MARCIO SU ROMA – VITA, FAVORI E MIRACOLI DEL CAMERATA “PINGUINO”, ALIAS DOMENICO GRAMAZIO – L’EX SENATORE DEL PDL È UNA MACCHINA DA RACCOMANDAZIONI FORMIDABILE – FORTISSIMO IL NETWORK NELLA SANITÀ PRIVATA LAZIALE

Marco Palombi per “il Fatto Quotidiano

 

Domenico Gramazio Domenico Gramazio

Quand’era il capo politico (e ginnico) del Msi del Tuscolano, a Roma, lo chiamavano “Er Pinguino”, per via - dicono ex camerati del tempo che non lo amano - di un’apertura alare non proprio rilevantissima. Eppure l’ex senatore Domenico Gramazio, oggi assurto agli onori delle cronache per i suoi incontri con Massimo Carminati (per cui non è indagato) e la paternità di un politico indagato per “Mafia Capitale” (Luca Gramazio), da allora ha fatto la sua bella carriera: consigliere regionale, parlamentare, da un decennio e più uno dei ras della sanità laziale e oggi uomo con doppio vitalizio - ha raccontato Sergio Rizzo - da 10.877 euro.

   

AL DI LÀ del folclore, al di là della mortadella portata a Palazzo Madama per festeggiare la caduta di Prodi o del nostalgismo in orbace per quando i treni arrivavano in orario, Gramazio senior è uomo di potere, il cui network è radicato a Roma e nel Lazio: un sistema che mette in rete un bel pezzo della sanità privata della città e una corrente politica forte nella destra romana, che poi - dalla sua dimensione perfettamente legale - è capace di dialogare col “Mondo di Mezzo” dei criminali romani ed è finito sotto la lente della magistratura pure nella cosiddetta inchiesta sul “caro estinto”.

 

MASSIMO CARMINATI MASSIMO CARMINATI

   Quello che fu Er Pinguino, peraltro, è perfettamente cosciente della sua forza sul territorio. Quando chiese a Silvio Berlusconi la ricandidatura in Senato nel gennaio 2013 (la ottenne, ma non fu eletto) gli elencò puntigliosamente le sue truppe: a Roma due consiglieri comunali e 15 nei municipi, in provincia 40 eletti, 4 sindaci e 10 assessori. Tutta gente riunita in falange da Gramazio grazie al lavoro di macchina dell’amico di una vita: Tommaso Luzzi, tre volte consigliere regionale, poi presidente dell’Astral (le strade del Lazio) e oggi sindaco di Sacrofano, il comune dell’hinterland romano in cui viveva il boss divenuto famoso come “Il Cecato”. Oggi indagato in questa storiaccia di mafia pure lui.

 

   La maggior parte dei “piccoli pinguini”, per così dire, sono under 35, si vantava il nostro. Proprio come il figlio Luca, fiore all’occhiello della nidiata: “Si candida alle Regionali e prenderà 20 mila preferenze”, spiegò Gramazio all’ex Cavaliere. Non solo: questi ragazzi non solo sono bravi e belli, ma pure fedeli a te, Silvio, mica come quegli altri di An che vogliono farti le scarpe. Dacci spazio. Effettivamente poi, “Luca” prese quasi 20 mila preferenze e risultò tra i più votati a Roma: lo certifica una telefonata di congratulazioni che gli fece proprio Massimo Carminati. La potenza del sistema del Pinguino, invece, lo spiega il “favore da leale” che Michele Baldi (capolista della Lista Zingaretti) chiese proprio a Luca (“a te, non a papà”): “Glie dici alla tua rete di scrutatori de rispettamme?”. Va detto che questo successo elettorale non convince gli inquirenti: Luca Gramazio, infatti. è indagato pure per reati elettorali.

luca gramazioluca gramazio

 

MA COME si costruisce un network di potere così? Con anni di quella che si chiama “politica di territorio”. Al Pinguino si può chiedere tutto: di intercedere presso Claudio Lotito per evitare il licenziamento; di attivarsi per un trasferimento da un ufficio statale all’altro; di chiedere al Comune il pagamento di una fattura; di raccomandare un ragazzo all’Accademia militare o per avere un giorno di distacco in più per allenare la squadra di sci della Forestale; di sistemare una strada in quel di Ardea o far arrivare i contributi pubblici all’Ippodromo di Capannelle; di raccomandarsi al luminare per una visita medica, a Pietro Ciucci per un posto all’Anas o all’ufficio competente per velocizzare il rilascio di un porto d’armi. E Gramazio si attiva, ovviamente “nel rispetto delle leggi”. Molti nemici/molto onore, ma pure tanti amici, tanti voti.

   Certo non si vive solo di raccomandazioni e favori, ci vogliono anche amici un po’ più influenti. E il settore in cui si estrinseca la capacità di rete del Pinguino è di quelli importanti: la sanità pubblica o meglio convenzionata. Gramazio è buon amico di colossi del privato come il San Raffaele, la Fondazione Santa Lucia o i Cavalieri di Malta e da vicepresidente della commissione Sanità del Senato e poi delegato del sindaco Gianni Alemanno per il settore è più volte intervenuto in loro favore presso i commissari per il rientro del deficit sanitario del Lazio o la Asp-Lazio Sanità (l’agenzia per la sanità della regione, di cui Gramazio fu presidente durante il regno di Francesco Storace, ex delfino con cui ha litigato sanguinosamente).

 

Francesco Storace Francesco Storace

   LE IMPRESE del settore, d’altra parte, lo trattano coi guanti: molte, per dire, hanno sentito il bisogno di fare ricche apparizioni pubblicitarie sul suo bimestrale semiclandestino di cultura politica, Realtà Nuova. La Progetto 90 di Sergio Scarpellini (grande affittuario della politica romana) nel 2013 ha pagato inserzioni per 23.630 euro, il Gruppo Ini (Istituto neurotraumatologico italiano) per 26 mila; la casa di cura Villa delle Querce s’è fatta conoscere dagli eventuali lettori con 17.620 euro, mentre Nuova Villa Claudia ne ha investiti solo 3.630. Tra gli inserzionisti di Realta Nuova figurano poi la Delta Petroli Spa con quasi 8.500 euro (ha impianti di cogenerazione negli ospedali), la Elitaliana Spa con 9.700 (trasporti sanitari), i laboratori Artemisia Analisys (6 mila euro), eccetera. Un nome però

   - anche se si parla di una cifra più bassa (2.420 euro) - risulta più interessante: è quello della ditta di pompe funebri Taffo srl, attiva a Roma e in Abruzzo, i cui titolari sono sotto inchiesta proprio con Domenico e Luca Gramazio, Tommaso Luzzi e l’ex assessore di Alemanno Marco Visconti (coinvolto anche in “Mafia capitale”) per l’assegnazione irregolare del servizio funebre in alcuni ospedali romani.

 

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