merkel spread borse

LA MERKEL FA SALTARE L'UE (E L'EURO) - LA GERMANIA HA ANCORA UNA VOLTA INFRANTO, PER L'OTTAVO ANNO DI FILA, LA REGOLA PER CUI UN PAESE NON PUÒ AVERE PER PIÙ DI TRE ANNI CONSECUTIVI UN ATTIVO DELLA BILANCIA COMMERCIALE SUPERIORE AL 6%

Ugo Bertone per “Libero quotidiano”

 

merkel 1merkel 1

La tempesta non si placa. Ma sui mercati finanziari, oltre a far la conta del disastro che ha mandato in fumo la ricchezza accumulata in più di due anni, si fa sempre più strada la sensazione che la ripresa, che per ora non si vede, dovrà passare da scelte radicali, in grado di restituire fiducia a mercati ormai stremati non solo dalla pioggia di cattive notizie, ma anche dall' assenza di qualsiasi terapia condivisa.

Specie per l' Eurozona che, ad una settimana dall' ennesimo vertice dei capi di Stato, sembra sempre più incapace di elaborare strategie in grado di durare più di poche settimane.

RENZI MERKELRENZI MERKEL

 

1. E così, nonostante la pioggia di vendite che ha comportato una nuova drammatica discesa dei listini azionari, a partire da Milano (-3,2%) e il tracollo delle banche di tutta Europa (-4%) il dato più drammatico è arrivato dal nuovo balzo all' insù del bund tedesco: lo spread nei confronti del Btp è salito attorno ai 155 punti, 7 in più della vigilia. Ad inizio anno la forbice tra i due titoli era di soli 95 punti, e la maggior parte degli operatori puntava su una nuova riduzione grazie all' espansione degli acquisti della Bce. Meno di un mese dopo la musica è cambiata: gli operatori vendono i titoli della periferia europea (Italia e Spagna) per verificare la volontà e la forza di Mario Draghi, ancora una volta garante quasi unico della tenuta dell' euro, in forte rialzo sul dollaro. Sarà molto importante, perciò, valutare la risposta dei mercati all' asta dei Btp di domani.

 

2. Anche se la bacchetta magica del banchiere romano dovesse funzionare a dovere, non verrebbero meno i timori sulla tenuta dell' Unione. L'Unione Bancaria, in assenza della garanzia comune sui depositi, è una pericolosa incompiuta che promette di fare ulteriori danni: il campanello d' allarme, stavolta, è suonato verso la stessa Deutsche Bank, travolta dalla previsione che, di questo passo, la banca non riuscirà a pagare i propri debiti.

DEUTSCHE BANKDEUTSCHE BANK

 

L' allarme ha ormai contagiato il mercato del debito: le quotazioni sui derivati relativi confermano che gli operatori sono convinti che di qui a dieci anni, l' inflazione Ue non supererà l' 1,7%, ben al di sotto dell' obiettivo perseguito da Draghi.

Intanto il ministro Gian Carlo Padoan ha ribadito ieri con grande enfasi che quest' anno il debito del Bel Paese calerà.

 

Possibile. Ma ben più difficile che si realizzi il resto della profezia: «Sarà la svolta della percezione che i mercati hanno nei nostri confronti». Difficile pensarlo, anche perché gli operatori sono concentrati su altri quesiti. In particolare: cosa potrà o vorrà fare Angela Merkel per contrastare il naufragio della Comunità?

 

i credit default swap di deutsche bank dal 2011 a oggii credit default swap di deutsche bank dal 2011 a oggi

3. La domanda ha tenuto banco ieri nei vari pensatori della politica e della finanza: la Germania ha ancora una volta infranto, per l' ottavo anno di fila, la regola per cui un Paese non può avere per più di tre anni consecutivi un attivo della bilancia commerciale superiore al 3%.

 

A fine dicembre, al contrario Berlino ha registrato un avanzo commerciale record per il 2015 di 248 miliardi di euro, grazie a un aumento delle esportazioni di più del 6%. In particolare, le vendite all' estero si sono attestate a 1.196 miliardi di euro, in crescita del 6,4% rispetto al 2014.

 

Le importazioni hanno toccato il livello massimo storico di 948 miliardi di dollari, in progresso del 4,2%. Nonostante i rilievi mossi in passato da Bruxelles la locomotiva tedesca continua a cavalcare l' export mettendo a soqquadro i conti correnti dell' Eurozona. Non è colpa nostra, hanno sempre sostenuto i funzionari della Merkel, se le nostre macchine si vendono meglio delle altre.

DRAGHI YELLEN CONTANTIDRAGHI YELLEN CONTANTI

 

Ma è una risposta inaccettabile. A render possibile, in maniera strutturale, il vantaggio delle merci tedesche è il tasso di cambio dell' euro, sicuramente più basso di una moneta rappresentativa del solo nord Europa. Nella cornice della crisi attuale, l' anomalia tedesca pesa più che nella crisi del 2011/12: i sacrifici in termini di correzione dei conti da parte di Spagna, Portogallo e della stessa Italia sono serviti più a massacrare i governi che hanno seguito la terapia piuttosto che a ridurre lo spread politico tra i partner divisi da crescente sfiducia.

 

4. In questo contesto le Borse sono destinate a vacillare.

Non è un problema europeo, ma il Vecchio Continente è il più esposto. La dimostrazione sta nel fatto che la crisi è esplosa adesso, durante la vacanza delle Borse cinesi che riapriranno i battenti solo domani.

 

Ma la crisi, e non è un vantaggio, è senz' altro complicata dalla sfida dei mercati alle banche centrali. Stasera Janet Yellen ammetterà, davanti al Congresso, di aver sottovalutato la crisi. Ieri, intanto, il decennale giapponese, per la prima volta, è sceso sotto zero, ovvero chi prende a prestito yen oggi ne restituirà di meno nel 2026.

 

Prende così corpo la previsione dell' economista giapponese Richard Koo: i tassi possono scendere, ma servono a poco se a nessuno viene voglia di prendere a prestito denaro e se tutti cercano invece di ripagare i debiti perché sono ancora terrorizzati dal 2008. O da un creditore tedesco.

Ultimi Dagoreport

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…