GRILLO’S STORY – LA METAMORFOSI HA INIZIO IN RAI DOPO LE BATTUTE SU CRAXI (“SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?”) – TRA UNA BARZELLETTA SUGLI ESCHIMESI E UNA GAG SUI COMPUTER, È DIVENTATO UN POLITICO - “MA È PIÙ ATTORE OGGI DI QUANDO TENTAVA DI FARE L’ATTORE. HA INTUITO CHE DIRE LE COSE DA BAR È UN’ATTIVITÀ REDDITIZIA. NIENTE DI MEGLIO PER GLI ITALIANI, CHE ASPETTANO SEMPRE IL CAPOPOPOLO DI TURNO” (DINO RISI)….

Sebastiano Messina per "La Repubblica"


Sono passati ventisette anni, da quel giorno. Era un sabato sera, a Palazzo Chigi c'era Bettino Craxi e il comico che oggi entra da trionfatore nel Palazzo volle togliersi lo sfizio di fare uno sketch sulla politica.

Anzi, proprio sul Psi, il partito del presidente del Consiglio. E allora fece l'imitazione di Martelli che durante il viaggio in Cina domandava a Craxi: «Senti, è vero che qua ce n'è un miliardo e sono tutti socialisti?». «Sì, perché?». «Ma allora, se sono tutti socialisti, a chi rubano?». Con quella battuta, a 38 anni, il ragionier Giuseppe Piero Grillo, detto Beppe, concluse alla Rai la sua brillante carriera di comico.

Forse non immaginava neanche lui che chi lo metteva alla porta gli stava cambiando la vita. O forse era proprio quello che voleva, con quella rasoiata che il Palazzo non poteva tollerare (mancavano ancora sei anni alla scoperta di Tangentopoli). Fatto sta che c'è chi fa risalire a quella cacciata dalla tv pubblica l'inizio della spettacolare metamorfosi di Grillo, da attore a profeta e da profeta a capopopolo.

Sì, certo, continuò a fare il comico ancora a lungo. Riempiva i teatri, con i suoi monologhi caustici e trascinanti, e una volta si levò anche la soddisfazione di tornare un'ultima volta nella Rai decraxianizzata, con il suo «Beppe Grillo Show», ma a poco a poco nei suoi spettacoli il piatto forte diventò la politica. Amava partire dai dettagli, apparentemente minori, che lui però trasformava in scelte paradigmatiche, piccole mosse per cambiare la vita. La sua e quella di tutti.

E così, tra una barzelletta sugli eschimesi e una gag sui computer, comincia a inserire il numero sull'auto a idrogeno «che esiste davvero, l'ho vista, funziona e puoi respirare dal tubo di scappamento», la storia della «biowash ball», la pallina magica capace di fare un bucato perfetto in lavatrice senza consumare neanche un grammo di detersivo, la tirata contro i trasporti inquinanti, «per portare i maiali dal Belgio a Parma e riportarli in Belgio come prosciutti», e addirittura l'aneddoto sugli svedesi che fanno la differenziata anche nel bagno, «lì c'è un water che separa la cacca dalla pipì e gli inquilini guadagnano vendendo i propri escrementi ai contadini come concime: abbassano le spese condominiali cagando, sapete?»

Non sono battute buone per uno spettacolo, ma idee che lui trasforma, diremmo oggi, in
vere e proprie campagne politiche. Si innamora delle nanoparticelle. Si scaglia contro gli inceneritori. Invoca il passaggio immediato e totale alle energie rinnovabili. Si schiera contro l'invio dei soldati italiani in Iraq. Attacca il governatore di Bankitalia, Fazio. Aderisce alla guerriglia contro la Tav in Val di Susa, annunciando con una risata: «Sono un anarchico insurrezionalista!».

Giorno dopo giorno, comincia a mettere a fuoco i suoi bersagli. I bancarottieri come Tanzi, che hanno lasciato in mutande i poveri risparmiatori. Le compagnie telefoniche. Le case farmaceutiche. Qualche volta esagera, e si becca una condanna a 4000 euro per aver dato della "vecchia puttana" a Rita Levi Montalcini, accusandola di aver ottenuto il Nobel grazie all'aiuto di una ditta di medicinali, ma ormai sono in molti a considerarlo un tribuno del popolo, il difensore dei fregati.

La vera svolta arriva nel 2005, quando lui fonda il suo blog, parola che all'epoca è ignota ai più. Eppure, miracolo del passaparola, in pochi mesi diventa il primo blog del Paese, e centotrentamila italiani ogni mattina vanno a leggersi cosa scrive Grillo, e a scrivergli che sono d'accordo con lui. È un'impresa che molti gli invidiano, ma lui vuole comunicarla al mondo intero.

Così, con 57 mila euro raccolti tra i suoi bloggers, il 22 novembre compra una pagina intera dell'Herald Tribune. Per dire cosa? Che in Italia c'è un Parlamento pieno di inquisiti, processati o condannati. Questo comico che sfida gli onorevoli, screditandoli nei salotti buoni del Continente, diventa subito un personaggio internazionale, e «Time» lo mette nell'elenco dei personaggi europei dell'anno.

A quel punto, lui aveva già le idee chiarissime. E rivelava a "Repubblica" cosa aveva in mente. «Sul web sta nascendo una nuova democrazia che i vecchi politici non riescono neanche a capire. Milioni di persone stanno a guardare questi comatosi che si aggirano promettendo questo e quello: vanno licenziati tutti. Indifferentemente tutti.

Vedete, io ho messo su una piccola P2 sobria e trasparente. Sì, la piduina degli agrillati. È una rete di meetup già presente in 95 città. Sa cosa sono i meetup? Gruppi di persone che si incontrano per fare concretamente le cose di cui hanno parlato in un blog. Siamo già quasi seimila: il terzo meet-up del mondo, come numero. Vede, la gente, le persone, sono molto più avanti delle istituzioni». È il 2005, otto anni fa, e non sono in molti a prenderlo sul serio.

Le cose cambiano nel 2007, quando il fiume carsico dei meet-up, l'onda lunga dei blogger, invade all'improvviso le piazze italiane, con una manifestazione che per la prima volta viene organizzata solo via Internet, con il passaparola tra blogger. Il nome è sfacciato e impertinente, «Vaffanculo Day», e l'invito, diciamo così, è per i politici, tutti i politici (si salva, per il momento, solo Di Pietro). Lascia tutti a bocca aperta.

A sera, Grillo conta 332 mila 225 firme sotto tre proposte di legge di iniziativa popolare, che affiderà senza alcuna speranza al Parlamento. Sono tre regolette neanche tanto eversive. Primo, nessun condannato può candidarsi. Secondo, nessuno può fare il parlamentare per più di dieci anni. Terzo, basta con le liste dei nominati. Naturalmente, l'effetto della loro caduta nel vuoto sarà il rafforzamento di Grillo: la prova inconfutabile che ha colpito nel segno.

I seguaci ci sono, le idee cominciano a esserci, ma manca ancora qualcosa: la bandiera. Grillo tenta prima la strada delle liste civiche, e le riunisce tutte a Firenze, l'8 marzo 2009. «Come ci chiamiamo? Non ci chiamiamo: esistiamo ». Non c'è un programma, ma una lista di obiettivi. Una lista sempre più lunga: l'acqua pubblica, il web gratuito per tutti, i depuratori di condominio, il fotovoltaico..

L'ex comico è diventato un concorrente pericoloso, per i partiti. E lui decide di sfidare il più organizzato di tutti, il Pd: «Voglio partecipare alle primarie per il segretario», annuncia. E prende persino la tessera, alla sezione di Paternopoli, in Campania. Ma il partito gli dice no, grazie, la tua strada è diversa dalla nostra.

A quel punto, la nascita del suo non-partito (regolata da un "non-statuto") è inevitabile. E il 4 ottobre 2009, al teatro Smeraldo di Milano, va in scena per la prima volta il Movimento 5 Stelle. Soggetto di Beppe Grillo, regia di Gianroberto Casaleggio. La metamorfosi è conclusa, il comico è diventato un politico. «È più attore oggi - disse una volta Dino Risi, che lo aveva diretto in un suo film - di quando tentava di fare l'attore. Ha intuito che dire le cose da bar è un'attività redditizia. Niente di meglio per gli italiani, che aspettano sempre il capopopolo di turno».

 

Grillo giovaneGRILLO BEPPE beppe grillo incazzoso BEPPE GRILLO SUL PALCO BEPPE GRILLO GRILLO vittoria Beppe GrilloPRIMO PIANO DI BEPPE GRILLO BEPPE GRILLO MOVIMENTO 5 STELLE

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - IL CLAMOROSO VIDEO MAGA, CHE DONALD TRUMP HA “CONSACRATO” RILANCIANDOLO SU TRUTH, IN CUI SI AFFERMA CHE L'ITALIA SI ACCINGEREBBE A ROMPERE CON L’UNIONE EUROPEA SUI DAZI PER NEGOZIARE DIRETTAMENTE CON GLI STATI UNITI E CHE IL NOSTRO PAESE SAREBBE INTERESSATO A TAGLIARE IL SUO SOSTEGNO ALL'UCRAINA, È UN FATTO GRAVISSIMO, BENCHE IGNORATO DAL "CORRIERE", PERCHÉ È ESATTAMENTE L'OPPOSTO DELLA LINEA PORTATA AVANTI UFFICIALMENTE DALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA IN QUESTI ANNI - UNA TALE MAGA-SCONCEZZA AVREBBE DOVUTO SPINGERE LA DUCETTA A UN SEMPLICE COMMENTO: TRATTASI DI FAKE-NEWS. INVECE, LA TRUMPETTA DI PALAZZO CHIGI, CHE FA? ZITTA! - PARLANO INVECE TAJANI E LOLLOBRIGIDA CHE GARANTISCONO: “ABBIAMO SEMPRE LAVORATO CON L'UNIONE EUROPEA, MA CHIARAMENTE PARLIAMO ANCHE CON GLI AMERICANI…” - VIDEO

stefano de martino caroline tronelli roberto vaccarella michelle hunziker nino tronchetti provera

DAGOREPORT - L’ESTATE FA SBOCCIARE GLI AMORI, L’AUTUNNO LI APPASSISCE – LA STORIA TRA BOSCHI E GIULIO BERRUTI È FINITA IN...VACCARELLA! L'EX MINISTRA RENZIANA DA TRE SETTIMANE SI È AVVICINATA ALL’AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, “COGNATO” DI GIOVANNINO MALAGÒ – NONOSTANTE IL RESTAURO DEL VILLONE DA 700MQ A MILANO, E L'INTERVISTA RASSICURANTE A "VERISSIMO" (“HO RITROVATO LA SERENITÀ”), A MILANO DANNO AL CAPOLINEA ANCHE LA STORIA TRA MICHELLE HUNZIKER E NINO TRONCHETTI PROVERA - FATALE FU IL SEX-TAPE? DOPO SETTIMANE DI ROBANTE PASSIONE E PRIME PAGINE PATINATE, IL DECLINANTE STEFANO DE MARTINO (IL SUO "AFFARI TUOI" E' FINITO SOTTO "LA RUOTA DELLA FORTUNA") E CAROLINE TRONELLI SI SONO LASCIATI. DA UN MESE NON SI VEDONO PIÙ INSIEME IN PUBBLICO...

giulio berruti maria elena boschi

L’INIZIO DELLA STORIA TRA L’ONOREVOLE MARIA ELENA BOSCHI E GIULIO BERRUTI, DENTISTA-ATTORE, È STATO FELICE, ALLIETATO DI SGUARDI ADORANTI SOTTO I FLASH DI “CHI”. L’INTRECCIO È CONTINUATO PER CINQUE ANNI TRA QUADRETTI FAMILIARI LIALESCHI PIENI DI BUONA VOLONTÀ MA SEMPRE PIÙ CARICHI DI TENSIONI. SAPPIAMO CHE NON C'È PIÙ GRANDE DOLORE, A PARTE I CALCOLI RENALI, DI UN AMORE FALLITO. QUINDI, ANNUNCIAMO COL DOVUTO RISPETTO, CHE È SCESO DEFINITIVAMENTE IL SIPARIO SULLA COPPIA BOSCHI E BERRUTI. BUONA FORTUNA A TUTTI...

conte appendino taverna bettini fassino roberto fico lorusso

INVECE DI COMPORTARSI DA "LADY MACBETH DEI MURAZZI", QUALCHE ANIMA PIA RICORDI A CHIARA APPENDINO CHE DIVENTÒ SINDACA DI TORINO GRAZIE NON SOLO AI GRILLONZI MA SOPRATTUTTO ANCHE AI TANTI VOTI DEL CENTRODESTRA CHE, DETESTANDO FASSINO, VOTARONO LA SPILUNGONA - QUELLA MIRACOLATA DELLA APPENDINO SI DEVE SCIACQUARE LA BOCCA PRIMA DI PARLARE DI GOFFREDO BETTINI COME “IL MALE DEL M5S” PERCHÉ, COME DICE CONTE, MERITEREBBE “UN MONUMENTO”– LO SCAZZO CON LA TAVERNA CHE LE HA RICORDATO COME SE FOSSERO STATE IN VIGORE LE REGOLE DI GRILLO “LEI NON AVREBBE AVUTO CARICHE…”

cdp cassa depositi e prestiti giovanbattista fazzolari fabio barchiesi giorgia meloni giancarlo giorgetti dario scannapieco francesco soro

DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO PALAZZO CHIGI PER PASSARE DA AMATO E LETTA A TALE GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI, UN TIPINO CHE FINO AL 2018, RICOPRIVA IL RUOLO DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA ALLA REGIONE LAZIO? - CHE È SUCCESSO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP), HOLDING PUBBLICA CHE GESTISCE I 300 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE DEGLI ITALIANI, PER RITROVARCI VICEDIRETTORE GENERALE, CON AMPIE DELEGHE, DAL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI ALLA COMUNICAZIONE, IL 43ENNE FABIO BARCHIESI, CHE ORA ASSUME ANCHE LA CARICA DI AD DI CDP EQUITY, LA PIÙ IMPORTANTE SOCIETÀ DEL GRUPPO? - COME SI FA A RICOPRIRE DI RUOLI NEVRALGICI DI POTERE L’EX FISIOTERAPISTA DI MALAGO' CHE NON HA MAI RICOPERTO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE NEMMENO NEL SUO CONDOMINIO, CHE BALBETTA UN INGLESE APPENA SCOLASTICO E HA ALLE SPALLE UNA LAUREA IN ECONOMIA OTTENUTA, PRESSO LA SELETTIVA UNIVERSITÀ TELEMATICA UNICUSANO, A CUI SI AGGIUNGE UNA CATTEDRA, A CONTRATTO, ALLA LINK, L’ILLUSTRISSIMA UNIVERSITÀ DI VINCENZO SCOTTI? - ALL’ANNUNCIO DELLA NUOVA CARICA DI BARCHIESI, LO SCONCERTO (EUFEMISMO) È PIOMBATO NELLE STANZE DEL MEF, PRIMO AZIONISTA DI CDP, MENTRE PER LE FONDAZIONI BANCARIE L’ULTIMA PRESA DI POTERE DEL DUPLEX FAZZO-BARCHIESI, IN SOLDONI, E' “IL PIÙ GROSSO SCANDALO POLITICO-FINANZIARIO MAI VISTO NEL BELPAESE...”

maurizio landini giorgia meloni

IL SESSISMO È NELLA CONVENIENZA DI CHI GUARDA – LA SINISTRA DIFENDE LANDINI CHE HA DEFINITO “CORTIGIANA” GIORGIA MELONI: PENSATE COSA SAREBBE SUCCESSO NEL "CAMPO LARGO" E NEI GIORNALI D'AREA SE L’AVESSE DETTO SALVINI DI UNA BOLDRINI QUALSIASI. AVREMMO AVUTO PAGINATE SUL SESSISMO DEL BIFOLCO PADANO. MA IL SEGRETARIO DELLA CGIL È "UN COMPAGNO CHE SBAGLIA", E ALLORA VA DIFESO: “È SOLO UN EQUIVOCO” – NON CHE LA DESTRA DIFETTI DI IPOCRISIA: GIORGIA MELONI SI INDIGNA PER "CORTIGIANA" EPPURE E' LA MIGLIORE ALLEATA DI TRUMP, UNO CHE SI VANTAVA DI "AFFERRARE TUTTE LE DONNE PER LA FICA”