LA SPIA CON I BAFFI - IN FONDO COSA DEVE FARE UN BRAVO 007? DEV’ESSERE DIPLOMATICO, ABILE TESSITORE E SOPRATTUTTO NON DEVE DARE TROPPO NELL’OCCHIO: ALLORA CHI MEGLIO DI GIAMPIERO MASSOLO A CAPO DEL DIS? - AMBASCIATORE ALLA FARNESINA, TRASVERSALE IN POLITICA (DA FINI A D’ALEMA: COSSIGA LO CHIAMAVA “FASCIOCOMUNISTA”) E CON QUALCHE TRASCORSO IN VATICANO CHE NON GUASTA MAI - OGGI PIACE ANCHE AI TECNICI: DALLE SUE MANI PASSERANNO I DOSSIER PIÙ SCOMODI…

Denise Pardo per "l'Espresso"

Alla fine, dopo mesi di voci in cui veniva segnalato alla più sfavillante sede diplomatica, ma anche alla più importante delle authority e pure alla direzione generale di Confindustria, la poltrona è arrivata. Una poltrona che nessuno aveva mai pensato potesse essere destinata all'ambasciatore Giampiero Massolo, classe 1954, segretario generale della Farnesina, l'uomo con i baffi che negli ultimi vent'anni è apparso in tutti i telegiornali sempre un passo indietro a premier e a ministri degli Esteri, la quintessenza del potere della diplomazia, l'enfant prodige del ramo.

La poltrona è quella di capo del Dis, il Dipartimento informazioni per la sicurezza, l'organo di coordinamento dell'intelligence italiana interna ed esterna, uno dei posti nevralgici del Palazzo, la cassaforte dei dossier riservati e delicati lasciata da Gianni De Gennaro, ex capo della Polizia, uomo tra i più potenti e temuti della nomenklatura ora nominato dal governo Monti sottosegretario con la delega ai Servizi.

A pensarci bene il posto su misura per uno come Massolo, diplomatico sopravvissuto non alle bombe di Beirut o di Sarajevo ma alla guerriglia della politica romana, da destra e da sinistra di volta in volta promosso e premiato, senza conoscere la pausa in un'irresistibile ascesa, senza mai un cedimento alla vanità, alle chiacchiere di Palazzo, alla fibrillazione dell'apparire.

Un'ombra della Repubblica per il grande pubblico, fatta di discrezione e riservatezza: cosa volere di più per chi avrà a che fare con barbe finte nazionali e soprattutto internazionali? Ma una roccia, un burocrate di ferro all'interno della Farnesina dove a soli 53 anni nel 2007 viene nominato al vertice della piramide diplomatica dall'allora ministro degli Esteri Massimo D'Alema, culmine di una carriera senza barriere che ha destato non pochi malumori in un enclave dove conta più che in ogni altra parte la gerarchia, la nascita e il doppio cognome, la differenza di casta tra chi è diplomatico e chi è funzionario, persino il dovere di un minimo di birignao.

Per i suoi critici, la scalata fulminea di Massolo è la ricompensa a chi sa obbedire chiunque conduca il gioco: Francesco Cossiga per segnalarne la doppia tessitura di rapporti lo definiva un fasciocomunista. Per chi gli è amico, invece, è la prova di una bravura tecnica che fa comodo a tutti. Fatto sta che all'arrivo di Monti a Palazzo Chigi il numero uno della diplomazia raggiunge quasi la nomina di ministro degli Esteri. In un governo di tecnici lui è un tecnico puro che ha da poco firmato una riforma amministrativa della Farnesina. Viene scalzato dall'ambasciatore a Washington Giulio Terzi di Sant'Agata. Il testa a testa non aiuterà certo i rapporti tra i due.

Secondo quanto ha raccontato lui stesso a una feluca di gran rango che gli riconosce il contagocce nelle parole ma la sottigliezza di un humour assai garbato ("Ha sempre saputo come dire no") è grazie all'incontro nel '94 nella toilette di Palazzo Chigi con un Silvio Berlusconi appena sbarcato a Roma, sorriso di plastica stampato in faccia, marziano arrivato nel Palazzo, che la sua vita prende la piega giusta per condurlo alla vetta.

Massolo che parla inglese, francese, russo, polacco (è nato a Varsavia) e un po' di tedesco, è consigliere diplomatico aggiunto a Palazzo Chigi (governo Carlo Azeglio Ciampi) dove è approdato tre anni prima con Giulio Andreotti premier: una gran scuola. Il Cavaliere se ne invaghisce e ne fa il capo della sua segreteria particolare. In un certo senso è l'inizio e la fine della sua carriera diplomatica.

Massolo si laurea alla Pro Deo di Roma, l'università voluta da Gianni Agnelli diventata poi Luiss, e poi vola a Torino assunto dalla Fiat. Nel 1978 vince il concorso in diplomazia e torna a Roma: la prima missione è all'ambasciata d'Italia presso la Santa Sede, poi Mosca e Bruxelles presso la Cee. Questo è quanto. Dal 1988 in poi Massolo non traslocherà mai più all'estero diventando una contraddizione in termini del lavoro in diplomazia: quasi un quarto di secolo stanziale in patria, un paradosso per la Farnesina, caso più unico che raro.

Quel che conta, la politica apprezza. Non buca un ministro. Dopo Berlusconi passa, con lo stesso incarico, al neo premier Lamberto Dini, che da ministro degli Esteri del governo Prodi lo nomina capo del servizio stampa oltre che, nel 2000, anche vice segretario generale. Chi lo ferma più? È un lavoratore instancabile, attento a non scavalcare mai il ministro di turno, abile a non dimenticare quello precedente: un vulcano della politica dei due forni, lo stemma andreottiano.

In dieci mesi diventa vicario del segretario generale (il ministro è Renato Ruggero). Direttore generale degli Affari politici solo per sette mesi, il tempo che il ministro Gianfranco Fini lo coopti capo nel suo gabinetto. Fini si sta giocando l'abiura del fascismo "male assoluto" e Massolo lavora con Italo Bocchino e Andrea Ronchi per il viaggio in Israele (dove il rappresentante diplomatico è proprio Terzi). Nel 2006 arriva la promozione a ambasciatore di grado, un anno dopo quella di direttore del personale, fino alla nomina dalemiana: l'ufficio al primo piano della Farnesina, quello da segretario generale.

Mai un passo falso, mai una sbavatura: Massolo, secondo un suo collega, ragiona e agisce come un computer. La sua riforma amministrativa degli Esteri raccoglie più mugugni e contestazioni che consensi. Padrone assoluto del ministero, controlla tutto, anche le nomine meno importanti in genere lasciate alla discrezionalità del capo del personale. Accorpa direzioni generali, da tredici a otto. Accentua il lato commerciale e marketing della carriera secondo i desiderata del Cavaliere.

Gli ambasciatori della vecchia guardia lo accusano di cedere di fronte al potere politico e di non contrastare con la forza necessaria i tagli del ministro Giulio Tremonti "l'ex segretario Umberto Vattani con tutti i suoi difetti si sarebbe battuto di più". E certo non fa piacere la campagna per abbassare l'età della pensione da 67 a 65 anni che a fine 2012 manderà a casa una generazione di alte feluche, Giulio Terzi in primis.

Massolo è stato ministro degli Esteri in pectore per una notte. Si racconta che non abbia raggiunto l'obiettivo per aver chiesto troppe assicurazioni per il futuro. L'altra versione è che Terzi, oltre al sostegno di Fini (sul quale poteva contare pure Massolo), avesse anche l'ok di Pier Ferdinando Casini. Una delusione difficile da digerire. Anche perché governare la Farnesina con un politico come ministro ha una valenza ben diversa rispetto a quando il ministro è un diplomatico anche lui e vuole e sa dove mettere le mani. Così per il segretario generale arriva davvero il tempo di migrare.

L'occasione del Dis è da afferrare al volo. Soprattutto con un governo deciso a dare un impulso alla rete estera dei servizi e a puntare sulla mission, nel più puro dei pallini esterofili di Monti, di collaborare intensamente con le intelligence internazionali visti i molteplici tavoli di crisi aperti. La rete di altissimi rapporti tessuta negli anni da Massolo, consolidati da sherpa del governo italiano nel summit G8 dell'Aquila, servirà proprio a questo. La nuova poltrona gli permetterà anche di avere accesso ai dossier più delicati. E questo non ha fatto piacere proprio a tutti.

 

GIUSEPPE MASSOLO GIUSEPPE MASSOLO MASSOLOMASSIMO DALEMA gianfranco finiFRANCESCO COSSIGAGIULIO TERZI DI SANT AGATA GIULIO ANDREOTTI SULLA SEDIA A ROTELLE ANDREA RONCHI PIER FERDINANDO CASINI GIULIO TREMONTI

Ultimi Dagoreport

stefano belingardi clusoni belen rodriguez

DAGOREPORT - IL CUORE DI BELEN RODRIGUEZ È TORNATO A BATTERE. DOPO UN’ESTATE TURBOLENTA DI SCAZZI E POLEMICHE, PER LA "SCIO-GIRL" ARGENTINA È ARRIVATO UN NUOVO AMORE - LUI È STEFANO BELINGARDI CLUSONI, ARCHITETTO MILANESE CHE, CON IL SUO STUDIO "BE.ST", NEGLI ULTIMI ANNI HA RIDISEGNATO LO SKYLINE DELLA CITTÀ MENEGHINA - GALEOTTO UN LOCALE IN SARDEGNA, DOVE I DUE SONO STATI PIZZICATI A BACIARSI CON PASSIONE, INCURANTI DEGLI SGUARDI INDISCRETI. A CONFERMARE LA LOVE STORY È LA STESSA BELEN CON UN CAROSELLO SU INSTAGRAM SULLE SUE "HERMOSAS VACACIONES” - DALLO SCAZZO CON IL BENZINAIO ALLE PATATINE LANCIATE IN UN LOCALE: L’ESTATE IRREQUIETA DELL'EX DI CORONA E DE MARTINO

pietrangelo buttafuoco phica.net fimmini

DAGOREPORT - FANNO SCANDALO L’AUDIO SOTTRATTO A RAOUL BOVA E IL SEXY-TAPE RUBATO A STEFANO DE MARTINO. SE NE ESCE CON AFFANNO LEGGENDO DI PHICA.NET E DELLA PAGINA FB “MIA MOGLIE”, INFARCITE DI COMMENTI SCORREGGIONI ANCHE PER IL PIÙ ZOZZO CESSO PUBBLICO - È IMPRESSIONANTE PERÒ, COME NEL CORSO DEL TEMPO, LA PERCEZIONE DELLA SESSUALITÀ DA PARTE DELLA MASCHIETUDINE, SIA CAMBIATA. QUANTO TEMPO È PASSATO DA SILVIO BERLUSCONI CHE AFFERMAVA CHE “LA PATONZA DEVE GIRARE”? - NESSUNO SOLLEVÒ IL SOPRACCIGLIO DELL’AMORALITÀ QUANDO NEL 2009 MONDADORI PUBBLICÒ UN LIBRO DI PIETRANGELO BUTTAFUOCO, DAL TITOLO “FIMMINI”, SOTTOTITOLO “AMMIRARLE, DECIFRARLE, SEDURLE”, IN CUI  L'ATTUALE PRESIDENTE DELLA BIENNALE DI VENEZIA AFFERMAVA: “I FIANCHI MORBIDI, E CON QUESTI I SENI DELL’ORGOGLIO MAMMIFERO, SONO ESCHE ESIBITE PER LA RACCOLTA DI SPERMA” – CHISSÀ COSA NE PENSANO I MASCULI INFOIATI DI PHICA.NET DELLA SUA INTERPRETAZIONE DELL'ARCANO MONDO FEMMINILE: “LA DONNA NON VUOLE ESSERE COMPRESA, BENSÌ PRESA’’? - VIDEO

tiziana rocca giulio base venezia alberto barbera mollicone federico

CIAK, VENEZIA S'E' DESTRA! - IL MIGLIOR FILM (DA RIDERE O DA PIANGERE) ALLA MOSTRA DEL CINEMA L’HA SCODELLATO L’INARRESTABILE COPPIA DI POTERE GIULIO BASE E TIZIANA ROCCA SUL PALCO DELL’ITALIAN PAVILLION, SPAZIO FINANZIATO DAL MINISTERO DI GIULI E DA CINECITTÀ SPA DELLA CACCIAMANI - SI VIENE COSÌ A SAPERE CHE BASE, GIÀ A CAPO DEL FESTIVAL DI TORINO, È STATO NOMINATO, NELLA SORDINA AGOSTANA, DIRETTORE DEL FESTIVAL DEL CINEMA ITALIANO DI MADRID – DAL CANTO SUO, LA ROCCA SI È DATA DA FARE PER ALIMENTARE LA SUA RETE DI RELAZIONI INVENTANDOSI “FILMING ITALY VENICE AWARD” E DISTRIBUENDO PREMI ALLA QUALUNQUE, CON LA BENEDIZIONE DI MOLLICONE E ALBERTO BARBERA... - IL VIDEO-POMPA DEL TG1

gian marco chiocci giampaolo rossi alfredo mantovano giorgia meloni giovambattista giovanbattista fazzolari tg1

DAGOREPORT- CHE FRATELLI D’ITALIA, DOPO TRE ANNI DI PALAZZO CHIGI, NON SIA PIÙ IL PARTITO MONOLITICO NELLA SUA DEVOZIONE E OBBEDIENZA A GIORGIA MELONI È DIMOSTRATO DALL’ULTIMO SCAZZO NEL POLLAIO RAI TRA CHIOCCI E ROSSI - COL DIRETTORE DEL TG1 CHE SPUTTANA IN PIAZZA, CON APPOSITO COMUNICATO, I SUOI CONTATTI RISERVATI CON LA DUCETTA: ‘’NEI GIORNI SCORSI LA PREMIER MI HA SONDATO INFORMALMENTE PER CAPIRE UNA MIA EVENTUALE, FUTURA, DISPONIBILITÀ NELLA GESTIONE DELLA COMUNICAZIONE” - CON MASSIMO CINISMO E MINIMO RISERBO, CHIOCCI AGGIUNGE: “UNA CHIACCHIERATA, COME TANTE ALTRE IN QUESTI MESI...” - S'AVANZA "FRATELLI SERPENTI", UN PARTITO VITTIMA CRESCENTE DI INTRIGHI DI POTERE, CHE VIVE SCHIZOFRENICAMENTE LA PROPRIA EGEMONIA COME SABOTAGGIO DEL CAMERATA RIVALE - DALLA NOMINA DI FOTI A MINISTRO AL MURO DI IGNAZIO LA RUSSA A PROTEZIONE DI SANTANCHÉ FINO AL SUO ENDORSEMENT PER MAURIZIO LUPI PER IL DOPO-SALA IN BARBA AL MELONIANO FIDANZA, DAGLI SCAZZI CROSETTO-MANTOVANO A LOLLOBRIGIDA “COMMISSARIATO”, DALLA NOMINA DI GIULI ALLO SCONTRO SCHILLACI-GEMMATO. ESSI': A VOLTE IL POTERE LOGORA CHI CE L’HA….

antonio barbera giulio base monda buttafuoco borgonzoni mantovano

FLASH! – BIENNALE DELLE MIE BRAME: IL MANDATO DI ALBERTO BARBERA ALLA DIREZIONE DELLA MOSTRA DEL CINEMA TERMINA FRA UN ANNO MA DA MESI SI SUSSEGUONO VOCI SULLE ASPIRAZIONI DI ANTONIO MONDA (SPONSOR MANTOVANO) E DI GIULIO BASE, SUPPORTATO DALLO STRANA COPPIA FORMATA DALLA SOTTOSEGRETARIA LEGHISTA LUCIA BORGONZONI E DA IGNAZIO LA RUSSA (GRAZIE ALLO STRETTO RAPPORTO CON FABRIZIO ROCCA, FRATELLO DI TIZIANA, MOGLIE DI BASE) - IL PRESIDENTE ‘’SARACENO’’ BUTTAFUOCO, CHE TREMA AL PENSIERO DI MONDA E BASE, NON VUOLE PERDERE LA RICONOSCIUTA COMPETENZA INTERNAZIONALE DI BARBERA E GLI HA OFFERTO UN RUOLO DI ‘’CONSULENTE SPECIALE’’. RISPOSTA: O DIRETTORE O NIENTE…