franceschini renzi

L’ITALIA SEGUE SANREMO E RENZI PERDE LA POLTRONA – PATTO NOTTURNO, DURANTE IL FESTIVAL, TRA FRANCESCHINI E ORLANDO (MARTINA PRESENTE): MATTEO NON SARA’ PIU’ IL CANDIDATO PREMIER DEL PD – E SE FA IL CONGRESSO PERDE PURE IL NAZARENO –SU-DARIO POTREBBE CORRERE PER PALAZZO CHIGI, ORLANDO PER LA GUIDA DEL PARTITO, MARTINA BENEDICE IL COMPLOTTO (DA SINISTRA)

 

Nino Bertoloni Meli per il Messaggero

 

FRANCESCHINI 2FRANCESCHINI 2

Renzi offre il premio di coalizione in cambio del via libera al voto a giugno? Bene, rispondono dalle parti di Franceschini e di Orlando, «ma se si vota a giugno il candidato premier non potrà essere Matteo». In pratica, incassano la legge elettorale con il premio che permette di rifare le coalizioni e magari di scongiurare scissioni a sinistra, ma espellono il leader dalla corsa per palazzo Chigi.

 

L' ACCORDO

DE MITA FORLANIDE MITA FORLANI

E' un vero e proprio patto politico, quello che sembrano avere stretto i due ministri capi corrente della maggioranza interna al Pd, Dario Franceschini e Andrea Orlando, un patto che qualcuno, esperto di cose partitiche, già vede proiettato sul futuro prossimo venturo di un Pd, una sorta di patto di San Ginesio (quello che fecero a loro tempo De Mita e Forlani per far fuori Fanfani) che dovrebbe vedere il capo dei giovani turchi (Orlando) possibile futuro segretario del Pd, e il capo di Areadem (Franceschini) prescelto per guidare il governo, se e quando sarà.

andrea orlandoandrea orlando

 

I due ministri si sono visti a Montecitorio in serata, a loro si è aggiunto Maurizio Martina, altro ministro strategico della maggioranza che attualmente regge il Pd, hanno discusso, hanno confabulato, poi ognuno ha riunito le proprie truppe separatamente nelle stanze del gruppo Pd della Camera (la riunione dei franceschiniani era anche con i senatori e i capigruppo).

 

BERSANI E MAURIZIO MARTINA ALLA FESTA DELL UNITABERSANI E MAURIZIO MARTINA ALLA FESTA DELL UNITA

Tutto ruota attorno a un' idea base: nel Pd crescono quanti non considerano più Renzi il candidato di nuovo spendibile per palazzo Chigi e per vincere le elezioni. Sempre dall' interno della maggioranza, pare anche opinione estesa ai veltroniani, c' è chi o gli ha detto o ha in animo di dirgli che, quand' anche Matteo vincesse il congresso in autunno, «poi però non significa che sarà lui il candidato per palazzo Chigi».

 

Il motivo? Semplice, e lo spiegano in più di un deputato: «Quel connubio aveva e avrebbe senso in presenza di una legge elettorale maggioritaria dove il cittadino vota il partito, o la coalizione, ma anche il governo e chi deve guidarlo; ma con un impianto proporzionale i governi e le maggioranze si fanno poi in Parlamento, quindi il candidato premier non ha più senso, quelli che poi devono allearsi con te possono benissimo dire ok, facciamo l' accordo, ma il governo lo guida questo piuttosto che quell' altro.

RENZI SMORFIERENZI SMORFIE

 

IL SEGRETARIO

E lui, la vittima di tante grandi manovre? Non ha ancora deciso quale strada prendere, se andare allo scontro anche con la sua maggioranza o acconciarsi a più miti consigli. Uno saggio ed esperto come Pierluigi Castagnetti, che si fa vedere a Montecitorio di norma nei momenti difficili, ieri era in vena di ricordi democristiani e raccontava di come «nel 1959 Fanfani, che aveva il triplo incarico di segretario della Dc, presidente del Consiglio e ministro degli Esteri, fu defenestrato da Moro, salvo poi un anno dopo tornare a palazzo Chigi alla guida del governo». Lo andrà a ricordare a Renzi?, chiedono i giornalisti. «Ma no, non so», allargava le braccia Castagnetti con un sorriso.

CASTAGNETTI DELRIOCASTAGNETTI DELRIO

 

LE TENSIONI

Far saltare la riunione dei gruppi parlamentari prevista per oggi non ha portato bene a Renzi. I convocati poi sconvocati non l' hanno presa bene, è serpeggiata una certa irritazione, e il risultato è stato la serie di riunioni di corrente in mancanza d' altro. Renzi sa bene che se non si vota a giugno, come ormai appare più che probabile, non è che poi il cammino sarà lastricato di rose.

 

BERSANI E LA BIRRA BERSANI E LA BIRRA

«Io non intendo fare la fine di Bersani dopo il governo Monti», va ripetendo l' ex rottamatore, nel senso che, è analisi corrente nel Pd, dopo l' esperienza Monti e la sua agenda, il Pd si trovò a pagare alle elezioni il costo di alcuni provvedimenti varati da quel governo. Tradotto: se non si vota a giugno, toccherà fare la legge di Bilancio in autunno, che non si annuncia certo di quelle che salvaguardano le tasche degli elettori. E dopo si voterà.

 

Ultimi Dagoreport

mantovano belloni almasri ursula von der leyen bjoern seibert gianni caravelli

BELLONI, UN ERRORE DOPO L’ALTRO. QUANDO SBATTÈ LA PORTA DEL DIS, ESSENDO ENTRATA IN CONFLITTO CON IL CAPO DELL’AISE, GIANNI CARAVELLI, COLPEVOLE DI NON FARE RIFERIMENTO A LEI MA AL SOTTOSEGRETARIO ALFREDO MANTOVANO, SCELSE IL MOMENTO MENO OPPORTUNO: L’ESPLOSIONE DEL CASO ALMASRI - DOPO LO SCHIAFFO A MANTOVANO, ORA HA MOLLATO UNA SBERLA A URSULA, DECIDENDO DI FARE LE VALIGIE ANZITEMPO NEL MOMENTO DI DEBOLEZZA MASSIMA DI VON DER LEYEN: LA QUESTIONE DEI DAZI E LA MOZIONE DI SFIDUCIA DEGLI EUROPARLAMENTARI DI ULTRA-DESTRA - E OGGI BELLONI SI RITROVA, COME DICONO IN CERTI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ‘’SENZA I CRISMI’’ DI AFFIDABILITÀ PER ASPIRARE A UNA PRESIDENZA IN QUALCHE PARTECIPATA DI STATO, DOVE URGE UNA PRESENZA FEMMINILE, COME L’ENI...

giorgia meloni ursula von der leyen elly schlein

FLASH! - AVVISATE MELONI: IL VOTO DI FRATELLI D'ITALIA NON DOVREBBE SERVIRE NEL VOTO DI SFIDUCIA PRESENTATA DA 76 EURODEPUTATI DI ESTREMA DESTRA NEI CONFRONTI DELLA COMMISSIONE E DI URSULA VON DER LEYEN - LA TAFAZZIANA MINACCIA DI ASTENSIONE DEL GRUPPO PSE DEI SOCIALISTI EUROPEI (PD COMPRESO) SAREBBE RIENTRATA: IL LORO VOTO A FAVORE DELLA SFIDUCIA A URSULA SAREBBE STATO COPERTO DALLA CAMALEONTE MELONI, IN MANOVRA PER "DEMOCRISTIANIZZARSI" COL PPE, SPOSTANDO COSI' A DESTRA LA MAGGIORANZA DELLA COMMISSIONE... 

giorgia meloni vacanza vacanze

DAGOREPORT - ALLEGRIA! DOPO TRE ANNI DI MELONI, GLI ITALIANI SONO SENZA SOLDI PER ANDARE IN VACANZA! - L'OMBRELLONE DELL’ESTATE 2025 SI È CAPOVOLTO E DEI VOLTEGGI INTERNAZIONALI DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, LA “GGENTE” SI INTERESSA QUANTO UN GATTO ALLA MATEMATICA: NIENTE. SI INCAZZA ED INIZIA A PENSARE AL PROSSIMO PARTITO DA VOTARE SOLO QUANDO APRE IL PORTAFOGLIO E LO TROVA VUOTO: DOVE E' FINITO IL “DIRITTO” AL RISTORANTE “ON THE BEACH” E ALL’ALBERGO “ON THE ROCKS”? - A DARE NOTIZIA CHE LE TASCHE DEGLI ITALIANI VERDEGGIANO È “IL TEMPO”, UNO DEI PORTABANDIERA DI CARTA DEL GOVERNO MELONI: ‘’CAUSA CRISI, PREZZI ALLE STELLE, NEANCHE UN ITALIANO SU DUE ANDRÀ IN VACANZA E DI QUESTI, OLTRE IL 50%, OPTERÀ PER UN SOGGIORNO RIDOTTO DI 3-5 GIORNI, CERCANDO MAGARI OSPITALITÀ PRESSO AMICI E PARENTI...” - MA PER L'ARMATA BRANCA-MELONI, IL PEGGIO DEVE ARRIVARE. UN PRIMO SEGNALE È STATO IL PING-PONG SULL’AUMENTO, RIENTRATO, DEI PEDAGGI, MENTRE INTANTO STANNO BUSSANDO ALLA PORTA I DAZI TRUMPIANI. NEL 2026 INFINE FINIRA' LA PACCHIA MILIARDARIA DEL PNRR - UN PRIMO E IMPORTANTISSIMO TEST PER RENDERSI CONTO DELL’UMORE NERO DEGLI ITALIANI SARÀ LA CHIAMATA ALLE URNE PER LE REGIONALI D’AUTUNNO. SE LA MELONI SI BECCA UNA SBERLA SU 4 REGIONI SU 5, TUTTI I CAZZI VERRANNO AL PETTINE...

giorgia meloni merz zelensky starmer ursula von der leyen macron

FLASH – ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE DELL’UCRAINA, PREVISTA A ROMA L’11 LUGLIO, IL PRIMO MINISTRO BRITANNICO, KEIR STARMER, E IL PRESIDENTE FRANCESE, EMMANUEL MACRON, NON CI SARANNO. I DUE HANNO FATTO IN MODO DI FAR COINCIDERE UNA RIUNIONE DEI "VOLENTEROSI" PRO-KIEV LO STESSO GIORNO – ALL’EVENTO PARTECIPERANNO INVECE IL CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ, E URSULA VON DER LEYEN. A CONFERMA DEL RIPOSIZIONAMENTO CENTRISTA DI GIORGIA MELONI CON GRADUALE AVVICINAMENTO DI GIORGIA MELONI AL PPE...

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…