
L’IMBOSCATA DI HAFTAR A PIANTEDOSI CREA IL PANICO A PALAZZO CHIGI – LO SMACCO DEL GOVERNO DI BENGASI AL MINISTRO DELL’INTERNO ITALIANO, AI COLLEGHI DI GRECIA E MALTA E AL COMMISSARIO UE BRUNNER, RESPINTI DALLA LIBIA IN QUANTO “PERSONE NON GRATE”, È STATO UN CHIARO MESSAGGIO DEL GENERALE CHE CONTROLLA LA CIRENAICA E I FLUSSI DI MIGRANTI – GIORGIA MELONI È PREOCCUPATISSIMA, SA BENE CHE NON SI È TRATTATO SOLO DI “UN’INCOMPRENSIONE DIPLOMATICA": IL TIMORE È UN’ONDATA DI SBARCHI IN UNA STAGIONE IN CUI LE PARTENZE DALLE COSTE LIBICHE SONO GIÀ NUMEROSE – LA SPEDIZIONE A BENGASI ERA STATA ORGANIZZATA DALL'AMBASCIATORE DELLA UE IN LIBIA, NICOLA ORLANDO, CHE HA IMPEDITO AL COMMISSARIO BRUNNER DI STRINGERE LA MANO AI RAPPRESENTANTI DEL GOVERNO GUIDATO DA HAMMAD, NON RICONOSCIUTO DALLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE. DA LÌ LA “RAPPRESAGLIA” DI BENGASI – SULLO SFONDO, IL CASO DEL RIMPATRIO DI ALMASRI, NEMICO DICHIARATO DI HAFTAR, A CURA DEI SERVIZI ITALIANI…
LO SMACCO DELLA LIBIA RESPINTO PIANTEDOSI: "PERSONA NON GRADITA"
Estratto dell’articolo di Alessia Candito per “la Repubblica”
Khalifa Haftar matteo piantedosi a bengasi
Respinti con l'ordine «di lasciare immediatamente il territorio libico» e dichiarati «persone non gradite». Probabilmente, tutto avrebbero potuto immaginare il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, il collega maltese, Byron Camilleri, quello greco Thanos Plevris e il commissario europeo Mark Brunner, meno che di essere messi letteralmente alla porta dal generale Khalifa Haftar.
[...] Appena arrivati all'aeroporto di Benina, a Bengasi, sono stati formalmente espulsi.
In programma, c'era un incontro con le massime autorità della Libia di Khalifa Haftar, vero leader politico e militare della Cirenaica. La comunità internazionale non ne riconosce formalmente il governo, affidato a Osama Hamad, ma con il generale da tempo Italia e Unione Europea hanno avviato interlocuzioni e stretto rapporti, come con i figli.
AEREI DI MATTEO PIANTEDOSI E MAGNUS BRUNNER RIPARTONO DALL AEROPORTO DI BENGASI
Con Belgassem, piazzato a capo del Fondo per la ricostruzione e lo sviluppo della Libia, Piantedosi e gli altri avrebbero dovuto discutere di non meglio precisati "investimenti futuri", ma il team europeo aveva soprattutto una richiesta da mettere sul piatto: sforzi ulteriori nel bloccare le partenze.
Gli arrivi sono in aumento, tanto in Italia, come in Grecia, dove solo nel weekend sono state salvate più di mille persone. Medesima richiesta è stata presentata poche ore prima a Tripoli.
Ma se con il governo Dbeibeh tutto è filato liscio, con l'esecutivo di Osama Hamad, premier della Cirenaica, non c'è stato neanche modo di discutere.
All'arrivo in aeroporto, la delegazione europea è stata bloccata, respinta e invitata a andare via. A darne notizia è stato lo stesso governo Hamad, con una durissima nota ufficiale. «La visita è stata annullata», si spiega, e la delegazione «è stata informata della necessità di lasciare immediatamente il Paese perché tutti i suoi componenti sono considerati indesiderabili».
[…] Piantedosi, gli altri ministri e il commissario vengono formalmente accusati di aver violato «norme e convenzioni internazionali», ma anche le «procedure che regolano ingresso, circolazione e residenza dei diplomatici stranieri», gli si contestano «azioni che rappresentano una mancanza di rispetto», vengono invitati a relazionarsi «in conformità con il principio di reciprocità». […]
Bengasi parla da governo legittimo, come tale vuole essere riconosciuto e ha intenzione di farlo sapere, per questo la nota è stata diffusa anche sui social.
[…] Brunner getta acqua sul fuoco, ribadendo la necessità di coinvolgere «tutte le parti libiche» nei programmi europei. Roma risponde con imbarazzo e silenzio.
Il ministro degli Esteri Tajani si limita a dire «ne parlerò con Piantedosi», Chigi fa filtrare solo un'indiscrezione che derubrica tutto a «incomprensione protocollare non gestita dalla rappresentanza italiana».
Le opposizioni insorgono, parlano di Caporetto, capolavoro di approssimazione, chiedono al governo spiegazioni in aula. «Un appassionato di respingimenti che viene respinto. Non so se si autoconfinerà in Albania a questo punto», sferza la segretaria del Pd Elly Schlein. «Non ci meritiamo figuracce del genere» dice Matteo Renzi di Iv. […]
L'IMBOSCATA DEL GENERALE ADESSO PALAZZO CHIGI TEME UN'ALTRA ONDATA DI SBARCHI
Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini per “la Repubblica”
giorgia meloni e il generale khalifa haftar
Il forte imbarazzo di Palazzo Chigi, con la presidente Giorgia Meloni che ha chiamato il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, per capire come possa essere stata possibile quella figuraccia. La preoccupazione dei nostri Servizi che, in qualche modo, «lo smacco di Benina» possa avere conseguenze nell'immediato sulla vicenda sbarchi: la Grecia, in particolare nelle isole, sta già soffrendo tantissimo la pressione.
E il nostro governo ha grande paura di poter passare un'estate calda sul tema sbarchi. La visita saltata di Bengasi è stata, evidentemente, molto più di una «incomprensione consolare», come qualcuno ha provato a farla passare ieri sera.
«Si è trattato sicuramente di un'imboscata diplomatica» dice a Repubblica una fonte dell'intelligence dopo la situazione incredibile che si è venuta a creare ieri pomeriggio.
La spedizione era stata organizzata non dai singoli Paesi ma dall'Unione europea. E in particolare da un italiano, l'ambasciatore della Ue in Libia, Nicola Orlando. Il diplomatico ha base a Tripoli e, secondo quello che ieri sera, dopo lo smacco, gli uomini di Haftar hanno raccontato ai loro contatti italiani, sarebbe troppo schierato nel suo lavoro con "l'altro pezzo di Libia".
KISS ME LIBIA - MEME BY EMILIANO CARLI - IL GIORNALONE - LA STAMPA
In ogni caso, la delegazione è della Ue. Ed è Orlando a gestirla. C'è infatti il commissario per le migrazioni, Magnus Brunner, e insieme a Piantedosi i ministri dell'Interno di Grecia e Malta, Thanos Plevris e Byron Camilleri.
In mattinata in calendario c'era l'incontro a Tripoli che procede esattamente come previsto. I problemi arrivano nel pomeriggio quando la delegazione sale sul volo e fa rotta verso l'aeroporto di Benina. Il piano del cerimoniale prevedeva che ad attendere la delegazione Ue – «abbiamo grandi aspettative», aveva detto Piantedosi, «perché potremo trovare elementi di collaborazione sul tema dei migranti sia a Tripoli sia a Bengasi» – ci fosse il generale Khalika Haftar.
O un suo delegato. Per esempio suo figlio Saddam che l'11 giugno scorso ha incontrato al Viminale proprio Piantedosi. E invece Orlando quando scende dal volo trova una situazione diversa.
GIORGIA MELONI E IL CASO ALMASRI - MEME BY FAWOLLO
Non i rappresentanti del governo dell'Est. Ad accogliere la delegazione c'erano i rappresentanti del cosiddetto governo di stabilità nazionale guidato da Osama Hammad, premier designato dalla camera dei rappresentanti di Tobruk ma non riconosciuto dalla comunità internazionale. Orlando vieta al commissario Ue di scendere. E lo stesso ai ministri.
Che infatti vengono fatti accomodare in una saletta dell'aeroporto in attesa che la situazione si risolva. Ma invece non si risolve. I toni tra Orlando e i libici si fanno alti: la delegazione Ue si dice disposta a incontrare i rappresentanti del governo ma non a scattare fotografie. È la posizione che fa scattare la rappresaglia libica con il respingimento della delegazione. E il comunicato con cui si parlava di «azioni che rappresentano una mancanza di rispetto per la sovranità nazionale libica». […]
Almasri Osama Najeen.
giorgia meloni e il generale khalifa haftar
GIORGIA MELONI GENERALE HAFTAR
naufragio migranti al largo della libia 2
naufragio migranti al largo della libia 1
giorgia meloni e il generale khalifa haftar