SCIALUPPA TEDESCA PER LA FRANCIA (E L’EUROZONA) - LA MERKEL VUOLE CONCEDERE PIÙ TEMPO A HOLLANDE PER RIDURRE IL DEFICIT: E’ L’UNICO MODO PER EVITARE MULTE DELLA COMMISSIONE - SAREBBE UN PRECEDENTE MOLTO UTILE PER L’ITALIA

Andrea Tarquini per “la Repubblica

 

merkel e hollande al vertice ue di milanomerkel e hollande al vertice ue di milano

Angela Merkel ha un piano in extremis per tentare di salvare la Francia, offrirle più tempo per ridurre il deficit, evitare multe e punizioni della Commissione europea contro la Quinta repubblica per i suoi conti in profondo rosso, e risparmiare all’Europa una crisi letale dell’intesa francotedesca. Lo ha scritto ieri Der Spiegel, alla vigilia del difficile, atteso consulto di oggi qui a Berlino tra i ministri di Finanze ed Economia dei due governi, cioè Wolfgang Schaeuble, Sigmar Gabriel, Michel Sapin e Emmanuel Macron.

 

ANGELA MERKEL E FRANCOIS HOLLANDE ANGELA MERKEL E FRANCOIS HOLLANDE

La Germania della grosse Koalition, assicurano alte fonti governative al settimanale di Amburgo, dietro la facciata dogmatica del rigore, vuole salvare i francesi, seppur a condizioni dure. Certa dell’appoggio del futuro presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, Angela Merkel promette di opporsi a ogni misura punitiva della Ue contro Parigi per la violazione dei tetti del Patto di stabilità, e in cambio chiede di sottoscrivere (formalmente con Bruxelles, di fatto per volere tedesco) impegni vincolanti su riforme e risanamento delle pubbliche finanze.

 

E’ una decisione d’importanza enorme, forse l’ultimo tentativo berlinese di salvare l’eurozona, e potrebbe anche porre un precedente per il caso Italia. Immediata la replica francese, un segnale di volontà di negoziato: «Ci piacerebbe che in cambio di nostri tagli di spesa di 50 miliardi da noi in tre anni, la Germania investisse altrettanto nell’economia», ha detto Macron alla Frankfurter Allgemeine in edicola oggi. E tra poche ore la Bce inizierà l’acquisto preannunciato di covered bonds, prologo di quello di crediti abs contestato dalla Bundesbank, per incoraggiare la ripresa.

JUNCKER JUNCKER

 

«La durezza a oltranza con la Francia non è una via praticabile. Sottolineo, non con la Francia», dice, citato da Der Spiegel un alto diplomatico tedesco. Il tempo stringe, la Commissione uscente delibererà sui bilanci nazionali entro fine mese. Ufficialmente, nei giorni scorsi Angela Merkel si è mostrata fedele ai mantra del rigore: «Ogni paese, sottolineo ogni paese, deve rispettare le regole rafforzate del Patto di stabilità».

 

MARINE LE PEN VOTA MARINE LE PEN VOTA

Chiaro monito a Parigi, col suo deficit al 4,3 per cento del prodotto interno lordo, il debito al 97,2 e con l’intenzione dichiarata di non operare ulteriori tagli. Ma dietro le quinte, il superconsigliere per l’Europa della Bundeskanzlerin, Nikolaus Meyer-Landrut, ha garantito ai francesi che Berlino si opporrà a ogni procedura punitiva europea contro Parigi.

 

A cui in cambio della sua solidarietà, la Germania chiederebbe di concordare un piano dettagliato, una road map vincolante sulle riforme e il risanamento dei conti pubblici. Che sarebbe poi, formalmente, sottoscritta come «intesa con valore di trattato» come ama dire Angela Merkel, tra Parigi e la Commissione europea.

 

Matteo Renzi ospite di Barbara D'Urso Matteo Renzi ospite di Barbara D'Urso

Su nuovi tagli, e su riforme di struttura. E il permesso alla Francia di rinviare la riduzione del deficit, vista la sua grave situazione e la minaccia d’una presa del potere del Front National, l’incubo europeo d’un partito ultrà alla guida d’una potenza con 300 atomiche. «La soluzione è un’intesa Bruxelles-Parigi, vincolante forse anche fino al punto di poter essere impugnata in caso di violazione», dicono alte fonti a Berlino.

 

Se ne parlerà tra poche ore qui tra i ministri dei due paesi, e a fine settimana a livello dei leader dell’eurozona. «Vediamo se basterà a rassicurare i mercati, ora che la paura è tornata», ammonisce Manfred Weber, democristiano tedesco come Merkel, capogruppo dei popolari europei all’Europarlamento.

 

 

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