mario draghi gianni letta roberto napoletano silvio berlusconi

“HAI CAPITO CHE CADE IL GOVERNO, VERO? GIANNI LETTA NON C’È, VUOL DIRE CHE LA DECISIONE DI BERLUSCONI È STATA PRESA” – IL RETROSCENA SULLA CADUTA DI DRAGHI, NEL NUOVO LIBRO DI ROBERTO NAPOLETANO, “RISCATTI E RICATTI”: FU DECISIVO UN PRANZO A VILLA GRANDE TRA BERLUSCONI E I SUI FEDELISSIMI. C’ERANO TUTTI TRANNE UNO, IL PIÙ IMPORTANTE: GIANNI LETTA – L’EMINENZA AZZURRINA CI AVEVA PROVATO FINO ALLA FINE: “SONO CONTRARISSIMO, E SAI ANCHE PERCHÉ..."

roberto napoletano foto di bacco (2)

Da www.leggo.it

 

Cos'è successo davvero il 20 luglio scorso, quando il governo Draghi ha perso il sostegno della sua maggioranza e l'ormai ex premier è salito al Quirinale per dimettersi? La verità su quello che in tanti si sono chiesti negli ultimi mesi, per ciò che è stato definito "draghicidio", emerge ora dal nuovo libro di Roberto Napoletano, Riscatti e ricatti, in cui il giornalista - ex direttore di Messaggero e Il Sole 24 Ore - racconta le ultime ore del governo dell'ex governatore della Bce e le sfide che il nuovo governo, guidato da Giorgia Meloni, dovrà affrontare.

 

GIANNI LETTA SILVIO BERLUSCONI

La realtà descritta da Napoletano, di quel caldo giorno di luglio, sembra una puntata di un serial tv: più vicino a Game of Thrones che House of Cards.

 

Decisivo un pranzo a Villa Grande tra Silvio Berlusconi e i suoi fedelissimi, senza uno dei fedelissimi del Cavaliere, Gianni Letta, suo storico consigliere e per anni sottosegretario a Palazzo Chigi negli anni dei suoi governi. Letta era contrario alla crisi, e la sua assenza è emblematica di quello che sta succedendo.

 

ROBERTO NAPOLETANO - RISCATTI E RICATTI

«C'è un'assenza vistosa che stranamente non viene segnalata dai cronisti della politica italiana, così ghiotti di ogni fantasioso retroscena, ma evidentemente incapaci di guardare e raccontare la scena neppure quando parla da sola», scrive Napoletano nel suo libro, si legge in un estratto pubblicato oggi dal Corriere della Sera.

 

 «L'assenza davvero vistosa è quella di Gianni Letta, l'ombra di Berlusconi ovunque, suo storico sottosegretario a Palazzo Chigi in tutti i suoi governi, l'amico fidato e l'uomo che non è mai mancato nelle decisioni politiche e personali che contano del Cavaliere.

 

Una fonte autorevole ben addentro alle vicende del centrodestra mi ha chiamato mentre la tv continuava a riprendere Villa Grande e la folla di partecipanti riunita attorno a Berlusconi. "Hai capito che cade il governo, vero? Hai visto che Letta non c'è, non è stato convocato, e questo vuol dire che la decisione di Berlusconi è stata presa"».

 

draghi berlusconi

Un'assenza decisiva dunque. I motivi, al giornalista, li spiega proprio Letta: «Ci eravamo già visti tante volte, l'ultima la sera prima. Di discussioni ne avevamo fatte tante e mi era parso chiaro che non tutti gravidano le mie osservazioni, le ragioni e i dubbi che prospettavo, e allora ho detto a Silvio: la mia posizione la conosci. Sai che sono contrario, contrarissimo alla crisi, e sai anche perché. Riflettici, riflettici seriamente».

 

romeo lollobrigida cattaneo meloni lupi berlusconi salvini ronzulli

Il resto è storia: Letta non va a quel pranzo, Forza Italia, M5S e Lega tolgono il sostegno a Draghi, il governo cade e si va alle elezioni, con la vittoria del centrodestra dello scorso 25 settembre. «Il prezzo che pagheranno l'Italia e gli italiani dei calcoli, che potrebbero rivelarsi sbagliati, di Conte, Salvini e Berlusconi è alto e lo si capirà bene non subito - scrive Napoletano - L'assurdo è che tutto ciò avviene quando siamo all'apice della ripresa economica, quando siamo in presenza di un picco massimo di crescita e di credibilità, per cui il mondo comincia a pensare che stiamo diventando un paese serio».

silvio berlusconi mario draghi silvio berlusconi licia ronzulli matteo salvini DRAGHI BERLUSCONIgianni letta silvio berlusconi

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?