MONTI? UN FAN DI GRILLO! - “COME LUI SONO CONTRO LE STRUTTURE TRADIZIONALI DEI PARTITI, CHE SONO PIOMBATI DA LORO INTERESSI E CLIENTELE” – E IL “SOLE” LO BRUCIA: “IL PROFESSORE SI PRESENTA PERÒ AGLI ELETTORI CON DUE PARTITI, UDC E FLI, CHE ALCUNE RESPONSABILITÀ DI QUESTO APPESANTIMENTO, IN SOLIDO CON GLI ALTRI, DOVRANNO PUR AVERE” – DUA ANNI DI CIG ALLA FIAT-MELFI? “NON È UN FENOMENO DI CRISI MA DI TRANSIZIONE”….

1- QUELLE AFFINITÀ CON GRILLO
Da "Il Sole 24 Ore" - Monti spinge l'affondo contro i partiti al punto da condividere argomenti anche con Grillo. «Con lui abbiamo in comune una presa di distanza dalla politica, ma - precisa - lui è l'antipolitica, io no». Poi va a testa bassa: «Sono contro la struttura tradizionale, appesantita dei partiti che sono piombati dai loro interessi, dalle loro clientele». Il Professore si presenta però agli elettori con due partiti, Udc e Fli, che alcune responsabilità di questo appesantimento, in solido con gli altri, dovranno pur avere.

2. MONTI: ITALIA DA ANNI SENZA PREMIER - «LA CRISI FINANZIARIA È FINITA MA NON QUELLA PRODUTTIVA» - «NON PROMETTO CHE ABBASSERÒ LE TASSE»
Lina Palmerini per "Il Sole 24 Ore"

Monti votò Silvio Berlusconi nel '94 «ma solo allora» perché «credetti nella sua rivoluzione liberale». Un deluso del Cavaliere, insomma, è questo che confessa il candidato premier della Scelta civica che ieri a Sky Tg24 ha mantenuto il ruolo "terzo" tra una destra prigioniera di «clientele e conflitti di interesse» e un Pd «associato dalle forze conservatrici di sinistra».

La sua ricetta è quella di unire i riformismi perché la «crisi finanziaria è finita» ma quella produttiva e sociale no: sarà lunga e «servirà lo sforzo coordinato di diverse forze politiche» per invertire il ciclo e tagliare la spesa pubblica. In primo luogo vanno ridotti i costi della politica («noi abbiamo ridotto la spesa per auto blu del 25%») ma sull'Imu non fa promesse. «Siamo a questo livello di pressione fiscale anche per le promesse non mantenute».

Fiat, tema ineludibile, dopo la sua visita a Melfi e la richiesta di altri due anni di cigs. «Il ministro Fornero mi ha detto che c'è un cambiamento delle linee di produzione - assicura Monti - non è un fenomeno di crisi ma di transizione». E di Sergio Marchionne parla solo come ad Fiat «che ha diritto di competere, ma ha dei doveri verso l'Italia».

Dunque, «togliere l'Italia dalle ingessature perché ha un grande futuro promettente» e «gli italiani non sono matti», dice replicando a Berlusconi. Tocca tutti i tasti dolenti, il pubblico impiego, per esempio. Ammette che ci sia un esubero, ma è possibile pensare a un impiego «nella manutenzione del patrimonio pubblico, perché dobbiamo unire cultura, paesaggio e turismo». Comunque la sua ricetta resta di centro, anche in Europa. «Sono per un'economia sociale di mercato, mi sono trovato bene sia con Pse che con Ppe, servono entrambe le ricette».

E nel gioco sui leader stranieri sceglie Obama, ma tra i due candidati tedeschi alle prossime elezioni voterebbe per «una grande coalizione». Mentre Hollande «giova di più al dialogo europeo, è più disposto ad ammettere una qualche cessione di sovranità di Sarkozy». Democristiano? «No». Tocca dare una risposta anche a Grillo (che gli aveva dato del «ritardato morale»): «È una espressione di rabbia, ma come lui sono contro le strutture tradizionali dei partiti, che sono piombati da loro interessi e clientele. Ma sono contro l'antipolitica, la soluzione è la società civile».

Fini e Casini dunque troppo ingombranti? «Saranno vecchi ma hanno visto i difetti del bipolarismo e berlusconismo». Guardando i sondaggi dice di appassionarsi solo a un grafico: la discesa dello spread. Risponde anche sul terreno scivoloso dei matrimoni gay e li boccia: «La famiglia è fondata su uomo e donna, e i figli vanno cresciuti da un padre e una madre».

L'offensiva mediatica era partita in mattinata, alla presentazione del piano nazionale dell'Ice. Ed è lì che Monti non risparmia Silvio Berlusconi: «La reputazione del l'Italia è stata ripristinata: spesso all'estero ci è stato detto che erano anni che non si vedeva un presidente del Consiglio». Ma il focus della mattinata era sul sull'export italiano e sugli investimenti esteri. «L'Italia è diventata per anni un luogo inospitale per chi vuol investire dall'estero». E Monti fa subito un esempio, la polemica dei giorni scorsi della Cgil sullo spot della McDonald's.

«Le multinazionali non offrono solo lavoro di bassa qualità e non credo siano portatrici di peggiori condizioni o pratiche di lavoro». Sullo sfondo la partita per il Quirinale che Casini rilancia: «Persone autorevoli ce ne sono, a partire dal presidente Monti». Non è cosi per Massimo D'Alema, che forse a quella poltrona aspira: «Senatore no? Lo è a vita e quindi ha molte chance di continuare a farlo».

Intanto domenica a Bergamo si prepara la convention elettorale a cui mancherà Alessio de Giorgi, il presidente di Gay.it, che ha deciso di rinunciare. E proprio ieri, in una riunione con Montezemolo e Riccardi, si è messa a punto la strategia comunicativa: dovranno venire fuori i volti nuovi della lista civica per non schiacciare Monti su Fini e Casini. Altro punto sono i temi: il binomio sarà tasse-lavoro. Infine una rivelazione: parlava al cellulare in Chiesa «con un professore americano che si candiderà». Si tratta di Bruno Gridelli candidato in Lombardia.

 

 

monti-grilloMARIO MONTI CON LE MANI ALZATE jpeggrillo Roberto Napoletano MARIO MONTI A PORTA A PORTA E DIETRO LIMMAGINE DI SILVIO BERLUSCONI BERLUSCONI MONTI MARIO MONTI DURANTE LA VISITA ALLO STABILIMENTO FIAT DI MELFI jpegfiat marchionne monti

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO