1- “LA GUERRA È COMINCIATA QUANDO HO CHIESTO DI AVERE NOTIZIE SUI CONTI CHE NON ERANO INTESTATI AI PRELATI”. DEPOSITI RICONDUCIBILI A POLITICI, FACCENDIERI, COSTRUTTORI, ALTI FUNZIONARI DELLO STATO. MA ANCHE A PERSONAGGI RITENUTI PRESTANOME DEI BOSS DELLA CRIMINALITÀ, COME EMERGE DA UN'INCHIESTA AVVIATA DALLA PROCURA DI TRAPANI SECONDO CUI ALL'ISTITUTO PER LE OPERE RELIGIOSE POTREBBERO ESSERE ARRIVATI ADDIRITTURA PARTE DEI SOLDI DEL LATITANTE MATTEO MESSINA DENARO 2- IN CIMA ALLA LISTA DEI SUOI NEMICI, DUE UOMINI DI FIDUCIA DEL CARDINALE TARCISIO BERTONE : IL DIRETTORE GENERALE DELLO IOR PAOLO CIPRIANI E MARCO SIMEON, DIRETTORE DI RAI VATICANO E RESPONSABILE DELLE RELAZIONI ISTITUZIONALI DI VIALE MAZZINI 3- DELLE DUE L'UNA: O GOTTI TEDESCHI E' UN BANDITO O MAROCCO è DI COLPO RIMBAMBITO

1- IL MEMORIALE DI GOTTI
Fiorenza Sarzanini per il Corriere della Sera

Ha una precisa data di inizio la guerra interna allo Ior che si è conclusa con il licenziamento del presidente Ettore Gotti Tedeschi. Ed è lo stesso banchiere a fissarla nel memoriale che aveva affidato alla sua segretaria chiedendole di consegnarlo a tre persone «se dovesse succedermi qualcosa» e che voleva far avere anche al Papa.

«Tutto è cominciato - scrive - quando ho chiesto di avere notizie sui conti che non erano intestati ai prelati». Depositi riconducibili a politici, faccendieri, costruttori, alti funzionari dello Stato. Ma anche a personaggi ritenuti prestanome dei boss della criminalità, come emerge da un'inchiesta avviata dalla procura di Trapani secondo cui all'Istituto per le Opere religiose potrebbero essere arrivati addirittura parte dei soldi del latitante Matteo Messina Denaro.

Nel dossier il banchiere sottolinea le forti resistenze incontrate e poi indica due persone che sarebbero in cima alla lista dei suoi nemici: il direttore generale dello Ior Paolo Cipriani e il giovane manager Marco Simeon, direttore di Rai Vaticano e responsabile delle relazioni istituzionali e internazionali di viale Mazzini, ritenuto uomo di fiducia del cardinale Tarcisio Bertone.

E sono in molti a leggere nella nota ufficiale della Santa Sede che evidenzia «le prerogative sovrane riconosciute alla Santa Sede dall'ordinamento internazionale siano adeguatamente vagliate e rispettate» un avvertimento allo stesso Gotti. Una sorta di invito a non svelare, nella sua collaborazione con gli inquirenti, nulla che riguardi quanto accaduto all'interno delle mura leonine. Ma anche un altolà ai magistrati perché non sia utilizzato alcun documento ufficiale del Vaticano.

I nemici interni - Il sequestro del dossier composto da lettere, mail, appunti e resoconti di incontri che il banchiere ha raccolto nei due anni e mezzo trascorsi al vertice dello Ior certamente spaventa le alte gerarchie ecclesiastiche anche per le ripercussioni che può avere con la pubblicazione di nuovi atti.

Nelle carte portate via dall'ufficio del banchiere i nomi dei suoi «nemici» ricorrono spesso. Non è un mistero che i rapporti con Cipriani non siano mai stati idilliaci e queste frizioni emersero già all'inizio dell'indagine avviata dalla procura di Roma che aveva disposto il sequestro di 23 milioni di euro transitati su un conto Ior ipotizzando nei confronti di entrambi l'accusa di riciclaggio.

Dopo una atteggiamento iniziale di chiusura, Gotti si sarebbe mostrato disponibile alla collaborazione, mentre il direttore generale avrebbe ribadito la sua contrarietà a fornire elementi utili a individuare i titolari dei depositi e si sarebbe sempre espresso in maniera negativa sulla possibilità di fornire indicazioni anche su conti correnti che non risultano più attivi ma per i quali si potrebbero ricostruire le movimentazioni pregresse.

Un atteggiamento condiviso - sempre secondo Gotti - da Bertone e nelle carte il banchiere evidenzia l'avversità nei suoi confronti di Simeon, che nonostante abbia solo 33 anni è già stato responsabile delle relazioni istituzionali di Capitalia e Mediobanca. E vanta ottimi rapporti con il faccendiere Luigi Bisignani e con alcuni alti funzionari finiti agli arresti per corruzione nell'indagine sugli appalti dei Grandi eventi come l'ex provveditore alle opere pubbliche, Angelo Balducci. Sono tutti titolari di conti presso lo Ior e le verifiche patrimoniali effettuate nel corso delle inchieste avevano mostrato flussi di denaro che certamente transitavano su questi depositi.

I SOLDI DELLA MAFIA
Una storia simile a quella scoperta dalla Procura di Trapani che agli inizi di maggio aveva inviato una rogatoria alla Santa Sede per chiedere elementi su due conti correnti da don Ninni Treppiedi, ex gestore delle casse della Curia ed ex fedelissimo del vescovo Francesco Miccichè, indagato per una serie di ammanchi.

Il prete è stato sospeso a divinis , mentre l'alto prelato è stato sollevato dall'incarico «per non aver vigilato sull'operato del suo sottoposto». In realtà aveva iniziato a collaborare con i pubblici ministeri e c'è chi ritiene che sia questo il vero motivo della rimozione.

Nell'istanza trasmessa alle autorità vaticane vengono specificati i motivi di necessità per l'accesso alla movimentazione dei due depositi ma non è esplicitato il sospetto che ha preso corpo nelle ultime settimane secondo il quale quei soldi sarebbero serviti a riciclare anche denaro proveniente da Matteo Messina Denaro.

Oltre agli ammanchi della Curia, l'indagine si concentra su una serie di investimenti immobiliari e vendite di beni ecclesiastici che potrebbero nascondere il passaggio di soldi a prestanome e la necessità di «ripulirli» attraverso il transito su società e istituti di credito non accessibili ai controlli diretti, come appunto è lo Ior.

Adesso bisognerà scoprire se davvero, come lui stesso avrebbe sostenuto, Gotti aveva manifestato la volontà di assecondare almeno in parte le richieste delle autorità italiane. Oltre ai conti finiti nell'inchiesta di Trapani ci sono infatti una decina di operazioni sospette segnalate alla procura di Roma e sulle quali sta già svolgendo accertamenti la Guardia di finanza. Movimentazioni che portano proprio ai conti Ior intestati a preti e suore.

2- DELLE DUE L'UNA: O GOTTI TEDESCHI E' UN BANDITO O IL NOTAIO ANTONIO MARIA MAROCCO E' IMPROVVISAMENTE RIMBAMBITO E PAVIDAMENTE HA ACCETTATO DI CACCIARE CON INFAMIA UN NOTO GALANTUOMO
Bankomat per Dagospia

E' sempre piu' chiaro agli addetti ai livori. Ettore Gotti Tedeschi forse non e' un grandissimo Banchiere, anche se i giudizi ironici del Rag Geronzi su di lui ce lo fanno apparire un gigante.

Ettore Gotti Tedeschi forse non e' neppure un mostro di vaticana diplomazia.
Ma le goffe esternazioni di gente del calibro di Padre Lombardi o del Cardinal Bertone ce lo fanno apparire assolutamente eccellente.
Una cosa nessuno tranne gente del calibro di loschi affaristi può mettere in discussione: Ettore Gotti Tedeschi e' un notorio galantuomo ed una persona di valore. Ed il Papa lo apprezza.

Allora che st succedendo?
Davvero il povero ex Presidente dello Ior e' al centro di una congiura? Non si sa, ma quello che emerge ne ha tutta l'aria. L'affresco del pezzo di Fiorenza Sarzanini, ma ormai esce di tutto e di piu' ed il quadro per certi versi si va chiarendo, tratteggia Gotti Tedeschi come uno che voleva fare chiarezza e questo ha disturbato molti.

Una cosa non ci torna: nella commissione che lo ha sfiduciato con inaudita e apparentemente inutile violenza verbale siede una persona molto nota, il piu famoso Notaio di Torino, consigliere di Unicredit, e molto altro. Il Notaio Antonio Maria Marocco. Anche lui persona reputatissima. Ex ufficiale dei Carabinieri, a lungo presidente della Associazione torinese Carabinieri in congedo, amico di tutta la Torino bene e non solo, marito di una Cerutti, quelli di Casale delle rotative da stampa.

Altro clan rispettabile e rispettato da tutti. A parte il fatto che non si capisce come mai sua moglie prima e sua figlia dopo fra tante cariche abbiano sentito il bisogno di essere consiglieri di Fonsai, stiamo parlando di gente al di sopra di ogni sospetto.

Allora delle due l'una: o Gotti Tedeschi e' un bandito o il Notaio Antonio Maria Marocco e' improvvisamente rimbambito e pavidamente ha accettato di cacciare con infamia un noto galantuomo. Capite che l'alternativa appare davvero diabolica. In entrambi i casi centinaia di persone dell'establishment torinese e italiano non hanno capito niente, da anni, sul conto di due personaggi importanti e stimati. Il fatto che Geronzi o Marco Simeon stiano dall'altra parte della barricata rispetto a Gotti Tedeschi e' invece irrilevante. Anzi....

Non abbiamo elementi per trarre affrettate conclusioni, ma il quadro e' esattamente questo.
Oppure il Notaio Marocco e' stato costretto a firmare quello sciagurato verbale di sfiducia a Gotti Tedeschi. Allora preoccupiamoci, la cosa e' davvero orrenda e serissima.

 

 

 

BENEDETTO XVI E GOTTI TEDESCHIPRESIDENTE IOR ETTORE GOTTI TEDESCHI GIANNI GENNARI ETTORE GOTTI TEDESCHI GOTTI - DOCUMENTO DELLA CACCIATAmor119 luigi francesca bisignaniJOSEPH RATZINGER TARCISO BERTONE_2ETTORE GOTTI TEDESCHI E FRONTOLAN ETTORE GOTTI TEDESCHI E MOGLIE Marco Simeon GIUSEPPE MUSSARI ETTORE GOTTI TEDESCHI simeon strillo GOTTI TEDESCHI E SIGNORA ETTORE GOTTI TEDESCHI STILE SOPRANOS Financial Times 22 sett 2010

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