renzi in mimetica full metal jacket

1. ECCO L'ENNESIMA PROVA CHE L’ITALIA E’ ORMAI UNA MERA ESPRESSIONE GEOGRAFICA A SOVRANITA’ LOCALE: IL GOVERNO RENZI SI È RITROVATO IN GUERRA A SUA INSAPUTA 2. A IMPARTIRE L’ORDINE AL GOVERNO CI HA PENSATO L’AMBASCIATORE AMERICANO PHILLIPS INDICANDO ANCHE IL NUMERO DEI SOLDATI NECESSARI IN LIBIA: “ALMENO CINQUEMILA UOMINI”

RENZI LIBIA ELLEKAPPA 1RENZI LIBIA ELLEKAPPA 1

1. RENZI NON PUÒ DECIDERE LA GUERRA E DIRCELO DOPO

Maurizio Belpietro per “Libero Quotidiano”

 

RENZI BY BENNY IN MIMETICA MILITARERENZI BY BENNY IN MIMETICA MILITARE

…..  Leggo e ascolto dichiarazioni di chi è pronto ad arruolare il nostro Paese in una guerra. La costituzione italiana ripudia i conflitti, ma consente quelli difensivi, per cui anche gente che di solito imbraccia la bandiera della pace ora si dice disposta a indossare l' elmetto.
 

La guerra all'Isis e a tutti i terroristi ovviamente va fatta, ma forse prima di usare il fucile sarà bene che qualcuno si informi e informi il Parlamento. È facile dichiarare guerra, il problema è vincerla. Le bande di predoni che dicono di appartenere allo Stato islamico e sono pronte ad immolarsi in nome di Allah, forse non sono bene addestrate e ancor meno sono equipaggiate.

renzi sbaglia il saluto militarerenzi sbaglia il saluto militare


Probabilmente sconfiggerle e distruggerne gli avamposti è relativamente facile. Ma prima di partire per una missione, forse sarebbe meglio parlarne senza false reticenze, affrontando anche i rischi che ogni guerra e dunque anche questa comporta. Noi ci stiamo arruolando in un conflitto che non è tradizionale e che potrebbe scatenare attacchi terroristici non al fronte, ma a casa nostra.

 

ambasciatore usa john phillips e moglieambasciatore usa john phillips e moglie

Dunque, prima di discutere di come e dove attaccare, sarà il caso di parlare di come e dove difenderci. L' Italia è un Paese già molto esposto e se dovrà guidare la missione in Libia lo sarà ancora di più. Oggi piangiamo i corpi di Salvatore Failla e Fausto Piano, domani non vorremmo piangerne altri.

RENZI IN MIMETICA FULL METAL JACKETRENZI IN MIMETICA FULL METAL JACKET


Dunque, se combattere l' Isis è un obbligo, altrettanto obbligatorio è che il Parlamento e gli italiani siano informati su ciò che si sta decidendo. Una guerra non è affare solo del governo, ma del Paese. Paese in cui, oltre alle decine di diritti che ogni giorno ognuno rivendica, esiste il diritto all' informazione e a conoscere il proprio destino.

RENZI LIBIA VAURORENZI LIBIA VAURO

 

2. RENZI HA PAURA DELLA GUERRA: NIENTE SOLDATI ITALIANI IN LIBIA

I DUE TECNICI DELLA BONATTI RAPITI IN LIBIA - GINO POLLICARDO E FILIPPO CALCAGNOI DUE TECNICI DELLA BONATTI RAPITI IN LIBIA - GINO POLLICARDO E FILIPPO CALCAGNO

Antonio Signorini per “il Giornale”

 

Il governo italiano si è ritrovato in guerra a sua insaputa. L'irritazione del premier Matteo Renzi, prima relegata ai retroscena ieri è diventata più esplicita, con dichiarazioni di parlamentari vicini al premier.

 

RENZI IN MIMETICA NOMFUPRENZI IN MIMETICA NOMFUP

Renzi non ha parlato, ma rispetto ai giorni scorsi si è mostrato ancora più prudente. Ai suoi collaboratori ha fatto capire che per l'Italia le priorità per il momento sono diplomatiche. «I venti di guerra lasciamoli da parte, non inseguiamo in alcun modo l'agenda dei media che hanno già messo elmetto e scarponi».

 

la foto dell italiano ucciso in libia a piazzapulitala foto dell italiano ucciso in libia a piazzapulita

La nuova linea è: «Grande senso di responsabilità, come deve fare un grande Paese come l'Italia», silenzio fino a quando non torneranno le salme dei due italiani morti in Libia. E respingere le ricostruzioni di questi giorni, definite «improvvide, irresponsabili accelerazioni». Di fatto una marcia indietro rispetto ai piani di intervento filtrati nei media, decisa anche alla luce dei sondaggi che sono chiarissimi. Gli italiani non vogliono nostri soldati nel teatro di guerra libico.

fausto piano salvatore failla libia bonatti uccisi a sabratafausto piano salvatore failla libia bonatti uccisi a sabrata

 

A dare un'idea precisa dell'aria che tira a Palazzo Chigi è Nicola Latorre, presidente della commissione Difesa del Senato e solidamente renziano. L'impegno militare non c'è «sia nell'immediato e sia in un secondo momento», ha detto a Skytg24. È il Renzi pensiero, non la semplice presa di posizione di un parlamentare Pd. Confermato dal capo di stato maggiore della Difesa generale Carlo Graziano, «assolutamente sorpreso per le ricostruzioni giornalistiche che continuano a imperversare».

RENZI IN MIMETICA 1RENZI IN MIMETICA 1

 

Il premier teme gli effetti della guerra. Quelli reali, le inevitabili perdite di una missione che comporterà vittime. Quelli politici, in vista delle elezioni amministrative con consensi che sono già in costante calo. Infine quelli diplomatici. L'intervento a guida italiana è un impegno che rischia di costare molto, per un risultato che rischia di essere nullo.

 

La strategia dell'Italia è quindi quella di aspettare. In generale che si chiariscano gli equilibri, in Libia ma anche in Europa. Per il medio termine l'Italia pretende che in Libia si formi un governo di unità nazionale che chieda ufficialmente aiuto alla comunità internazionale. L'impegno italiano, se ci sarà, sarà molto limitato.

 

renzi 9renzi 9PHILLIPS RENZIPHILLIPS RENZIhillary libia obamahillary libia obama

Operazioni di polizia contro Daesh e, soprattutto, intelligence. Che si tratti di una marcia indietro emerge dalle aspettative che gli Stati Uniti hanno riposto sull'Italia. Ieri l'ambasciatore degli Stati Uniti John R. Phillips ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera nella quale si fa il numero di militari italiani impegnati in Libia: circa 5mila. E la guida delle operazioni.Gli italiani sono nettamente contrari.

 

hillary libia isishillary libia isis

Secondo un sondaggio di ieri realizzato da Ixè per Agorà (Raitre) i no all'intervento sono l'81%, i favorevoli il 14% mentre i «non so» il 5%. Anche tra le forze politiche la contrarietà all'intervento è quasi unanime. Pesa la prospettiva di una guerra che di fatto è con truppe a terra. Ma anche la memoria del precedente intervento in Libia che portò alla fine di Gheddafi, con conseguenze totalmente negative per l'Italia, a partire dall'immigrazione.

renzirenzi

 

Ieri Silvio Berlusconi, ha detto «no ai bombardamenti in Libia. Spero che il governo Renzi non commetta l'errore di intervenire. Spero - ha aggiunto - che ci sia un filo di saggezza». Il capogruppo di Forza Italia alla Camera Renato Brunetta ha ricordato «il disastro che si è realizzato in primavera-estate-autunno del 2011 in Libia» che vedeva «l'Italia di Berlusconi assolutamente contraria», fu l'allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a costringere il premier a concedere le basi per i bombardamenti.

hillary libia 5hillary libia 5hillary libia 3hillary libia 3hillary libia 7hillary libia 7

 

hillary libia 6hillary libia 6renzi 2renzi 2renzi 3renzi 3renzi 6renzi 6renzi 7renzi 7renzi in afghanistan con la mimeticarenzi in afghanistan con la mimeticaRENZI IN MIMETICARENZI IN MIMETICArenzi 8renzi 8renzi 1renzi 1renzi 10renzi 10renzi 5renzi 5renzi 4renzi 4

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....