giorgia meloni daniela santanche

L’APPROSSIMAZIONE È PEGGIO DEL DOLO – L’OK DEL GOVERNO ALL’ODG DEL PD CONTRO LA SANTANCHÈ NON È STATO VOLONTARIO: SEMPLICEMENTE, I MEMBRI DELLA MAGGIORANZA NON SE NE SONO ACCORTI – LA SUPERFICIALITÀ DEI MELONIANI ORMAI È UN GENERE LETTERARIO. AL PUNTO CHE UN CAPOGRUPPO COMMENTA: “SO’ RAGAZZI” - PER RIMEDIARE, SONO CORSI AI RIPARI PARLANDO DI “ERRORE”, RENDENDO PLASTICHE LE DIFFICOLTÀ NELL’ORDINARIA AMMINISTRAZIONE QUANDO LA MELONI NON CONTROLLA: “GIORGIA NON PUÒ FARE TUTTO…”

Estratto dell’articolo di Francesco Verderami per il “Corriere della Sera”

 

LA SMORFIA DI GIORGIA MELONI

L’errore in politica è peggiore del dolo, perché mette in risalto le debolezze in una catena di comando e l’imperizia di chi è chiamato a esercitare un ruolo. E tutti ieri sera nel governo e nella maggioranza si affrettavano a parlare di «errore» nella gestione dell’ordine del giorno presentato alla Camera dal Pd contro Santanchè.

 

Forse senza rendersene conto, si auto accusavano di essere caduti nella trappola parlamentare costruita dall’opposizione. Rendendo così plastiche le difficoltà dell’esecutivo nell’ordinaria amministrazione. Al punto che un autorevole esponente di FdI se ne lamentava: «Giorgia non può far tutto».

 

GIORGIA MELONI DANIELA SANTANCHE - MEME BY GRANDE FLAGELLO

«Giorgia» era impegnata a Palazzo Madama nel dibattito sul prossimo vertice europeo, mentre Montecitorio si apprestava a concludere l’esame del decreto Lavoro con il rito degli ordini del giorno. Il documento presentato dai dem era all’apparenza inoffensivo: impegnava l’esecutivo a sanzionare chi avesse usufruito in maniera fraudolenta della cassa integrazione per il Covid.

 

Ma nella premessa del testo veniva chiamata esplicitamente in causa «Visibilia», la società a suo tempo guidata da Santanchè, oggetto di un’inchiesta giornalistica e soprattutto di un’indagine giudiziaria a Milano.

 

luca ciriani a villa taverna per la festa dell indipendenza usa 1

[…] Se il governo avesse respinto l’odg, sarebbe stato accusato di voler insabbiare il caso che nei giorni scorsi aveva aperto una crepa anche in maggioranza. Ma c’era la possibilità di una contromossa: si sarebbe potuto chiedere di stralciare la premessa per accogliere soltanto il dispositivo finale. Questo escamotage avrebbe disinnescato la minaccia.

 

E questa sarebbe stata la direttiva trasmessa dal ministero per i Rapporti con il Parlamento al viceministro del Lavoro Maria Teresa Bellucci, che era delegata in Aula alla Camera. È possibile che Bellucci abbia commesso un errore. Ma a quanto pare non ha neppure ascoltato l’intervento con cui il deputato dem Scotto — prima del voto — ha accolto esultante il parere favorevole al testo: «Prendiamo dunque atto che il governo intende sanzionare il ministro Santanchè».

DANIELA SANTANCHE

 

«So’ ragazzi...», ha commentato un capogruppo della maggioranza dopo il patatrac.

Al patatrac però hanno contribuito i deputati del centrodestra che hanno votato l’ordine del giorno, consentendo all’opposizione di dire che «di fatto» il titolare del Turismo è stata sfiduciata. Non è così, ovviamente. Anche perché Palazzo Chigi ha subito rinnovato la fiducia a Santanchè.

 

Ma la sequenza di passi falsi è così clamorosa da aver innescato il sospetto della volontarietà. […]

 

daniela santanche

[….] La pressione sul ministro del Turismo inevitabilmente si ripercuote sulla premier. E tutti restano in attesa che la giustizia faccia il suo corso a Milano, dove solo a fine luglio si saprà se l’affaire «Visibilia» verrà dichiarato chiuso o meno dai magistrati. Meloni in questi giorni ha potuto verificare il grado di lealtà degli alleati sulla vicenda. E le indicazioni che ha ricevuto non sono state univoche. «Ma FdI è compatto nella difesa di Santanchè», sostiene un autorevole esponente della maggioranza: «Certo, se lei venisse rinviata a giudizio le cose cambierebbero».

sigfrido ranucci report inchiesta su visibiliaGIORGIA MELONI AL SENATO

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