antonio funiciello mario draghi

DRAGHI E DRAGHETTI - LA SQUADRA DI SUPER-MARIO A PALAZZO CHIGI È GIÀ SCHIERATA: IL CAPO DI GABINETTO ANTONIO FUNICIELLO SI PRENDERÀ L’UFFICIO DI CASALINO (QUELLO DA PORTAVOCE NON BASTAVA A CONTENERE L’EGO DI TA-ROCCO) - DRAGHI NON VUOLE TENERE LA DELEGA AI SERVIZI, MA NOMINERÀ UN’AUTORITÀ DELEGATA...

 

Da “La Stampa”

 

antonio funiciello

Il completamento del rito della doppia fiducia Senato-Camera trova lo staff di Mario Draghi già operativo e completato nei cinque incarichi più importanti, un incrocio non scontato perché nel passato a palazzo Chigi le cose non sempre erano andate così celermente.

 

Di solito, quando c' è un cambio di governo, trascorrono diversi giorni (nel caso di Conte furono settimane), prima che lo staff sia completato, mentre nel caso del governo Draghi la squadra è stata definita in tutte le postazioni strategiche: Sottosegretario alla Presidenza, Capo di gabinetto, Segretario generale, Consigliere diplomatico, Portavoce. Mancano soltanto il consigliere giuridico e quello militare, due scelte che però rappresentano altrettante opzioni: l' eventuale delega nei rapporto con i Servizi e il completamento della squadra addetta alla comunicazione.

GIUSEPPE CONTE ROCCO CASALINO E IL TAVOLINO MEME

 

L' accelerazione impressa da Draghi nella formazione della sua squadra più ristretta nei giorni scorsi ha costretto gli uscenti a completare rapidamente gli scatoloni. A cominciare da Rocco Casalino, il portavoce di Conte che a palazzo Chigi occupava la stanza più ampia dopo quella del capo del governo: l' ufficio al primo piano che si affaccia con un balcone su piazza Colonna. Proprio da quel balcone nell' ottobre 2018 fu annunciata dai capi dei Cinque stelle la «fine della povertà».

 

PAOLA ANSUINI

Quello specifico ufficio era stato scelto da Casalino nell' estate del 2018, quando il nuovo portavoce non volle la stanza che era appartenuta al suo omologo - Filippo Sensi, capo-comunicazione dei governi precedenti - riuscendo ad ottenere l' ufficio sino ad allora occupato dal capo di Gabinetto di Paolo Gentiloni: Antonio Funiciello.

 

E proprio Funiciello, richiamato a palazzo Chigi nello stesso incarico di capo di Gabinetto da Mario Draghi, si è limitato a rientrare nella stanza che aveva temporaneamente occupato cinque anni fa. Quella più vicina al Presidente del Consiglio.

 

roberto garofoli

Oltre al capo di Gabinetto la squadra più ristretta di Draghi è formata da Roberto Garofoli, sottosegretario alla Presidenza, magistrato amministrativo, dotato di una capacità proverbiale, quella di "costruire" le leggi ma anche di saperle implementare; dal Segretario generale Roberto Chieppa, che è stato confermato dopo essere stato nominato da Conte; dal consigliere diplomatico, l' ambasciatore Luigi Mattiolo, reduce da una sede strategica come Berlino; da Paola Ansuini, a capo della Comunicazione di palazzo Chigi. Dopo Monica Nardi (governo Letta) e Betty Olivi (governo Monti) di nuovo una donna alla guida di un incarico strategico. E nei prossimi giorni sarà deciso se replicare il format "consolare" a suo tempo voluto da Enrico Letta: una portavoce e un capoufficio stampa.

roberto chieppa

 

Per motivi di opportunità, visto che il governo ha ottenuto la piena fiducia del Parlamento solo ieri sera, Draghi ha mantenuto la direzione della politica dell' informazione per i Servizi e per la sicurezza ma - a differenza di quanto scritto e ipotizzato - intende avvalersi della facoltà di nominare un' Autorità delegata, così come aveva fatto Conte, in quel caso con tempismo infelice, indicando il 21 gennaio l' ambasciatore Pietro Benassi: cinque giorni dopo è caduto il governo.

GIUSEPPE CONTE VENDITORE DI CALDARROSTEle orecchie di roberto garofoliGIUSEPPE CONTE E ROCCO CASALINO - MEMEMatteo Bollegiancarlo giorgetti mario draghi stefano patuanelli luciana lamorgese roberto garofoli marta cartabia LE LACRIME DI ROCCO CASALINO PER L ADDIO DI GIUSEPPE CONTE A PALAZZO CHIGI

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....