nicola zingaretti

L’IRA FUNESTA DI MA-ZINGA – A FAR SALTARE I NERVI AL FRATELLO DI MONTALBANO SPINGENDOLO ALL’ADDIO ALLA SEGRETERIA PD SONO STATI BONACCINI E I SINDACI, FRANCESCHINI E I SUOI CHE L’HANNO LASCIATO SOLO E ANCHE IL GIANNIZZERO DI MATTARELLA, PIERLUIGI CASTAGNETTI, CHE CHIEDEVA UN CONGRESSO VERO – MA DAL CORPACCIONE DEL PD PARTE UN SILURO: "ZINGARETTI HA AVVISATO PRIMA CONTE DI NOI. UNA SCELTA ALLUCINANTE, CHE RICORDA QUEGLI ADEPTI AMERICANI DELLA SETTA QANON" - LE DIMISSIONI ORCHESTRATE DAL SUO PARAGURU BETTINI, LE PROSSIME MOSSE DI ZINGA: DAGOREPORT

 

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/retroscena-dimissioni-zinga-orchestrate-suo-paraguru-goffredo-263054.htm

 

Laura Cesaretti per ilgiornale.it

 

NICOLA ZINGARETTI

«Ripensamento? Non c'è e non ci sarà». Nicola Zingaretti, formalizzando le proprie dimissioni con lettera alla presidenza del suo partito, ieri ha voluto fugare ogni dubbio: se ne vuole davvero andare dal Nazareno, non cerca la riconferma per acclamazione all'Assemblea nazionale del 13 marzo prossimo.

 

Aprendo così la strada alla successione: segretario di transizione (come la franceschiniana Roberta Pinotti) o politico (come Andrea Orlando)?

 

Man mano, tutti i dirigenti dem che erano stati presi completamente alla sprovvista dalla mossa del segretario, e che fino all'ultimo non ci avevano creduto, pensando chi a «una crisi di nervi passeggera» e chi a «un tentativo di evitare il processo alla sua linea spostando il dibattito su Zingaretti sì e Zingaretti no», si sono convinti: «Questo se ne va davvero». E se ne va lanciando un anatema contro i compagni di partito che «parlano solo di poltrone» e che imputano al segretario sconfitte condivise.

NICOLA ZINGARETTI

 

«Ce l'ha con Bonaccini e i sindaci che lavoravano alla sua sostituzione contestandogli l'appiattimento su Conte e grillini, ma innanzitutto ce l'ha con i suoi», spiegano tra i dem. Ossia con chi non ha mosso un dito per sostenerlo, come Dario Franceschini, o con chi ha contribuito ad alzare la tensione interna mandando all'aria i suoi tentativi di mediazione con la minoranza, come Bettini e Orlando che si sono prodigati in interviste insultanti verso i «rigurgiti renziani» di orlandiana memoria.

 

«A fargli saltare i nervi - spiega un esponente di Base riformista - sono state le parole di franceschiniani come Zanda, orlandiani come Misiani, mattarelliani come Castagnetti che spingevano per un congresso vero».

 

LE DIMISSIONI DI NICOLA ZINGARETTI BY OSHO

«Mi sono dimesso per spingere il gruppo dirigente a un confronto più schietto, plurale ma senza ipocrisie, che ci permetta di affrontare le scelte che si dovranno fare», scrive Zingaretti. E prova anche a mettere una pezza a quella scelta che ha lasciato di stucco tutti, nel Pd, per la sua stravaganza: giovedì ha annunciato le sue dimissioni, via telefonata, a Giuseppe Conte. Non ai suoi compagni di partito, non al premier in carica Mario Draghi del cui governo è azionista, ma all'ex premier oggi in pista per sostituire Vito Crimi alla guida dei Cinque Stelle.

 

«Una scelta allucinante, che ricorda quegli adepti americani della setta Qanon che ancora pensano che il vero presidente sia Trump», sbotta un parlamentare Pd. «Il governo Draghi è forte e andrà avanti», scrive ora il segretario uscente, come per tentare di fugare il dubbio che il suo sia stato un gesto polemico contro la nascita di un governo che ha subito da Matteo Renzi e da Sergio Mattarella.

 

NICOLA ZINGARETTI

 

Molti però, nel Pd, sospettano che l'ormai ex segretario, da libero battitore, voglia incarnare in futuro un'anima frondista rispetto al nuovo esecutivo, pronta a denunciare gli «spostamenti a destra» dell'asse governativo. Ma questo è un problema di domani: oggi c'è da capire che fare, e come porre rimedio a una rottura che ha gettato nel caos il partito, che ora rischia grosso alle prossime amministrative. L'Assemblea nazionale, salvo slittamenti, resta fissata per il 13 marzo. E in quella sede bisognerà avere una soluzione pronta, per non lasciare acefalo il Pd.

PIERLUIGI CASTAGNETTI

 

Nelle frenetiche consultazioni interne delle e tra le correnti si cerca un punto di caduta. Lo statuto parla chiaro, in caso di dimissioni irrevocabili bisogna eleggere un nuovo segretario. Che può essere di transizione, avviando contemporaneamente il congresso (che si terrebbe tra fine 2021 e inizio 2022) o a tempo pieno, e quindi destinato a restare in sella fino al 2023, quando si eleggerà il successore di Sergio Mattarella.

 

La prima ipotesi è quella che metterebbe tutti d'accordo: il nome verrebbe scelto insieme ed eletto all'unanimità. La ex ministra della Difesa Pinotti potrebbe essere la carta migliore: donna, franceschiniana (ossia della corrente ago della bilancia), con uno standing «governativo» indiscusso. Nel frattempo si organizzerebbe per fine anno un congresso che potrebbe vedere contrapposti il riformista Bonaccini e il sinistrorso Orlando. Ma quest'ultimo scalpita per provarci subito, mantenendo la propria postazione di governo e contando sulla maggioranza zingarettiana.

dario franceschini 3SALVINI ZINGARETTIMEME SUL SOSTEGNO DI NICOLA ZINGARETTI A BARBARA DURSOBARBARA DURSO E NICOLA ZINGARETTIstefano bonaccini dario nardellaNICOLA ZINGARETTI ROBERTA LOMBARDICECILIA D'ELIA NICOLA ZINGARETTI ANDREA ORLANDO

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....