1- L’ORA DEL BRINDISI È ARRIVATA! L’ATTENTATORE SI CHIAMA GIOVANNI VANTAGGIATO, BENZINAIO DI 68 ANNI DI COPERTINO, PROVINCIA DI LECCE: “HO CONFEZIONATO IO LA BOMBA” 2- IL MOVENTE SAREBBE RANCORE VERSO IL PRESIDE DELLA SCUOLA “MORVILLO FALCONE” 3- MA IL PRESIDE DELLA SCUOLA AFFERMA: “NON HO NEMICI E DI SICURO NON HO COME NEMICO NESSUN TITOLARE DI POMPE DELLA BENZINA”. MA CI POTREBBE ESSERE ANCHE UN'ALTRA IPOTESI DI MOVENTE: IL BENZINAIO CE L'AVEVA CON LA GIUSTIZIA PER UN TORTO SUBITO IN OCCASIONE DI UN PROCESSO. AVREBBE DUNQUE DECISO DI COLPIRE LA SCUOLA “MORVILLO-FALCONE” PERCHÉ INTITOLATA ALLA MEMORIA DELLA COPPIA DI MAGISTRATI 4- I FILMATI DELLE TELECAMERE LO INCHIODANO: LA SUA AUTO E QUELLA INTESTATA ALLA MOGLIE NEI PRESSI DELLA SCUOLA LA SERA PRIMA E LA MATTINA DELL’ESPLOSIONE

1- ATTENTATO DI BRINDISI: LA PROCURA CONFERMA FERMATO IL PRESUNTO COLPEVOLE - SI CHIAMA GIOVANNI VANTAGGIATO, HA 68 ANNI

Da "Corriere.it"

La svolta è arrivata poco dopo le 22. La conferma poco dopo l'1.30 della notte: avrebbe finalmente un volto e un nome il responsabile dell'attentato alla scuola «Morvillo» di Brindisi in cui è morta la 16enne Melissa Bassi ed altre cinque studentesse sono rimaste ferite. Il procuratore di Lecce Cataldo Motta ha confermato ai giornalisti le voci che si inseguivano da tempo: è stato fermato Giovanni Vantaggiato, un benzinaio di 68 anni di Copertino in provincia di Lecce. A quante pare il benzinaio avrebbe anche confessato, dicendo: «Sì, quella bomba l'ho fatta io da solo. L'ho pensata e l'ho costruita». Sembra anche che l'uomo abbia alternato momenti di lucidità a stati confusionali.

L'AUTO - La sua auto, una Fiat Punto, sarebbe stata ripresa dalle telecamere nei pressi della scuola Morvillo poco prima dell'esplosione. Una circostanza alla quale gli inquirenti attribuiscono grande importanza. Ma le telecamere della zona avrebbero ripreso anche un'altra automobile di un familiare del sospettato. L'uomo è accusato di strage aggravata alla finalità di terrorismo.

IL MOVENTE - L'uomo avrebbe fatto tutto da solo e il movente sarebbe una vendetta privata. Si parla di rancori non nei confronti degli studenti o di loro familiari ma contro il preside della scuola «Morvillo» Angelo Rampino. Non ci sarebbe dunque alcun coinvolgimento della criminalità organizzata nè di terroristi.

Ma il preside della scuola, parlando a Corriere.it, afferma: «Non ho nemici e di sicuro non ho come nemico nessun titolare di pompe della benzina». Ma ci potrebbe essere anche un'altra ipotesi di movente secondo la quale l'uomo ce l'aveva con la giustizia per un torto subito in occasione di un processo. Avrebbe dunque deciso di colpire la scuola «Morvillo» perché intitolata alla coppia di magistrati. Al momento si tratta solo di ipotesi perché in procura il riserbo è massimo.

2- I FILMATI DELLE DUE AUTO INCHIODANO IL SOSPETTATO
Giovanni Bianconi per il "Corriere della Sera"

Se il filo afferrato si confermerà quello giusto, sarà stato merito delle telecamere. Quella che ha ripreso il presunto attentatore mentre preme il radiocomando che fa esplodere la bomba, certo, ma non solo. Da lì sono state ricavate ulteriori immagini utili, e così da altri impianti della zona intorno alla scuola, compresi quelli installati per controllare il traffico cittadino.

Gli investigatori erano alla ricerca di automobili intorno all'istituto tecnico Francesca Morvillo Falcone nelle ore precedenti all'attentato, o subito dopo, per poi risalire ai proprietari attraverso le targhe e verificare se potevano avere a che fare con la bomba. Nella convinzione, maturata dopo i primi giorni di ricerche andate a vuoto, che il dinamitardo non abitasse a Brindisi.

Inizialmente erano state selezionate una cinquantina di macchine, ma attraverso gli accertamenti la rosa s'è via via ristretta fino a concentrarsi su un paio di automobili che facevano capo alla stessa persona: una Hyundai intestata al signor Vantaggiato Giovanni, classe 1944, e una vecchia Fiat Punto, da cui si è risaliti alla moglie.

La prima è stata ripresa nei pressi della scuola la mattina del 19 maggio, poche ore prima dell'esplosione; la seconda nella notte, in orari compatibili rispetto a quando - stando alla testimonianza agli atti dell'inchiesta - il dinamitardo avrebbe sistemato il cassonetto con le bombole del gas fatte saltare in aria. Coincidenze interessanti, che consigliavano ulteriori indagini su Vantaggiato. Ed ecco che viene fuori un'occupazione che lo avvicina ulteriormente all'attentato portato a termine con quella particolare composizione dell'ordigno: titolare di una rivendita di carburanti per mezzi agricoli, tra cui gas, gpl e combustibili vari vicino a Copertino, una cinquantina di chilometri a sud di Brindisi.

È un'altra coincidenza che consiglia di approfondire la posizione del personaggio. Si procede al confronto con il video dell'attentatore, dove l'immagine del volto è sfocata e non consente un'identificazione certa. Però ci sono i parametri forniti dalla polizia scientifica sulla statura e l'età della persona: tra un metro e 62 e uno e 64 di altezza, con un margine di errore di due centimetri in più o in meno; età compresa tra i 40 e i 65 anni.

Vantaggiato è alto un metro e sessanta, e di anni ne ha 68, ma ben portati. Se non c'è perfetta coincidenza, e dunque non si può parlare di conferme, ce n'è abbastanza per non escludere. Così si decide il controllo sui movimenti e le celle impegnate dal suo telefonino, ed emerge un'altra interessante scoperta: nei giorni precedenti alla tentata strage, il cellulare di Vantaggiato risultava attivo nelle vicinanze della scuola presa di mira, mentre la mattina dell'esplosione no. Un dato che, letto insieme agli altri, può far nascere l'ulteriore sospetto che l'uomo non l'abbia portato con sé proprio per evitare di essere localizzato attraverso gli accertamenti su quella giornata.

Questo insieme di coincidenze si sono trasformati negli indizi che hanno portato investigatori e inquirenti a «stringere» su Giovanni Vantaggiato. E il fatto che per oltre dodici ore non avesse fornito risposte convincenti e utili a uscire indenne da questa storia ha ulteriormente rafforzato l'opinione di essere sulla pista giusta. Con tutta la prudenza del caso, ovviamente. Perché - ad esempio - tra gli elementi raccolti fino a ieri sera nessuno portava al movente della tentata strage.

Se non qualche accenno rimbalzato per l'intera giornata, che non ha trovato alcuna conferma, su vecchie questioni irrisolte tra Vantaggiato e la scuola di Brindisi; o tra lui (o qualche suo familiare) e il preside dell'istituto che abita a Trepuzzi, vicino a Copertino, e in passato ha lavorato in una scuola di lì. Nulla di verificato anche dopo le prime, confuse ammissioni notturne del presunto responsabile. Nell'attesa di riscontri, l'unica certezza sulle ragioni dell'attentato resta la sua natura «privata»: niente a che fare con terrorismo o criminalità più o meno organizzata. Come aveva anticipato ieri mattina il capo della polizia.

 

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