
TERREMOTO AL MINISTERO DELLA CULTURA: TRE MEMBRI DELLA COMMISSIONE CONSULTIVA SI DIMETTONO PER LE MANOVRE POLITICHE CONTRO IL TEATRO DELLA TOSCANA DIRETTO DA STEFANO MASSINI – DIETRO IL PASSO INDIETRO, LE PRESSIONI DEL SOTTOSEGRETARIO MAZZI E DEL CENTRODESTRA PER TAGLIARE I FINANZIAMENTI ALLE SALE DIRETTE DA MASSINI - CHE COSA ACCADRÀ ORA? LA COMMISSIONE, RIMASTA CON QUATTRO MEMBRI, PUÒ IN TEORIA CONTINUARE IL SUO LAVORO. MA A QUESTO PUNTO IL RISCHIO DI RICORSI È ALTISSIMO…
Estratto dell’articolo di Fabio Galati per repubblica.it
Tre commissari su sette che si dimettono.
Terremoto al ministero della cultura per la manovra che vorrebbe colpire il Teatro della Toscana e Stefano Massini.
I tre che hanno rimesso il mandato nelle mani del ministro Giuli sono Alberto Cassani, Carmelo Grassi e Angelo Pastore. Hanno messo nero su bianco la motivazione delle dimissioni: la contrarietà alla volontà della maggioranza di declassare il Teatro della Toscana. Una volontà espressa dal centrodestra fin dalla nomina a direttore artistico del drammaturgo e scrittore Stefano Massini.
E i tre membri della Commissione consultiva per il teatro al ministero, quella che stabilisce i finanziamenti per la prosa in Italia, devono aver subito pressioni fortissime, probabilmente dal sottosegretario alla cultura Gianmarco Mazzi, in prima fila nelle ultime settimane nel criticare pesantemente la scelta della sindaca Sara Funaro (Pd), che ha fortemente voluto la nomina di Massini.
I tre commissari informano il ministro di aver “constatato l’impossibilità di costruire, all’interno della Commissione, un percorso condiviso ed equilibrato nella valutazione degli organismi teatrali richiedenti”.
In sostanza la commissione deve esaminare i programmi presentati dai vari teatri italiani, attribuendo ad ognuno la fascia di riferimento, dalla quale poi dipendono i finanziamenti erogati dal ministero.
Ma da subito la questione è stata una sola: il Teatro della Toscana, che riunisce tre sale: la storica Pergola, Rifredi e Teatro Era di Pontedera. (...)
Dopo la lunghissima era di gestione affidata a Marco Giorgetti, la sindaca Funaro e il cda della Fondazione Teatro della Toscana hanno prima deciso di affidare il ruolo di direttore artistico a Massini, fiorentino e vincitore di due Tony Awards (massimo riconoscimento del teatro mondiale). Poi hanno messo alla porta Giorgetti, risolvendo il suo contratto.
Il centrodestra, che evidentemente sentiva molto vicino Giorgetti, ha subito scatenato un fuoco di fila di minacce di ritorsioni, lasciando intravedere la possibilità che la nomina di Massini avrebbe avuto effetti in sede di richiesta di finanziamenti.
Ed è puntualmente avvenuto. (...)
Che cosa accadrà ora? La Commissione, rimasta con quattro membri, può in teoria continuare il suo lavoro. Ma a questo punto il rischio di ricorsi è altissimo. Ne basterebbe uno per paralizzare tutti i finanziamenti ai teatri di prosa italiani.