualmente, oggi, con Big Data, la colossale mole di informazioni sensibili su cui la campagna di Obama ha costruito la sua vittoria.

Nella «caverna», come veniva chiamata l'area digitale nel quartier generale di One Prudential Plaza, decine di smanettoni hanno trasformato algoritmi in sofisticatisimi strumenti elettorali, per rendere più «efficienti» - è la parola chiave - la raccolta fondi o il posizionamento degli spot, sia online sia in tv, o ancora il cosiddetto «hypertargeting », il bombardamento personalizzato via mail per sollecitare soldi o iniziative.

È stata l'ossessione di Plouffe nel 2008, e Messina lo ha ribadito per questa tornata elettorale: «Misureremo ogni singola cosa in questa campagna», come riporta ‘Time' magazine. Detto, fatto. Sotto pseudonimi da spy story come «Narvalo» o «Acchiappasogni», le operazioni della Spectre di Obama consentono di incrociare dati, di guidare in modalità cloud il porta a porta dei volontari, di estrarre dai contatti della mailing list o degli elenchi del partito una serie di informazioni sensibili sul profilo degli elettori.

Vai su Facebook? La campagna ti studia, ti osserva. Usi la carta di credito? Una società come Catalist, fondata dal clintoniano Harold Ickes, è in grado di sciorinare nel dettaglio preferenze e consumi. Navighi sul sito? I cookies parlano di te più e meglio di una confessione a cuore aperto.

Il Grande Fratello digitale si è sostituito all'orecchio assoluto degli spin doctor, al fiuto dei consulenti, alla sintonia fine dei sondaggisti. «Obamadata », come viene chiamato nello staff questo Golem elettronico, è il motore di una serie di scelte strategiche: basti pensare al successo di una iniziativa online come Quick Donate, un programmino che consente agli elettori di donare un contributo via sms, senza dovere per forza dare ogni volta i dati della propria carta di credito.

Numeri alla mano, gli architetti dell'area digitale della campagna di Obama, dal capo Joe Rospars a Teddy Goff - entrambi a Blue State Digital, due veterani del 2008 - da Andrew Bleeker (pubblicità in rete) ad Amelia Showalter (ricerca quantitativà), da Michael Slaby a Harper Reed (il geniale mago di Big Data, cresta, orecchino e death metal), da Dan Wagner a Rayid Ghani, testano e misurano, raccolgono ed estraggono.

Dai loro report nascono le decisioni di marketing elettorale: associare quel testimonial e non un altro a quella iniziativa; simulare gli scenari di voto in uno stato come l'Ohio («Abbiamo fatto le elezioni 66mila volte ogni notte», hanno confessato a Michael Scherer); inviare centinaia di mail, anche solo per affinare un messaggio o indurre a cliccare un link, prezioso per il «data mining» democratico.

La campagna «smart» degli Obama boys 2.0 trasporta in politica le tecniche e gli strumenti che da anni si usano nel settore privato, mette a frutto la filosofia del «crowdsourcing» (nella precedente vita professionale, ad esempio, Reed vendeva online magliette in una comunità, Threadless, che consentiva raffronti e suggerimenti, come un social network). Rischi ce ne sono, per la privacy innanzitutto.

Ma la frequentazione e i buoni consigli dei giganti della Silicon Valley, da Google a Facebook a Twitter, ha consentito al Presidente di mettere a punto una macchina che unisce la spregiudicatezza di Chicago alle neuroscienze, la West Wing a Cupertino. Facendo invecchiare, in un istante, i calcoli a spanne di Karl Rove e sopravanzando gingilli utilizzati dai repubblicani come Lotame. Più che Casaleggio, sembra di stare alla Nasa. Con obiettivo non più la luna, ma l'elettore che se ne sta tranquillo a casa sua, ignaro, finora almeno.

 

obama watching you ONE PRUDENTIAL PLAZA A CHICAGO Obama Big brother david plouffe CASS SUNSTEIN PARLA CON OBAMA richard thaler x JIM MESSINAharper reed

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONA – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…

giorgia meloni giampaolo rossi antonino monteleone laura tecce antonio preziosi monica giandotti pierluigi diaco

PRIMA O POI, AFFONDE-RAI! - MENTRE IN CDA SI TRASTULLANO SUGLI ASCOLTI DECLINANTI DI “TG2 POST”, SI CHIUDONO GLI OCCHI SULLO STATO ALLA DERIVA DI RAI2 E DI RAI3 - UN DISASTRO CHE NON VIENE DAL CIELO. LA TRASFORMAZIONE DELLA PRODUZIONE DEI PROGRAMMI DALLE TRE RETI A DIECI DIREZIONI IN BASE AL "GENERE" (INTRATTENIMENTO, INFORMAZIONE, FICTION, ECC.), AVVIATA DA FUORTES NEL 2021 MA IMPLEMENTATA DALL’AD GIAMPAOLO ROSSI (CON LA NOMINA DELLA DIREZIONE DEL "COORDINAMENTO GENERI" AFFIDATA A STEFANO COLETTA), HA PORTATO ALLA PERDITA DI IDENTITÀ DI RAI2 E DI RAI3 MA ANCHE AL TRACOLLO DEGLI ASCOLTI (E DELLE PUBBLICITÀ) - LO SCIAGURATO SPACCHETTAMENTO HA PORTATO A UNA CENTRALIZZAZIONE DECISIONALE NELLE MANI DI ROSSI E A UN DOVIZIOSO AUMENTO DI POLTRONE E DI VICE-POLTRONE, CHE HA FATTO LA GIOIA DEI NUOVI ARRIVATI AL POTERE DI PALAZZO CHIGI - PURTROPPO IL SERVILISMO DI UNA RAI SOTTO IL TALLONE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI NON PAGA. LE TRASMISSIONI CHE DOPO UNA MANCIATA DI PUNTATE FINISCONO NEL CESTINO ORMAI NON SI CONTANO PIÙ. TANTO CHE I DUE CANALI SONO STATI RIBATTEZZATI ‘’RAI2%’’ E ‘’RAI3%’’...

fabio pinelli soldi csm

DAGOREPORT – ALTRO CHE SPENDING REVIEW AL CSM TARGATO FABIO PINELLI – IL VICEPRESIDENTE DI NOMINA LEGHISTA SEMBRA MOLTO MENO ATTENTO DEL PREDECESSORE NELLA GESTIONE DELLE SUE SPESE DI RAPPRESENTANZA – SE NEL 2022, QUANDO ERA IN CARICA DAVID ERMINI, ERANO STATE SBORSATI APPENA 4.182 EURO SU UN BUDGET TOTALE DI 30 MILA, CON L’ARRIVO DI PINELLI NEL 2023 LE SPESE DI RAPPRESENTANZA PER TRASFERTE E CONVIVI SONO LIEVITATE A 19.972 EURO. E NEL 2024 IL PLAFOND DISPONIBILE È STATO INNALZATO A 50 MILA EURO. E PER LEGGE IL VICEPRESIDENTE DEL CSM NON DEVE DETTAGLIARE LE PROPRIE NOTE SPESE DI RAPPRESENTANZA...

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO