luca zaia giorgia meloni matteo salvini

LA MAGGIORANZA SALTA PER ARIA SULLA QUESTIONE VENETO! – DOPO IL NIET AL TERZO MANDATO PER ZAIA DA PARTE DEL MINISTRO MELONIANO CIRIANI (“SARÀ FRATELLI D'ITALIA A ESPRIMERE IL CANDIDATO IN RAGIONE DEL MAGGIOR PESO DI VOTI”) LA LEGA È PRONTA ALLA CORSA IN SOLITARIA IN VENETO - IL CARROCCIO NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE LA REGIONE-FORTINO TANT'È CHE QUALCUNO AZZARDA L'IPOTESI DI UN ACCORDO CON IL VENETO AL CARROCCIO E LA LOMBARDIA A FDI: COSA NE PENSA FORZA ITALIA?

Francesca del Vecchio per “La Stampa” - Estratti

luca zaia salvini

 

La Lega non ha gradito il doppio stop di Luca Ciriani sul Veneto e ora pensa seriamente a una corsa solitaria per le regionali. Il segretario e vicepremier Matteo Salvini parla di tante cose ma tace sulla questione e i suoi, in casa di Luca Zaia, hanno preso piuttosto male le dichiarazioni che il ministro di FdI per i Rapporti con il Parlamento ha rilasciato ieri a questo giornale: in sintesi «niente terzo mandato per i governatori» ma soprattutto «sarà Fratelli d'Italia a esprimere il candidato in Veneto in ragione del maggior peso di voti». A concludere, come se non bastasse, il no secco allo slittamento delle elezioni regionali alla primavera del 2026.

 

giorgia meloni luca ciriani

È evidente che Ciriani non parli a titolo personale, osservano in molti nella Liga, e che la posizione espressa rappresenti «una linea concordata con la premier Giorgia Meloni». Per questo, fonti vicine alla Lega Veneta non vanno tanto per il sottile e parlano apertamente di «fastidio» per le parole del ministro, ma soprattutto non fanno più mistero di una possibile scissione dagli alleati, presentandosi alle urne da soli.

 

La partita che intreccia le sorti del Veneto, del Carroccio e della coalizione di centrodestra, dunque, è triplice.

 

In primis lo stop al terzo mandato: nel cdm di domani, il governo impugnerà la legge regionale della Campania voluta da Vincenzo De Luca che gli consentirebbe di ricandidarsi per una terza volta. Questo no sbarra la strada al precedente favorevole per Zaia, anche lui interessato a una nuova corsa a governatore, forte del suo oltre 75% di consensi. «È un assist a Schlein e uno sgarbo a noi», commenta qualcuno.

Matteo Salvini e Luca Zaia

 

Ma nonostante i tentativi di Matteo Salvini di alzare le barricate per opporsi, il blitz non è riuscito. E qui si apre il secondo fronte caldo: la scelta del candidato per il dopo Zaia che il partito di Giorgia Meloni vorrebbe per sé. «Queste imposizioni che arrivano da Roma, soprattutto al Veneto, non piacciono.

 

FdI non dia ultimatum altrimenti andiamo da soli», dice senza mezzi termini Roberto Marcato, assessore allo Sviluppo Economico di Zaia e a capo della rivolta leghista contro il meloniano. «Abbiamo un esercito di amministratori apprezzati. Non vedo perché spetterebbe a Meloni scegliere – prosegue – Non sempre imporre un nome dall'alto funziona, anzi…». Il riferimento, esplicito, è alla Sardegna. E a chi gli fa notare che la rivendicazione di FdI si baserebbe sugli esiti di politiche ed europee risponde che si tratta di «due campionati diversi.

 

Le regionali sono un'altra cosa e lo dimostrano anche alcuni sondaggi». Marcato cita i risultati di un'indagine sul gradimento per una coalizione composta da «un tridente»: una lista Zaia, con Mario Conte sindaco di Treviso candidato presidente, una seconda lista Lega e una terza composta da civici autonomisti.

MATTEO SALVINI LUCA ZAIA

 

«Questa formazione vincerebbe anche contro il resto del centrodestra», assicura Marcato. E Conte, che dalla sua Treviso si dice «lusingato» di essere stato messo al primo posto nella rosa dei possibili candidati, non smentisce che potrebbe accettare: «Nella Lega siamo tutti pronti, soprattutto chi come me è in prima linea» ma precisa che non è il momento delle bandierine, «come fanno altri».

 

ciriani crosetto salvini nordio tajani

Quanto alle parole di Ciriani, «apprezzo che abbia svelato le carte rispetto alla posizione del partito, che più che ragionare in coalizione sembra voglia dettare le regole. Ma con gli alleati non si fa così». D'altronde, anche il segretario della Liga Veneta e vice segretario federale Alberto Stefani ha precisato che «le scelte si fanno in squadra» ma se la posta dovesse alzarsi da parte degli alleati «faremo valere al tavolo i nostri 159 sindaci, i nostri 1200 amministratori, le nostre 300 sezioni e i nostri 11mila tesserati: sono la nostra "riserva aurea" che ci permette di affrontare qualsiasi sfida, anche costruendo più liste». Tuttavia si dicono tutti convinti che un eventuale strappo a livello locale non si tradurrebbe necessariamente in una rottura della maggioranza di governo.

 

 

MATTEO SALVINI LUCA ZAIA LORENZO FONTANA

Bisognerà attendere che sul punto si esprima anche Forza Italia. Certamente, la Lega non può permettersi di perdere il fortino veneto, tant'è che qualcuno azzarda l'ipotesi di un accordo: «Dividiamoci la torta, il Veneto a noi e la Lombardia a FdI».

zaia salvinigiorgia meloni luca ciriani

 

 

(…)

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)

giusi bartolozzi almasri giorgia meloni carlo nordio

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA TRA LE MANI IL CAPRO ESPIATORIO PERFETTO PER LA FIGURACCIA SU ALMASRI: GIUSI BARTOLOZZI, CAPO DI GABINETTO DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, NORDIO. DEL RESTO, È UNA MAIL DELLA “ZARINA” A DIMOSTRARE CHE A VIA ARENULA SAPESSERO DELL’ARRESTO DEL TORTURATORE LIBICO GIÀ DOMENICA 19 GIUGNO, E NON LUNEDÌ 20, COME SEMPRE SOSTENUTO DA NORDIO – DI FRONTE ALL’IPOTETICA CACCIATA DELLA BIONDISSIMA GIUSI, PERÒ, NORDIO S’È SUBITO OPPOSTO: GIAMMAI! D'ALTRONDE LA DECISIONE, SECONDO IL MINISTRO, È STATA PRESA DIRETTAMENTE A PALAZZO CHIGI…

mantovano belloni almasri ursula von der leyen bjoern seibert gianni caravelli

BELLONI, UN ERRORE DOPO L’ALTRO. QUANDO SBATTÈ LA PORTA DEL DIS, ESSENDO ENTRATA IN CONFLITTO CON IL CAPO DELL’AISE, GIANNI CARAVELLI, COLPEVOLE DI NON FARE RIFERIMENTO A LEI MA AL SOTTOSEGRETARIO ALFREDO MANTOVANO, SCELSE IL MOMENTO MENO OPPORTUNO: L’ESPLOSIONE DEL CASO ALMASRI - DOPO LO SCHIAFFO A MANTOVANO, ORA HA MOLLATO UNA SBERLA A URSULA, DECIDENDO DI FARE LE VALIGIE ANZITEMPO NEL MOMENTO DI DEBOLEZZA MASSIMA DI VON DER LEYEN: LA QUESTIONE DEI DAZI E LA MOZIONE DI SFIDUCIA DEGLI EUROPARLAMENTARI DI ULTRA-DESTRA - E OGGI BELLONI SI RITROVA, COME DICONO IN CERTI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ‘’SENZA I CRISMI’’ DI AFFIDABILITÀ PER ASPIRARE A UNA PRESIDENZA IN QUALCHE PARTECIPATA DI STATO, DOVE URGE UNA PRESENZA FEMMINILE, COME L’ENI...

giorgia meloni ursula von der leyen elly schlein

FLASH! - AVVISATE MELONI: IL VOTO DI FRATELLI D'ITALIA NON DOVREBBE SERVIRE NEL VOTO DI SFIDUCIA PRESENTATA DA 76 EURODEPUTATI DI ESTREMA DESTRA NEI CONFRONTI DELLA COMMISSIONE E DI URSULA VON DER LEYEN - LA TAFAZZIANA MINACCIA DI ASTENSIONE DEL GRUPPO PSE DEI SOCIALISTI EUROPEI (PD COMPRESO) SAREBBE RIENTRATA: IL LORO VOTO A FAVORE DELLA SFIDUCIA A URSULA SAREBBE STATO COPERTO DALLA CAMALEONTE MELONI, IN MANOVRA PER "DEMOCRISTIANIZZARSI" COL PPE, SPOSTANDO COSI' A DESTRA LA MAGGIORANZA DELLA COMMISSIONE...