1. MASSIMA ALLERTA: RUSSIA E UCRAINA SONO A UN PASSO DALLA GUERRA PER LA CRIMEA 2.KIEV GRIDA ALL’INVASIONE, MENTRE IL NEO PREMIER DELLA REPUBBLICA AUTONOMA UCRAINA AKSIONOV HA CHIESTO L’AIUTO DI PUTIN PER RESTAURARE LA “PACE E LA CALMA” NELLA REGIONE 3. IMMEDIATA RISPOSTA DEL CREMLINO ALL’APPELLO LANCIATO DAL NEO-PREMIER DELLA CRIMEA. “LA RUSSIA NON IGNORERÀ LA RICHIESTA DI ASSISTENZA RIVOLTA AL PRESIDENTE PUTIN” 4. IIL GIGANTE DELL’ENERGIA RUSSO GAZPROM MINACCIA KIEV: L’UCRAINA HA “UN’ENORME” DEBITO DI GAS NON PAGATO ALLA RUSSIA PARI A 1,55 MILIARDI DI DOLLARI E IL PREZZO DI FAVORE ACCORDATO DA MOSCA POTREBBE ESSERE MESSO IN DISCUSSIONE 5. OBAMA HA AVVERTITO PUTIN CHE OGNI INTERVENTO “SAREBBE DESTABILIZZANTE PER L’UCRAINA E POTENZIALMENTE PERICOLOSO”. SOPRATTUTTO: AVREBBE “UN COSTO”…

La Stampa.it

Russia e Ucraina sono a un passo dalla guerra per la Crimea. Kiev grida all'invasione, mentre il neo premier della repubblica autonoma ucraina ha chiesto l'aiuto di Vladimir Putin per restaurare la «pace e la calma» nella regione.

L'APPELLO
«Tenendo conto della mia responsabilità per la vita e la sicurezza dei cittadini, chiedo al presidente Putin di aiutare a garantire la pace e la calma sul territorio della Crimea», ha detto questa mattina Serghiei Aksionov, nominato dopo la destituzione giovedì scorso del governo locale da parte dei deputati, in un discorso trasmesso per esteso dalla televisione di Stato russa.

CREMLINO IN CAMPO
Lo stesso premier al momento della sua nomina, avvenuta nel parlamento di Crimea occupato da una trentina di filorussi armati e in mimetica, aveva detto che Victor Yanukovich è il legittimo presidente dell'Ucraina. Immediata risposta del Cremlino all'appello lanciato dal neo-premier della Crimea. «La Russia», hanno affermato fonti governative a Mosca, «non ignorerà la richiesta di assistenza rivolta al presidente Putin, e non la lascerà priva della sua attenzione».

LA MINACCIA DI GAZPROM

La tensione è altissima. Decine di uomini armati con kalashnikov e incappucciati, in uniforme non identificabile, si sono posizionati vicino al Parlamento della Crimea, nella capitale Simferopoli. Due mitragliatrici sono state collocate in modo da poter proteggere l'edificio.

Un commando filo-russo aveva già preso giovedì scorso il controllo del Parlamento, ma non era visibile dall'esterno. L'Ucraina fa sapere di rifiutarsi di rispondere «con la forza» alla «provocazione» russa, dopo il dispiegamento di militari. Il ministro della Difesa ucraino, Igor Peniuk, quantifica in «6mila uomini» il contingente russo inviato da Mosca nel territorio autonomo. E ha fatto sapere che le forze armare ucraine in Crimea sono state poste in stato di massima allerta. Intanto il gigante dell'energia russo Gazprom minaccia Kiev: l'Ucraina ha «un'enorme» debito di gas non pagato alla Russia pari a 1,55 miliardi di dollari e il prezzo di favore accordato da Mosca potrebbe essere messo in discussione.

MOVIMENTI VIA ARIA E VIA MARE

Fonti dell'amministrazione Usa ieri sera hanno segnalato movimenti militari russi in Crimea «via aria e via mare». In effetti uomini armati presidiano da più di 24 ore due importanti aeroporti della penisola russofona ucraina: quello della capitale Simferopoli e quello di Belbek, a 20 chilometri da Sebastopoli, dove è di stanza la flotta russa del Mar Nero. Non è ben chiaro se gli autori di questi blitz - sulle cui mimetiche non c'è alcun segno distintivo - siano paramilitari filorussi o delle truppe regolari di Mosca.

La flotta del Mar Nero ha escluso il coinvolgimento di propri militari nell'occupazione dell'aeroporto di Belbek. Il nuovo potere di Kiev in Crimea grida apertamente alla presunta «invasione» di 2.000 militari russi aviotrasportati a Simferopoli. Già in ieri mattina il ministro dell'Interno ucraino, Arsen Avakov, aveva del resto accusato Mosca di «invasione armata». «Mi rivolgo personalmente al presidente Putin - ha poi detto in serata Turcinov alla tv - per chiedergli di fermare immediatamente la sua aggressione non dissimulata e di ritirare i suoi militari in Crimea. Secondo lui si vuole «provocare il conflitto per poi annettersi il territorio».

RIUNIONE ONU

Convocato su richiesta di Kiev, si è riunito il Consiglio di sicurezza dell'Onu, dove l'ambasciatore ucraino, Iuri Sergeyev ha chiesto aiuto perché si preservi l'integrità territoriale» ucraina, mentre l'ambasciatrice Usa, Samantha Power, ha chiesto che si attivi subito una «mediazione internazionale». La tensione nella russofona Crimea è altissima, e sembra sempre più evidente che le autorità ucraine non hanno la situazione sotto controllo.

Il Foreign Office ha consigliato ai britannici di lasciare la penisola. Dopo una serie di telefonate con il premier britannico David Cameron, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente Ue, Herman Van Rompuy, è stato comunque lo stesso Putin, rompendo giorni di gelido silenzio, a invitare alla calma per evitare «un'ulteriore escalation della violenza».

Secondo Downing Street, inoltre, il leader del Cremlino si sarebbe confermato d'accordo sulla necessità di rispettare l'integrità territoriale dell'Ucraina. Ma a puntare il dito contro la Russia è anche uno dei maggiori leader politici ucraini, l'ex pugile Vitali Klitschko, che dopo aver annunciato che l'ex premier Iulia Timoshenko si candiderà (come lui) alle presidenziali del 25 maggio, ha anche denunciato che soldati di Mosca stanno partecipando alle azioni militari in Crimea.

STATI UNITI IN CAMPO
La diplomazia internazionale è al lavoro per scongiurare l'escalation. Obama ha avvertito Mosca che ogni intervento nella crisi di Kiev «sarebbe profondamente destabilizzante per l'Ucraina e potenzialmente pericoloso» e, «sarebbe una chiara violazione dell'impegno russo al rispetto dell'indipendenza, della sovranità e delle frontiere dell'Ucraina, delle leggi internazionali». Soprattutto: avrebbe «un costo».

C'è stata poi la seconda telefonata in due giorni del vicepresidente americano Joe Biden al neo-primo ministro ucraino ad interim, Arseniy Yatsenyuk: secondo quanto riferito dalla Casa Bianca, di fronte al precipitare della crisi in Crimea, il vice di Barack Obama ha voluto «riaffermare il forte sostegno degli Stati Uniti per il nuovo governo e il nostro impegno a favore della sovranità, dell'integrità territoriale e del futuro democratico dell'Ucraina».

Biden ha inoltre «elogiato» le autorità di Kiev «per la loro reiterata moderazione», ricordando inoltre come Yatsenyuk abbia garantito di voler ottemperare agli obblighi internazionali assunti dal suo Paese, e di operare nell'interesse dell'intera popolazione, non solo dei sostenitori delle vecchie forze di opposizione.

 

 

MANIFESTAZIONE A KIEV IN UCRAINA conferenza stampa yanukovich VITALI KLITSCHKO E YANUKOVICH MAPPA SEBASTOPOLI UCRAINABLINDATI RUSSI IN PIAZZA A SEBASTOPOLI CITTA DELLA CRIMEA IN UCRAINA Ritratto di Yanukovich e Pshonka La Tymoshenko con ambacciatore USa in Ucraina e Delegato UE PUTIN MEDVEDEV YANUKOVICH SEBASTOPOLI PRO RUSSIA E KIEV CONTRO OBAMA PUTIN

Ultimi Dagoreport

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA