germania europa

“IL PROBLEMA DELL’EUROPA E’ LA GERMANIA NON L’ITALIA” - L’ECONOMISTA SERGIO CESARATTO: “BERLINO VUOLE SFRUTTARE L'UE, NON GUIDARLA. GRAZIE ALL'EURO SI ARRICCHISCE CON LE CRISI ALTRUI E LA GRECIA LO DIMOSTRA - LA FRANCIA, ECONOMICAMENTE MOLTO DEBOLE, È UN FANTOCCIO DELLA GERMANIA. OGGI LA BCE DOVREBBE…”

Carlo Tarallo per “la Verità”

SERGIO CESARATTO

 

Sergio Cesaratto, economista critico italiano, tra i più noti a livello internazionale, è professore ordinario di politica monetaria e fiscale dell'Unione economica e monetaria europea, economia della crescita e post-keynesian economics all'università di Siena.

Il suo ultimo saggio è intitolato “Chi non rispetta le regole? Italia e Germania, le doppie morali dell' euro”.

 

Professor Cesaratto, secondo lei chi è che non rispetta le regole europee?

«L' idea del libro è che quello che non ha funzionato in Europa non è certo colpa dell'Italia. L'Italia ha messo in campo una operazione di risanamento fiscale già dagli anni Novanta, prima dell'euro. Risanamento pagato molto caro: è calata la domanda interna, la produttività non è cresciuta, è stagnata se non diminuita. L'Italia ha fatto uno sforzo enorme, pagato con tagli alla spesa pubblica e effetti negativi sulla domanda interna.

 

La Germania invece con l'euro ci ha guadagnato, ha perseguito una sua vecchia politica di tenere l'inflazione più bassa degli altri. Con sistemi di cambi fissi come l'euro, gli altri Paesi hanno rinunciato alla possibilità di svalutare, di guadagnare competitività. La Germania ha guadagnato con la crisi del 2008: l'euro si è indebolito e ha rafforzato le esportazioni tedesche»

 

La Germania ha contribuito all' esplosione della crisi?

draghi merkel

«Certamente. La crisi è stata causata dall' indebitamento di alcuni Paesi europei periferici: Spagna, Portogallo, Grecia, Irlanda. Questi Paesi ricevevano prestiti dalla Germania, che si traducevano in acquisto di beni tedeschi. Una politica mercantilista, quella di Berlino: tenere bassi i salari interni, così i profitti sono alti, e il sovrappiù dei prodotti viene venduto all'esterno. Ma è una politica che ha le gambe corte: i Paesi periferici vedono crescere il loro debito, c'è scarsa fiducia sulla loro capacità di restituirlo e scoppia la crisi. Il modello tedesco è incompatibile con un' unione monetaria. Il problema dell' Europa è la Germania, non l'Italia».

 

DONALD TUSK ANGELA MERKEL GIUSEPPE CONTE MOAVERO

Come dovrebbe cambiare l'Europa?

«La Germania dovrebbe espandere di più il proprio mercato interno, aumentando i salari, ma la verità è che i tedeschi non vogliono fare la locomotiva. La locomotiva dell' economia mondiale sono gli Stati Uniti, che con la loro domanda interna tengono su l'economia del globo. Gli Usa da sempre chiedono a Germania, Giappone e Cina di fare altrettanto. Nel 2008, 2009 e 2010 la Cina l'ha fatto, ha sostenuto la domanda mondiale. La Germania no. I dazi americani la Germania se li cerca. Vuoi solo vendere e non vuoi comprare, gli altri in qualche modo reagiscono».

 

Lei scrive che la Germania ha bisogno di avvalorare l'illusione che anche la Francia abbia voce in capitolo in Europa, per non dare l'impressione di una egemonia

giuseppe conte angela merkel

«La Francia è un fantoccio della Germania. La Francia è economicamente molto debole, per certi versi più debole dell' Italia. La Germania ha bisogno della finzione che in Europa si è in due a governare, ma del resto si è visto: le proposte di riforma dell' eurozona di Emmanuel Macron sono assolutamente timide e la Germania spesso ha detto di no e qualche volta ha fatto finta di dire di sì, come ha fatto la settimana scorsa davanti alla proposta su un minimo di bilancio europeo, ma si tratta di 20 miliardi. Come dire: nemmeno una finanziaria italiana. Parliamo sostanzialmente di una presa in giro».

 

La Germania vuole cambiare le regole europee: secondo lei cosa ha in mente?

banca centrale europea

«Cosa ha in mente la Germania non è chiaro, tranne che i propri interessi. Dell'Italia non gliene può importare di meno, tutte queste chiacchiere su una solidarietà europea lasciano il tempo che trovano. L'Italia è un Paese che, se c'è o non c'è, alla Germania non interessa più di tanto. Certo, può comprare qualche buona impresa italiana, come la Ducati (controllata da Audi, ndr), ma di tutto il resto le importa poco.

 

La Germania vuole, come ha chiaramente detto, che i mercati sanzionino l'Italia. Affinché questo accada, la Bce non deve intervenire a sostegno dei titoli italiani. Uno Stato è lasciato alla mercè dei mercati, con la Commissione europea che li aizza: questa è la situazione in cui ci troviamo. Sono indubbiamente molto forti, molto bravi, non solo loro, ma anche i francesi, Noi avremmo bisogno di più flessibilità, più domanda interna, di una banca centrale che ci sostenga».

DRAGHI MERKEL

 

E il quantitative easing voluto da Mario Draghi?

«Si questo l'ha fatto, ma il quantitative easing europeo è partito con sei anni di ritardo rispetto a quello americano. Sei anni di ritardo, che noi abbiamo pagato con l'aumento del debito dal 100% del 2007 al 130% di oggi. Il non far nulla della Bce e l'austerità ci sono costati 30 punti di rapporto debito/pil. Inoltre, con il quantitative easing la Bce ha comprato titoli di tutti i Paesi, tanto è vero che i tedeschi hanno il tasso di interesse sul Bund a 10 anni al 0,3/0,4%, noi ce l'abbiamo al 3,5 per cento in più.

 

È chiaro che così per i tedeschi è facile tenere le finanze pubbliche sane, ma non c'è ragione economica perché l'Italia paghi tassi di interesse così assurdi. Il Giappone ha tassi a zero con il rapporto debito/pil al 250%. Il debito pubblico giapponese è enorme, ma la banca centrale tiene i tassi a zero e quindi non è un problema».

QUANTITATIVE EASING DRAGHI

 

Cosa potrebbe o dovrebbe fare la Bce?

«La Bce potrebbe intervenire selettivamente sui titoli pubblici italiani se lo volesse. Tra l'altro, sarebbe obbligata a farlo, perché gli alti tassi di interesse sui titoli italiani si trasmettono poi sul costo dei nuovi mutui, sul costo del credito a famiglie e imprese.

 

La Bce, siccome deve garantire che il costo del credito sia il medesimo per tutti i Paesi europei, dovrebbe intervenire sui titoli pubblici italiani. Nel 2010/12 un po' lo ha fatto. Comprò solo alcuni titoli di Stato: italiani, spagnoli, irlandesi. Dovrebbe farlo anche adesso, non per sostenere lo Stato italiano, ma per garantire che i tassi di interesse per famiglie e imprese siano i medesimi».

 

Cosa pensa del braccio di ferro tra il governo italiano e la Commissione europea?

«Il governo italiano non è che stia violando chi sa cosa. È un attacco politico, quello della Commissione europea».

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE...