LIBERATI E NON BRUTI - LA PROCURA DI MILANO “NON CHIEDERÀ L’ARRESTO DI BERLUSCONI”

Paolo Biondani per http://espresso.repubblica.it

«La procura di Milano non chiederà il carcere per Silvio Berlusconi». Lo dichiara a "L'Espresso" il procuratore capo, Edmondo Bruti Liberati, precisando che non si tratta di una decisione ad personam, ma della semplice applicazione di un principio generale, valido per tutti gli imputati e condannati. Il capo dei pm milanesi, che è in vacanza per alcuni giorni, conferma così ufficialmente l'orientamento favorevole al leader del centrodestra manifestato sempre a questo settimanale da altre autorevoli fonti giudiziarie.

Il punto di partenza è la direttiva impartita nel novembre scorso e ribadita in gennaio dallo stesso procuratore di Milano, dopo le severe condanne inflitte all'Italia dalla Corte europea dei diritti umani per l'eccessivo sovraffollamento delle carceri e la conseguente violazione del divieto di sottoporre i detenuti a trattamenti disumani e degradanti.

Nel caso di Berlusconi, la legge c'è: già dal 2005 il giudice di turno può concedere la detenzione domiciliare, invece del carcere, ai condannati con sentenza definitiva che abbiano più di 70 anni, con l'esclusione dei soli reati gravissimi come omicidi, mafia o terrorismo. La legge in sé non prevede alcun automatismo, ma va sempre interpretata e applicata nel caso concreto, con tutte le sue particolarità, per cui il pm in teoria può chiedere e il giudice decidere anche il carcere, ma in via eccezionale e con una motivazione dettagliata, che è sempre contestabile e impugnabile dai difensori.

In pratica, però, dal gennaio scorso la direttiva del procuratore ha già prefissato in via generale proprio i paletti per l'interpretazione e applicazione concreta della legge: i magistrati milanesi sono chiamati a "ricorrere nella misura più larga possibile alle misure alternative alla detenzione", e questo "sia in tema di misure cautelari, che in fase di esecuzione", cioè sia per gli arresti decisi prima dei processi, sia per le condanne definitive dopo tre gradi di giudizio.

La detenzione domiciliare, dunque, è diventata la regola concreta applicata a Milano, come in molti altri distretti giudiziari, a tutti i condannati ultra-settantenni, con possibili eccezioni che però non ricorrono nel caso di Berlusconi, come confermano le fonti giudiziarie interpellate da "L'Espresso". Formalmente la procedura di esecuzione della pena si chiuderà con un provvedimento finale solo dopo il 15 ottobre, ma la posizione della procura è già chiara: il carcere per Berlusconi non verrà neppure chiesto.

Quindi per gli avvocati difensori diventerà superfluo presentare una loro richiesta di evitare il carcere, visto che la stessa procura è destinata per così dire ad anticiparli. A quel punto gli avvocati dell'ex premier potranno invece chiedere al tribunale di sorveglianza di cancellare anche gli arresti domiciliari per sostituirli con l'affidamento ai servizi sociali, cioè con alcune ore di lavoro settimanale in una comunità rieducativa: il termine scadrà appunto il 15 ottobre.

La direttiva del procuratore, che era stata ampiamente discussa con i magistrati del settore esecuzioni, è stata già applicata a centinaia di condannati e il suo contenuto è ora riconfermato e ampliato anche dalle nuove leggi "svuota-carceri" varate dai governi Monti e Letta.

Ad ispirare queste norme è il principio costituzionale di rieducazione dei condannati, rafforzato dalla comprovata efficacia delle misure alternative anche in termini di maggiore sicurezza per i cittadini: i condannati che ottengono benefici e permessi di lavoro esterno hanno un tasso medio di recidiva (che misura quanti ex detenuti vengono riarrestati per aver commesso nuovi reati) inferiore al 4 cento, cioè molto più basso rispetto alla massa dei detenuti costretti invece a scontare tutta la pena in carceri diventate "criminogene".

Il paradosso politico è che queste regole-base del vero garantismo, sancite per la prima volta in Italia dalla storica legge Gozzini, sono state negli scorsi anni pesantemente attaccate e spesso modificate in peggio proprio dallo schieramento di centrodestra guidato da Berlusconi.

 

edmondo_bruti_liberatiberlusconi galeramanifestanti sperano in berlusconi in galera PROTESTA PDL DAVANTI AL TRIBUNALE DI MILANO PRO BERLUSCONI PDL BERLUSCONI TRIBUNALE MILANO Fan du Silvio al TRibunale di Milano San Vittore

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…