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LA CONSOB FA SALTARE IL BANCO – L’AUTORITÀ DELLE SOCIETÀ QUOTATE “CONGELA” PER UN MESE L’OFFERTA DI UNICREDIT SU BANCO BPM: CONCEDE 30 GIORNI DI TEMPO A ORCEL PER TRATTARE CON IL GOVERNO, CHE HA IMPOSTO UN MURO ALL’OPERAZIONE CON I PALETTI RIGIDI DEL GOLDEN POWER. E PARLA DI “SITUAZIONE DI INCERTEZZA CHE NON CONSENTE UN FONDATO GIUDIZIO SULL’OFFERTA” – I VERTICI DI BPM SULLE BARRICATE PARLANO DI UN PROVVEDIMENTO “ABNORME, DI ASSOLUTA GRAVITÀ”. IL GIRAMENTO DI COJONI È MASSIMO PERCHÉ SI ALLUNGA IL PERIODO IN CUI SARANNO SOGGETTI AI VINCOLI DELLA “REGOLA DELLA PASSIVITÀ”

Estratto dell’articolo di Giuliano Balestreri per "la Stampa"

 

paolo savona foto di bacco (3)

Il risiko bancario diventa una guerra. E la Consob concede a Unicredit 30 giorni di tempo in più per trattare con il governo sui paletti messi dal Golden power alla scalata a Banco Bpm.

 

Alla luce dei difficili rapporti tra l'ad Andrea Orcel e il governo Meloni, il negoziato è tutto in salita, ma potrebbe allargarsi alla partita per il futuro di Generali per arrivare fino alla scalata di Mps a Mediobanca.

 

La decisione dell'authority di Borsa scatena l'ira di Piazza Meda. Fonti vicine a Banco Bpm spiegano che verrà adottata «ogni iniziativa a tutela della banca e dei suoi azionisti» per contrastare «un provvedimento abnorme, di assoluta gravità».

 

ANDREA ORCEL - FOTO LAPRESSE

Nel frattempo i legali stanno studiando le carte di una mossa che pochi ritenevano possibile - l'Ops di Unicredit era proprio subordinata al Golden power - e oggi la banca dovrebbe prendere una posizione ufficiale ancora più netta.

 

La rabbia in Piazza Meda è tanta: l'Offerta annunciata il 25 novembre 2024 e partita il 28 aprile si concluderà il prossimo 23 luglio.

 

Con la possibilità per Orcel di attendere fino alla fine del mese prima di decidere se rilanciare o accettare le azioni. Nel frattempo la banca milanese si trova di fatto bloccata dalla passivity rule, mentre le migliaia di azionisti gruppo restano al vento in attesa degli eventi.

 

unicredit 2

La decisione, si legge nella delibera dell'authority, è stata presa alla luce della «situazione di incertezza» che avvolge gli esiti del tentativo, da parte di Unicredit, di riaprire il procedimento che ha portato all'adozione delle dure prescrizioni del Golden power.

 

«La predetta situazione di incertezza non consente, allo stato, ai destinatari, di pervenire a un fondato giudizio sull'offerta», spiega Consob, la cui delibera potrà essere impugnata davanti al Tar del Lazio.

 

Anche perché l'offerta continua a essere a sconto del 4,1% rispetto ai corsi di Borsa.

 

Giuseppe Castagna - PRIMA DELLA SCALA 2024

Dal provvedimento emerge che Unicredit, lo scorso 21 aprile, tre giorni dopo l'adozione del dpcm sul Golden power, ha presentato alla presidenza del Consiglio dei Ministri una «istanza di autotutela» con la quale ha chiesto che «il procedimento sia riaperto» al fine «di poter motivare sulle informazioni e sui dati forniti» che «non risultano valutati» e «menzionati nel provvedimento», «affinché siano chiariti i contenuti delle prescrizioni che rimangono ambigue» e «affinché possa essere configurato un dispositivo compatibile, dal punto di vista dei tempi, con le caratteristiche e il regime proprio dell'Ops».

 

I TRE FRONTI DI UNICREDIT

Orcel ha inoltre chiesto che «l'amministrazione competente per il monitoraggio» del rispetto delle prescrizioni del Golden power «possa verificare l'esistenza delle ragioni che rendono impossibile» il loro adempimento.

 

Su richiesta di Unicredit, la Consob ha quindi sospeso l'offerta perché ci sarebbero - ai sensi di legge - «fatti nuovi o non resi noti in precedenza tali da non consentire ai destinatari di pervenire ad un fondato giudizio»; in particolare in relazione all'incertezza sull'esito del procedimento relativo al Golden power.

 

giancarlo giorgetti giorgia meloni foto lapresse.

Anche perché secondo Unicredit i paletti del governo, che spaziano dalla richiesta di uscire dalla Russia entro 9 mesi al mantenimento per cinque anni degli investimenti di Anima in asset italiani, non sembrano a Unicredit «completamente allineati con la legislazione italiana e comunitaria».

 

La mossa sul Banco, però, somiglia sempre più a un tentativo per trattare con il governo sul risiko bancario anche perché sono ormai tre le condizioni a cui l'Ops era subordinata e che nel tempo si sono invece realizzate: il rialzo del prezzo d'Opa su Anima, la mancata concessione del Danish compromise e il Golden power. Che il governo non ha intenzione di modificare.  […]

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