BACILE PORCILE, CHI L’HA VISTO? - DEL FILM-SBERLEFFO A MAOMETTO, “INNOCENSE OF MUSLIMS”, NON C’E’ TRACCIA - IN RETE GIRA SOLO IL TRAILER, SECONDO SAM BACILE IL FILM SAREBBE STATO PROIETTATO UNA SOLA VOLTA - BACILE CHI? ANCHE L’IDENTITA’ E IL PASSATO DEL “REGISTA” SONO UN MISTERO - IN ISRAELE NON RISULTEREBBE ALCUN CITTADINO CON QUESTO NOME - DUBBI ANCHE SULLA “FEDELTA’” DELLA TRADUZIONE IN ARABO - IL RUOLO DEL PASTORE JONES…

INNOCENSE OF MUSLIMS - IL TRAILER DELLA DISCORDIA
http://www.youtube.com/watch?v=fYQgacE2OW0&bpctr=1347526021


Francesca Paci per "la Stampa"

Di lui si sa pochissimo, ma di certo il misterioso 56enne israelo-americano Sam Bacile conosceva la portata dell'incendio che avrebbe acceso diffondendo le immagini di «Innocence of Muslims». Steve Klein, consulente del film girato in tre mesi nell'estate 2011, ha raccontato all'agenzia Ap di aver avvertito Bacile che rischiava di diventare «il prossimo Theo van Gogh».

Lui però, pur confidando all'amico di essere in ansia per alcuni familiari residenti in Egitto, avrebbe fatto spallucce all'eventualità di finire ammazzato come il regista danese autore del discusso Submission, in virtù di un anti-islamismo più forte della paura. Prova ne sia la dichiarazione rilasciata al «Wall Street Journal» dalla sua casa californiana poco prima di nascondersi in un luogo segreto.

«L'Islam è un cancro e il mio non è un film religioso ma politico» rivendica Bacile al quotidiano americano. Altrettanto politica sembra essere la risposta giunta da Bengasi, dove, verosimilmente, gli aggressori non hanno neppure visto il trailer su YouTube.

Chi c'è dietro il film che è costato quattro vite, tra cui quella dell'ambasciatore statunitense Christopher Stevens, e che lista a lutto l'eredità della primavera araba? Al di là delle teorie dietrologiche all'arrembaggio del web (a chi conviene questo caos? Ai gheddafiani? L'internazionale anti-islamica? Israele? I nemici di Obama?) ci sono le scarne biografie dei protagonisti della pellicola, non tanto i 59 attori amatoriali emuli di Sacha Baron Cohen o i 45 tecnici del rudimentale set, quanto quelli che assai più abilmente li hanno diretti.

Il regista, in primo luogo. Un imprenditore immobiliare prestato al cinema nel cui passato è difficile scavare. La Rete non fornisce indizi e in Israele, sostiene lo studioso irano-americano Reza Aslan, non risulterebbe alcun cittadino di nome Sam Bacile. Anche il giornalista ebreo Jeffrey Goldberg avanza dubbi sull'identità dell'uomo che afferma di aver ricevuto i 5 milioni di dollari necessari a girare da oltre 100 donatori ebrei ma di cui, osserva Goldberg, «nessun ebreo di mia conoscenza ha mai sentito parlare».

Altrettanto vago è il percorso del trailer che Bacile dice di aver postato su YouTube all'inizio di luglio e che si sarebbe diffuso nei giorni scorsi grazie all'invettiva di alcuni religiosi egiziani seguita alla traduzione in arabo di un qualcuno ignoto a Bacile ma, per sua ammissione, filologico nella resa del testo (solo martedì pomeriggio il video in arabo ha collezionato 40 mila visioni).

Ci sono poi i promotori del film, tra i quali la stampa americana identifica Terry Jones, il 61enne pastore protestante noto per i provocatori roghi del Corano che già negli anni scorsi avevano acceso l'iper-reattiva rabbia musulmana. Martedì sera, sul suo sito, aveva diffuso un comunicato affermando di voler trasmettere il trailer di 13 minuti nella sua chiesa a Gainesville, Florida.

«Si tratta di una produzione americana pensata non per attaccare i musulmani ma per mostrare l'ideologia distruttiva dell'islam» scriveva Jones, che ora è ricercato dalla procura egiziana per istigazione all'odio insieme ad altre otto persone tra cui alcuni copti. La sua idea era quella d'istituire l'«International Judge Mohammed Day», una giornata dedicata allo smascheramento del Profeta dell'Islam accusato di promuovere «omicidi, stupri, distruzione di persone e di cose attraverso i suoi scritti chiamati Corano». La stessa retorica che nel decimo anniversario dell'11 settembre aveva allarmato l'amministrazione Obama al punto da dare l'altolà al pastore intenzionato a bruciare pubblicamente il Corano.

Infine, dietro le quinte della pellicola, che per l'intera durata di due ore sarebbe stata proiettata una sola volta all'inizio dell'anno in uno studio di Hollywood (almeno così ripete Bacile), si cela Morris Sadek , un copto egiziano residente a Washington fuggito dal paese natale a causa della persecuzione dei cristiani.

Nelle ultime ore Sadek, che guida un piccolo gruppo conservatore chiamato National American Coptic Assembly, ha ridimensionato la sua iniziale difesa del video spiegando telefonicamente ai giornalisti statunitensi di essere dispiaciuto per quanto accaduto in Libia e di aver partecipato solamente alla prima parte del film, «quella dedicata alla persecuzione dei copti».

Le domande sono assai di più delle risposte fornite dalle scene di scarsa qualità di «Innocence of Muslims». Specie mentre si ventila l'ipotesi d'una pista qaedista sovrapposta alla facilmente manovrabile disposizione all'ira devastatrice dei più oltranzisti tra gli islamici. Ma la dialettica è talmente sinistra che i copti della diaspora, allarmati dal coinvolgimento di Morris Sadek, si sono affrettati a condannare il film e il suo misterioso regista.

 

IL FILM SU MAOMETTO INNOCENCE OF MUSLIMS IL FILM SU MAOMETTO INNOCENCE OF MUSLIMS IL FILM SU MAOMETTO INNOCENCE OF MUSLIMS IL FILM SU MAOMETTO INNOCENCE OF MUSLIMS j christopher stevens AMBASCIATORE USA IN LIBIA LA MORTE DI STEVENS

Ultimi Dagoreport

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA… 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

DAGOREPORT – OCCHIO ELLY: TIRA UNA BRUTTA CORRENTE! A MILANO, LA FRONDA RIFORMISTA AFFILA LE LAME: SCARICA QUEL BUONO A NIENTE DI BONACCINI, FINITO APPESO AL NASO AD APRISCATOLE DELLA DUCETTA DEL NAZARENO – LA NUOVA CORRENTE RISPETTA IL TAFAZZISMO ETERNO DEL PD: LA SCELTA DI LORENZO GUERINI A CAPO DEL NUOVO CONTENITORE NON È STATA UNANIME (TRA I CONTRARI, PINA PICIERNO). MENTRE SALE DI TONO GIORGIO GORI, SOSTENUTO ANCHE DA BEPPE SALA – LA RESA DEI CONTI CON LA SINISTRATA ELLY UN ARRIVERÀ DOPO IL VOTO DELLE ULTIME TRE REGIONI, CHE IN CAMPANIA SI ANNUNCIA CRUCIALE DOPO CHE LA SCHLEIN HA CEDUTO A CONTE LA CANDIDATURA DI QUEL SENZAVOTI DI ROBERTO FICO - AD ALLARMARE SCHLEIN SI AGGIUNGE ANCHE UN SONDAGGIO INTERNO SECONDO CUI, IN CASO DI PRIMARIE PER IL CANDIDATO PREMIER, CONTE AVREBBE LA MEGLIO…