ARRIVA LA MARINA DO BRASIL - ECOLOGISTA, EVANGELICA E CONTRO L’ABORTO: MARINA SILVA STRACCIA NEL DUELLO TV DILMA E VOLA NEI SONDAGGI (9 PUNTI DI VANTAGGIO) - E NEL PARTITO DEI LAVORATORI C’È CHI INVOCA IL RITORNO DI LULA AL POSTO DELLA ROUSSEFF

MARINA SILVAMARINA SILVA

Paolo Manzo per “La Stampa

 

Da quando a 16 anni ha imparato a leggere e scrivere, Marina Silva, la politica più «verde» del Brasile, lotta per i diritti degli indios e per la sua Amazzonia, il polmone verde del mondo dov’è nata e cresciuta. Proprio per questo suo impegno per l’ambiente la Norvegia l’ha insignita nel 2009 con il «Sophie Prize», una sorta di prestigioso Nobel ambientale.

 

A guardarla mentre parla Marina sembra fragile come un cristallo, nulla a che vedere con la tosta Dilma Rousseff, la presidente in carica di nuovo in lizza e, fino a pochissimo fa, strafavorita per il voto del prossimo 5 ottobre. ?Forse alla base della fragilità della Silva c’è il piombo - quello che inquinava i fiumi dell’Amazzonia - entrato nel suo sangue quando viveva in una insalubre «colocação», la tipica casa di legno su palafitta dei seringueiros, gli estrattori di caucciù, perché questo facevano Pedro Augusto e Maria Augusta da Silva, i suoi genitori.

Rousseff Dilma tristeRousseff Dilma triste

 

La salva don Moacyr Grechi, un vescovo che la porta via dal villaggio di Breu Velho per farla curare a Rio Branco, la capitale dello stato amazzonico dell’Acre ai confini con la Bolivia. Marina si rifugia dalle suore Serve di Maria. «Anche la malaria che mi ha colpito per 5 volte nei mie primi 16 anni mi ha indebolito il fisico ma, grazie a Dio, quel trasferimento mi permise di imparare a leggere e a scrivere», racconta, oggi fervente evangelica, mentre mostra orgogliosa una foto delle sue quattro figlie. ?

 

DILMA ROUSSEFF FOTOGRAFATA DA ROBERTO STUCKERT FILHO jpegDILMA ROUSSEFF FOTOGRAFATA DA ROBERTO STUCKERT FILHO jpeg

Ma la fragilità di Marina è solo un’impressione superficiale. Statura media, neanche 50 chili di peso, carnagione scura, tipica di chi, per generazioni ha raccolto caucciù. In realtà Marina è abituata a combattere per la vita - «mi dissero persino che non avrei potuto avere figli e invece… Sono contro l’aborto e non ho paura a dirlo anche a costo di perdere tutti i voti» - e contro la corruzione dilagante nella vita politica brasiliana. Sempre con idee «visionarie» e «sostenibili» perché, spiega, «se mi fossi limitata a fare calcoli in termini pragmatici non avrei mai fatto nulla in politica dove bisogna seminare per il futuro e non speculare sul breve termine». ?

 

LUIS INACIO LULA DA SILVA FOTO LUIS INACIO LULA DA SILVA FOTO

Idee visionarie come quelle di Chico Mendes, suo grande amico, ammazzato nel 1988 da killer al soldo di fazenderos senza scrupoli. Con lui Marina fonda nel 1985 il sindacato dell’Acre: obiettivo proteggere l’Amazzonia e gli indios, i suoi abitanti più deboli. Per questo Chico Mendes fu ucciso e, sempre per questo, oggi Marina si ricandida alla presidenza, questa volta non tra le fila del Pt, il partito dei lavoratori di Lula che è stata la sua prima «casa politica» e neanche tra quelle dei Verdi come nel 2010, quando a sorpresa ottenne il 20% dei voti alle presidenziali.

 

Ad averla scelta stavolta è il Psb, il partito socialista. Marina doveva essere «solo» la vice di Eduardo Campos ma la morte prematura di quest’ultimo, lo scorso 13 agosto, pare averle aperto la strada verso la corsa alla presidenza. L’ultimo sondaggio Ibope la dà addirittura vincente su Dilma con nove punti percentuale, 45% a 36%, numeri impensabili sino a due settimane fa. ?

Eduardo CamposEduardo Campos

 

«La mia candidatura è la lotta di Davide contro Golia», diceva nel 2010 quando Golia era Dilma. Oggi non è più così e tra i membri del Partito dei lavoratori timorosi di una sconfitta cresce il numero di chi vorrebbe che prima del prossimo 20 settembre – ultimo giorno utile per ufficializzare i candidati – il partito sostituisse la Rousseff con l’assai più carismatico Lula. ?

 

Nel 2003 quando viene nominata da Lula ministro dell’Ambiente Marina è al settimo cielo e l’Amazzonia la sua priorità. Le cose cambiano dal 2005, quando le politiche sempre più «pragmatiche» e «poco sostenibili sulle foreste» del governo verde-oro la relegano al ruolo di simbolo, da esibire soprattutto a livello internazionale. Lei resiste agli attacchi della lobby del business dell’agroindustria finché può.

 

Poi, quando capisce che avrebbe «difeso meglio l’Amazzonia e gli indios da fuori» scrive una bella lettera a Lula e rassegna le dimissioni. Era il 2008. Qualche mese fa, dopo la decisione di candidarsi, la pagina ufficiale di Facebook del Pt l’aveva definita «uovo di serpente» e «vanitosa». Lei spera di «vendicarsi» con la meno pronosticata delle vittorie.

 

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