trump mueller

AMERICA FATTA A MAGLIE - TRUMP COME SEMPRE SPIAZZA TUTTI E SI FA INTERROGARE DAL PROCURATORE SPECIALE: ‘NON VEDO L’ORA DI PARLARNE. SONO ACCUSE PRETESTUOSE E PRIMA SI RISOLVE IL PROBLEMA E MEGLIO È’ - IL MARCIO CHE STA VENENDO FUORI SUI COMPLOTTI ORDITI DALL'FBI E DALLA PASSATA AMMINISTRAZIONE PER ALLORA SARANNO PIÙ CHIARI? - PS: MELANIA NON E' A DAVOS PERCHE' HA L'INFLUENZA, NESSUNA VENDETTA PER UNA TRESCA DI 12 ANNI FA...

 

MAGLIE - TRUMP COME SEMPRE SPIAZZA TUTTI E SI FA INTERROGARE DAL PROCURATORE SPECIALE

 

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

ROBERT MUELLER

Trump come sempre spiazza tutti, tutti quelli che stavano sfogliando la margherita per capire se la richiesta di interrogatorio da parte del procuratore speciale sul Russia Gate, Robert Mueller fosse alle porte, per capire se davvero nella testa del procuratore speciale, al di sotto ormai di ogni sospetto, visti gli scandali che stanno venendo fuori sull'FBI di ieri e di oggi, c'è la balzana idea di accusare il presidente di ostruzione alla giustizia, ipotesi incostituzionale secondo il famoso avvocato e studioso liberal Alan Dershowitz; per capire infine quale sarebbe stata la reazione di Donald Trump a questa richiesta e se avrebbe fatto ricorso ai suoi poteri per annacquare l'interrogatorio o evitarlo.

 

Invece Donald Trump dice: bene, facciamolo questo interrogatorio sotto giuramento, sono pronto, non ho mica qualcosa da nascondere.

 

E se ne va a Davos, presunto covo del nemico globalista e tassatore, a spiegare che l'America sta vincendo di nuovo, è che c'è una bella differenza tra Free Trade and Fair Trade.

 

“Nessuna collusione di alcun tipo con la Russia", conferma il presidente in un'improvvisata conferenza stampa alla partenza, “Non vedo l'ora di parlarne“, è solo una caccia alle streghe, ed è “assurdo spacciare per tentativo di ostruzione l’aver deciso di difendersi e combattere contro accuse pretestuose,che mettono il Paese sotto una cattiva luce. Perciò prima si risolve il problema meglio è”.

 

Gli avvocati stanno lavorando con quelli del procuratore speciale e si parla di un interrogatorio del presidente nel giro di due massimo tre settimane.

ROBERT MUELLER JAMES COMEY

 

Si tratta ora di capire se tutto il marcio che sta venendo fuori sui complotti orditi dall'FBI e dalla passata Amministrazione per allora saranno più chiari, visto che i deputati e i senatori che se ne sono occupati con una inchiesta parallela a quella del procuratore speciale vogliono tirar fuori tutte le carte e altre ne hanno chieste, e visto che il dipartimento di Giustizia si è finalmente deciso ad aprire una indagine.

 

 

Stay tuned, roba forte in arrivo, altroché le chiacchiere sulla first lady Melania incazzata col marito adultero  12 anni fa, che non va a Davos per fargli dispetto. A proposito, ha l’influenza.

 

 

L’ARTICOLO DI IERI DI MARIA GIOVANNA MAGLIE SULLO SCANDALO FBI

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

trump prende l elicottero per davos

Rotta di collisione, questo potrebbe accadere da un momento all'altro a Washington e potrebbe scoperchiare uno scandalo rispetto al quale Watergate è una roba per bambini dell'asilo . Scommettiamo? Tanto lo leggete solo qui. Da una parte c'è un'inchiesta pompata a dismisura da giornali e televisioni americani e del resto del mondo,che copia e incolla, su una presunta interferenza del governo Russo nelle elezioni del 2016, attivamente ricercata dalla campagna Trump.

 

 

È stato nominato un procuratore speciale nella persona di un ex direttore dell'Fbi, Robert Mueller, uomo rivelatosi molto al di sotto di ogni sospetto per passate pastette e imbrogli nei quali era sempre dalla parte del Partito Democratico e dei Clinton. Mueller va avanti un'inchiesta e finora ha provato poco e nulla, ma va avanti perché i poteri del procuratore speciale glielo consentono.

 

 

 

IL SELFIE DI NATALE DI MELANIA TRUMP

 Si dice ora che sia vicino a interrogare Donald Trump, e la rivelazione viene fatta con squilli di fanfare. Solo che le fanfare dimenticano di dire che dopo aver interrogato il presidente e aver tentato l'impresa abbastanza disperata di vedere se è possibile incastrarlo per ostruzione alla giustizia nel licenziamento di James Comey , un altro direttore dell' FBI dalla coscienza poco pulita, al procuratore speciale resta ben poco da fare. O ha le prove per la richiesta di impeachment o la chiude l'inchiesta, e qui le prove non ci sono.

 

 

Dall'altra parte però c'è un gruppo di deputati e senatori repubblicani che ha finalmente avuto accesso ad alcuni documenti, che nelle commissioni Giustizia e Intelligence ha svolto indagini parallele, perché anche questo è il potere del Congresso e del Senato, e ora è pronto a chiedere la nomina di un secondo procuratore speciale, questa volta, udite udite, niente meno che contro l’Fbi, responsabile di avere ordito l'intero complotto contro Donald Trump con tanto di membri di una società segreta, prove stornate, documenti distrutti, interrogatori illegali e chi più ne ha più ne metta, a dimostrazione che il deep state di Washington contro questo presidente è stato ed è tutt'ora pronto a ogni nefandezza.

 

 

 

Succederà, non succederà? Vedremo, siamo in rotta di collisione.

 

TRUMP, MELANIA

Nascosta nelle pieghe di una informazione parziale e faziosa, la consapevolezza di un imbroglione terribile si sta facendo strada.

 

 

 Stiamo agli elettori. È l'ultimo sondaggio di Rasmussen, Istituto ritenuto affidabile e che unico non sbagliò le previsioni delle elezioni del 2016, dicono che il 49% degli elettori americani crede che dovrebbe essere nominato uno Special prosecutor per investigare se alti funzionari dell'FBI hanno maneggiato in modo improprio è illegale l'investigazione su Hillary Clinton e Donald Trump. Non è d'accordo il 31% non è sicuro un 19%, Naturalmente la pensano a favore dell' indagine speciale il 62% dei repubblicani, e tra i democratici il 38, ma attenzione, che un 22% di loro è indeciso.

 

 

 

Veniamo gli ultimi fatti. L’Fbi ha detto al Congresso che non riesce più a trovare circa 5 mesi di comunicazione di testo nel periodo in cui si stava determinando se incriminare o no Hillary Clinton. I messaggi scomparsi fanno parte di un blocco di comunicazione fra due agenti del bureau già investigati per un pesante pregiudizio dimostrato contro Trump, uno dei due agenti era anche in un posto di grande prestigio e rilievo nel team di Mueller sul Russia Gate.

 

 

 

Ecco che il 58% di tutti gli elettori pensa che sia probabile che i due agenti in questione abbiano distrutto i loro messaggi per nascondere qualcosa agli investigatori.

 

FBI

Diciamo che è quanto basta per incoraggiare i parlamentari repubblicani che hanno deciso di fare questa battaglia per andare avanti In nome del popolo americano, anche se non il nome dei suoi media e burocrati.

 

 

 

Goodwin, editorialista del New York Post, fa un esempio calzante. Vi ricordate la crisi finanziaria, quando il governo decise che c'erano delle banche troppo grandi per fallire? Temendo che la loro bancarotta potesse scatenare il caos, I federali gli diedero i soldi dei cittadini.

 

 

 

Sta succedendo qualcosa di simile con l’Fbi, quelli di Washington li vogliono proteggere dalle accuse di corruzione. Lo slogan che usano e’ “è troppo grave perché sia vero”.

 

Eppure ogni giorno arrivano rapporti più che credibili che suggeriscono che c'è uno scandalo massiccio che coinvolge i vertici della più importante agenzia di polizia federale.

ALAN DERSHOWITZ

 

 

 

Ci sono le prove di una società segreta costituita fra agenti dell' FBI, votata tanto a impedire la vittoria di Donald Trump nel 2016 quanto a far uscire indenne da qualunque incriminazione sulle email trafugate Hillary Clinton. Le chiacchiere stanno a zero, si chiama tradimento.

 

 

 

Non basta, c'è l'uso che l’Fbi ha fatto del dossier russo su Trump, dossier pagato dalla campagna Clinton e dal comitato Nazionale Democratico. Questo dossier costruito ad arte e’ stato utilizzato dal bureau per ottenere autorizzazione dai Tribunali , il FISA warrant, autorizzazione a spiare gli uomini di Trump, il che significa aver utilizzato il dossier di un partito per convincere una Corte a lasciar spiare il candidato di un altro partito, non avendo informato la Corte stessa.

 

 

 Crescono gli indizi a dimostrazione del fatto che qualcuno nell'amministrazione di Barack Obama ha fornito informazioni riservate su Donald Trump e sui suoi alla campagna Clinton

 

Il procuratore federale Joseph di Genova ha dichiarato che “ peggio di così non potrebbe essere”, e che Trump aveva ragione quando denunciò che gli uomini di Obama avevano intercettato le sue conversazioni alla Trump Tower.

OBAMA CLINTON

 

 

 

C'è un gruppetto di parlamentari repubblicani guidati da David Nunes, presidente del comitato Intelligence del Senato., chi ha deciso di non spaventarsi dell’ enormità dello scandalo.

 

 

 

Ora si tratta di rendere pubblico un memorandum che dimostra che Obama ha fatto spiare Trump; un altro nel quale un alto funzionario dell'Fbi fa capire che l’ attorney General Loretta Lynch sapeva mentre ancora l'investigazione era in corso che non sarebbero state elevate incriminazioni contro la Clinton. Ricordate l'incontro nell'hangar di un aeroporto a tu per tu con Bill Clinton?

 

 

Chi era il direttore dell' FBI che ha mestato intorno a tutto cio’, che si sentiva intoccabile fino a che non lo ha licenziato il presidente Trump? James Comey, naturalmente.

 

Nell'ufficio del suo vice, Andrew mcCabe, sì discusse della polizza di assicurazione da utilizzare nel caso sciagurato di vittoria di Trump. Era la Russia la polizza.

 

 

 

Il termine polizza di assicurazione fu usato da Peter Strzok, investigatore capo del caso Trump, e fu mandato alla sua amante Lisa Page, avvocato dell' FBI.

 

loretta lynch

Il testo diceva:” voglio credere che l'ipotesi che abbiamo preso in considerazione nell'ufficio di Andy e cioè che non sarà mai eletto, sia quella giusta, ma temo che non possiamo assumerci questo rischio. È come una polizza di assicurazione nel caso raro di morire prima dei 40 anni”, Strzok scrive.

 

 

 

Ora di quella fitta rete di messaggi mancano proprio i 5 mesi cruciali fra dicembre 2016 e maggio del 2017

 

Il senatore Nunes ha preparato un memorandum basato su materiale riservato nel quale si dimostra tutto quello che FB e Governo hanno fatto insieme al partito democratico e alla campagna Clinton per corrompere il processo elettorale. Si chiede che i documenti vengano resi noti, potrebbero volerci settimane, ma si va avanti inesorabilmente.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…

silvia toffanin francesca fialdini giorgia cardinaletti tommaso zorzi alessandro giuli pietro tatafiore barbara castorina

A LUME DI CANDELA - TOMMASINO ZORZI NON SARÀ OPINIONISTA AL “GRANDE FRATELLO”: NONOSTANTE LE SPINTE DI CASCHETTO, IL SUO NOME È STATO BOCCIATO – CI MANCAVA IL MINISTRO GIULI-VO IN VERSIONE OFFICIANTE: HA CELEBRATO IL MATRIMONIO DEL SUO CAPO UFFICIO STAMPA, PIERO TATAFIORE, CON BARBARA CASTORINA, TITOLARE DELL'AGENZIA VISVERBI CHE HA ASSISTITO IN PASSATO PROFESSIONALMENTE GIULI (AVRÀ RIFILATO UN ALTRO PIPPOZZO SUL “PENSIERO SOLARE”?) - BIANCA BERLINGUER E ILARIA D'AMICO (CHE LASCIA CASCHETTO) NELL'AGENZIA DI PRESTA - GIORGIA CARDINALETTI AL POSTO DI FRANCESCA FIALDINI - DOPO LA CHIUSURA DI TANGO, COSTAMAGNA OSPITE SU RETE 4 (NEL PROGRAMMA DOVE LAVORA IL SUO COMPAGNO) - LUI È UN POLITICO DI PRIMO PIANO, LEI È UNA BELLA GIORNALISTA. I DUE SONO STATI AMANTI E LUI HA FAVORITO LA SUA ASCESA. DURANTE UNA RECENTE INTERVISTA HANNO FATTO FINTA DI NON CONOSCERSI DANDOSI DEL LEI. DI CHI STIAMO PARLANDO?

luca zaia matteo salvini francesco acquaroli conte bonelli schlein fratoianni matteo ricci

DAGOREPORT - DALLA RIFORMA ELETTORALE AL RIMPASTO DI GOVERNO, IL FUTURO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È APPESO COME UN CACIOCAVALLO AL SUO PRIMO TEST CRUCIALE: LE REGIONALI – SCATENEREBBE UNO SCONQUASSO NELLA LITIGIOSA COALIZIONE DI GOVERNO SE FRATELLI D'ITALIA DOVESSE PERDERE LE MARCHE, DOVE LA RICONFERMA DEL MELONIANO ACQUAROLI E' INCERTA - A QUEL PUNTO, A NOVEMBRE, LA MELONA VORRÀ ASSOLUTAMENTE IMPORRE UN CANDIDATO ALLA FIAMMA NEL VENETO LEGHISTA - LA DUCETTA HA BEN RAGIONE DI PRETENDERLO: MALGRADO IL SUO 28-29%, ATTUALMENTE FDI GOVERNA SOLO IN TRE REGIONI: MARCHE, ABRUZZO E LAZIO - PER FARCELA, LA DUCETTA DOVRA' CONVINCERE LUCA ZAIA AD APPOGGIARE, COL 40% DI CONSENSI DI CUI GODE LA SUA LISTA, IL SUO CANDIDATO ALLA PRESIDENZA - NEL CASO IN CUI IL "DOGE" NON ACCETTI LA PROPOSTA, A QUEL PUNTO, GIÀ TAGLIATO FUORI DA SALVINI, LE AMBIZIONI DI ZAIA DI RICOPRIRE UN DOMANI LA PRESIDENZA DELL'ENI O MAGARI LA CARICA DI MINISTRO DOVRA' RIPORLE NEL CASSETTO DEI SOGNI...

stefano belingardi clusoni belen rodriguez

DAGOREPORT - LA ''FARFALLINA'' DI BELEN È TORNATA A BATTERE. DOPO UN’ESTATE TURBOLENTA DI SCAZZI E POLEMICHE, PER LA "SCIO-GIRL" ARGENTINA È ARRIVATO UN NUOVO E AITANTE  BELLIMBUSTO - LUI È STEFANO BELINGARDI CLUSONI, ARCHITETTO MILANESE CHE, CON IL SUO STUDIO "BE.ST", NEGLI ULTIMI ANNI HA RIDISEGNATO LO SKYLINE DELLA CITTÀ MENEGHINA - GALEOTTO UN LOCALE IN SARDEGNA, DOVE I DUE SONO STATI PIZZICATI A BACIARSI CON PASSIONE, INCURANTI DEGLI SGUARDI INDISCRETI - A CONFERMARE LA LIASON È LA STESSA BELEN CON UN CAROSELLO DI FOTO SU INSTAGRAM SULLE SUE "HERMOSAS VACACIONES” -DALLO SCAZZO CON IL BENZINAIO ALLE PATATINE LANCIATE IN UN LOCALE: L’ESTATE IRREQUIETA DELL'EX DI CORONA E DE MARTINO - VIDEO

stefano de martino striscia la notizia antonio ricci gerry scotti la ruota della fortuna pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - PIER SILVIO, QUESTA VOLTA, HA VINTO. PIAZZARE LA “RUOTA DELLA FORTUNA” NEL VUOTO PNEUMATICO DELLA PROGRAMMAZIONE ESTIVA, È STATA UNA MOSSA SCALTRA ALL’INSEGNA DI UN SOLO IMPERATIVO: FIDELIZZARE IL PUBBLICO DEI TELE-MORENTI - L’OPERAZIONE È RIUSCITA, IL PAZIENTE È ANCORA IN VITA, MA È SOLO IL PRIMO ROUND DI UNA GUERRA ANCORA MOLTO LUNGA: GIÀ IN SOVRAPPOSIZIONE, IERI SERA, “AFFARI TUOI” ERA LEGGERMENTE IN VANTAGGIO SUL PROGRAMMA DI GERRY SCOTTI, E LA SCELTA DI FAR RIPARTIRE LA TRASMISSIONE DI DE MARTINO DI MARTEDÌ, ANZICHE' DI LUNEDI', HA LASCIATO INTERDETTI GLI ADDETTI AI PALINSESTI - COMUNQUE VADA IL DUELLO NEI PROSSIMI DUE MESI, “PIER DUDI”, ALLA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, ERA STATO CATEGORICO: "'STRISCIA LA NOTIZIA' INIZIERÀ A NOVEMBRE. ANCHE SE CIÒ CHE VA IN ONDA, E NON SARÀ COSÌ, DOVESSE FARE UN TRILIONE DI ASCOLTI" - GLI ESORDI CON MARIA DE FILIPPI, IL FLOP ALL'''ISOLA DEI FAMOSI'' CONDOTTA DALLA MARCUZZI, PRESTA CHE LO SBOLOGNA E LA RISCOSSA CON CASCHETTO (E TANTI ''PACCHI'' A MO' DI CULO): L'IRRESISTIBILE ASCESA DI STEFANO DE MARTINO, ALFIERE DI RAI-MELONI, CHE SOGNA IL FESTIVAL DI SANREMO - VIDEO