merkel macron

IN CULO ALL’ITALIA (E A RENZI) - AL CONSIGLIO EUROPEO, SI RIMETTE IN MODO L’ASSE PARIGI-BERLINO - MACRON E MERKEL SI DANNO TRE MESI PER “RILANCIARE L’UE” MA INTANTO SI SPARTISCONO LE AGENZIE EMA (FARMACO) E EBA (BANCHE) CHE DOVRANNO LASCIARE LONDRA DOPO LA BREXIT

Danilo Taino per il “Corriere della Sera”

 

MERKEL MACRONMERKEL MACRON

Fino a ieri, quando volevano tracciare un percorso verso un obiettivo, i politici europei parlavano di una «road map». Da ieri, al vertice della Ue a Bruxelles, parlano di una «feuille de route». È sempre lo stesso concetto, una mappa su cui muoversi. Ma il cambio di lingua, usato in conferenza stampa da Emmanuel Macron, è il segno di un cambio di stagione radicale: post Brexit e con un giovane riformista all' Eliseo. Stimolato dal nuovo presidente francese, che ieri ha partecipato per la prima volta a un Consiglio europeo, e approvato da Angela Merkel, la quale spera in una primavera del Vecchio Continente da costruire attorno a un rinnovato asse Berlino-Parigi.

 

«Tra me e la cancelliera Merkel c' è un dialogo strategico», ha detto Macron. «Dall' indomani del giorno in cui sono entrato in funzione, con Merkel abbiamo stabilito una cooperazione molto stretta, rinnovando con forza e vitalità il dialogo e la costruzione franco-tedesca».

MACRON MERKEL2MACRON MERKEL2

 

Questa è la novità e allo stesso tempo la sfida non facile di fronte alla Ue: saper dare sostanza al cambiamento di umore in Europa, fino a poco tempo fa cupa, del tutto in crisi e oggi apparentemente pronta a verificare quello che il presidente francese ha chiamato «l' inizio di un rinascimento» provocato dalla sua elezione.

 

Frau Merkel è pronta a tessere questa tela: è convinta che la Germania non possa e non voglia essere leader unica della Ue in questa fase di rivolgimento dell' ordine mondiale; e ritiene che Macron sia l' occasione giusta per riaccendere il motore franco-tedesco. «Per Macron è il primo summit - ha commentato ieri la cancelliera -. Ha dato input molto importanti, Francia e Germania si sono preparate bene per questo incontro dimostrando volontà di progressi rapidi».

 

La teoria alla base dell' asse franco-tedesco l' ha spiegata lo stesso presidente francese.

MACRON MERKELMACRON MERKEL

Non si tratta di escludere gli altri Paesi europei ma «di definire il nostro comportamento, perché quando la Germania e la Francia non sono d' accordo è raro che avanzino gli affari europei». Paradigma che ha accompagnato la Ue a lungo, che negli ultimi anni era entrato in crisi e che nella Ue non sempre è da tutti apprezzato.

 

Questa però è la situazione oggi: Berlino e Parigi vogliono far fare passi avanti all' integrazione europea e tutti dovranno fare i conti con questo, ammesso che le loro ambizioni prendano corpo. I due leader si sono dati tre mesi per lanciare il «rinascimento» europeo, da dopo le elezioni tedesche del 24 settembre che Merkel ha ottime probabilità di vincere. Già a metà luglio, però, i due governi si incontreranno a Berlino per mettere a punto proposte specifiche, soprattutto per il governo dell' eurozona, e poi amplieranno la partecipazione al progetto ad altri, innanzitutto all' Italia.

MERKEL MACRONMERKEL MACRON

 

Non sarà tutto facile. La discussione sulla Brexit potrebbe essere ragione di dissensi nella Ue. E la stessa Merkel ha ammesso che «sui dettagli» delle proposte europee di Macron potrebbero esserci differenze. Ora, però, si parla franco-tedesco.

 

2 - ASSE TRA PARIGI E BERLINO AGENZIE, SCACCO A ROMA

Marco Conti per “il Messaggero”

 

«Nessun cittadino europeo dovrà lasciare il Regno Unito dopo la Brexit. E residenza piena, con tutti i diritti connessi, ai cittadini europei residenti nel Regno Unito da almeno 5 anni». A sera, Theresa May lancia segnali distensivi, ma al summit di Bruxelles si ragiona già sul dopo. Ema (farmaco) ed Eba (banche), le due agenzie europee che dovranno lasciare Londra a seguito della Brexit, sono incamminate sulla strada di Lille e di Francoforte.

 

renzi mattarella gentilonirenzi mattarella gentiloni

Anche se ieri sera la Cancelliera Angela Merkel ha negato l'esistenza di «accordi concreti» tra Berlino e Parigi, l'asse franco-tedesco, rinvigorito dopo l'ascesa di Emmanuel Macron all'Eliseo, sembra reggere alle proteste che hanno costretto ieri i Ventisette capi di Stato e di governo, riuniti a Bruxelles per l'ultimo Consiglio prima della pausa estiva, a ritoccare i criteri attraverso i quali verrà assunta la decisione finale.

 

LA SLITTA

Nella discussione fatta ieri sera a Justus Lipsius - dopo la cena e senza la britannica Theresa May - è toccato al presidente del Consiglio europeo Donald Tusk illustrare il meccanismo che fa slittare a novembre la decisione definitiva, ma che, grazie al criterio del voto segreto, rischia di lasciare l'Italia, e Milano in particolare, a bocca asciutta. Il capoluogo lombardo è stato infatti candidato dal governo italiano ad ospitare la sede dell'agenzia del farmaco e i suoi quasi mille dipendenti che dovranno lasciare Londra.

boschi gentiloni e renziboschi gentiloni e renzi

 

All'ex ministro Enzo Moavero Milanesi il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha affidato ad aprile il ruolo di ambasciatore in Europa della candidatura di Milano. Nessuna proposta specifica è stata invece avanzata dall'Italia sull'Eba che sembra destinata a trovare una nuova sede vicino a quella della Bce a Francoforte.

 

Il rallentamento della decisione finale poco è piaciuto a Emmanuel Macron. Il presidente francese ha debuttato ieri sulla scena europea sostenendo che «la mia priorità è di parlare di progetti di fondo, della politica europea e delle nostre ambizioni, non di avere discussioni che durino giorni e notti sullo smantellamento o la ri-ripartizione dopo la Brexit». Ma se per Macron una discussione lunga è «una perdita di tempo», non allo stesso modo la pensano i Paesi dell'Est Europa che, sostenuti dallo stesso Tusk, vorrebbero ospitare una delle due agenzie.

 

theresa may theresa may

E come Macron non la pensa l'Italia che con Milano ha una candidatura tecnicamente molto forte. L'Italia, grazie al lavoro del sottosegretario Sandro Gozi, è riuscita, contando anche sulla sponda di altri Paesi come Olanda, Spagna e Svezia, a mettere a punto una proposta in grado di bloccare - per ora - una scelta già fatta. In sostanza si cerca di dare maggior peso ai criteri tecnici e meritocratici nell'assegnazione delle sedi (favorite oltre Milano, sarebbero Amsterdam, Barcellona e Vienna), rispetto alle considerazioni geopolitiche destinate a prevalere al momento delle votazioni a scrutinio segreto.

 

Entro il 31 luglio i Paesi interessati dovranno formalizzare la propria candidatura compilando un formulario zeppo di richieste specifiche (dalla ricettività alberghiera alla tassazione che si intende applicare ai dipendenti dell'Agenzia). A settembre la Commissione Ue renderà note le proprie valutazioni e ad ottobre si svolgerà la discussione politica nel Consiglio europeo del 19 e 20. Il mese successivo le votazioni a scrutinio segreto per le assegnazioni che avverranno di fatto su un numero ridotto di candidature che avranno superato l'esame prima della Commissione e poi del Consiglio europeo.

DONALD TUSKDONALD TUSK

 

IL SEGRETO

In questo modo l'Italia spera di poter contrastare il criterio delle alleanze che spianerebbe la strada alle scelte di Parigi e Berlino. La battaglia è stata però vinta solo a metà perché il meccanismo del voto segreto resta, contraddicendo i ben noti criteri tecnici e meritocratici che solitamente vengono seguiti a Bruxelles quando si tratta di stabilire sforamenti o calcolare deficit.

 

Ieri l'altro, parlando al Senato del vertice europeo, è stato il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni a sostenere la linea meritocratica: «Cercheremo di dare al Consiglio europeo una spinta affinché questa decisione avvenga sulla base della qualità tecnica delle proposte e dei dossier avanzati, e non sulla base di una logica di qualche compensazione interna a questo o quel gruppo di Paesi europei». Una linea che ieri a Bruxelles è stata ribadita del ministro degli Esteri Angelino Alfano: «Siamo contro ogni negoziato fondato su criteri compensativi».

Ultimi Dagoreport

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…