MONTI COTTO AL FORNERO - GELO SULLA MINISTRA: IL SUO ULTIMATUM “O PASSA LA RIFORMA O ANDIAMO A CASA” È STATO BOCCIATO DAL PREMIER E DA TUTTI I TECNICI, CHE NON INTENDONO SUICIDARSI PER UNA RIFORMA CHE NON PIACE A NESSUNO (E CHE GIÀ È STATA RI-MODIFICATA) - IERI PASSERA SI È DISSOCIATO DALLA FORNERO, E OGGI LEI CI METTE LA PEZZA: “TRA DI NOI PIENA SINTONIA” - LA FRATTURA CON CONFINDUSTRIA È TOTALE, MARCEGAGLIA È ANDATA A LAMENTARSI DIRETTAMENTE DAL RE NAPOLITANO…

1 - MINISTRO DEL WELFARE ALL'ANGOLO - MONTI: BASTA STRAPPI, RICUCIAMO

Roberto Mania per "la Repubblica"

È calato il gelo di Palazzo Chigi sul ministro del Lavoro, Elsa Fornero. Il premier Mario Monti non ha per nulla condiviso l'ultima esternazione del titolare del Welfare: «O passa la riforma del lavoro, o il governo va a casa». L'ha considerata inopportuna, a dir poco. Soprattutto in questa fase di tensioni politiche interne e di nuove crescenti fibrillazioni sui mercati internazionali, nei quali l'affidabilità italiana torna ad essere messa in discussione per colpa della mancanza di prospettive di crescita.

E d'altra parte nessun ministro si è schierato con la Fornero. Non Corrado Passera (Sviluppo economico) che con l'economista piemontese ha già avuto più d'uno screzio, rimarcando anche ieri che la partita sull'articolo 18 poteva essere giocata diversamente; non Andrea Riccardi (Cooperazione e integrazione) che con evidente imbarazzo ha sostenuto di «non essere in grado di dire quando il governo va a casa o no».

Ma anche altri ministri (per esempio quello del Turismo, Piero Gnudi, già presidente dell'Enel) in conversazioni private, non nascondono le proprie perplessità sulla gestione del pacchetto lavoro da parte della Fornero. Prima il braccio di ferro con la Cgil, poi la sfida agli industriali e i cambi in corsa del testo sulla riforma del mercato del lavoro con tanto di ricadute sull'arena politica con il Pdl pronto a trasformare in emendamenti le richieste della Confindustria.

Tensioni che hanno depotenziato il "dividendo riforma" che il premier sperava di aggiudicarsi in termini di credibilità (e forse anche di spread) sulla scena internazionale. Nel suo tour tra la business community asiatica, era il nuovo mercato del lavoro che aveva "venduto". Il contesto, però, non l'ha aiutato.

Tutto da rifare. Monti - descritto come preoccupato da chi gli ha parlato negli ultimi giorni - ora ha bisogno di ricucire gli strappi. Sa che il destino del governo dipende dai partiti che lo sostengono in Parlamento. Domani, pensando alla "fase due", quella della crescita del Pil, vedrà i leader della maggioranza, Angelino Alfano, Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini.

E sa che sul mercato del lavoro non si può attribuire ai parlamentari una mera funzione notarile. Gli emendamenti che si preparano a presentare i due relatori (Maurizio Castro per il Pdl e Tiziano Treu per il Pd) possono essere la via d'uscita. E la Fornero non dovrà impuntarsi. Anche l'ultimo ritocco alla norma dei licenziamenti disciplinari che allarga le possibilità del reintegro, ha colto di sorpresa il presidente Monti.

«Non lo sapevo. È stato un errore», avrebbe detto ad alcuni suoi interlocutori. I rapporti tra Monti e la presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia, continuano ad essere freddissimi, nonostante la ripresa dei contatti. Il presidente del Consiglio imputa al leader degli industriali lo sbaglio di aver espresso le sue critiche alla riforma direttamente agli investitori internazionali con un'intervista al Financial Times.

Nella difficile opera di ricucitura, la Marcegaglia si è impegnata a riconoscere pubblicamente gli eventuali miglioramenti al testo presentato dal governo. E il leader uscente di Confindustria (giovedì il Direttivo di Viale dell'Astronomia voterà il programma e la squadra del prossimo presidente, Giorgio Squinzi) ha inviato anche al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, un dossier per illustrare le differenze tra l'accordo condiviso a Palazzo Chigi dalle parti sociali, con l'eccezione della Cgil, e il testo del successivo disegno di legge.

Confindustria insiste nel dire che, sulla flessibilità in entrata e sui licenziamenti disciplinari, ci sia stato uno stravolgimento del patto. La Fornero e la Marcegaglia non si sono nemmeno salutate la scorsa settimana durante l'audizione delle parti sociali davanti alla Commissione Lavoro del Senato.

La stessa che si appresterebbe mercoledì - secondo i rumors parlamentari - a votare clamorosamente contro la proposta del ministro di nominare presidente dell'Inail l'attuale commissario straordinario Massimo De Felice, professore a Roma di matematica finanziaria ma soprattutto titolare di una serie di incarichi nel passato e nel presente nel mondo delle assicurazioni (da Intesa Vita del gruppo Intesa Sanpaolo a Alleanza assicurazioni).

Una interrogazione bipartisan si domanda se De Felice «non sia un portatore sano di un poderoso conflitto di interesse nel ramo delle assicurazioni private». Il parere delle Commissioni parlamentari non è vincolante, ma avrebbe di certo il valore di un segnale chiaro contro il ministro Fornero.


2 - FORNERO, CON PASSERA PIENA SINTONIA

(ANSA) - "Col ministro Passera c'é piena sintonia e quello che vogliamo fare è cercare di risolvere i problemi": così il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ospite di Caterpillar Am, la trasmissione radiofonica della Rai, commenta lo 'stato dell'arté della riforma del lavoro, approvata dal governo il 5 aprile, oggetto di critica da parte delle forze sociali e che ieri il ministro dello Sviluppo economico ha definito 'migliorabile'.

La Fornero ha precisato il senso delle sue parole sabato scorso a Reggio Calabria ("se non passa la riforma andiamo a casa"): "Io ho detto che il governo ha portato in Parlamento, senza alcuna arroganza, il disegno di legge pensando che sia un buon accordo e che non debba essere stravolto. Sul tavolo del ministro del Lavoro ogni giorno arrivano dossier molto pesanti e angoscianti e quindi è difficile restare simpatici. Con Passera c'é piena sintonia e cerchiamo insieme di risolvere i problemi. Sappiamo che questo governo non ha la bacchetta magica ma si propone di risolvere problemi per troppo tempo restati lì e, data la situazione economica generale del paese, diventano ancora più urgenti".

Sul perché non si riesce ad abbassare costo del lavoro, il ministro risponde che "una delle ragioni è perché dobbiamo pagare la cassa integrazione, la mobilità, l'assegno di di disoccupazione: tutti quelli che ci chiedono di mandare in pensione persone relativamente giovani ci chiedono di spendere, quindi digenta tutto molto difficile".

 

ELSA FORNERO E MARIO MONTI ELSA FORNERO CON IL DITINO ALZATOMARIO MONTI CORRADO PASSERA ANDREA RICCARDI EMMA MARCEGAGLIA PIERO GNUDI ANGELINO ALFANO

Ultimi Dagoreport

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)