benalla macron

''MACRON FA IL PAZZO PER ME'' - I NUOVI SMS DI BENALLA SI AGGIUNGONO ALL'ODIOGRAFIA SU BRIGITTE E PURE ALLE SCARPE VUITTON DA 750 EURO INDOSSATE IN EGITTO: ''SOLO PRESTATE, È UNA PROMOZIONE AI MARCHI FRANCESI'' - MA LA PARTE PIÙ DIVERTENTE SONO I MESSAGGINI DEL BODYGUARD, CHE CON UN AMICO SI VANTA: ''IL 'PATRON' MI SOSTIENE, DICE CHE ME LI MANGIO IN UN BOCCONE. HO BLOCCATO I LAVORI DEL PARLAMENTO FRANCESE. NON MALE COME CURRICULUM A 26 ANNI''

 

 

  1. BRIGITTE MACRON NELLA BUFERA PER UN PAIO DI SCARPE LOUIS VUITTON

Da www.ilmessaggero.it

 

brigitte ed emmanuel macron in egitto

 

Tailleur grigio a righe e scarpe da ginnastica Louis Vuitton: così Brigitte Macron è apparsa durante la visita ufficiale col marito in Egitto, questa settimana. Immagini che hanno fatto il giro del mondo mentre il britannico Daily Mail lanciava una polemica interrogandosi sul buon gusto di Brigitte, che ha accompagnato con scarpe color kaki il suo completo grigio. In realtà le scarpe, con riflessi dorati, hanno fatto la loro apparizione ai piedi di Brigitte, 65 anni, a più riprese in Egitto, soprattutto durante la visita al celebre tempio di Abu Simbel.

brigitte ed emmanuel macron in egitto

 

Se il giornale inglese ha criticato l'accoppiamento dei colori, in Francia la polemica è invece scattata sul prezzo delle calzature della premiere dame. Trattandosi, in tempi di gilet gialli e di critiche alle «elite», di un paio di scarpe della serie 'Run Away' di Louis Vuitton, i cui modelli oscillano fra i 580 e gli 800 euro. «È lo stipendio di una cassiera o di un pensionato costretto a stare la notte sulle rotatorie di Francia» si è letto su uno dei tanti blog, mentre le foto della scarpe di Brigitte hanno invaso la rete. Per tentare di spendere il nuovo focolaio di polemiche, Brigitte Macron ha dovuto mettere in moto i suoi addetti stampa.

 

brigitte ed emmanuel macron in egitto

Per spiegare che quel paio di scarpe lei non lo ha mai comprato e, quindi, non sono costate nemmeno un centesimo al contribuente francese: «Sono calzature prestate. I capi d'abbigliamento non appartengono a Brigitte Macron - hanno spiegato i suoi collaboratori alla radio France Info - è un sistema che è stato messo in piedi proprio affinché nulla sia a carico dello Stato e per mettere in luce i creatori di moda francesi». In ogni caso, anche se non si trattasse di un capo di abbigliamento in prestito, l'Eliseo fa notare anche che alla premiere dame non spettano, in nessun caso, rimborsi per spese di rappresentanza relative ai suoi acquisti di abbigliamento.

 

 

  1. BENALLA METTE NEI GUAI MACRON, DI NUOVO

BENALLA E MACRON

Mauro Zanon per www.ilfoglio.it

 

“Ci sono così tante rivelazioni in questa nuova inchiesta di Mediapart che non si sa nemmeno da dove cominciare”, ha scritto Raphaël Bloch, giornalista del quotidiano Les Echos. E effettivamente nell’inchiesta pubblicata dal giornale online di Edwy Plenel, frutto di diversi mesi di lavoro, c'è una decina di testimonianze indipendenti, documenti inediti e soprattutto le registrazioni di alcune conversazioni tra Alexandre Benalla, ex collaboratore del presidente Macron, e l’ex gendarme stipendiato dalla République en marche (Lrem) Vincent Crase, entrambi accusati di aver picchiato violentemente alcuni manifestanti il 1° maggio 2018.

 

 

macron benalla

Ecco “le registrazioni che cambiano tutto”, scrive Mediapart. Iniziata nel mese di agosto, l’inchiesta permette di affermare tre cose: Benalla e Crase si sono incontrati di persona lo scorso 26 luglio, in violazione manifesta del controllo giudiziario che vietava loro ogni tipo di contatto; contrariamente a quanto ha dichiarato sotto giuramento davanti alla commissione d’inchiesta del Senato, Benalla, quando lavorava ancora per conto dell’Eliseo, è stato coinvolto personalmente, anche nei montaggi finanziari, in un contratto per la fornitura di servizi di sicurezza con un oligarca russo vicino a Vladimir Putin, sospettato, tra le altre cose, di avere dei legami con la mafia locale; rivendicando il sostegno personale del capo dello stato sms alla mano, l’ex collaboratore di Macron ha mantenuto legami importanti con l’Eliseo per diversi mesi dopo essere stato messo sotto inchiesta per “violenze volontarie”.

BENALLA E MACRON

 

 

Ma andiamo con ordine. Benalla e Crase, entrambi sotto inchiesta, non potrebbero incontrarsi in ragione del controllo giudiziario. Eppure soltanto quattro giorni dopo la loro “mise en examen”, ecco “Alexandre Benalla che corre da una parte all’altra di Parigi, esibisce fieramente le sue conversazioni con Emmanuel Macron e i suoi passaporti diplomatici, frequenta diversi ambienti, sia del mondo degli affari sia dell’universo politico; e attira l’attenzione discreta dei servizi segreti”, racconta Mediapart. L’incontro proibito è stato registrato, e Mediapart ha potuto identificare il nastro, nel quale si sente Benalla sghignazzare e vantarsi con toni da bullo della protezione del “patron”, e cioè del presidente della Repubblica.

MACRON BENALLA

 

 “E' una cosa da pazzi, il ‘patron’, ieri sera, mi ha inviato un messaggio e mi ha detto: ‘Te li mangi in un sol boccone. Sei più forte di loro, è per questo motivo che ti avevo voluto accanto a me. Sono con Isma (Ismaël Emelien, consigliere speciale di Macron ndr), etc, aspettiamo Le Monde, etc.’”, racconta Benalla. Domanda di Crase: “Dunque il ‘patron’ ci sostiene?”. Risposta di Benalla: “Fa molto di più che sostenerci (…) E' come impazzito (…) E ha detto così, mi ha detto: ‘Te li mangi in un sol boccone. Sei più forte di loro’. E' incredibile”.

 

Contattato da Mediapart, l’Eliseo ha smentito l’esistenza di questo sms sbandierato dall’ex bodyguard.

brigitte macron

 

Durante lo stesso incontro, Benalla si vanta con l’ex gendarme Crase di aver provocato la costituzione di due commissioni d’inchiesta parlamentare a soli 26 anni. “E' una bella esperienza (…) A 26 anni, non ci sono molte persone che vivono…che provocano due commissioni d’inchiesta parlamentare, che bloccano il funzionamento del Parlamento”, dice Benalla. Crase, invece, appare meno scherzoso: “Ma ti fa ridere questa cosa?”.

 

I due si mostrano in seguito un po’ più preoccupati in merito alle perquisizioni che verranno fatte nella sede di Lrem, al punto che Crase prende in considerazione l’idea di andare a “fare pulizia” negli uffici dove gli inquirenti avrebbero potuto trovare dettagli compromettenti. “Ci proverei anche ad andare questa notte, ma il problema è che ci sono i poliziotti davanti”, dice l’ex gendarme a Benalla. Crase, nella registrazione chiede nuovamente all’ex factotum della presidenza dell’Eliseo se ha il sostegno di Macron. Lui risponde serenamente di avere il sostegno “del presidente, di Madame (Brigitte Macron ndr) e di Ismaël (Emelien ndr), che mi consiglia sui media e compagnia varia”.

Edwy Plenel Fondatore di Mediapart

 

Sollecitato da Mediapart, il consigliere speciale dell’Eliseo ha preferito non esprimersi.

 

Infine, il giornale online di Edwy Plenel sostiene che Benalla “è personalmente implicato nel contratto” russo tra Iskander Makhmudov, oligarca che orbita nella galassia di Putin, e Mars, la società di Vincent Crase, per proteggere i beni immobiliari dell’uomo d’affari in Francia e della sua famiglia a Monaco. Benalla, davanti alla commissione d’inchiesta del Senato, aveva negato tutto.

 

emmanuel macron ismael emelien e alexis kohler

A fine dicembre, Mediapart aveva già rivelato che Crase, quando era ancora dipendente di Lrem, aveva ricevuto un bonifico di 294 mila euro nel quadro di questo affaire russo su cui la giustizia francese potrebbe presto rivolgere le sue attenzioni.

 

Ultimi Dagoreport

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...

antonio tajani edmondo cirielli

ALTRO CHE GOVERNO COESO: È GUERRA APERTA IN CASA! – IL PIÙ INCAZZATO PER L’INVESTITURA DI EDMONDO CIRIELLI A CANDIDATO DEL CENTRODESTRA IN CAMPANIA È ANTONIO TAJANI. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CONSERVA UN’ANTICA ANTIPATIA (RICAMBIATA) CON IL SUO VICEMINISTRO – E IL SEGRETARIO REGIONALE AZZURRO, FULVIO MARTUSCIELLO, MINACCIA GLI ALLEATI: “PRIMA ANCORA DI SEDERCI AL TAVOLO CON EDMONDO CIRIELLI, DEVE CHIEDERE SCUSA PER GLI INSULTI RIVOLTI A SILVIO BERLUSCONI E RIPORTATI NEL LIBRO ‘FRATELLI DI CHAT’” – TAJANI TEME CHE, CON CIRIELLI CANDIDATO, FDI SCAVALCHI, E DI PARECCHIO, FORZA ITALIA IN CAMPANIA, STORICO FEUDO AZZURRO...

tridico giuseppe conte matteo salvini occhiuto giorgia meloni calabria fico antonio tajani

DAGOREPORT! IN CALABRIA, COME NELLE MARCHE, SI REGISTRA LA SCONFITTA DI GIUSEPPE CONTE: HA VOLUTO FORTISSIMAMENTE LA CANDIDATURA DI PASQUALINO TRIDICO CHE NON HA PORTATO CONSENSI NÉ AL CAMPOLARGO, NÉ TANTOMENO AL M5S CHE HA PRESO GLI STESSI VOTI DEL 2021 - LA DUCETTA ROSICA PERCHÉ FRATELLI D’ITALIA HA UN TERZO DEI VOTI DI FORZA ITALIA, CHE CON LA LISTA OCCHIUTO ARRIVA FINO AL 30% - LA SORPRESA È LA CRESCITA DELLA LEGA, CHE PASSA DALL’8,3 AL 9,4%: MOLTI CALABRESI HANNO VOLUTO DARE UN PREMIO A SALVINI CHE SI È BATTUTO PER IL PONTE SULLO STRETTO - ORA LA BASE DEI 5STELLE E' IN SUBBUGLIO, NON AVENDO MAI DIGERITO L'ALLEANZA COL PD - LA PROVA DEL FUOCO E' ATTESA IN CAMPANIA DOVE IL CANDIDATO CHE CONTE HA IMPOSTO A ELLY E DE LUCA, ROBERTO FICO, NON PARE COSI' GRADITO AGLI ELETTORI DEL CENTROSINISTRA...    

giuseppe marotta giovanni carnevali

DAGOREPORT! GIUSEPPE MAROTTA STRINGE ANCORA PIÙ LE MANI SULLA FIGC. IN SETTIMANA SI VOTA LA SOSTITUZIONE NEL CONSIGLIO FEDERALE DI FRANCESCO CALVO, EX MARITO DI DENIZ AKALIN ATTUALE COMPAGNA DI ANDREA AGNELLI, E IL PRESIDENTE DELL’INTER STA BRIGANDO PER PORTARE AL SUO POSTO IL SODALE, NONCHÉ TESTIMONE DI NOZZE, GIOVANNI CARNEVALI, AD DEL SASSUOLO (MA C'E' ANCHE L'IDEA CHIELLINI) - IN CONSIGLIO FEDERALE SIEDEREBBERO COSÌ MAROTTA, CARNEVALI E CAMPOCCIA, IN QUOTA UDINESE MA LA CUI FEDE INTERISTA È NOTA A TUTTI. MILAN, JUVENTUS, NAPOLI E LE ROMANE RIMARREBBERO CON UN PALMO DI NASO…

giorgia meloni pro palestina manifestazione sciopero

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI QUESTA VOLTA SBAGLIA: SBEFFEGGIARE LA MANIFESTAZIONE PRO PALESTINA È UN ERRORE DI CALCOLO POLITICO. IN PIAZZA NON C’ERANO SOLO I SOLITI VECCHI COMUNISTI IPER-SINDACALIZZATI O I FANCAZZISTI DEL “WEEKEND LUNGO”. TRE MILIONI DI PERSONE CHE IN TRE GIORNI HANNO SFILATO E MANIFESTATO, NON SI POSSONO IGNORARE O BOLLARE COME "DELINQUENTI", COME FA SALVINI. ANCHE PERCHÉ SEI ITALIANI SU DIECI SONO SOLIDALI CON IL POPOLO PALESTINESE – LA DUCETTA È LA SOLITA CAMALEONTE: IN EUROPA FA LA DEMOCRISTIANA, TIENE I CONTI IN ORDINE, APPOGGIA L’UCRAINA E SCHIFA I SUOI ALLEATI FILORUSSI (COME IL RUMENO SIMION, A CUI NON RISPONDE PIÙ IL TELEFONO). MA QUANDO SI TRATTA DI ISRAELE, PERDE LA PAROLA…