IL LETTISMO DEL POTERE, PEDINA PER PEDINA: LA SQUADRA DI ENRICHETTO CHE MANOVRA A PALAZZO CHIGI

Tratto da "Enrico Letta" di Federica Fantozzi e Roberto Brunelli, Editori Internazionali Riuniti

MONICA NARDI

È febbraio del 2005. Pieno inverno. Nella cinquecentesca Villa Guastavillani, sulle colline bolognesi, Enrico Letta convoca una riunione fondamentale. L'edificio, che porta il nome di un cardinale nipote di Papa Gregorio XIII, è la sede dell'Alma Graduate School, la business school dell'Università di Bologna nata quattro anni prima per offrire formazione manageriale e d'impresa ad alto livello.

COPERTINA DEL LIBRO SU ENRICO LETTA

Nevica. Enrico Letta ha deciso di tenere lì la riunione fondativa di veDrò, il pensatoio che vedrà la luce l'estate successiva. Prima, ne aveva accennato soltanto nel discorso all'Arel e discusso in un paesino toscano, Marti. Adesso si tratta di passare all'azione. Si ragiona sulla creazione di un luogo in grado di generare e mettere insieme "identità e aggregazione". Il tema chiave è già duplice: il ricambio generazionale e il "dialogo oltre i tabù in funzione dell'interesse del paese".

L'idea è elaborare l punto di vista dei trenta-quarantenni (con il valore aggiunto di qualche cinquantenne) che non ci stanno a farsi incasellare nelle rispettive ideologie di provenienza e si parlano per risolvere problemi. Si tratta, in sostanza, di dare corpo a un'intuizione che hanno avuto in tre. Oltre Enrico, Filippo Andreatta, bolognese classe 1968, figlio di Nino, vicepresidente dell'Arel, professore ordinario di Scienza politica all'Università di Bologna e consigliere di amministrazione di Alma graduate School.

BENEDETTA RIZZO

È uno dei più stretti consulenti di Letta, al punto che potrebbe presto approdare a Palazzo Chigi come consigliere politico. Anche lui con il pallino della generazione post ideologica: "La mia immagine simbolo? Il ragazzo di Tienanmen che ferma il carro armato. Ancora più bella perché è un anonimo, poteva rappresentare tutti noi".

E con il chiodo fisso del ricambio generazionale: "Siamo l'Italia delle rendite" diceva nel 2008 a Luca Telese. "Il problema oggi sono le carriere cooptate, in ogni campo, dalla politica agli studi notarili, alle botteghe artigiane alle imprese. La rendita è il vero nemico!. Il Primo giovane a cui farebbe fare il salto al governo? "Enrico Letta. Non perché sia mio amico - e lo è - ma perché ha avuto il coraggio di correre contro Veltroni, quando l'unanimismo gli sarebbe convenuto".

MASSIMILIANO CESARE

A chiudere il trio c'è Max Bergami, anche lui bolognese economista ulivista, tra i fondatori dell'Alma Graduate che oggi dirige (e di cui è consigliere delegato), nonché capo della segreteria del ministro dello Sport e del turismo Piero Gnudi durante il governo Monti.

Alla riunione partecipa anche una ragazza, figura chiave nella squadra dell'attuale premier. Monica Nardi, oggi 35 anni, viso dolce, modi delicati e capacità lavorativa da caterpillar, di Enrico è lo spin doctor. Praticamente l'ombra. E soprattutto l'interfaccia: capo della comunicazione a Palazzo Chigi, fino a un mese fa dirigeva l'associazione politca 360 e si occupa delle pubbliche relazioni per veDrò.

FABRIZIO PAGANI

Significa avere accesso ai sancta sanctorum del lettismo. 360, infatti, è soprattutto una corrente, nemmeno esigua, (conta 24 parlamentari), e molto organizzata.

Non tragga in inganno il fatto che sui giornali si parli spesso di dalemiani, prodiani, mariniani (con deriva fioroniani) renziani, giovani turchi, persino civatiani e mai di lettiani. Agiscono sottotraccia e si riuniscono settimanalmente nelle stanze candide e iper-moderne di via del Tritone per organizzare l'attività parlamentare e decidere l'agenda delle priorità. Segretario generale è Francesco Russo, nel Consiglio direttivo siedono Marco Meloni, Alessia Mosca, Guglielmo Vaccaro.

Nardi è nata a Ostia e ha conosciuto Letta durante un master in cooperazione internazionale a Portogruaro, provincia di Venezia, nel 2002. "C'era la possibilità di uno stage all'Arel come correttrice di bozze. Sono entrata e da lì è cominciato tutto". E molto è dipeso dalla capacita delle Letta-girls di fare squadra anche tra loro. Con Monica si relazionano Benedetta Rizzo, 44enne romana, amica ventennale di Letta, sveglia e bene inserita nel giro che conta, presidente ma soprattutto anima di veDrò, e la trentenne Alessandra Calise, ufficio stampa di 360.

ENRICO LETTA PAOLA DE MICHELI

A completare la squadra al femminile c'è Debora Fileccia, storica segretaria di Letta. E' con lui dal '96, quando lei aveva 28 anni e lui due di più. Sono passati insieme dalla Dc al Ppi, dalla Margherita al Pd. L'ha seguito, come capo della segreteria particolare, in tutte le 5sperienze istituzionali.

È la persona di cui il premier si fida senza riserve, affidandole l'agenda e le questioni più delicate.- E al governo con Letta - ma dietro le quinte- è andato un gruppo compatto di quasi coetanei. Tutti, pressappoco, nati dopo il '66. "È la prima volta che la mia generazione si trova nella cabina di comando - racconta uno di loro - E questo pensiero mi fa tremare i polsi».

DEBORA FILECCIA

II portavoce è il fìdatissimo Gianmarco Trevisi, giornalista di RadioRai. 45 anni, segue Enrico da venti finendo per assomigliargli un po' anche fisicamente. Si sono conosciuti nel ‘97 quando Trevisi era uscito dalla scuola di giornalismo della Luiss.

Con Chiara Geloni (direttore di YuDem ed ex vicedirettore di Europa) e Piero Martino storico portavoce di Franceschini oggi deputato, cominciarono subito a lavorare all'ufficio stampa del Ppi. Quando Franco Marini, consapevole che il suo tallone d'Achille era la comunicazione, volle due "facce nuove" come vicesegretari, queste furono Enrico e Dario. Poi Trevisi seguì Letta al governo, collaborò alla campagna elettorale per le Europee 2004 e per le primarie del 2007

Marco Laudonio è iI coordinatore del sito del governo con il mandato dì "rinfrescare il volto virtuale delle istituzioni". Giornalista specializzato in new media, master a Tor Vergata in Economia e gestione della comunicazione e dei media, responsabile della community e dei social media di 360

Massimiliano Cesare, napoletana classe '67, è consigliere economico con l'incarico di curare i rapporti con le imprese. Specializzato in Diritto amministrativo e societario, il legale lavora in sinergia con la deputata piacentina Paola De Micheli, ben coperta sul fronte delle grandi aziende a partecipazione statale. La conoscenza con Cesare, molto attivo sul fronte della lotta alla mafia, risale al 2007, durante un incontro della campagna elettorale di Letta per le primarie contro Veltroni.

 

Sul fronte rivolto all'estero il premier ha schierato due coetanei che conosce da tempo, entrambi pisani e molto rodati. Consigliere politico internazionale è Fabrizio Pagani, funzionano dell'Ocse. Nato il 4 gennaio del 1967, laureato in Scienze politiche al Sant'Anna, è con letta dai tempi del ministero delle politiche comunitarie e poi lo ha seguito in ogni avventura al governo.

FILIPPO ANDREATTA

Consigliere per gli Affari europei è Stefano Grassi che, dopo un dottorato in Politica e diritto internazionale al Sant'Anna, è entrato alla Commissione europea. Nel 2011 era stato chiamato da Monti come consigliere per le politiche comunitarie e le riforme economiche, Letta lo ha voluto al suo fianco nell'incontro con Barroso.

A completare il team c'è il giovanissimo consigliere per i Rapporti con il Parlamento, destinato a lavorare in sinergia con Franceschini. Roberto Cerreto, classe '74, che proviene da Montecitorio. Come funzionario del servizio d'aula ha accompagnato prima Bersani e poi lo stesso Letta alle consultazioni per la formazione dell'esecutivo. E il premier, dopo averne apprezzato il lavoro, lo ha voluto con sé.

Solo una porta, a metà del corridoio del primo piano, separa gli uffici del premier da quelli del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Filippo Patroni Griffi. Letta lo conosce da tempo, ma il feeling si è cementato quando lui ricopriva il medesimo ruolo nel governo Prodi e l'altro era capo del Dipartimento affari giuridici e legislativi. Adesso l'integrazione dei Letta-boys con i Patroni Griffi-boy» è massima. Su entrambi i fronti, c'è stato uno svecchiamento rispetto alle abitudini del palazzo.

La sinergia è iconizzata nel tandem che vede il 47enne pugliese Roberto Garofoli, vicino a Italiani Europei, ex capo di gabinetto di Patroni Griffi segretario generale della presidenza del Consiglio.

STEFANO GRASSI

Mentre vicesegretario è il napoletano Luigi Ferrara, classe '70, che ha accompagnato Letta anche nello streaming con i grillini ed è considerato il vero deus ex machina a Palazzo Chigi, Laurea e master in Economia pubblica, vincitore del primo concorso della Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione per dirigenti, Ferrara conosce durante uno stage all'Industria il neoministro 32enne Enrico che, poco dopo, Io vuole vice capo di gabinetto. Tra i due è colpo di fulmine.

Ferrara lo segue con lo stesso ruolo anche come sottosegretario di Prodi a Palazzo Chigi, e poi diventa capo della segreteria tecnica del ministro della Pubblica amministrazione Patroni Griffi durante il governo Monti. Ma di derivazione patroniana sono anche il 46enne Cario Deodato, capo del Dipartimento legislativo, e il 41 enne Fabrizio Dell'Orefìce, capo della Comunicazione istituziona le, proveniente dalla redazione politica de Il Tempo.

Dopo la conquista di Palazzo Chigi, i lettiani non trascurano il Parlamenta Sono una pattuglia compatta, in cui si mischiano nuove leve e amici storici di Enrico, che con lui hanno condiviso pane e politica dai tempi della Dc. Gente difficilmente classificabile come semplici Letta-boys. Ad esempio il 55enne veronese Gianni Dal Moro, che ne gli anni ha svolto un lavoro oscuro ma preziosa a capo del la segreteria politica di Letta come vicesegretario del Pd e uomo macchina delle primarie 2007. Del resta la città dove I lettiani sono più numerosi è proprio in Veneto.

MARCO MELONI

Vicenza, nel cuore della Padania leghista, guidata dal centrosinistra. Su base provinciale in questi anni la corrente è stata fortissima, e anche dopo l'uscita di Achille Variati - passato con Renzi e appena rieletto sindaco - conserva la maggioranza del partita. Tra i parlamentari ha espresso due new entry: il 38cnne segretario provinciale Federico Ginato, forte di settemila voti alle primarie, e il vicesegretario dei Giovani democratici, Giacomo Possamai, classe ‘90

I deputati-testimonial, anche in talk show e interviste, sono essenzialmente due.

Francesco Boccia, 45 anni, pugliese, coniugato De Girolamo, economista con master bocconiano, già consigliere di Letta all'Industria e due volte avversano (sconfitto) di Nichi Vendola alle primarie. Oggi è presidente della nevralgica Commissione bilancio alla Camera: testa d'ariete sui temi economici e sherpa sui dossier più caldi della crisi.

MAX BERGAMI

La seconda è la grintosa 40enne Paola De Micheli imprenditrice nel settore agro-alimentare ed ex assessore, piacentina come Bersani ma, ben radicata in Lombardia dove è amica del leghista Giorgetti come di Fedele Confalonieri, "prestata" alla campagna delle primarie dell'ex segretario in virtù dell'appeal televisivo. È vicecapogruppo a Montecitorio, ma sì occupa di rapporti con le piccole e medie imprese, partecipazioni statali e riforma fiscale.

Meno visibili ma molto attivi, in puro Letta-style, ci sono due uomini di cui il premier non potrebbe fare a meno.

II 48enne deputato Francesco Sanna, schivo quanto concreto, suo principale referente sui temi della giustizia. A lui è affidata la patata bollente della partita sull'eventuale ineleggibilità di Berlusconi e sulla sua decadenza da par lamentare se la Cassazione ne confermasse l'interdizione dai pubblici uffici.

E Marco Meloni 42 anni anche lui una lunga carriera politica alle spalle da vicesegretario dei Giovani popolari a coordinatore della campagna di Enrico per le primarie 2007, consigliere regionale in Sardegna e membro delia segreteria Pd. È l'unico ad essere passato in tutti i centri dell'attività politica lettiana, dal coordinamento dell'ufficio studi dell'Arel a fondatore di veDrò a esponente del Consiglio direttivo di 360.

Poi ci sono anche il piemontese Enrico Borghi, ex vicepresidente dell'Anci per I comuni montani, quarantenne ex Dc-Ppi, ora nel Pd. Francesco Russo, neosenatore docente di storia all'università di Udine, nonché segretario generale di 360. E' quello che nella prima direzione dopo il voto ha attaccato Livia Turco per II ritorno al partito come responsabile dell'Immigrazione, e lei ha rinunciato allo stipendio.

Ancora, il ligure Lorenzo Basso, il campano Guglielmo Vaccaio, la neoeletta 25enne Anna Ascani, umbra di Città di Castello. Lei lo ha approcciato, politicamente parlando, nel 2007 ottenendo in risposta un "laureati e ripassa". Cosa puntualmente avvenute. Fuori dal Parlamento è rimasto, per aver perso le primarie, il veneto Marco Stradiotto.

 

 

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