di maio salvini

DI MAIO E SALVINI SISCANNANO SULLE NOMINE - LUIGINO HA IL DOPPIO DEI SEGGI MA TUTTO DA PERDERE. HA META' M5S CONTRO BY DIBBA, NON PUÒ RICANDIDARSI E SALVINI SE FA SALTARE IL TAVOLO PENSA DI PRENDERE IL 30%, E FA IL BULLO - CDP: IL SOSTITUTO IN PECTORE, TONONI, ERA UN DIPENDENTE DI COSTAMAGNA IN GOLDMAN SACHS - ECCO CHI LOTTA PER FARE IL CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI CONTE - RAI: IL NIET DI SALVINI A GABANELLI, IL NIET GRILLINO A DEL NOCE, LA POLTRONA DI AD - SERVIZI SEGRETI: COSA BLOCCA VITO CRIMI

 

DAGONEWS

 

giuseppe conte salvini e di maio discorso prima della fiducia 1

Se pensavate che con la nomina di Giuseppe Conte avremmo finalmente raggiunto un po' di tregua politica, beh, vi siete sbagliati. Il bello, e dunque il brutto, viene ora. Sul piatto ci sono le nomine nelle più importanti società partecipate dallo Stato, più alcuni ruoli chiave per il nuovo governo e per l'assetto istituzionale del Paese.

 

Prima di addentrarsi nel ginepraio di poltrone e stipendi da favola, è bene tenere a mente due fattori importanti: Di Maio avrà pure il doppio dei seggi rispetto a Salvini, ma a differenza del leghista, ha tutto da perdere. Ora che ha preso l'incarico di vicepremier e doppio ministro, la tagliola dei due mandati scatta eccome: se si torna a votare in inverno, la sua carriera politica è finita, e così quella del suo cerchietto magico.

luigi di maio matteo salvini

 

Alle spalle ha Grillo, Di Battista e pure Fico che gli alitano sul collo. E l'ala movimentista del M5S, che ha taciuto nella fase di contrattazione con la Lega, gli ha ormai dichiarato guerra, impallinando molte delle sue decisioni. Non è un caso l'esclusione di Vincenzo Spadafora dal governo: dietro c'è un articolo del ''Fatto Quotidiano'' a firma Marco Lillo, una vera character assassination sul suo passato al fianco dei potenti della Seconda Repubblica.

 

GRILLO FICO DI MAIO DI BATTISTA

Anche tutte le proposte di Spadafora, da Massolo in giù, sono state accantonate. Nel Movimento c'è una lotta intestina tra le varie fazioni, in stile vecchio Pci. I duri, puri e ideologici giurano guerra a chiunque metta a rischio i principi del M5S o – non sia mai – lo attacchi frontalmente.

VINCENZO SPADAFORA LUIGI DI MAIO

 

Matteo, al contrario, ha tutto da guadagnare se fa saltare il tavolo. Gli ultimi sondaggi parlano di numeri intorno al 30% per la Lega in caso di urne anticipate. E questo lo ricorda a Luigino ogni volta che l'ex bibitaro del San Paolo prova a battere i pugni sul tavolo.

 

Cassa depositi e prestiti

Si parte con la nomina più urgente, quella in Cdp. Dagospia ha anticipato tutti stamattina rivelando che Costamagna, subodorando la mancata riconferma, si sarebbe fatto da parte per la presidenza, lasciando campo libero a Guzzetti, cui spetta come presidente delle Fondazioni bancarie, la nomina del presidente. Che, con una certa faccia tosta, dopo averlo ''confermato'' a Bagnaia due settimane fa, oggi parla di ''grande senso delle istituzioni'' per essersi tolto di torno.

 

In ogni caso, il nome che ha in mente il grande vecchio delle fondazioni bancarie è quello di Massimo Tononi, uno che ha lavorato per anni come ''dipendente'' di Costamagna in Goldman Sachs, dunque non esattamente un rivoluzionario né un banchiere che si discosterebbe molto dalla strada dell'attuale presidente.

 

Il problema è proprio qui: è difficile trovare duri e puri nel mondo della finanza. Qualcuno che non abbia alle spalle esperienze in grandi banche d'affari. Tononi è stato pure in Mps…

 

gallia costamagna padoan

 

Consigliere diplomatico di Conte

MASSIMO TONONI

Un'altra pedina fondamentale è quella che gestisce le relazioni internazionali del Presidente del Consiglio. Al momento i candidati che sta valutando il professore di Firenze sono Pietro Benassi, l'ambasciatore a Berlino che ha appena scritto una letteraccia contro i giornali tedeschi che si sono sbizzarriti in copertine e vignette anti-italiane; Maurizio Massari, rappresentante permanente dell'Italia a Bruxelles, esperienza utile anche alla luce delle parole di Monti (''arriva la Troika''); Pasquale Salzano, ambasciatore in Qatar, bruciato come ministro degli Esteri per il suo basso grado in carriera diplomatica e uomo di fiducia di Luigi Di Maio.

Pietro Benassi

 

Ma c'è la wildcard, ovvero Luca Giansanti, colui che doveva occupare la Farnesina nella prima lista dei ministri presentata a Mattarella. Prima di ripiegare su Moavero-Milanesi, Conte ha avuto vari colloqui con lui, e gli sono piaciute molte delle sue idee. Per lui potrebbe essere pronto un incarico ad hoc molto importante.

 

Segreteria Generale della Presidenza del Consiglio

Giansanti

Nelle ultime ore è in calo la stella di Vincenzo Fortunato, super-boiardo che resiste ai vertici della pubblica amministrazione da anni. Magistrato ordinario, magistrato Tar, già nel consiglio della giustizia amministrativa, giudice tributario, avvocato cassazionista, professore poi rettore della Scuola Superiore dell’Economia e Finanze. Ma soprattutto capo di gabinetto e consigliere di ministri di ogni epoca, partito e collocazione (da Fantozzi a Visco, da Del Turco a Di Pietro, e poi Tremonti e Siniscalco). A indebolirlo sarebbe la sua vicinanza a Gianni Letta, e per i grillini duri e puri (ma pure per qualche leghista) sarebbe un cavallo di Troia del solito Silvione.

VINCENZO FORTUNATO SCUOLA ECONOMIA

 

RAI

Qui siamo al bordello totale. Se i due partiti di maggioranza sono d'accordo nel volerla rivoltare come un pedalino, le modalità e soprattutto i nomi sono uno scoglio notevole. Salvini, come abbiamo già scritto, ha trovato un ottimo consigliori in Fabrizio Del Noce, già pigmalione della sua Elisa Isoardi, che dalla sua dorata pensione portoghese muove ancora un discreto numero di fili a viale Mazzini. Per lui, dato il divieto di ruoli apicali per i pensionati, sarebbe pronto un posto in Cda. Ma è pronto pure il veto grillino: troppo berluscone.

 

Carlo Freccero, da sempre vicino al Movimento, avrebbe avuto l'ok della Lega, ma sulla Gabanelli Salvini ha opposto un ''no'' senza se e senza ma. Che mai avrà fatto Mi-Jena, e soprattutto ''Report'' ai leghisti? Ah, saperlo…

CARLO FRECCERO RAI

 

Se la presidenza, dopo la riforma, è una poltrona di pura rappresentanza (resta in campo il nome di Flebuccio de Bortoli, che non eccita ma non impegna) è il ruolo di direttore generale (che diventa amministratore delegato) a essere ancor più ambito. Avrà potere di nomina sui direttori di rete e delle testate giornalistiche, e il Cda potrà al massimo esprimere un parere negativo ma non vincolante.

 

GABANELLI

Il ruolo è talmente importante che i nomi si inizieranno a fare dopo la scelta dei sottosegretari e dei viceministri, con i quali Di Maio spera di tacitare l'ala Di Battista/Grillo, e quindi in base ai rapporti di potere che emergeranno da quest'altra battaglia all'ultimo sangue.

 

 

Servizi Segreti

vito crimi ai servizi segreti

La candidatura di Vito Crimi, sonnolento senatore grillino, ha scatenato le ire (e le ironie) di molti. Non solo perché è uno che confondeva Twitter con Facebook e pensava che una volta raggiunti i 5mila follower ci fosse il blocco ai nuovi contatti. Non solo perché ha lanciato una teoria della cospirazione partendo dai piedi sporchi di una bambina. Ma perché ha una bella opposizione interna, visto il suo conflitto d'interessi: lui e la compagna, la deputata M5s Paola Carinelli, sono componenti di due organismi fondamentali, il comitato di garanzia e il collegio dei probiviri.

 

Vito Crimi, Paola Carinelli

Le deleghe ai servizi sono talmente delicate che la legge impone siano affidate in via esclusiva. La cosiddetta Autorità delegata può essere affidata a un sottosegretario di Stato o a un ministro senza portafoglio che non può esercitare ulteriori funzioni di governo.

 

Per questo Di Maio sarebbe orientato a puntare su un esterno, e non un attuale parlamentare grillino, che sia gradito alle istituzioni e che abbia un minimo di competenza di intelligence.

 

GIUSEPPE CONTE

Il povero Luigino ha il partito contro, ma almeno può contare su un filo diretto con Mattarella, attraverso Ugo Zampetti. L'attuale segretario generale del Quirinale ha ovviamente ricoperto lo stesso ruolo, per anni, a Montecitorio, anche quando Di Maio era vicepresidente della Camera. E già allora si muoveva spesso grazie ai consigli dell'alto funzionario.

 

vito crimi e i piedi zozziZAMPETTI MATTARELLAmattarella conte zampetti

L'unica certezza, finora, è una: che Conte non tocca palla. Ma non è detto che durerà molto: il potere ingolosisce chi ce l'ha…

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…