MONTI SACRI – IL VERO INCUBO DI BERSANI NON RIGUARDA IL “PRE” CAMPAGNA ELETTORALE MA SOPRATTUTTO IL “POST” - I PIDDINI SONO CONVINTI DI NON FARCELA AL SENATO, E DOVRANNO CONVIVERE CON I CENTRISTI – DAL 2014 IN ITALIA SCATTERÀ IL FAMOSO FISCAL COMPACT (45 MILIARDI DI MANOVRA OGNI ANNO): COME TENERE INSIEME MONTI E VENDOLA?...

Claudio Cerasa per "Il Foglio"

Nonostante le critiche ricevute in questi giorni da chi gli rimprovera di aver "passato il limite"(Dario Franceschini), di aver scelto un atteggiamento "moralmente discutibile" (Massimo D'Alema), di essere stato protagonista di "un'operazione sleale" (Nichi Vendola) e di essere diventato espressione di una "cultura integralista" (Stefano Fassina), la candidatura di Mario Monti, che da ieri è ufficiale come da annuncio del Prof bocconiano, a ben vedere non spaventa più di tanto Pier Luigi Bersani.

Il ragionamento fatto in queste ore dal segretario del Pd è che la forza attrattiva esercitata del presidente del Consiglio uscente non potrà che agire su un bacino elettorale più vicino al centrodestra che al centrosinistra; e seppure i sondaggi consultati dal segretario del Pd (Swg, Ipsos) dicono che gli elettori che mostrano un atteggiamento maggiormente positivo nei confronti della lista Monti al momento si trovano più nel mondo del Pd che in quello del Pdl, la convinzione di Bersani è che il grosso dei voti il professore è destinato a rubarlo al centrodestra di Silvio Berlusconi: e in questo senso, un Monti non debole che sottrae voti al Pdl viene visto da Bersani non come una minaccia impellente ma, al contrario, come un fattore di stabilità potenziale per il centrosinistra futuro (a condizione, va da sé, che la lista Monti arrivi dietro a Bersani...).

In particolare, il segretario del Pd - forte della convinzione che dopo le elezioni il centrosinistra, come prevede la Carta d'intenti firmata anche da Nichi Vendola, dovrà "cercare un terreno di collaborazione con le forze del centro liberale" e dovrà impegnarsi "a promuovere un accordo di legislatura con queste forze" - crede, per quanto possa sembrare paradossale, che un centro forte sia una garanzia di governabilità per la coalizione dei "progressisti-moderati": non tanto per quanto riguarda la prossima composizione della Camera (dove Pd e Sel dovrebbero arrivare facilmente al premio di maggioranza) quanto soprattutto il prossimo Senato.

"In effetti - conferma al Foglio Dario Franceschini, capogruppo del Pd alla Camera - la nascita di un'area pro Monti che possa governare con noi sul modello della grande coalizione tedesca, e che si spenda per trasformare il centrodestra italiano in un soggetto a vocazione europea, sinceramente non ci preoccupa affatto: in campagna elettorale saremo avversari ma sappiamo che nel futuro dovremo governare insieme, soprattutto al Senato".

E a proposito di Senato, a quanto risulta a Bersani, i montiani che si stanno occupando della compilazione delle liste "Per l'agenda Monti" avrebbero scelto di concentrare gran parte delle proprie energie proprio nelle tre regioni che, sondaggi alla mano, risultano essere maggiormente in bilico per l'attribuzione dei seggi a Palazzo Madama (dove il porcellum prevede una distribuzione su base regionale): la Lombardia, la Sicilia e in parte anche il Veneto. Tre regioni cioè in cui la vittoria del centrosinistra è più difficile e in cui i montiani intravedono buone possibilità di conquistare un numero consistente di seggi al Senato (solo in queste tre regioni, per capirci, si assegna un terzo dei seggi di Palazzo Madama: 49 in Lombardia, 25 in Sicilia, 24 in Veneto).

In queste tre regioni, tra l'altro, Monti non solo coinvolgerà alcuni volti di peso (in Lombardia sono già in campo Ichino e Albertini e nelle prossime ore, nonostante tutto, anche Passera potrebbe annunciare la sua discesa in campo) ma è anche convinto di poter far leva sul contributo che dovrebbe offrire il sindacato guidato da Raffaele Bonanni, la Cisl: che proprio in Veneto, in Sicilia e in Lombardia conta il grosso dei suoi tesserati: 794 mila in Lombardia, 436 mila in Veneto, 381 mila in Sicilia (dati 2011).

Bonanni, in realtà, non scenderà direttamente in campo, non si candiderà in nessuna lista, cercherà di mantenere un profilo equilibrato tra Monti e Bersani (nonostante un uomo a lui vicino come il siciliano Benedetto Adragna, ex senatore Pd, sia finito nel centro montiano, il suo braccio destro alla Cisl, Giorgio Santini, sarà candidato nelle liste Pd); ma in privato ha già promesso a Monti e Riccardi di essere pronto a mobilitare le truppe per dare un aiuto alla lista Monti. "Se in queste tre regioni - spiega Salvatore Vassallo, senatore del Pd - Monti svuoterà il Pdl, come credo, il centro-sinistra al Senato potrebbe avere la certezza di governare senza ritrovarsi nelle stesse condizioni in cui si ritrovò Romano Prodi nel 2006".

Già, Prodi. Numeri a parte, infatti, il vero incubo di Bersani non riguarda il "pre" campagna elettorale ma soprattutto il "post". La necessità di allearsi dopo le elezioni con Monti potrebbe infatti mettere la coalizione guidata da Bersani oggettivamente in una condizione simile a quella vissuta in passato dai governi di Prodi. E alla lunga tenere insieme Monti e Vendola - considerando anche che dal 2014 in Italia scatterà il famoso Fiscal compact (che costringerà il governo a qualcosa come circa 45 miliardi di manovra ogni anno) - rischia di essere più complicato e logorante che tenere insieme quella maggioranza che andava da Mastella a Turigliatto.

Bersani è consapevole del rischio, ed è proprio partendo da questo presupposto che il segretario, per evitare che come ai tempi di Prodi sia la sinistra della coalizione a esercitare la sua golden share sul governo, si augura che il centro riesca a raggiungere un risultato che consenta al Pd e alla lista Monti di avere insieme i numeri per essere in qualche modo autosufficienti da Nichi Vendola (e naturalmente dalla linea Camusso).

Un ragionamento, quello di Bersani, condiviso non soltanto da Walter Veltroni, da Enrico Letta e da Giuseppe Fioroni ma che coincide anche con le preoccupazioni di molti investitori stranieri che negli ultimi tempi hanno offerto al segretario numerose aperture di credito ma che non hanno nascosto comunque di temere uno sbilanciamento a sinistra nella coalizione Bersani-Vendola-Camusso.

"Per quanto ci riguarda - dice al Foglio Fabio Fois, Economista per il Sud Europa di Barclays al Foglio - ci aspettiamo che il prossimo Governo continui sulla strada del rigore e delle riforme strutturali, e siamo anche convinti che, dovesse verificarsi il rischio di impasse politica (quale sarebbe ad esempio la costituzione di un Senato con una maggioranza esile) che la disponibilità di Mario Monti a guidare nuovamente il paese sia la migliore garanzia per i mercati che l'Italia non abbandoni il percorso positivo fin qui intrapreso".

Tradotto significa che anche per alcuni osservatori del mondo della finanza la presenza in campo di Monti è importante non solo perché Monti potrebbe essere tecnicamente ancora il prossimo presidente del Consiglio ma anche perché la sua lista, se dovesse ottenere un buon risultato, avrebbe la possibilità di controbilanciare il peso della sinistra nella prossima coalizione dei progressisti - sottraendo così di fatto agli eredi di Turigliatto e Bertinotti il diritto di veto nel prossimo esecutivo.

E dunque, certo, Bersani durante la campagna elettorale potrà continuare a dire che nel prossimo governo il centrosinistra sarà coeso e coerente e non si spaccherà perché si esprimerà "a maggioranza qualificata in caso di dissenso su temi rilevanti". Ma dall'altro lato il segretario del Pd non potrà che essere giorno dopo giorno sempre più convinto di un fatto elementare: che un centro forte guidato da Monti più che una minaccia costituisce una garanzia di lunga vita per il suo governo.

E per questo, dunque, nei prossimi giorni, non ci sarà da stupirsi se il Pd cambierà strategia nei confronti del Prof. e passerà da una condanna della discesa in campo "moralmente discutibile" di Monti a una sobria legittimazione del ruolo di Monti come capo dei moderati. Il tutto, naturalmente, per far passare un messaggio chiaro: che Monti e Bersani sono alternativi, sì, ma sono comunque parte di un'alleanza di fatto contro i populisti alla Berlusconi. Un messaggio su cui Bersani punta molto e che a giudicare dai toni della conferenza stampa di fine anno non mancherà di essere anche uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale di Mario Monti.

"Il tema di fondo - dice con un sorriso Enrico Letta al Foglio - è che sempre difficile capire qual è la soglia che differenzia un centro non troppo debole e uno troppo forte; ma di sicuro posso dire che un centro non asfittico aiuta il Pd in termini di allargamento della maggioranza. E lo aiuta per una ragione precisa: perché un centro non debole che si allea con il Pd ci mette al riparo da possibili ricatti futuri". E ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti, naturalmente, non è puramente casuale.

 

 

bersaninatale con bersanibersani_napolitanobersani_montiBERSANI VERSIONE GIOVANNI XXIIIBERSANI MONTI LO SQUADRONE BERSANI DA BEPPEGRILLO IT BERSANI jpegPIERLUIGI BERSANI DA BAMBINO CON LA SUA FAMIGLIA PIERLUIGI BERSANI E IL FRATELLO GIORGIO

Ultimi Dagoreport

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…