ENRICO, METTITI A LETTA - L’EX PREMIER SCRIVE A “LA STAMPA” PER DARE ADDOSSO A RENZI E ALL’ITALICUM - E POI CI RICORDA LA BUONA NOVELLA: STA PER LASCIARE LA POLITICA, NON HA “DOPPI FINI” E NON SI CANDIDA A NULLA

Lettera di Enrico Letta a “la Stampa”

 

Caro Direttore,

BERSANI LETTA RENZI BERSANI LETTA RENZI

in questi giorni di polemiche accese sull’Italicum, alcuni sostenitori della sua approvazione – tra i quali Marcello Sorgi su La Stampa di ieri – hanno provato a rintracciare una vincolante continuità tra il disegno di legge e i lavori della Commissione per le riforme guidata dal ministro Quagliariello nel governo da me presieduto. Approfitto della sua ospitalità per affermarlo con chiarezza: è un tentativo strumentale e non corretto nella sostanza.

 

È vero: tra i vari suggerimenti lasciati agli atti dalla Commissione ci sono aspetti, anche rilevanti, oggi rintracciabili nel testo. Lo ritengo un elemento positivo, che tra l’altro testimonia la ricchezza di quella iniziativa, da taluni allora bistrattata. Tuttavia, ve ne sono numerosi altri che in nulla possono essere ricondotti all’Italicum.

RENZI E LETTARENZI E LETTA

 

È naturale: la Commissione era un «luogo libero». Esperti e studiosi vi si confrontavano in piena autonomia, dissentendo o convergendo su singoli temi. Tra questo esercizio consultivo e quello legislativo la differenza è netta. Da un lato, c’è infatti la presentazione di un ventaglio di proposte da parte di eminenti costituzionalisti. Dall’altro, c’è la funzione di discussione e approvazione di una legge elettorale da parte del Parlamento, espressione massima della sovranità popolare.

 

ASSEMBLEA PD PRIMA FILA MADIA RENZI LETTAASSEMBLEA PD PRIMA FILA MADIA RENZI LETTA

Quest’ultimo avrebbe potuto avvalersi o non avvalersi, nell’ambito della propria potestà, di quei suggerimenti. Perché esso non è un’assise di esperti che trattano questioni teoriche. È l’istituzione solenne nella quale soggetti titolati dai cittadini a rappresentarli assumono decisioni dirimenti per il Paese. La distinzione – a mio giudizio elementare – rende evidente quanto capzioso sia lo sforzo di rinvenire vincoli tra due piani non sovrapponibili.

 

Vi è, inoltre, un argomento più generale che, per quanto mi riguarda, chiude la discussione, a meno che non s’intenda trasferire un così complesso dibattito sul terreno dello scontro tra opposte tifoserie. Cosa che non voglio immaginare la Stampa abbia intenzione di fare. È la questione che riguarda il metodo di approvazione della legge elettorale e la qualità della nostra democrazia rappresentativa.

RENZI E LETTA ALL ASSEMBLEA NAZIONALE PDRENZI E LETTA ALL ASSEMBLEA NAZIONALE PD

 

Ho cercato di svilupparla nel mio libro a partire dalla suggestione scelta per il titolo. Per «andare lontano» bisogna «andare insieme». Vale nella vita delle persone. Vale nella vita delle comunità democratiche. Ho quindi, naturalmente, deciso di far derivare da questa idea virtuosa di «insieme» il comportamento parlamentare sull’Italicum, che traduce la mia profonda contrarietà rispetto alla scelta del governo di porre la fiducia sulla principale legge che investe le istituzioni e le regole comuni.

 

MATTEO RENZI NELL UFFICIO DI ENRICO LETTA A PALAZZO CHIGI MATTEO RENZI NELL UFFICIO DI ENRICO LETTA A PALAZZO CHIGI

Una legge così delicata come quella elettorale deve essere sottratta «al capriccio o all’abuso delle maggioranze occasionali». Lo si legge, peraltro, proprio nella Relazione finale della Commissione Quagliariello. E qui non si tratta di una singola soluzione proposta da uno o più studiosi, ma dell’ispirazione e del senso politico stesso di quella esperienza. Se disconoscessi questo, allora sì che sarei in contraddizione con un’iniziativa promossa dal quel governo, oltreché con le mie più radicate convinzioni.

 

Quello sull’Italicum per me sarà tra gli ultimi atti da parlamentare, forse uno dei più sofferti. Come più volte ho ribadito, tuttavia, le dimissioni dal Parlamento, per perseguire una scelta professionale, non sono certo un abbandono della passione politica che mi ha genuinamente mosso fin da ragazzo.

LETTA E RENZI LETTA E RENZI

 

E proprio questa passione mi spinge a ricordare che già una volta, nella storia recente, in Italia la legge elettorale è stata imposta da una maggioranza di governo contro tutte le opposizioni presenti in Parlamento e nel Paese. Il risultato è stato il Porcellum. Con la vergogna delle liste bloccate e una degenerazione della rappresentanza che paghiamo a caro prezzo.

 

Oggi l’apposizione della fiducia sulle regole comuni della democrazia è una forzatura ulteriore. Anche il parallelismo con la controversa vicenda della legge elettorale del ’53 non porta argomenti a favore dei sostenitori della decisione di approvare in questo modo l’Italicum. Anzitutto, allora si riconosceva il premio di maggioranza a chi avesse raggiunto il 50% dei consensi.

 

LETTA-RENZILETTA-RENZI

In secondo luogo, anche in quella circostanza – come col Porcellum e com’è normale accada quando le regole del gioco sono adottate da una esigua maggioranza – la legge fu abrogata dopo poco tempo. Si tratta, dunque, di un esempio che conferma la mia idea: la volontà del capo del governo e del Pd di far approvare la legge elettorale in solitudine, contro tutte le opposizioni esterne e contro una parte del proprio partito, è un errore.

 

Infine, una notazione personale. Non ho doppi fini, né mi candido a nulla. Affermo solo, con tutta la libertà intellettuale di cui sono capace, che chi ha responsabilità di guida, soprattutto su questioni che riguardano le regole condivise, deve in primo luogo convincere e coinvolgere. Così vince davvero. Altrimenti, vince sulle macerie.

RENZI E LETTA BY BENNY RENZI E LETTA BY BENNY

 

La democrazia italiana ha valori e anticorpi più forti di quanto non immaginiamo. E non c’è una sola importante conquista della nostra intera storia unitaria che sia stata raggiunta a colpi di forzature e personalismi. Andiamo lontano solo quando riscopriamo il coraggio e la capacità di farlo attraverso un grande sforzo collettivo. Andiamo lontano solo quando andiamo davvero «insieme».

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?