1- MENTRE I MAGISTRATI DANNO LA CACCIA ALL’ORSI, A PALAZZO CHIGI IMPERA MONTI PILATO 2- DA OLTRE UN MESE IL NUMERO UNO DI FINMECCANICA È INQUISITO PER “CORRUZIONE INTERNAZIONALE E RICICLAGGIO” (PRESUNTA TANGENTE DI 10 MILIONI DI EURO ALLA LEGA) 3- IL PREMIER E I SUOI MINISTRI (PASSERA E GRILLO) PERÒ CONTINUANO A TACERE SUL CALVARIO GIUDIZIARIO DELLA HOLDING PUBBLICA E NON SI PRESENTANO NEMMENO IN PARLAMENTO PER RISPONDERE ALLE NUMEROSE INTERROGAZIONI CHE GIACCIONO ALLE CAMERE 4- COME MAI ORSI È COSÌ IPERPROTETTO? PER ACCUSE MENO PESANTI RIGOR MONTIS CACCIO’ GUARGUAGLINI E ALLONTANO’ DAL PALAZZO I SUOI VICE MALINCONICO E ZOPPINI

DAGOREPORT

E adesso?
Che cosa farà il governo Monti se le ultime carte, sequestrate la settimana scorsa a Lugano dai magistrati napoletani, "inchioderanno" alle sue responsabilità (tangenti) il presidente di Finmeccanica, Giuseppe Orsi?
Lo inviteranno a dimettersi o, con il proprio silenzio-assenso, gli rinnoveranno ancora una volta la fiducia?

Pilato abita forse a palazzo Chigi? sia pure nelle vesti pompose del bocconiano-tecnico?
Finora il vice ministro Vittorio Grilli, d'intesa con palazzo Chigi, si è limitato a "monitorare" la situazione che da mesi rischia di travolgere il numero uno della holding pubblica. E, con una procedura insolita (e riservata), all'inizio di maggio il suo capo di gabinetto, Vincenzo Fortunato - come rivelato da Dagospia - ha ricevuto in via XX Settembre (ex sede del Tesoro), la visita ("di cortesia?") dei magistrati napoletani Piscitelli e Woodcock.

Un'indiscrezione che l'ufficio stampa di Finmeccanica, rafforzato (a gettone) per l'emergenza da un ex collaboratore di Fabiano Fabiani, ha tentato, ovviamente inutilmente, di far smentire dagli uffici del Tesoro.

Al di là dei rumors che arrivano dal tribunale di Napoli, l'unica cosa agli atti è che da oltre un mese il numero uno dell'azienda di piazza Montegrappa è inquisito per "corruzione e riciclaggio internazionale".

Si tratterebbe di un presunto passaggio di mazzette - attraverso un "mediatore" di Lugano -, tra la Westland Augusta e la a Lega di Bossi (10 milioni di euro).
Un tangentone concretizzato con l'intermediario svizzero Ralph Haschke, ai tempi in cui l'azienda di elicotteri era guidata proprio da Giuseppe Orsi.
Un avviso di garanzia pesantissimo, che, di fatto, ha trasformato in azienda l'ing.Orsi un'"anatra zoppa".

Un'ipotesi di reato (robusta), respinta però anche ieri con pari forza dal presidente di Finmeccanica.
Anche se qualche settimana fa l'ing.Orsi, nel tentativo (maldestro) di portare acqua alla propria linea difensiva negando ogni addebito, si è presentato a Varese, nella sede politica del Carroccio, in compagnia di due esponenti di primo piano della Lega: l'ex ministro Roberto Maroni e Dario Galli. Quest'ultimo, oltre a essere presidente della Provincia siede anche nel consiglio d'amministrazione dell'holding pubblica.

Una gaffe che ha provocato l'allarmata dichiarazione del parlamentare del Pd, Antonio Misiani: "Ci troviamo di fronte all'ennesima prova di comportamenti che sarebbe poco definire discutibili".
Ma finora il premier Rigor Montis e i suoi ministri dell'Economia - come detto - non hanno battuto ufficialmente ciglio di fronte al Calvario politico-giudiziario in cui sta andando incontro il suo "gioiellino" (Finmeccanica).

Nulla da dichiarare. Neppure dopo l'ultimo atto giudiziario che rivelerebbe un intreccio occulto tra l'ing.Orsi e l'ex presidente dello Ior, Ettore Gotti-Tedeschi.
Rispetto per il corso della giustizia? O perdita del senso delle dimensioni (pubbliche) che lo scandalo potrebbe riservare?

Tant'è. Sul "caso" Orsi, il governo Monti è ancora silente sul destino di un gruppo già scosso dall'uscita traumatica del suo ex amministratore, Pierfrancesco Guarguaglini.
Il boiardo di lungo corso che fu "dimissionato" proprio dall'esecutivo in carica, perché coinvolto in un'altra possibile storia di Tangenti. Assai meno pesante degli addebiti rivolti al suo successore.

Allora, viene anche da pensare, a palazzo Chigi si agisce con una "doppia morale?
Almeno così appare, in assenza di riscontri contrari.

Il sottosegretario Carlo Malinconico è stato costretto a lasciare la responsabilità dell'Informazione solo per aver sbafato un week end all'hotel "il Pellicano" di Porto Ercole.
E nelle scorse settimane anche il vice ministro alla Giustizia, Andrea Zoppini, implicato in una frode fiscale, si è fatto responsabilmente da parte. Un'accusa, ovviamente, tutta da dimostrare.

Sul "caso" Finmeccanica, invece, il premier Mario Monti (e i suoi collaboratori), hanno deciso di (non) scegliere, assumendo una pericolosa posizione d'attesa. Magari imposta dalla prudenza, ma che all'esterno appare, appunto, pilatesca. E non in sintonia, a dirla tutta, con le promesse d'integrità pubblica annunciate dal presidente del Consiglio dopo l'allegra stagione berlusconiana.

Un certo nervosismo e malumore per l'assenza del governo sull'affaire Finmeccanica-Orsi, si coglie anche nei due rami del Parlamento. Qui da mesi giacciono, senza risposta, numerose interrogazioni parlamentari.
Una latitanza (istituzionale), che sta creando imbarazzo agli stessi presidente di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani Schifani.

Così, finora la la parola (proibita) "dimissioni" l'ha pronunciata soltanto Susanna Camusso. "Sarebbe meglio che l'amministratore delegato di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, lasciasse l'incarico", ha dichiarato il segretario generale della Cgil.
La stoccata della sindacalista è arrivata al momento di bocciare l'idea del supermanager di "spezzettare" l'holding pubblica.

Ma quel giorno a Genova, il pensiero della Camusso, indirettamente, sembrava tener conto anche dell'accusa di "corruzione e riciclaggio internazionale" che da oltre un mese, come una spada di Damocle, pesa sulle spalle dell'ing.Orsi e della azienda.
Stiamo parlando del numero uno di quello che è considerato un "gioiellino" di Stato, ma che oggi vive alla giornata. L'anno scorso il titolo di Finmeccanica viaggiava in Borsa a 9,2 euro. Ora è ridotto a marciare in discesa, 2-3 euro. Un'azienda ritenuta strategica dal governo, che nell'ultima assemblea ha visto fronteggiarsi sulle deleghe operative l'ing. Orsi e il suo amministratore delegato, Alessandro Pansa.

Uno "spettacolo" che ha lasciato di stucco gli azionisti e gli osservatori finanziari.
Con il governo-azionista a far da spettatore della contesa che, almeno in parte, aveva acceso nel tentativo, fallito, di "ridimensionare" i poteri esecutivi dell'ing.Orsi.

 

 

 

Giuseppe OrsiMARIO MONTI E IL DITINO ALZATO VITTORIO GRILLI VINCENZO FORTUNATOROBERTO MARONI CON LA SCOPA PADANA DARIO GALLIPIERFRANCESCO GUARGUAGLINI il sottosegretario carlo malinconico e premier mario monti I PM WOODCOCK E PISCITELLISUSANNA CAMUSSO

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....