1. IL BANANA AFFIDATO AI SERVIZI SOCIALI IN UNA ESEMPLARE BURLA DI STATO, NON DEVE FARE SCHERZI. E’ UN “SOPRAVVISSUTO” E SE LO DEVE RICORDARE SEMPRE. PER QUESTO DEVE DARE UNA MANO AL ‘CAMMINO DELLE RIFORME’ E IN CAMBIO DI CIÒ AVRÀ “RISPETTO” 2. NON GIOCA PIÙ PER VINCERE, L’EX MILIARDARIO RIDENS, E FORSE NEPPURE PIÙ PER IL PAREGGIO, VEDI LE LISTE DI FARSA ITALIA PER LE EUROPEE. GLI BASTA UNA SCONFITTA ONOREVOLE E QUELLO CHE TREMA DI PIÙ PER LA SUA TENUTA ELETTORALE È PROPRIO RENZI 3. LA MANCANZA DI UNA VERA OPPOSIZIONE FORZISTA AL GOVERNO RENZICCHIO RISCHIA DI REGALARE ULTERIORI CONSENSI AL MOVIMENTO CINQUE STELLE DI GRILLOMAO 4. MA UN SISTEMA CHE SI REGGE SULL’ASTENSIONISMO DEL 40% DEGLI ITALIANI E SUL SOSTEGNO AL “SOPRAVVISSUTO” BERLUSCONI NON È L’ITALIA RENZIANA CHE “CAMBIA VERSO”. E’ L’ITALIA CHE FA IL VERSO. IL VERSO A UNA NORMALE DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA

a cura di colinward@autistici.org (Special Guest: Pippo il Patriota)


1 - NANO DECADENCE
"Le ultime vicende trasmettono un'immagine di Berlusconi un po' malinconica, dolorante dietro l'eterno sorriso, in verità sempre più tirato. E' la fotografia di un sopravvissuto, al quale si deve rispetto: sperando che lui per primo rispetti se stesso e la sua nuova, temporanea condizione". Questo quasi-epitaffio chiude l'editoriale di padre Massimo Franco sulla prima pagina del Corriere della Sera.

Il Banana decaduto, e affidato ai servizi sociali in una Burla di Stato davvero esemplare, non deve fare scherzi al sistema. E' un "sopravvissuto" e se lo deve ricordare sempre. Per questo deve dare una mano al cosiddetto Cammino delle Riforme e in cambio di ciò avrà "rispetto".

Non gioca più per vincere, l'ex Miliardario Ridens, e forse neppure più per il pareggio, come testimoniano le liste di Farsa Italia per le europee. Gli basta una sconfitta onorevole e quello che trema di più per la sua tenuta elettorale è proprio Renzie.

La mancanza di una vera opposizione forzista al governo rischia di regalare ulteriori consensi al Movimento Cinque Stelle, che a questo punto ha la strada spianata nonostante abbia passato un anno a litigare con se stesso. Si può pensare quel che si vuole di Grillomao e del leghista Salvini, ma un sistema che si regge sull'astensionismo del 40% degli italiani e sul sostegno al "sopravvissuto" Berlusconi non è l'Italia che "cambia verso". E' l'Italia che fa il verso. Il verso a una normale democrazia rappresentativa.

2 - LA RAGION DI STATO DI UNO STATO MISEREVOLE
Basterebbe la perfetta sintesi di questo titolo del Giornale per capire che è successo davvero, per altro quasi alla luce del sole: "Il Cav incassa il sì dei giudici. Ora avanti tutta con le riforme" (p. 4). Dopo aver coniato l'ennesima menzogna lessicale con la famosa "agibilità politica", i poteri marci salutano con un sospiro di sollievo il trattamento di assoluto favore riservato al capo della sedicente opposizione.

Il Corriere titola a tutta prima: "Berlusconi può ancora fa politica". E si spera che all'estero oggi non lo distribuiscano, il giornale diretto da Ferruccio de Bortoli. Dentro, in un colonnino a pagina 5, un'indiscrezione notevole: "E Francesca potrebbe andare con lui a Cesano".

Repubblica prende la calcolatrice e sbatte la farsa in prima pagina: "Berlusconi, pena di 7 giorni". Felice Casson, senatore piddino ed ex magistrato, ammette:"Giudici teneri, con un altro cittadino sarebbero stati più rigidi" (p. 4). Del resto, come ammette onestamente Filippo Facci su Libero, il Banana non si è minimamente "ravveduto" e non ha accettato la sentenza. Anzi.

Sulla decisione del Tribunale, i pezzi più interessanti sono su Corriere e Stampa. Sul primo, Luigi Ferrarella racconta che gli avvocati del Banana avevano proposto una soluzione ancora più comica: l'ippoterapia nel parco della villa di Arcore (p. 3). Sulla seconda, Paolo Colonnello scopre che il Tribunale ha messo nero su bianco che il Berlusca dovrà fare "l'animatore" tra i vecchietti. Insomma, rischia di tornare al punto di partenza, quando suonava sulle navi da crociera (Stampa, p. 2)

La foto più bella del giorno è su Libero ed è quella del signor Raoul, il segretario del centro di Cesano Boscone che ha due baffoni che gli arrivano allo sterno. Se suona la fisarmonica, Raoul potrà dare vita a duetti indimenticabili con il grande Silvio (p. 4).
Intanto la pubblicità di Mediolanum su Libero conferma che Ennio Doris è sempre avanti: in una foto lo si vede mentre consegna una busta e stringe la mano a un'anziana signora (p. 9)

3 - NOMINE, PIAZZA AFFARI E' MISOGINA
E' arrivata l'ora della parità di genere anche in sala contrattazioni. Perché solo con la presenza di troppi ragazzetti misogini si spiega l'accoglienza di Piazza Affari alle nomine del Rottam'attore. Stampa: "La Borsa ‘punisce' Finmeccanica. Sì alla continuità in Eni ed Enel" (p. 6)

Il Corriere si copre di gloria con questo titolo: "La Borsa resta fredda sulle nomine" (p. 10). Ma certo: l'indice generale che perde il 2,3%, Finmeccanica che cede il 5,22% ed Enel che scende del 2,39% sono tutti segni di semplice "freddezza" (p. 10).

Un impietoso bilancio sull'ammuina dei famosi "cacciatori di teste" lo fa il Giornale: "Renzi spreca 60mila euro per scegliere i manager: E poi nomina i suoi amici. Il governo ha ingaggiato due società esterne per la selezione dei cda delle partecipate: ma sono stati indicati molti tra i finanziatori e gli adepti del ‘giglio magico' del premier. In Eni il commercialista di Matteo e in Enel il suo avvocato Bianchi" (p. 6). Sulla stessa linea il pezzo di Alessandro Barbera per la Stampa: "Molto Cencelli, pochi curricula. Sulle aziende procedure in tilt" (p. 6).

Dopo Dagospia, sulla lottizzazione si svegliano anche al Corriere: "Quel candidato nella lista cambiato all'ultimo momento. E Mancuso andò all'Enel. La scelta di tre sostenitori della Fondazione Open di Renzi. La designazione di Rao, ex portavoce di Casini" (p. 11).
Su Repubblica non pervenuto il vibrante, e attesissimo, editoriale di Massimo Giannini contro la spartizione partitica ai tempi di Renzie.

4 - E PER LE DONNE IL CONFLITTO D'INTERESSE NON ESISTE
"Il caso Marcegaglia. Alle donne si perdona il conflitto d'interessi". Il Giornale in prima pagina ironizza giustamente sul bizzarro caso di Donna Emma, planata alla presidenza dell'Eni tra vivi applausi: "L'ex presidente di Confindustria ha le competenze per guidare Eni, ma così avrà un ruolo nelle trattative sull'energia con la sua azienda" (pp. 1-7).
Repubblica si mette prontamente a disposizione della Marcegaglia, così come fece con la Guidi appena nominata ministro, e le fa dire: "Non siamo né fornitori, né clienti di Eni. Da otto anni abbiamo un contratto con Edison. Se vuole le mando le bollette (...) Per noi il costo dell'energia non va oltre l'1 per cento" (p. 11).

5 - L'ONORABILITA' AI TEMPI DI PITTIBIMBO
Gran sorvolare dei giornaloni, infine, sui guai giudiziari di Salvatore Mancuso, sul quale pende una richiesta di rinvio a giudizio nell'ambito dell'inchiesta sulla Risanamento di Luigi Zunino. Lodevoli eccezioni il Giornale (p. 7) e Libero (I guai giudiziari di Mancuso e Bianchi, i due consiglieri che imbarazzano Renzi" p. 11).

6 - NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Giornata nera per le favolette di governo. Stampa: "Governo troppo ottimista sulla crescita'. Corte dei conti critica sul Def: mancano 1,5 punti di Pil in 5 anni. Padoan scrive all'Ue: pareggio rinviato al 2016" (p. 24).
Per il Giornale, "L'Istat svela il trucco di Renzi: lo sgravio di 80 euro è la metà. Secondo i conti dell'istituto il beneficio mensile sarà tra i 40 e i 65 euro. Spending review a rischio, Bankitalia avvisa il premier. Ma lui ostenta ottimismo: venerdì arriva il decreto" (p. 9). Il decreto del Venerdì Santo. Secco anche Libero: "Mancano i soldi per il bonus'. Bankitalia: rischio patrimoniale. Non convince nemmeno il piano di privatizzazioni" (p. 8).

Intanto fa piacere, ogni tanto, leggere qua e là sui giornale qualche squarcio di realismo oltre la retorica della moneta unica. E' il caso di questo pezzo su Libero: "Il falco tedesco abbatte il tabù: ‘Senza l'euro meglio per tutti'. Clamorosa ammissione di Sinn, capo del più importante istituto economico tedesco: ‘Con la moneta unica l'Italia è condannata a 10 anni di tagli ai salari'" (p. 13).

7 - MA QUINDI A RE GIORGIO NON PIACE LA RIFORMA DEL SENATO?
"Senato, i dubbi del Quirinale. Ci sono perplessità sui 21 senatori di nomina presidenziale. Invito alla cautela per Renzi. Il Capo dello Stato ha firmato il ddl ma suggerisce un metodo di ascolto". Un ampio retroscena scritto da Antonella Rampino per la Stampa conferma la sostanza di quanto svelato da questo modesto sito una settimana fa. Alla faccia delle smentite di rito (p. 5).

8 ¬ - L'AVVISO DEL CREDITORE INTESA
Mai sottovalutare certe interviste che sembrano solo apparecchiate per gli uffici di stampa di turno. Carlo Messina, boss di Intesa Sanpaolo si esibisce nel giardino di casa con un lungo soliloquio sul Corriere, e dopo aver garbatamente protestato sul raddoppio dell'aliquota per le quote Bankitalia in nome della certezza del diritto, ecco il messaggio al governo di Pittibimbo: "Forse ogni tanto si dimentica che per una banca come la nostra avere 60 miliardi di titoli di Stato nel nostro portafoglio e 40 nelle attività assicurative, significa essere uno dei principali creditori dello Stato. Si tratta di un portafoglio che ha stabilizzato ed è tuttora in grado di stabilizzare lo spread. Pensiamo di aver fatto la cosa giusta mantenendo i titoli di Stato italiani e di non aver disinvestito a favore di altri Paesi forti dell'eurozona" (p. 26).

9 - ULTIME DAL MONTE DEI PACCHI DI SIENA
Il Montepacchi crolla in Borsa sulla storia dell'aumento di capitale.
Va dritto al sodo della questione Libero: "In Borsa la resa dei conti del Pd sul Monte Paschi. Il titolo crolla del 10%. Per il finanziere renziano Serra l'aumento di capitale previsto non basta. Ma potrebbe essere una mossa per espellere la Fondazione (dalemiana)" (p. 22).

10 - QUESTA RAGAZZA NON E' UNA RAGAZZA. E' UNO ZAINETTO
Repubblica continua a seguire gli sviluppi delle inchieste su violenze e pestaggi di sabato a Roma. E in prima pagina titola così: "Gli altri calci ai manifestanti, nuovo video accusa i poliziotti". Poi intervista il viceministro Bubbico, che ammette: "E' terribile, gli agenti non possono picchiare così" (p. 19).

Perfino il Corriere, con un paginone, si arrende a una delle notizie più folli degli ultimi mesi: "Cercavo ordigni, non l'ho vista'. Ma in altri video picchia dei giovani. Indagato il poliziotto che ha calpestato la manifestante a Roma. Il racconto dell'agente: ero distratto, pensavo fosse uno zainetto" (p. 20).
La Stampa di Calabresi dedica alla vicenda un trafiletto di poche righe. No comment.

 

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