mario draghi spread

RECESSIONE, SPREAD, DEBITO PUBBLICO, GUERRA: LA TEMPESTA PERFETTA CHE CI ATTENDE FARA' RESTARE DRAGHI A PALAZZO CHIGI? – “DOMANI” GETTA L’AMO: “DALLA FINE DEGLI INTERVENTI SALVIFICI DELLA BCE, FINIRÀ IL CHIACCHIERICCIO DELLA POLITICA. LE PROMESSE ELETTORALI RISCHIANO DI APPASSIRE CONTRO IL MURO DELLA REALTÀ, MAGARI CON LA RIEDIZIONE DI UN GOVERNO GUIDATO DA UN SALVATORE DELLA PATRIA, O PERLOMENO DI UNA FIGURA ADULTA DI GARANZIA ESTERNA. IL CUI IDENTIKIT ASSOMIGLIA IN MODO IMPRESSIONANTE A QUELLO DELL’ATTUALE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO…”

Mario Seminerio per “Domani”

 

mario draghi christine lagarde

La Banca centrale europea, nella riunione del 9 giugno, ha certificato quello che era già noto da tempo: la fine della politica di tassi negativi. Nella riunione di luglio il rialzo del tasso chiave sarà di 25 centesimi, per proseguire a settembre quando, se le previsioni di inflazione di medio termine dovessero persistere o deteriorarsi, l’aumento sarebbe superiore, verosimilmente nell’ordine dei 50 punti-base. Il solo effetto-annuncio causa l’aumento dei rendimenti di mercato, facendo parte del “lavoro sporco” di restrizione monetaria per conto della Bce.

 

SPREAD MAGGIO-GIUGNO 2022

Al netto dell’abituale giaculatoria su opzionalità, flessibilità e dipendenza dai futuri dati macroeconomici, in modo da non pre-impegnare il percorso di politica monetaria, questo è l’esito del compromesso tra falchi e colombe in seno al governing council.

 

I primi, turbati dall’inflazione e dal rischio che le aspettative degli agenti economici vadano a “disancorarsi”, cioè che si innesti una spirale prezzi-salari; le seconde (tra cui in prima fila l’italiano Fabio Panetta) a predicare cautela dato che lo shock dei prezzi origina dal lato dell’offerta, tra guerra e strozzature di filiera, e non dalla domanda.

 

spread btp bund

IL RISCHIO PER L’ITALIA

La decisione della Bce è “storica” perché, dopo anni passati a supportare i deficit, soprattutto del nostro paese e durante la fase acuta dello shock pandemico, ora il rischio per l’Italia è quello di perdere un compratore decisivo per il nostro debito pubblico. L’andamento dello spread tra Btp e Bund indica i timori del mercato in una fase di rialzo dei rendimenti, penalizzando i grandi debitori.

 

È stato poi confermato il termine delle operazioni di acquisto di titoli da parte della Bce con decorrenza primo luglio, pur confermando che si proseguirà a reinvestire i titoli in scadenza “almeno sino a fine 2024”.

 

MARIO DRAGHI DANIELE FRANCO

A questo proposito, da mesi la stessa Bce sta “telefonando” al mercato l’intenzione di agire per evitare la cosiddetta frammentazione, cioè che lo spread dei paesi più indebitati vada fuori controllo. Nel comunicato questa intenzione è confermata ma non dettagliata a livello operativo, e ciò concorre a spiegare la reazione fortemente negativa dello spread.

 

Si ribadisce che, per evitare turbolenze, gli acquisti da reinvestimento potranno essere calibrati nel tempo, per classe di attivi e giurisdizione. Tradotto, significa che in caso di emergenza si potranno comprare Btp in modo nettamente prevalente (o esclusivo) rispetto a quanto previsto dalle quote di partecipazione dei singoli paesi al capitale della Bce. Anche se a scadere saranno Bund.

spread btp bund

 

Attenzione a questo punto: si tratterebbe di un salvataggio monetario in piena regola, che certamente porterebbe con sé nuove condizionalità, elaborate in seno alla Commissione europea con ratifica della Bce. Ma è sin d’ora certo che condizionalità non farebbe rima con deficit.

 

Torna quindi a riproporsi un pesante “rischio Italia”, fatto di crescita insufficiente e inferiore al costo del debito e che ci costringe a corposi avanzi primari che frenano ulteriormente l’espansione alimentando tensioni sociali e iniziative populiste. La prossima legislatura, che vista da oggi pare lontana un’era geologica date le condizioni del mercato, rischia di essere la ripetizione ancor più critica dell’inizio dell’attuale.

christine lagarde 2

 

PERICOLO RECESSIONE

Sul quadro congiunturale europeo incombe anche la grande incognita con cui si misurano i mercati: riuscirà la Federal Reserve a raffreddare l’inflazione (almeno, quella da domanda) senza causare una recessione conclamata? E per quanto tempo persisteranno condizioni di elevati prezzi delle materie prime in conseguenza delle sanzioni alla Russia?

 

christine lagarde mario draghi

Per quanto ci riguarda, questa domanda assume una valenza ancora più preoccupante, visto che siamo un paese ad elevato indebitamento, che quindi da condizioni recessive generali potrebbe subire forti deterioramenti dei conti pubblici e crisi di fiducia tra gli investitori internazionali. In tal caso, non si può neppure escludere il ritorno di attualità del famigerato Mes, il Meccanismo europeo di stabilità.

 

Da questa fine dell’epoca degli interventi salvifici della Bce, tornerà un feroce vincolo al fantasioso chiacchiericcio della politica. Il florilegio onirico di promesse elettorali che ci attende da qui alle elezioni rischia di appassire contro il muro della realtà, magari con la riedizione di un governo guidato da un salvatore della patria, o perlomeno di una figura adulta di garanzia esterna. Il cui identikit assomiglia in modo impressionante a quello dell’attuale presidente del Consiglio.

Ultimi Dagoreport

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - GENERALI, MEDIOBANCA, MPS, BPM: NESSUN GOVERNO HA MAI AVUTO UN POTERE SIMILE SUL SISTEMA FINANZIARIO ITALIANO - MA LA VITTORIA DI OGGI DEI CALTA-MELONI PUÒ DIVENTARE LA SCONFITTA DI DOMANI: “SENZA UN AZIONARIATO DI CONTROLLO STABILE IN GENERALI, NON BASTERÀ LA SBILENCA CONQUISTA DI MEDIOBANCA PER METTERE AL SICURO LA GESTIONE DEL RICCO RISPARMIO ITALIANO (800 MLD) CHE TUTTI VORREBBERO RAZZIARE” - L’ULTIMA, DISPERATA, SPERANZA DI NAGEL GIACE TRA I FALDONI DELLA PROCURA DI MILANO PER L'INCHIESTA SULLA TORBIDA VENDITA DEL 15% DI MPS DA PARTE DEL MEF A CALTA-MILLERI-BPM – UNA SGRADITA SORPRESA POTREBBE ARRIVARE DAGLI 8 EREDI DEL VECCHIO - PIAZZA AFFARI? SI È FATTA GLI AFFARI SUOI: METTERSI CONTRO PALAZZO CHIGI PUÒ NUOCERE ALLA SALUTE DI UNICREDIT, BENETTON, MEDIOLANUM, FERRERO, LUCCHINI, UNIPOL, ENTI PREVIDENZIALI, ETC. – L’ERRORE DI NAGEL E GLI ''ORRORI'' DI DONNET: DA NATIXIS AL NO ALLO SCAMBIO DELLA QUOTA MEDIOBANCA CON BANCA GENERALI…

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?